lunedì 6 maggio 2013

Si squarcia il velo delle menzogne sulla Siria

Denuncia choc dell’incaricata dell’ONU per la Siria, Carla Del Ponte: nel corso di una trasmissione ai microfoni della Radio Svizzera, la Del Ponte ha affermato che “le Nazioni Unite hanno le prove che – finora – ad utilizzare “armi chimiche”, a partire dal letale “gas sarin”, in Siria sono stati gli insorti e non gli uomini fedeli al regime di Bashar al Assad”.

Inoltre ha aggiunto che “questo utilizzo e’ stato fatte da parte degli opponenti… dei ribelli e non dalle autorità governative”. La Del Ponte punta il dito però non sui siriani anti-Assad ma contro le frange qaediste sottolineando che, “il fatto non ci sorprende perché negli opponenti si sono infiltrati combattenti stranieri”.

 
Questa dichiarazione “taglia la testa al toro” nel senso che zittisce Obama il quale sosteneva di avere prove di un possibile utilizzo delle armi chimiche da parte del regime di Al Assad, ammutolisce la grande stampa “allineata” nella manipolazione delle notizie che risponde alle direttive degli USA, di Israele e dell’Arabia Saudita (i principali sostenitori delle forze ribelli) e che sosteneva in coro la pericolosità del regime siriano che stavo utilizzando armi chimiche contro i “poveri ribelli democratici” che operano in Siria.
 

Inoltre la Del Ponte riconosce (bontà sua) che in Siria operano milizie straniere di Al Quaeda che sono in prevalenza libici, egiziani, algerini afgani e persino ceceni. Non sono quindi elementi di una “ribellione spontanea” come sostengono i “giornaloni” esperti di manipolazione come “Repubblica, La Stampa ed il Corriere della Sera,”oltre ai TG della RAI, ma si tratta di miliziani fanatici ed integralisti appartenenti ad Al Quaeda che vengono colpevolmente armati dagli USA e finanziati dall’Arabia Saudita, potenze che hanno tutto l’interesse alla destabilizzazione del paese arabo.
 

Si squarcia il velo delle menzogne in Siria ed iniziano ad emergere le verità sul conflitto. Ben lontano da essere una guerra civile ma piuttosto una “guerra sporca” su procura delle grandi potenze.
 

Le conseguenze sono nell’enorme numero di vittime (oltre 80.000), di profughi che si ammassano nei campi di raccolta in Giordania ed in Turchia, oltre 1.300.000 calcola l’ONU in continuo aumento. Una vera emergenza umanitaria. Questi profughi possono inviare un “ringraziamento” particolare per la loro situazione alla signora Clinton che è stata artefice di questa politica criminale degli USA e dell’accordo che questa aveva fatto con l’Arabia Saudita ed il Qatar per il finanziamento delle milizie ribelli in Siria al fine di rovesciare il regime di al Assad. Le petromonarchie del golfo dovevano mettere i soldi ed il Pentagono avrebbe messo gli armamenti, la CIA ed il Mossad si sarebbero occupati dell’addestramento.
 

Naturalmente era già prevista la campagna di false informazioni che dovevano attribuire al regime di al Assad la repressione di “spontanee rivolte” contro “il tiranno Al Assad” avvenute ad Aleppo ed in altre città della Siria per poi giustificare un sostegno ai ribelli organizzati per “portare la democrazia” nel paese. Lo stesso identico copione che aveva funzionato così bene in Libia.
 

Ma la Siria non è la Libia, non è un insieme di tribù beduine del deserto, si tratta invece di una paese con una civiltà millenaria come testimoniano le decine di siti archeologici con i ruderi delle civiltà che sono passate in Siria. Il piano del Dipartimento di Stato USA si è arenato sulla forte resistenza dimostrata dall’Esercito Nazionale Siriano e dalla stessa popolazione che si è rifiutata di appoggiare le milizie ribelli, conosciute per il loro fanatismo e crudeltà, trattandosi di salafiti e wahabiti (le confessioni prevalenti nell’Arabia Saudita) con l’idea di istituire uno stato islamico.
 

Il risultato è quello di una sanguinosa guerra che tende a distruggere le città della Siria, con un enorme tributo di sangue della popolazione inerme e con una reale possibilità di allargamento del conflitto grazie all’interessato intervento dell’aviazione di Israele che (come detto da Obama) “ha diritto a difendersi”.
 

Tutto il quadro del Medio Oriente tende ad evolversi e lo stesso Iran inizia a lanciare i suoi “minacciosi” avvertimenti, con le conseguenze che determinerebbe un ingresso diretto dell’Iran nel conflitto.
 

Come sempre succede in questi casi, le bugie hanno le gambe corte e la verità prima o dopo viene a galla.

di Luciano Lago

http://www.agi.it/estero/notizie/201305052234-est-rt10091-siria_carla_del_ponte_choc_ribelli_hanno_usato_armi_chimiche
http://www.stampalibera.com/?p=62773 

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