mercoledì 20 luglio 2016

La Turchia post-golpe dovrà fare compromessi con la Russia

13781956Ho da tempo notato che la nostra gente ha sviluppato un modo interessante di comprendere le situazioni più complesse, confuse ed opache. Tale metodo è molto semplice ed efficace. Eccone l’essenza: se non si sa chi sostenere, guardate chi i liberali filo-occidentali e giornalisti di “Echo” e “Rain” sostengono, e sostenete l’opposto. Tale metodo funziona perfettamente, come abbiamo visto nel putsch turco. Una volta che le prime relazioni sul colpo di Stato in Turchia cominciarono ad apparire, la nostra folla liberale si è precipitata in orde a sostenere il colpo di Stato. 

In realtà, è abbastanza divertente che i nostri occidentalisti si rallegrassero del rovesciamento di Erdogan insieme agli pseudo-patrioti dal personale odio per Erdogan completamente scollegato da qualsiasi logica. So anche della teoria che non ci fosse in realtà un colpo di Stato, ma solo una bufala di Erdogan, che fa il giro delle reti social. Ma non ci credo. E’ difficile immaginare un tale grande colpo di Stato, con la partecipazione di 200 cadaveri quali oggetti di scena, elicotteri abbattuti, l’assalto alla struttura presidenziale e il bombardamento di edifici governativi con i carri armati. Questo è stato un vero colpo di Stato, anche se commesso con una fretta estrema.

C’è ancora altro, anche la teoria pazzesca attivamente divulgata dai nostri nemici ucraini secondo cui la Russia era dietro la rivolta dei militari turchi. Non ha senso. Gli organizzatori e la principale forza dei ribelli erano generali e ufficiali dell’esercito turco, la stessa struttura che attuò l’ultimo colpo di Stato militare in Turchia su ordine diretto della CIA. Erdogan e il suo entourage sostengono che gli Stati Uniti erano coinvolti nel colpo di Stato, e semplicemente non c’è motivo di dubitarne. Giudicate voi stessi. Ma che fa il capo turco per convincere su queste accuse? Niente. Non da indicazioni tangibili. Piuttosto, crea solo problemi. Allora, perché lanciarle?

Il primo ministro della Turchia ha detto che gli Stati Uniti non sono più un Paese amico della Turchia. Tutti sanno perfettamente come finiscono tali dichiarazioni. Ma l’entourage di Erdogan non ha paura, l’unica spiegazione logica è che sapevano già che le relazioni con gli statunitensi erano danneggiate; la conferma viene sotto forma di due cadaveri su cui Erdogan piangeva. Erano i cadaveri di un suo amico e del figlio di 16 anni uccisi dai golpisti. Come i media filo-governativi hanno sostenuto, Erdogan stesso è stato salvato da un destino simile per caso e con una fortuna incredibile. Si può dire con fiducia che il presidente turco sa che gli Stati Uniti non volevano la sua rimozione, ma la sua morte. 

Ho il sospetto che a Erdogan non piacesse così tanto tale prospettiva. Sarebbe ridicolo supporre che le relazioni turco-statunitensi rimarranno buone. Ci serve che siano scadenti, dato che più Erdogan si risentirà verso gli statunitensi, meglio le cose andranno per noi. Il capo turco ha molti conti da far pagare agli Stati Uniti. Dopo tutto, gli statunitensi non solo hanno ispirato ed organizzato il tentato colpo di Stato, ma neanche vogliono consegnargli Fethullah Gülen, il capo della struttura che ha finanziato tale pasticcio.

Erdogan ora inizia una purga senza precedenti nell’esercito, polizia e sistema giudiziario. Il numero di licenziati ed arrestati è già di migliaia, il che significa che l’esercito turco ne sarà dissanguato per un periodo piuttosto lungo. Questo è semplicemente meraviglioso per noi. Nel corso delle purghe, la parte più americanizzata dell’élite turca ne soffrirà. Se durante tale processo i finanziamenti alle strutture pan-turche e filo-statunitensi che utilizzano le élite militari turche per far avanzare gli interessi statunitensi nel Caucaso, Kazakistan ed altre regioni importanti, vengono “spezzate”, allora sarà semplicemente splendido. 

Il colpo di Stato è stato soppresso, ma è ovvio che Erdogan dovrà presto fare i conti per consolidare il potere, il che significa che non avrà tempo e risorse per una politica estera attiva. E ciò significa che dovrà scendere a compromessi su tutte le questioni per noi importanti. E probabilmente può darsi che proprio di tali compromessi che Erdogan e il Presidente Putin discuteranno nella riunione già decisa. Nel complesso, il putsch e il suo fallimento hanno cambiato la situazione in Turchia a nostro favore. E questa è la principale conclusione da trarre da ciò.


Ruslan Ostashko, PolitRussia, 18 luglio 2016 – Fort Russ

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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