Denuncia choc dell’incaricata dell’ONU per la Siria, Carla Del Ponte:
nel corso di una trasmissione ai microfoni della Radio Svizzera, la
Del Ponte ha affermato che “le Nazioni Unite hanno le prove che – finora
– ad utilizzare “armi chimiche”, a partire dal letale “gas sarin”, in
Siria sono stati gli insorti e non gli uomini fedeli al regime di Bashar
al Assad”.
Inoltre ha aggiunto che “questo utilizzo e’ stato fatte da parte degli
opponenti… dei ribelli e non dalle autorità governative”. La Del Ponte
punta il dito però non sui siriani anti-Assad ma contro le frange
qaediste sottolineando che, “il fatto non ci sorprende perché negli
opponenti si sono infiltrati combattenti stranieri”.
Questa dichiarazione “taglia la testa al toro” nel senso che zittisce
Obama il quale sosteneva di avere prove di un possibile utilizzo delle
armi chimiche da parte del regime di Al Assad, ammutolisce la grande
stampa “allineata” nella manipolazione delle notizie che risponde alle
direttive degli USA, di Israele e dell’Arabia Saudita (i principali
sostenitori delle forze ribelli) e che sosteneva in coro la pericolosità
del regime siriano che stavo utilizzando armi chimiche contro i “poveri
ribelli democratici” che operano in Siria.
Inoltre la Del Ponte riconosce (bontà sua) che in Siria operano milizie
straniere di Al Quaeda che sono in prevalenza libici, egiziani, algerini
afgani e persino ceceni. Non sono quindi elementi di una “ribellione
spontanea” come sostengono i “giornaloni” esperti di manipolazione come
“Repubblica, La Stampa ed il Corriere della Sera,”oltre ai TG della RAI,
ma si tratta di miliziani fanatici ed integralisti appartenenti ad Al
Quaeda che vengono colpevolmente armati dagli USA e finanziati
dall’Arabia Saudita, potenze che hanno tutto l’interesse alla
destabilizzazione del paese arabo.
Si squarcia il velo delle menzogne in Siria ed iniziano ad emergere le
verità sul conflitto. Ben lontano da essere una guerra civile ma
piuttosto una “guerra sporca” su procura delle grandi potenze.
Le conseguenze sono nell’enorme numero di vittime (oltre 80.000), di
profughi che si ammassano nei campi di raccolta in Giordania ed in
Turchia, oltre 1.300.000 calcola l’ONU in continuo aumento. Una vera
emergenza umanitaria. Questi profughi possono inviare un
“ringraziamento” particolare per la loro situazione alla signora Clinton
che è stata artefice di questa politica criminale degli USA e
dell’accordo che questa aveva fatto con l’Arabia Saudita ed il Qatar per
il finanziamento delle milizie ribelli in Siria al fine di rovesciare
il regime di al Assad. Le petromonarchie del golfo dovevano mettere i
soldi ed il Pentagono avrebbe messo gli armamenti, la CIA ed il Mossad
si sarebbero occupati dell’addestramento.
Naturalmente era già prevista la campagna di false informazioni che
dovevano attribuire al regime di al Assad la repressione di “spontanee
rivolte” contro “il tiranno Al Assad” avvenute ad Aleppo ed in altre
città della Siria per poi giustificare un sostegno ai ribelli
organizzati per “portare la democrazia” nel paese. Lo stesso identico
copione che aveva funzionato così bene in Libia.
Ma la Siria non è la Libia, non è un insieme di tribù beduine del
deserto, si tratta invece di una paese con una civiltà millenaria come
testimoniano le decine di siti archeologici con i ruderi delle civiltà
che sono passate in Siria. Il piano del Dipartimento di Stato USA si è
arenato sulla forte resistenza dimostrata dall’Esercito Nazionale
Siriano e dalla stessa popolazione che si è rifiutata di appoggiare le
milizie ribelli, conosciute per il loro fanatismo e crudeltà,
trattandosi di salafiti e wahabiti (le confessioni prevalenti
nell’Arabia Saudita) con l’idea di istituire uno stato islamico.
Il risultato è quello di una sanguinosa guerra che tende a distruggere
le città della Siria, con un enorme tributo di sangue della popolazione
inerme e con una reale possibilità di allargamento del conflitto grazie
all’interessato intervento dell’aviazione di Israele che (come detto da
Obama) “ha diritto a difendersi”.
Tutto il quadro del Medio Oriente tende ad evolversi e lo stesso Iran
inizia a lanciare i suoi “minacciosi” avvertimenti, con le conseguenze
che determinerebbe un ingresso diretto dell’Iran nel conflitto.
Come sempre succede in questi casi, le bugie hanno le gambe corte e la verità prima o dopo viene a galla.
di Luciano Lago
http://www.agi.it/estero/notizie/201305052234-est-rt10091-siria_carla_del_ponte_choc_ribelli_hanno_usato_armi_chimiche
http://www.stampalibera.com/?p=62773
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