La parola “unione”, che fa presto a comparire spesso in tutti i documenti della NATO, è onnipresente nel comunicato [NdT: in inglese] finale del summit di Varsavia.
Unione è diventato un motto ma, nonostante la voce grossa, l’Alleanza non è d’accordo su molte questioni, inclusa quella russa.
Germania, Francia e Italia stanno
mostrando segni di tentennamento riguardo la “unitaria” presa di
posizione di durezza verso la Russia. Il Primo Ministro italiano Matteo
Renzi ha recentemente preso parte al forum a San Pietroburgo, il
Presidente Francese François Hollande ha parlato del bisogno di
coinvolgere la Russia, il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter
Steinmeier ha criticato la grande esercitazione militare in Polonia lo
scorso mese come provocatoria verso i Russi, attaccando l’Alleanza per
le “dimostrazioni di forza ed il rumore di sciabole”. “Chiunque
creda che una sfilata simbolica di carri armati sulle frontiere est
dell’alleanza porterà alla sicurezza si sta sbagliando”, ha detto [NdT: in inglese] Steiner in barba ai molteplici giochi di guerra nella regione.
Da un recente sondaggio YouGov [NdT: in tedesco] è emerso che il 64% dei tedeschi è d’accordo con la sua affermazione e solo il 16% non lo è.
Il Vice Cancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha detto che la NATO deve rivedere la sua politica “Ci
dobbiamo chiedere se il mondo sia un posto migliore quando entrambe le
parti conducono esercitazioni militari vicino ai confini e pensano ad
armarsi”, ha riferito [NdT: in tedesco] al Passauer Neue Presse l’8 luglio, aggiungendo che è tempo per l’Europa di cominciare un nuovo “progetto di disarmo”.
Alla vigilia del summit di Varsavia, il ministro italiano della difesa Roberta Pinotti ha detto [NdT: in italiano] al Corriere della Sera che l’Italia si mantiene cauta sulla linea dura della NATO nei confronti della Russia, “Siamo d’accordo con quanto detto da Steinmeier” ha aggiunto. Secondo il Capo della Difesa italiano, l’Alleanza dovrebbe “costruire ponti” nell’est Europa e cooperare con Mosca per far fronte al terrorismo globale.
Secondo uno studio [NdT: in inglese]
di giugno svolto dal Centro di Ricerca Pew solo il 34% degli europei
crede che Mosca sia un pericolo per il continente, indicando invece come
sfide principali lo Stato Islamico e l’instabilità economica.
L’incontro ad alto livello della NATO
non ha portato a nessuna decisione sulla formazione della Flotta Alleata
del Mar Nero proposta dalla Romania per contrastare la Russia. La
Romania voleva che l’iniziativa congiunta, incluse Romania, Ucraina,
Turchia e Bulgaria, fosse parte dell’agenda del summit di Varsavia. Ma
il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha rifiutato la chiamata in
causa della Romania perchè, secondo lui [NdT: in inglese], questa mossa “trasformerebbe il Mar Nero in un teatro di guerra”, aggiungendo che “inviare una flotta di navi da guerra contro i Russi eccede il limite di quello che posso permettere”.
Nonostante tutte le dichiarazioni di
unità, il summit di Varsavia non è riuscito ad enfatizzare il ruolo
delle armi nucleari nella dottrina NATO, un qualcosa che non potrebbe
non comportare una risposta da parte della Russia. Se ci fosse riuscito,
ciò avrebbe anche avuto delle conseguenze negative nella politica
interna dei paesi che ospitano armi nucleari tattiche e che provocano
attriti dentro la NATO.
Le persone che vivono in questi paesi ospitanti,
specialmente in Belgio, Germania ed Olanda, già da più di un decennio
chiedono di rimuovere queste armi dai loro territori. Il parlamento
belga ha approvato risoluzioni in questo senso, l’ultima nel 2015, in
Olanda i partiti più grandi hanno accettato una mozione parlamentare del
2013 che chiedeva al governo di non produrre F35 con capacità nucleare,
mentre in Germania, nel 2009, una dichiarazione governativa includeva
un paragrafo con la richiesta di rimuovere le armi nucleari tattiche
statunitensi. La politica sulle armi nucleari non potrebbe che essere
cambiata nel quadro di una prossima Impostazione Strategica, perciò, per
evitare una divisione, la questione non era stata inclusa nell’agenda
degli eventi di Varsavia.
Negli incontri bilaterali del summit il
primo ministro della Grecia Alexis Tsipras, incontrando il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama, ha esortato [NdT: in inglese] la NATO a coinvolgere la Russia in dialoghi costruttivi.
In verità, la Grecia è un altro esempio
che dimostra quanto sia fragile l’unità della NATO quando si parla di
relazioni con la Russia. Secondo Con Coughlin, editore e principale
giornalista di politica estera del Telegraph, gli alti funzionari della
NATO hanno segnalato i loro timori [NdT: in inglese]
che i tentativi della Grecia di creare un patto di difesa con Mosca
potrebbero compromettere gli sforzi fatti per mostrare un fronte unito
contro nuove aggressioni russe.
Le preoccupazioni riguardano le recenti affermazioni di Panos Kammenos, il Ministro della Difesa greco, che ha annunciato [NdT: in inglese] una nuova partnership con la Russia per fabbricare fucili Kalashnikov.
Il progetto greco-russo ne prevede la
coproduzione in una fabbrica ad Aigio nel nord del Peloponneso e sarebbe
una grande spinta per l’industria della difesa greca. Il ministro ha fatto notare [NdT: in inglese] che “con
l’approvazione e la certificazione della NATO, la Grecia sarebbe in
grado di vendere le armi a qualsiasi membro dell’alleanza nordatlantica”.
Il signor Kammenos ha partecipato alla
quarta Conferenza sulla Sicurezza Internazionale di Mosca tenutasi ad
aprile, quando ha dichiarato che le sanzioni europee “sono state un disastro sia per la Russia che per l’Europa”.
I greci si sono opposti alle sanzioni europee alla Russia ancora prima
che ci fosse l’accordo sulle armi, lamentandosi di quanti danni abbiano
creato alla loro economia. È un sentimento comune nell’Europa Orientale e
Centrale, e andrà probabilmente ad aggravarsi pesantemente con le
proposte dell’Europa Occidentale di estendere lo schema a tempo
indeterminato.
Nicholas Burns, un ex ambasciatore NATO statunitense, dopo un viaggio in Europa, ha detto [NdT: in inglese]: “Ero colpito dalle divisioni fra le leadership europee su come rispondere a queste sfide”.
L’asserzione di Donald Trump, il probabile candidato del partito repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti, che dice “ecco il problema con la NATO: è obsoleta” evoca serie preoccupazioni sul futuro del blocco.
La tanto decantata unione occidentale
sulla Russia appare quanto meno dubbia ed è lontana dall’essere solida
come una roccia. Le discordie sono evidenti all’interno della NATO e la
“unione” dimostrata al summit di Varsavia è solo una facciata per
nascondere le molteplici divisioni. È anche un affare controverso [NdT: in inglese] all’interno della Unione Europea, in cui l’appoggio alla politica delle sanzioni sta svanendo.
Ad una visione più attenta,
l’affermazione secondo cui l’Occidente sarebbe unito nella sua politica
anti-Russia, fa acqua da tutte le parti, è più un mito che una realtà.
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Articolo di Peter Korzun pubblicato da Strategic Culture il 13 luglio 2016
Traduzione in Italiano a cura di Chiara per SakerItalia.it
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