C’è
una raffica di dichiarazioni, prese di posizione, ecc, in Ungheria
contro gli Stati Uniti, accusandoli di voler fomentare una “nuova
Majdan” ucraina in Ungheria con decisioni estreme che interessano la
politica degli Stati Uniti con il suo estremismo e totale disprezzo
della sovranità, irrazionalità destrutturante, ecc. Russia Insider (RI)
pubblica testi, tra cui due interviste ad importanti esponenti politici,
che lanciano accuse molto gravi verso tale politica, e implicitamente
la concreta sostenibilità ed interessi dell’Ungheria nell’alleanza con
gli Stati Uniti, almeno tramite la NATO. I tre testi sono:
“L’Ungheria teme Majdan made in USA, accuse all’ambasciatore USA a Budapest Andre Goodfriend di aver frequentato le manifestazioni antigovernative” del 28 dicembre 2014; “I governi di Ungheria e Stati Uniti sono ora avversari. Questo è il senso dell’intervista a Janos Lazar, braccio destro del primo ministro ungherese“, del 29 dicembre 2014 e infine “L’Ungheria vuole un’alleanza regionale per difendersi dagli Stati Uniti” del 30 dicembre 2014.
Nel terzo articolo, un colloquio con il presidente del Parlamento
ungherese Laszlo Köver, terza carica ufficiale della Repubblica
ungherese, pubblichiamo domande e risposte tratte dall’articolo di RI.
Il tono è così estremo che si può pensare che l’Ungheria sia impegnata, o
costretta dai suoi concetti sovrani, ad impegnarsi sempre più nella
politica di rottura, in gran parte giustificata dalle enormi pressioni e
interferenze degli USA.
Le domande dovrebbero far chiedere come
l’Ungheria possa rimanere nella NATO con tale posizione; come una prova
di forza su qualsiasi pretesto non possa sorgere in un momento
qualsiasi; come una situazione così tesa non possa avere gravi
conseguenze nella NATO e naturalmente nell’UE. Certo, siamo nella Grande
Guerra postmoderna attuata principalmente attraverso la comunicazione e
che non disdegna di contrapporre tra loro degli alleati, ma tale
percorso non impedisce diramazioni e finali improvvisi (Ucraina).
Domanda: “La pressione
degli Stati Uniti aumenta mentre l’Unione europea sembra trattenersi e
non ci attacca. Come interpreta questi eventi?”
Laszlo Köver: “Le recenti dichiarazioni della viceministra degli Esteri statunitense Sarah Sewall sono molto rivelatrici. Ha parlato apertamente e in modo netto di come gli Stati Uniti, in modo abbastanza ampio e particolareggiato, devolvino milioni di dollari nell’interesse della sicurezza nazionale per l’esecuzione di vari piani d’azione nei Paesi dell’Est europeo. Parte di questi sono sicuramente Stati membri dell’UE, e il resto aspiranti Stati membri, anche se Sewall ha menzionato solo la Repubblica Ceca. Finora sembra che non siamo i soli a “a fare da legna sul fuoco”, ma presumibilmente la Slovacchia, ma non possiamo escludere che i risultati delle elezioni presidenziali romene vi giochino un ruolo. Da ciò possiamo dedurre la definizione del potere che dal punto di vista della sicurezza nazionale non ci sia un centimetro quadrato di territorio che ricada al di fuori dei suoi interessi. Da questo ne consegue anche che, a parte loro nessun altro Paese può avere una sovranità. Gli eventi recenti non possono essere distinti dal controllo delle conversazioni della leader politica dell’alleanza europea occidentale, Angela Merkel. E’ un presupposto logico che tra gli alleati degli Stati Uniti, il campo delle attività possa essere qualificato non convenzionale non solo verso l’Ungheria, ma tutta l’Europa. Si vantavano dei milioni di dollari “investiti” nel cambio in Ucraina. Dobbiamo guardare ai problemi sul libero accordo commerciale e degli investimenti tra Unione e USA. Così è evidente che una lotta per il potere politico mondiale sia in corso, la cui posta in gioco è non solo il destino dell’Ungheria, ma di tutta l’Europa, per la sovranità degli Stati nazioni europei e la vera democrazia”.
Domanda: “Cosa possiamo fare in questa situazione? Possiamo fare qualcosa?”
Laszlo Köver: “Possiamo scrollarci di dosso l’obbligo morale di credere che la soluzione sia nelle nostre mani. E’ del tutto inutile, perché senza speranza, fare sforzi diplomatici nell’interesse degli statunitensi, recependo la vecchia fraseologia comunista per definire la nostra situazione attuale, non siamo deviazionisti revisionisti, e non è necessario inviare truppe nello spirito della dottrina Breznev per dominarci. Non siamo la posta in gioco. Sugli scacchi abbiamo solo il ruolo di pedoni. Ma ci muoviamo come una pedina che non vuole giocare secondo le regole degli statunitensi. Non siamo mai stati bravi in diplomazia. Non dobbiamo fare i modo che gli statunitensi ci amino neanche ora. Dobbiamo trovare alleati altrove. Quelli con cui “siamo nella stessa barca”, anche ai ponti inferiori come i Paesi dell’Europa orientale e centrale. Risolvere la questione ungherese in Slovacchia e Romania non dovrebbe essere la politica principale. Possiamo considerarla se condividono con noi le sfide ai principali problemi economici e sociali. Dopo aver ottenuto l’adesione (all’UE), non è forse nostro obiettivo comune emanciparci nel quadro dell’Unione europea? La diplomazia ungherese deve concentrarsi su ciò e sulla cooperazione strategica con la Germania”.
Domanda: “Gli statunitensi illustrano una logica bellica?”
Laszlo Köver: “Sembra che una logica totalmente irrazionale inizi ad operare nel mondo. Piccoli egoisti inadatti alla politica distorcono il destino di Paesi e popoli dal Nord Africa all’Europa centro-orientale, secondo ciò che appare come strategia a lungo termine, ma in realtà è solo basata su interessi momentanei. Abbiamo avuto alcuni anni di pace, quando era possibile credere che un sistema mondiale unipolare fosse emerso. Ma ora vediamo che non è così, e che gli Stati Uniti ancora combattono le potenze emergenti, già del terzo mondo e nuove rivali, e la Russia. Non vogliono subordinarsi, e nemmeno l’Europa. Così la Pax Americana, non è finita. I conflitti attuali derivano da ciò. Allo stesso modo gli statunitensi al momento della guerra in Iraq misero da parte i loro alleati, la NATO, il diritto internazionale e i diritti umani, che sfruttavano come club politico”.
Domanda: “Ma qual è il loro obiettivo?”
Laszlo Köver: “Sembra che non saranno soddisfatti da un altro governo al posto di quello attuale, ma pensano in termini di cambio dell’intera élite del governo e dell’opposizione. Fino alla sua scomparsa, il SZDSZ era il partito utile alle politiche degli Stati Uniti e loro avvocato in Ungheria. Quando cadde, gli statunitensi cercarono di portare in vita il LMP (il partito liberale parvenu “La politica può essere diversa”).
Domanda: “Ritiene che tali potenziali politici possano creare la prossima élite?”
Laszlo Köver: “Forse vogliono istigare scioperi dagli scopi dubbi con i loro maglioni dell’URSS, cappelli di Lenin e promuovendo la liberalizzazione delle droghe” […]
Dedefensa 30 dicembre 2014
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/31/ungheria-contro-usa/
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