Uno dei progetti più interessanti era il gasdotto
"Nabucco", tuttavia è stato buttato nel cestino. Non ha impedito il
fallimento nemmeno l'inserimento del gasdotto nella lista delle opere
prioritarie e strategiche dell'Europa. Il gasdotto era destinato ad
erogare gas dai giacimenti dell'Azerbaigian, Iraq e Turkmenistan,
tagliando fuori così la Russia. Era stato previsto che la capacità di
trasporto di "Nabucco" avrebbe raggiunto i 32 miliardi di metri cubi di
gas all'anno. Tuttavia i lavori di costruzione sono stati continuamente
rinviati per le divergenze con i potenziali esportatori di gas.
Proprio
per questo motivo inizialmente la data di lancio del progetto era stata
rinviata al 2018, dopodichè, l'anno scorso, il gasdotto è stato
accantonato. Un altro motivo del fallimento era il valore
dell'investimento. Man mano che il progetto si delineava sulla carta, il
costo dell'infrastruttura è quasi raddoppiato fino a 14 miliardi di
euro, fatto che ha lasciato delusi i fautori dell'opera. Sullo sfondo di
un raffreddamento delle relazioni tra Mosca e Bruxelles era stato
rilanciato il discorso su "Nabucco", tuttavia le probabilità di ripresa
del progetto sono abbastanza piccole, ha notato l'analista senior della Z erich Capital Management Viktor Markov:
"L'Unione Europea naturalmente sta cercando di rimettere in piedi il vecchio progetto Nabucco per le forniture di gas dal Turkmenistan. Tuttavia questo progetto è di difficile attuazione perché è necessario costruire un gasdotto attraverso il Mar Caspio, scenario abbastanza difficile da un punto di vista tecnico. È necessario ottenere il permesso da parte dei Paesi che si trovano lungo la costa del Mar Caspio, fatto quanto mai improbabile in quanto la Russia e l'Iran sono contrarie. Ovviamente solo il Turkmenistan non è in grado di farsi carico del progetto.”
Le
possibilità della ripresa del progetto si stanno lentamente
affievolendo perché il Turkmenistan ha intrapreso stretti legami con la
Cina e le forniture di gas in Asia sono diventate molto più interessanti
rispetto alle complessità e all'incertezza delle rotte del gas in
direzione dell'Europa, rilevano gli analisti. Al posto di "Nabucco", è
diventato una priorità il gasdotto Trans-Adriatico, che dovrebbe
collegare il giacimento di Shah Deniz, in Azerbaigian, con l'Italia.
Tuttavia non è ancora chiaro se la portata di gas possa giustificare
l'avvio del progetto.
Un'alternativa ai principali
progetti infrastrutturali doveva diventare la costruzione dei
rigassificatori per il gas naturale liquefatto (GNL). L'iniziativa era
promossa attivamente da Washington. Tuttavia, per avviare le
esportazioni di GNL dagli USA verso i Paesi dell'Unione Europea, serve
superare una serie di ostacoli burocratici. In particolare l'assenza di
un accordo di libero scambio e l'interesse americano verso l'Asia,
evidenzia l'analista senior della compagnia russa BCS Kirill
Tachinnikov:
"I costi di produzione e soprattutto i costi di trasporto per rifornire l'Europa di gas dagli Stati Uniti sono abbastanza alti. Corrisponde ad un prezzo di esportazione ancora più alto rispetto a quello di Gazprom, in particolare per i Paesi dell'Europa orientale. In più è necessario creare le infrastrutture di esportazione e un gran numero di rigassificatori e navi cargo, cose che inevitabilmente allungano i tempi ed incrementano i costi.”
L'Europa non sarà in
grado di trovare nei prossimo 2 decenni una valida ed affidabile
alternativa al gas russo, sono convinti gli analisti. Inoltre a eguito
dei prezzi bassi del gas e del petrolio, i progetti costosi vengono
automaticamente accantonati. E' improbabile che salti fuori
un'alternativa a basso costo al gas naturale russo per l'Europa nel
breve periodo.