“Chi di noi dà ascolto all’inno del ruscello
quando parla la tempesta?”
(Kahlil Gibran)
“Ora,
guardare è una delle cose più difficili della vita come ascoltare:
guardare e ascoltare sono la stessa cosa. Se i vostri occhi sono
accecati dai problemi, non potete vedere la bellezza del tramonto. Molti
di noi hanno perso il contatto con la natura. La civilizzazione spinge
sempre di più verso grandi città; diventiamo sempre di più gente di
città, viviamo in appartamenti affollati con pochissimo spazio anche per
guardare il cielo la sera o la mattina, e quindi perdiamo il contatto
con la maggior parte della bellezza. Non so se avete notato come pochi
di noi guardino un tramonto o un'alba o la luce della luna o il riflesso
della luce sull'acqua.
Avendo
perso il contatto con la natura tendiamo naturalmente a sviluppare le
capacità intellettuali. Leggiamo una grande quantità di libri, andiamo a
visitare molti musei e ad ascoltate concerti, guardiamo la televisione e
ci prendiamo una gran quantità di altri svaghi.
Citiamo senza fine idee
di altre persone e pensiamo e parliamo di arte. Come mai dipendiamo
tanto dall'arte? È una forma di fuga, di stimolo? Se siete direttamente
in contatto con la natura; se guardate il movimento delle ali di un
uccello, se vedete la bellezza del cielo in ogni momento, le ombre sulla
collina o la bellezza sul viso di un altro, pensate che vorreste andare
a un museo a vedere dei quadri?
Forse
è perché non sapete come guardare tutte le cose che vi circondano che
ricorrete alle droghe che vi stimolino a vedere meglio. C'è una storia
di un maestro di religione che parlava ogni mattina ai suoi allievi. Un
giorno salì sulla cattedra e stava appunto per cominciare quando arrivò
un uccellino che si fermò sul davanzale della finestra e cominciò a
cantare e cantò con tutto il cuore. Poi si interruppe e volò via e il
maestro disse: “Per oggi il sermone è finito.”
Mi
sembra che una delle nostre più grandi difficoltà sia guardare
veramente con chiarezza, non solo le cose esteriori, ma anche la vita
interiore. Quando diciamo di vedere un albero o un fiore o una persona,
li vediamo in realtà? O ci limitiamo a vedere l'immagine che la parola
ha creato? Cioè quando guardate un albero o una nuvola della sera piena
di luce e di bellezza, li vedete realmente, non solo coi vostri occhi e a
livello intellettuale, ma in modo totale, completo?
Avete
mai provato a guardare una cosa oggettiva come un albero senza che
comparissero forme di associazione, senza che intervenisse la conoscenza
che su di esso avete acquisito, senza pregiudizio, senza giudicare,
senza parole che formerebbero un paravento tra voi e l'albero e che vi
impedirebbero di vederlo come realmente è? Provatelo e vedete cosa
realmente accade quando osservate l'albero con tutto il vostro essere,
con tutta la vostra energia. In una tale intensità troverete che non
esiste affatto osservatore; c'è solo attenzione. Solo quando c'è
disattenzione allora troviamo l'osservatore e la cosa osservata.
Quando
guardate una cosa con totale attenzione, non c'è spazio per concetti,
formule o ricordi. È importante capirlo perché cercheremo di analizzare
qualcosa che richiede uno studio molto attento. Solo una mente che
guardi un albero o le stelle o l'acqua luccicante di un fiume con un
totale auto-abbandono sa cosa sia la bellezza. E quando noi realmente
vediamo ci troviamo in uno stato d'amore. Generalmente conosciamo la
bellezza per mezzo del paragone o grazie a quello che l'uomo ha messo
insieme, il che significa che attribuiamo la bellezza a qualche oggetto.
