giovedì 15 giugno 2017

Yiyuanti, sistemi di riferimento e la pratica del Zhineng Qigong

 
Secondo la base teorica del Zhineng Qigong, Yiyuanti, il vero sé, l'essenza di ciò che siamo, è mascherato da tutto quello che abbiamo ereditato e introiettato attraverso le innumerevoli interazioni con il mondo esterno e con le persone. Queste interazioni creano e solidificano in noi quello che nella teoria olistica Hunyuan viene chiamato 'sistema di riferimento', assimilabile in tutto e per tutto a quello che io chiamo sfocatura nel 'piccolo libro della centratura'. 
 
Secondo la teoria olistica Hunyuan le credenze e le convinzioni strutturate nel tempo distorcono Yiyuanti, la nostra coscienza, al punto tale da deformare progressivamente il corpo, la mente e la vita, creando patologie e abitudini che alla lunga scambiamo per leggi naturali, ma che di naturale non hanno nulla. 
 
Arriviamo fino al punto in cui la struttura di riferimento diviene il nostro padrone, con il quale ci identifichiamo e ci dimentichiamo che il vero padrone è Yiyuanti, il nostro vero sé. Alcune di queste convinzioni sono estremamente radicate nel sistema di riferimento, al punto tale che risulta impossibile liberarsene senza un preciso lavoro su di sé, che è fondamentalmente lo scopo ultimo della pratica del Zhineng Qigong.
“ [..] ad esempio la credenza che ci si debba nutrire per sopravvivere è una convinzione e non una legge. La teoria olistica Hunyuan afferma che, proprio come la vita può usare materia visibile per mantenere se stessa, così può usare energia invisibile (Qi). Le persone hanno naturalmente sviluppato una dipendenza dal cibo e così questa è l'impressione depositata nel sistema di riferimento [...] esistono persone che non hanno mangiato per decine di anni che vivono vite normali e hanno figli.” (Pang Ming, Teoria olistica Hunyuan)
Un esempio su tutti è l'approccio al dolore durante la pratica. Normalmente la convinzione è che, se fa male, il dolore andrebbe lenito, curato, evitato, alleviato. Per il Zhineng Qigong invece il dolore è importantissimo, poiché diviene il 'maestro' che guida la mente a rimanere concentrata proprio lì dove 'fa male'. 
 
Quel dolore indica che il Qi e il sangue stanno affluendo nella parte 'malata', stanno riempiendo un punto dove il Qi è bloccato, e stanno iniziando a reagire per rimettere a posto. Se l'energia va dove va la mente, addestrarsi a rimanere lì dove fa male, costringe anche il Qi a viaggiare verso quel punto, e se facciamo questo, se manteniamo l'attenzione all'interno per tutto il tempo specialmente dove fa male, l'energia da dentro inizierà a correggere imperfezioni, blocchi, malattie e disturbi psicologici costringendoci a fare un lavoro su noi stessi attraverso la risorsa più importante che abbiamo: il corpo. 
 
Il metodo Yin è un altro modo di applicare lo stesso principio, un campo di attenzione Yin portato nei punti dove fa male, o dove le emozioni negative sembrano insormontabili inizia una trasformazione integrale che può portare fino alla completa decostruzione di interi 'capitoli' della nostra somatizzazione biologica. 
 
Ma il lavoro va fatto nel corpo. E' inevitabile. Pensare di poter destrutturare una sfocatura solo con un lavoro mentale è il più grande degli inganni, così come pensare di poterlo fare senza disciplina sistematica, senza consistenza. 
 
Una struttura di riferimento (sfocatura) impiega anni a costruirsi e a solidificarsi, ed ha, secondo la teoria olistica Hunyuan una sua propria massa e consistenza, è a tutti gli effetti 'materia' condensata nel Qi del sistema nervoso centrale. 
 
I metodi mentali possono avere degli effetti nel distanziarsi, nell'escludere il dolore dalla propria coscienza, possono aiutare a concentrarci meglio e più a lungo e portarci anche a stati di coscienza superiori. 
 
Ma, come più volte ripetuto anche da Mere che dedicò tutta la sua vita a questo lavoro, questi metodi possono essere delle fughe molto pericolose e non portare mai a una vera trasformazione. 
 
E' nel corpo che si compie la sfida definitiva, ed è proprio nel corpo che abbiamo il compito di portare la coscienza, fino a livello cellulare, per fonderla con la materia, e lì in quella discesa, incontrare il nostro sistema di riferimento inconscio per correggerlo. 
 
Questo è il senso dello spiritualizzare la materia. E il Zhineng Qigong ad oggi è il migliore approccio che conosco per portare questo lavoro alla portata di chiunque.
 
 
Andrea Panatta
 
 

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