giovedì 21 luglio 2016

Un colpo di Stato molto prevedibile?

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Gli oppositori di Erdogan ne hanno consolidato la posizione

Il colpo di Stato militare in Turchia dello scorso fine settimana consisteva nei tentativi di prendere edifici governativi e infrastrutture chiave. Il colpo di Stato era diretto principalmente da truppe dalla gendarmeria e dall’aviazione ed era guidato da generali e colonnelli. Vi furono dei successi iniziali, ma entro il mattino dopo era chiaro che il governo aveva prevalso. Quasi 6000 arresti di presunti cospiratori si sono avuti e altri di certo seguiranno. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha promesso un giro di vite sui militari e anche sulla magistratura, accusando del golpe l’arcinemico Fethullah Gülen, in esilio in Pennsylvania. 

Gli analisti ritengono che la sconfitta del colpo di Stato aumenterà notevolmente l’autorità di Erdogan e potrà consolidare il potere alterando la costituzione del Paese che, data la crisi in Turchia causata dal colpo di Stato e dagli attentati a Istanbul, è probabile abbia successo. E un giusto processo per i presunti cospiratori nelle circostanze attuali rischia di non esserci, saranno accusati di tradimento. Erdogan potrà fare un repulisti e consolidare il potere.

Vi è inevitabilmente una contro narrazione su cui io e numerosi osservatori della Turchia, collegati in rete, discutiamo e siamo inclini a credere. Per completezza, devo ammettere di criticare la direzione autocratica e islamista perseguita dal governo di Erdogan negli ultimi tre anni. Prima di tutto, anche se non è un grosso problema, nessuno di noi crede che Gulen sia dietro il colpo di Stato. E’ conveniente per Erdogan incolpare il suo primo avversario, perché faciliterà gli arresti di tutti gli oppositori, neanche legati al colpo di Stato, sostenendo che sono gulenisti. 

Erdogan è abile nell’incarcerare oppositori, spesso giornalisti, con accuse inventate di tradimento, e questa volta non sarà diverso. Il processo è già iniziato con la detenzione di numerosi ufficiali e giudici e senza dubbio si amplierà mentre altri nemici vengono identificati. In secondo luogo, quasi tutti noi crediamo che il colpo di Stato sia fondamentalmente una manovra. Erdogan e il suo governo avvertivano da mesi sulla possibilità di un colpo di Stato, quindi l’evento non dovrebbe sorprendere nessuno. E’ ormai certo che ci fu un tentato colpo di Stato a quanto pare sostenuto per lo più da militari kemalisti sostenitori dello Stato laico e che fossero allarmati dalla politica estera di Erdogan, tra cui la collaborazione coi gruppi terroristici e l’ostilità verso Russia e Siria. 

C’era anche probabilmente preoccupazione per il deterioramento dell’economia turca dovuto ai timori europei verso il terrorismo che distrugge il turismo, problema legato all’ingerenza di Ankara in Siria e alla vendetta personale di Erdogan contro il principale partito politico curdo, il Partito Democratico dei Popoli (HDP). Molti osservatori e anche funzionari del governo, ufficiosamente, criticano l’abbandono della tregua voluta da Erdogan poco prima vigente con la minoranza curda e il suo braccio armato PKK.

I golpisti probabilmente hanno commesso un errore presupponendo che vi fosse ampio sostegno nei vertici militari turchi al colpo di Stato. I generali, che un tempo sarebbero stati avversari naturali delle ambizioni di Erdogan, furono severamente puniti nel loro primo scontro con l’allora primo ministro, nel 2010-11. Una serie di processi farsa sostenne che gli alti ufficiali fossero coinvolti nel complotto contro il governo, secondo prove molto labili, rimuovendo i vertici e sostituendoli gradualmente con leali ad Erdogan. 

Molti degli ufficiali condannati furono liberati dal carcere ma, essendo rimasti senza potere per anni, non hanno alcuna capacità di agire contro il governo. I golpisti possono aver avvicinato uno o più nuovi generali nominati da Erdogan, senza il cui sostegno il colpo di Stato era impossibile, cercando simpatie. Con ogni probabilità, furono ricevuti cordialmente, ma l’ufficiale più anziano immediatamente indicò tale aperture al presidente, ponendo le basi della trappola. Il resto è andato naturalmente come previsto. 

I congiurati seppero da simpatizzanti della magistratura o della polizia che sarebbero presto statti arrestati, così iniziarono il colpo di Stato prima che i piani fossero completati e quasi sorpresero il governo. Erano pochi, così devono aver sperato che sarebbero stati raggiunti da altri. Non ebbero successo nelle unità dell’esercito e della polizia. e i lealisti si organizzarono rapidamente per resistergli. Erdogan poté anche chiamare i sostenitori a scendere in piazza e occupare l’aeroporto di Istanbul. I risultati erano prevedibili e il colpo di Stato è stato schiacciato. Erdogan ora ne raccoglierà i frutti politici, chiede inoltre l’estradizione di Gulen dagli Stati Uniti e l’amministrazione Obama considererebbe la richiesta.

Un altro aspetto del colpo di Stato ha provocato certa confusione. All’inizio fu affermato, senza alcuna prova, che i cospiratori fossero costernati dalle recenti aperture del governo di Erdogan verso Russia e Siria per ripristinare relazioni normali. Questa è una lettura completamente erronea dei fatti, essendo l’esercito turco da tempo riluttante a sostenere eventuali operazioni in Siria e, in generale, si oppose a qualsiasi iniziativa fuori dai confini della Turchia. Durante la breve occupazione della televisione turca, i golpisti denominarono il loro movimento “consiglio di pace”. 

I generali sono occupati da curdi e rifugiati, e la maggior parte sicuramente non incoraggiava altre incombenze. Si potrebbe anche aggiungere ai cambiamenti verso Russia e Siria il riavvicinamento ad Israele. L’economia turca è in cattive acque e la posizione internazionale è gravemente danneggiata dalle politiche di Erdogan. I sondaggi suggerivano che il pubblico turco accusasse Erdogan del calo dell’occupazione e del reddito, così come del terrorismo. 

Il cambio politico per ricucire con un certo numero di Paesi fu la risposta a tale preoccupazione e non era collegato al malcontento dei militari turchi. Così il colpo di Stato militare abortito è diventata una grande vittoria del presidente Erdogan. Resta da vedere come esattamente la sfrutterà, ma è certo che l’userà come pretesto per espandere i suoi poteri. A chi obietta che il presidente turco non avrebbe ucciso soldati per la propria agenda politica, si potrebbe far notare che pensava di farlo nel 2014 per creare il pretesto per la guerra contro la Siria. Di conseguenza, la questione se Erdogan in realtà abbia favorito il colpo di Stato come operazione false flag è certamente intrigante e va considerata. Va considerato dalla Casa Bianca prima di acconsentire alle richieste di Ankara di estradare Gulen o uno dei suoi soci.

Philip Giraldi, The American Conservative, 18 luglio 2016

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Philip Giraldi, ex-agente della CIA, direttore esecutivo del Consiglio per l’Interesse Nazionale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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