venerdì 29 luglio 2016

L’unione dell’Occidente sulla Russia rimane quantomeno dubbia


La parola “unione”, che fa presto a comparire spesso in tutti i documenti della NATO, è onnipresente nel comunicato [NdT: in inglese] finale del summit di Varsavia.

Unione è diventato un motto ma, nonostante la voce grossa, l’Alleanza non è d’accordo su molte questioni, inclusa quella russa.

Germania, Francia e Italia stanno mostrando segni di tentennamento riguardo la “unitaria” presa di posizione di durezza verso la Russia. Il Primo Ministro italiano Matteo Renzi ha recentemente preso parte al forum a San Pietroburgo, il Presidente Francese François Hollande ha parlato del bisogno di coinvolgere la Russia, il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha criticato la grande esercitazione militare in Polonia lo scorso mese come provocatoria verso i Russi, attaccando l’Alleanza per le “dimostrazioni di forza ed il rumore di sciabole”. “Chiunque creda che una sfilata simbolica di carri armati sulle frontiere est dell’alleanza porterà alla sicurezza si sta sbagliando”, ha detto [NdT: in inglese] Steiner in barba ai molteplici giochi di guerra nella regione.

Da un recente sondaggio YouGov [NdT: in tedesco] è emerso che il 64% dei tedeschi è d’accordo con la sua affermazione e solo il 16% non lo è.

Il Vice Cancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha detto che la NATO deve rivedere la sua politica “Ci dobbiamo chiedere se il mondo sia un posto migliore quando entrambe le parti conducono esercitazioni militari vicino ai confini e pensano ad armarsi”, ha riferito [NdT: in tedesco] al Passauer Neue Presse l’8 luglio, aggiungendo che è tempo per l’Europa di cominciare un nuovo “progetto di disarmo”.

Alla vigilia del summit di Varsavia, il ministro italiano della difesa Roberta Pinotti ha detto [NdT: in italiano] al Corriere della Sera che l’Italia si mantiene cauta sulla linea dura della NATO nei confronti della Russia, “Siamo d’accordo con quanto detto da Steinmeier” ha aggiunto. Secondo il Capo della Difesa italiano, l’Alleanza dovrebbe “costruire ponti” nell’est Europa e cooperare con Mosca per far fronte al terrorismo globale.

Secondo uno studio [NdT: in inglese] di giugno svolto dal Centro di Ricerca Pew solo il 34% degli europei crede che Mosca sia un pericolo per il continente, indicando invece come sfide principali lo Stato Islamico e l’instabilità economica.

L’incontro ad alto livello della NATO non ha portato a nessuna decisione sulla formazione della Flotta Alleata del Mar Nero proposta dalla Romania per contrastare la Russia. La Romania voleva che l’iniziativa congiunta, incluse Romania, Ucraina, Turchia e Bulgaria, fosse parte dell’agenda del summit di Varsavia. Ma il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha rifiutato la chiamata in causa della Romania perchè, secondo lui [NdT: in inglese], questa mossa “trasformerebbe il Mar Nero in un teatro di guerra”, aggiungendo che “inviare una flotta di navi da guerra contro i Russi eccede il limite di quello che posso permettere”.

Nonostante tutte le dichiarazioni di unità, il summit di Varsavia non è riuscito ad enfatizzare il ruolo delle armi nucleari nella dottrina NATO, un qualcosa che non potrebbe non comportare una risposta da parte della Russia. Se ci fosse riuscito, ciò avrebbe anche avuto delle conseguenze negative nella politica interna dei paesi che ospitano armi nucleari tattiche e che provocano attriti dentro la NATO. 

Le persone che vivono in questi paesi ospitanti, specialmente in Belgio, Germania ed Olanda, già da più di un decennio chiedono  di rimuovere queste armi dai loro territori. Il parlamento belga ha approvato risoluzioni in questo senso, l’ultima nel 2015, in Olanda i partiti più grandi hanno accettato una mozione parlamentare del 2013 che chiedeva al governo di non produrre F35 con capacità nucleare, mentre in Germania, nel 2009, una dichiarazione governativa includeva un paragrafo con la richiesta di rimuovere le armi nucleari tattiche statunitensi. La politica sulle armi nucleari non potrebbe che essere cambiata nel quadro di una prossima Impostazione Strategica, perciò, per evitare una divisione, la questione non era stata inclusa nell’agenda degli eventi di Varsavia.

Negli incontri bilaterali del summit  il primo ministro della Grecia Alexis Tsipras, incontrando il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha esortato [NdT: in inglese] la NATO a coinvolgere la Russia in dialoghi costruttivi.

In verità, la Grecia è un altro esempio che dimostra quanto sia fragile l’unità della NATO quando si parla di relazioni con la Russia. Secondo Con Coughlin, editore e principale giornalista di politica estera del Telegraph, gli alti funzionari della NATO hanno segnalato i loro timori [NdT: in inglese] che i tentativi della Grecia di creare un patto di difesa con Mosca potrebbero compromettere gli sforzi fatti per mostrare un fronte unito contro nuove aggressioni russe.

Le preoccupazioni riguardano le recenti affermazioni di Panos Kammenos, il Ministro della Difesa greco, che ha annunciato [NdT: in inglese] una nuova partnership con la Russia per fabbricare fucili Kalashnikov.

Il progetto greco-russo ne prevede la coproduzione in una fabbrica ad Aigio nel nord del Peloponneso e sarebbe una grande spinta per l’industria della difesa greca. Il ministro ha fatto notare [NdT: in inglese] che “con l’approvazione e la certificazione della NATO, la Grecia sarebbe in grado di vendere le armi a qualsiasi membro dell’alleanza nordatlantica”.

Il signor Kammenos ha partecipato alla quarta Conferenza sulla Sicurezza Internazionale di Mosca tenutasi ad aprile, quando ha dichiarato che le sanzioni europee “sono state un disastro sia per la Russia che per l’Europa”. I greci si sono opposti alle sanzioni europee alla Russia ancora prima che ci fosse l’accordo sulle armi, lamentandosi di quanti danni abbiano creato alla loro economia. È un sentimento comune nell’Europa Orientale e Centrale, e andrà probabilmente ad aggravarsi pesantemente con le proposte dell’Europa Occidentale di estendere lo schema a tempo indeterminato.

Nicholas Burns, un ex ambasciatore NATO statunitense, dopo un viaggio in Europa, ha detto [NdT: in inglese]: “Ero colpito dalle divisioni fra le leadership europee su come rispondere a queste sfide”.

L’asserzione di Donald Trump, il probabile candidato del partito repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti, che dice “ecco il problema con la NATO: è obsoleta” evoca serie preoccupazioni sul futuro del blocco.

La tanto decantata unione occidentale sulla Russia appare quanto meno dubbia ed è lontana dall’essere solida come una roccia. Le discordie sono evidenti all’interno della NATO e la “unione” dimostrata al summit di Varsavia è solo una facciata per nascondere le molteplici divisioni. È anche un affare controverso [NdT: in inglese] all’interno della Unione Europea, in cui l’appoggio alla politica delle sanzioni sta svanendo.

Ad una visione più attenta, l’affermazione secondo cui l’Occidente sarebbe unito nella sua politica anti-Russia, fa acqua da tutte le parti, è più un mito che una realtà.


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Articolo di Peter Korzun pubblicato da Strategic Culture il 13 luglio 2016
Traduzione in Italiano a cura di Chiara per SakerItalia.it

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