Vedo
quella che considero essere una bellissima costruzione e apprezzo
quella bellezza grazie alla conoscenza che ho dell'architettura e al
paragone che faccio con altre costruzioni che ho visto. Ma ora mi
chiedo: “Esiste una bellezza senza oggetto?". Quando c'è l'osservatore
che è il censore, colui che fa l'esperienza, che pensa, non c'è bellezza
poiché la bellezza è qualcosa di esterno, qualcosa che l'osservatore
guarda e giudica, ma quando non c’è osservatore e questo richiede
moltissima meditazione, ricerca allora c'è bellezza senza oggetto.
La
bellezza risiede nel totale abbandono dell'osservatore e della cosa
osservata e ci può essere auto-abbandono solo quando c'è totale
austerità non l'austerità dei preti con la sua durezza, le sue pene,
regole ed obbedienza non l'austerità dell'abbigliamento, delle idee,
dell'alimentazione e del comportamento, ma l'austerità dell'essere
semplici che è umiltà assoluta. Allora non c'è disperato tentativo di
ottenere, non c'è una scala a pioli che vi aiuti a salire; c'è solamente
il primo gradino ed esso è quello eterno.
Camminate
da soli o con qualcuno e siete in silenzio. La natura vi circonda e non
ci sono cani che abbaiano, rumore di macchine che passano o anche il
frullio delle ali di un uccello. Siete in un completo silenzio e anche
la natura intorno a voi è in un completo silenzio. In quel silenzio sia
nell'osservatore che nella cosa osservata quando l'osservatore non
traduce in pensiero quello che vede in quei silenzio non c'è differente
qualità di bellezza.
Non
c'è natura né osservatore. C'è uno stato mentale completamente,
interamente solo; è solo non isolato solo nella quiete, e quella quiete è
bellezza. Quando amate, c'è un osservatore? C'è solamente quando
l'amore è desiderio e piacere. Quando l'amore non è accompagnato da
desiderio e da piacere, allora è intenso. È, come la bellezza, qualcosa
di completamente nuovo ogni giorno. Come ho detto, non ha ieri e non ha
domani. Solo quando vediamo senza preconcetti, senza immagini, allora
siamo in grado di entrare in contatto diretto con qualsiasi cosa nella
vita.
Tutti
i nostri rapporti sono in realtà immaginari cioè,basati su una immagine
creata dal pensiero. Se io mi sono creato una immagine su di voi e voi
una su di me, naturalmente non ci vediamo l'un l'altro come in realtà
siamo. Quello che vediamo sono le immagini che ci siamo creati l'uno
dell'altro che ci impediscono di entrare in contatto, e questo è il
motivo per cui i nostri rapporti vanno male. Quando dico di conoscervi,
intendo che vi ho conosciuto ieri. In realtà non vi conosco ora. Tutto
quello che conosco è l'immagine che ho di voi.
Quella
immagine è stata messa insieme da ciò che avete detto per elogiarmi o
per insultarmi, da ciò che mi avete fatto è stata plasmata in base a
tutti i ricordi che ho di voi e l'immagine che voi avete di me è stata
plasmata allo stesso modo, e sono quelle immagini che sono in rapporto e
che ci impediscono di comunicare l'uno con l'altro. Due persone che
hanno vissuto insieme per un lungo periodo hanno una immagine l'uno
dell'altro che impedisce loro di essere realmente in rapporto. Se
comprendiamo il rapporto possiamo cooperare, ma la cooperazione non può
assolutamente avere luogo con le immagini, i simboli, i concetti
ideologici.
Solamente
quando comprendiamo il rapporto possiamo cooperare, ma la cooperazione
non può assolutamente avere luogo con le immagini, i simboli, i concetti
ideologici. Solamente quando comprendiamo il vero rapporto che
intercorre tra l'uno e l'altro è possibile l'amore, e l'amore è negato
quando ci basiamo sulle immagini. È quindi importante comprendere, non
al livello intellettuale, ma nella realtà, nella vostra vita quotidiana,
come avete costruito le immagini di vostra moglie, di vostro marito,
del vostro vicino, del vostro bambino, del vostro paese, dei vostri
capi, dei vostri uomini politici, dei vostri dèi non avete altro che
immagini.
