“La Bibbia non è un
libro sacro” è l’ultima fatica del Professor Mauro Biglino. Il titolo e
la tesi sono perentori: se la Bibbia non è un testo di fede, che cos’è?
E’ in buona misura un’opera storiografica o, meglio, l’epopea, dalle
forti coloriture ideologiche, di un antico ed oscuro popolo
medio-orientale. Il Genesi poi è un manuale di biologia molecolare ante-litteram.
Il saggio di Biglino porta la tradizione biblica dal Cielo alla Terra,
dimostrando attraverso esplorazioni filologiche ed archeologiche che
millenni di costruzioni religiose e spirituali sono un inganno, un
grande inganno. L’autore non è il primo e probabilmente non sarà
l’ultimo a compiere questo lavoro di critica biblica. Tuttavia egli si
segnala per la chiarezza nell’esposizione, lontana dai bizantinismi di
certi filologi. D’altronde una lettura oggettiva di molti capitoli
contenuti nel Pentateuco permette a chiunque sia dotato di normale
intelligenza di accorgersi che di sublime la Torah ha poco o nulla. Ciò,
nonostante le traduzioni edulcorate che sono ammannite dai catechisti e
dal clero.
E’ proprio la traduzione il campo in cui il Nostro si impegna con
maggiore tenacia: conscio che l’ultima roccaforte da espugnare è quella
dei sedicenti esperti che si ostinano a tradurre Elohim con il
singolare, Biglino allestisce un’artiglieria formidabile con cui smura
la rocca e la conquista. Nel momento in cui si dimostra, oltre ogni
ragionevole dubbio, che Elohim è un plurale, si sovvertono inveterati
pregiudizi, radicate ricostruzioni. Gli Ebrei (Shasu), una delle tante
etnie che pullulavano in Palestina dove si contendevano pascoli e
sorgenti, sono ricollocati nel loro preciso contesto storico; YHWH è
ridimensionato ad uno dei tanti “dei” che, tra II e I millennio a.C., si
affannò per ritagliarsi la sua sfera d’influenza; il “peccato
originale” è negato ipso facto…
E’ evidente che le conseguenze delle indagini condotte da Biglino e da
altri specialisti sono colossali, perché il Vecchio Testamento crolla
sull’edificio già pericolante del Nuovo. Non è solo la religione ebraica
a sgretolarsi, ma pure il Cristianesimo, insieme con la sua estrema,
strana metamorfosi, l’Islam.
Sia chiaro: altri, prima del Professor Biglino, avevano inferto colpi
micidiali alle tre fedi monoteiste, ma qui l’analisi è condotta oltre i
confini della critica biblica e della storia antica per tratteggiare il
quadro di una dominazione plurimillenaria. Auspichiamo che l’autore
proceda lungo questa direzione per denunciare il legame tra poteri forti
e mistificazioni ideologiche: non è un caso se gli specialisti del
forum “Consulenza ebraica” sono dei negazionisti della geoingegneria
clandestina...
Ci si chiederà: “Se la Bibbia non è un libro sacro, che cosa resta?”
Rassegniamoci: se cerchiamo dei valori mistici ed esoterici, dobbiamo
rivolgerci altrove. Leggiamo o rileggiamo dei classici, in primis la
Commedia e il nostro appetito sarà soddisfatto. E’ vero: la Bibbia
contiene qualche bella pagina, spesso creata da abili arrangiatori del
testo “originale”, ma nel complesso, è cosa noiosa e pragmatica, un po’
come i Commentarii di Cesare dove la pazienza del lettore è messa a dura
prova da una ridda di scaramucce, battaglie, spedizioni, assedi… Se
intendiamo trovare risposte al mistero dell’essere e del male, dovremo
compulsare altri volumi ed interrogare la nostra reticente coscienza.
Che cosa resta dunque? Si ha l’impressione che rimanga una distesa
incenerita da un incendio, ma è una terra su cui un po’ alla volta
spuntano germogli verdissimi destinati a crescere in vigorosi arbusti ed
imponenti alberi.
Lo sappiamo: molti reputeranno questo libro un'opera iconoclasta, anzi
blasfema, ma riflettiamo... anche un bambino che frequenta, suo
malgrado, i corsi di catechismo, si accorge che qualcosa nella Bibbia
non quadra. Se approfondirà, se imparerà a porsi domande, con il tempo
comprenderà che, mentre una strada è sbarrata, se ne aprono molte altre.
Inoltre anche le indagini dell’ottimo Garbini, per citare solo uno dei
tanti biblisti, approdano a conclusioni simili a quelle di Biglino. Se
egli è “sacrilego”, è in buona compagnia.
Come sempre, invitiamo i lettori ad accostarsi al saggio in oggetto con
spirito critico e serenità: la fede in Dio non è neppure scalfita dalla
ricerca, una ricerca che è ancora in fieri a tal punto che non
sappiamo di preciso dove potrà portarci. L’erta è stata indicata: avremo
la lena per percorrerla sino a toccare la vetta?
fonte : http://zret.blogspot.it/2013/11/la-bibbia-non-e-un-libro-sacro.html#.Upyv7_kWKZB
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