Tuttavia il Rappresentante permanente della Russia
all’ONU, Vitaly Churkin, intervenuto nel corso della discussione del
documento, ha dichiarato che la relazione non riflette la situazione
reale e passa sotto silenzio i problemi più importanti dell’Afghanistan.
Nella
relazione è detto in particolare che “la Forza ISAF ha eseguito con
onore il suo mandato, compreso attraverso il sostegno globale, da parte
della Forza, delle istituzioni afgane responsabili della sicurezza, e
ora l’Afganistan ha una solida base per costruire un futuro sicuro”.
Secondo gli autori del documento, la forza internazionale ha provveduto
alla formazione e all’addestramento dell’esercito nazionale e della
polizia, al sostegno logistico degli stessi al fine di rafforzamento del
loro potenziale, e ha aiutato a stabilire il controllo della società
afgana sulle forze di sicurezza, a sviluppare la loro capacità di
operare sulla base del primato della legge e dei diritti umani,
assistendole anche nella lotta al traffico di droga.
Patetico
è stato anche il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che
giorni fa ha incontrato a Bruxelles rappresentanti del comando dei
contingenti nazionali dell’ISAF. Ha detto in particolare che le forze
della “più grande coalizione della storia a sostegno della pace e della
stabilità” è riuscita ad annullare un “paradiso” del terrorismo
internazionale, rendendo più forte l’Afghanistan e più sicura la vita
dei propri popoli. Per essere oggettivi diremo che il documento
presentato dalla NATO riconosce la necessità di ulteriori sforzi per
creare forze “sostenibili e pienamente autonome” di sicurezza nazionale,
meglio equipaggiate e amministrate.
Al tempo stesso,
però, la relazione è stata fortemente criticata dall’Ambasciatore della
Russia all’ONU. Vitaly Churkin ha detto in particolare che nel documento
manca un’analisi della situazione nel campo della sicurezza che era
alla base del mandato. La relazione, ha osservato il diplomatico, può
creare l’impressione che il mandato sia stato eseguito in pieno e che
siano stati risolti i problemi più importanti. Tuttavia il numero di
civili, militari dell’esercito e agenti di polizia morti in Afghanistan
dall’inizio di quest’anno per mano dei ribelli ha superato del 20%
quello dell’anno precedente.
Un’altra lacuna riguarda la
produzione e il traffico di droga. Questo problema finora non è stato
risolto. Secondo i dati citati da Vitaly Churkin, la superficie
complessiva dei terreni seminati ad oppio nella zona dell’Hindukush è
aumentata del 7%. La resa delle coltivazioni è cresciuta in media del 9%
con punte del 27% nelle regioni meridionali del paese.
Tuttavia
oggi, dopo 13 anni della missione internazionale, la questione che più
interessa gli esperti sono le perdite umane. La relazione della NATO
parla di 2729 morti e quasi 32000 feriti. Il documento però non tiene
conto delle vittime subite nel corso dell’operazione aglo-americana
“Enduring Freedom” che in settembre 2001 diede inizio all’invazione
dell’Afghanistan. Considerando queste perdite, il bilancio complessivo
delle vittime sarebbe di circa 3500 persone. Se però sul campo di
battaglia le vittime sono inevitabili, non è così per i civili. Eppure i
civili uccisi in questi anni sono, secondo varie fonti, da 20 a 40 000.
Gli
USA, che nel 2001 avevano indetto una guerra al terrorismo
internaionale, hanno perso in Afghanistan 2210 militari. A detta del
ricercatore tedesco Hans-Georg Ehrhart dell’Istituto di studi sui
problemi della pace e della sicurezza di Amburgo, intervenuto sul
portale del Centro federale di formazione politica (BPB), “oggi possiamo
constatare che il modello dello Stato afgano sostenuto dalla forza
mililtare è fallito”. Il direttore del Centro russo di previsione
militare Anatoly Tsyganok ha attirato l’attenzione sulla doppiezza della
politica degli USA nei confronti dell’Afghanistan.
In una certa misura gli USA hanno lottato sì contro i talebani, ma poi si sono messi a corteggiare i capi dei ribelli e i baroni della droga. La spiegazione è semplice: volevano ritirarsi dall’Afghanistan. Propio per questo motivo il rapporto presentato dalla NATO è un rapporto arcano. Ha ben poco a che vedere con la situazione reale.
Uno
dei lettori dello svizzero “Neue Zürcher Zeitung“ ha scritto sul forum
del quotidiano: “Mentre l’Occidente cercava di fare del bene al paese
che non voleva sentirne parlare, la situazione nel mondo è cambiata a
180 gradi. Non è più il caso di parlare di esportazione della
democrazia”.
Abbiamo ben poco da aggiungere
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