Queste
immagini creano lo spazio tra voi e quello che osservate e in quello
spazio c'è conflitto, dunque quello che tenteremo di scoprire ora
insieme e se e possibile liberarsi di questo spazio che creiamo non solo
al di fuori di noi stessi, ma dentro di noi, lo spazio che divide la
gente in tutti i suoi rapporti. Ora, proprio l'attenzione che attribuite
a un problema è l'energia che può risolvere quel problema. Quando
attribuite la vostra totale attenzione intendo con qualsiasi cosa dentro
di voi non c'è affatto osservatore. C'è solo lo stato di attenzione che
è energia totale, e quella energia totale è la più alta forma di
intelligenza.
Naturalmente
quello stato mentale deve essere totalmente in silenzio e quel
silenzio, quella quiete, si può avere solo quando ci sia totale
attenzione, non una quiete disciplinata. Quel totale silenzio, in cui
non c e né l'osservatore né la cosa osservata è la forma più alta per
una mente religiosa. Ma quello che succede in quello stato non può
essere descritto a parole poiché quello che viene detto a parole non è
il fatto reale. Per scoprirlo da voi dovete andarne a fondo. Ogni
problema è in rapporto con tutti gli altri problemi cosicché se ne
risolvete uno in modo completo non ha importanza quale sia vedrete che
vi è possibile affrontare gli altri con facilità e risolverli.
Naturalmente parliamo di problemi psicologici.
Abbiamo
già visto che un problema esiste solamente nel tempo, cioè quando
affrontiamo un problema in modo incompleto. Così non soltanto dobbiamo
essere consapevoli della natura e della struttura del problema e
rendercene conto completamente, ma affrontarlo anche non appena sorge e
risolverlo subito di modo che non metta radici nella mente. Se si
permette che un problema si trascini per un mese o un giorno, o anche
per pochi minuti, esso distorce la mente. È dunque possibile affrontare
un problema immediatamente senza distorsioni ed esserne subito,
completamente, liberi senza permettere che resti un ricordo, che sarebbe
una scalfittura della mente?
Questi
ricordi sono le immagini che ci portiamo dietro e sono queste immagini
che affrontano quella cosa straordinaria detta vita ed ecco la
contraddizione e da ciò il conflitto. La vita è molto reale, la vita non
è una astrazione e quando la affrontate con le immagini sorgono i
problemi. È possibile affrontare un problema senza questo intervallo di
tempo, senza questo abisso che ci divide dalla cosa di cui abbiamo
paura? È possibile solamente quando l'osservatore non ha continuità,
l'osservatore che è colui che costruisce l'immagine, l'osservatore che è
una collezione di ricordi e di idee, che è un ammasso di astrazioni.
Quando
guardate le stelle, ci siete voi che guardate le stelle nel cielo; il
cielo è inondato da stelle brillanti, c'è un'aria fresca, e ci siete
voi, l'osservatore, colui che fa le esperienze, che pensa, voi con il
vostro cuore che soffre, voi, il centro, che crea lo spazio. Non potrete
mai comprendere lo spazio che c'è tra voi e le stelle, tra voi e vostra
moglie o vostro marito o un amico, poiché non avete mai provato a
guardare senza l'immagine, ed è questo il motivo per cui non sapete
cos'è la bellezza o l'amore.
Ne
parlate, ne scrivete, ma non lo avete mai conosciuto, tranne forse in
rari intervalli di totale auto-abbandono. Fino a che ci sarà un centro
che crea uno spazio intorno a sé non ci sarà ne' amore né bellezza.
Quando non c'è un centro né circonferenza allora c'è amore. E quando
amate voi siete la bellezza. Quando guardate un viso che vi sta di
fronte, guardate da un centro e un centro crea lo spazio tra persona e
persona ed è questo il motivo per cui le nostre vite sono così vuote e
incallite. Non potete coltivare l'amore e la bellezza e neanche potete
inventare la verità, ma se sarete sempre consapevole di quello che fate.
(Jiddu Krishnamurti)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/06/guardare-e-ascoltare.html
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