Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
mercoledì 25 febbraio 2015
DENTRO OGNUNO DI NOI C’E’ UN CORPO DI DOLORE
State attenti all’apparire in voi di ogni segno di infelicità in una qualunque forma: può trattarsi del risveglio del corpo di dolore. Può prendere la forma d’irritazione, impazienza, uno stato di anima oscuro, un desiderio di ferire, rabbia, furia, depressione, un bisogno di avere un pò di dramma nella vostra relazione e cosi via. Afferratelo nel momento in cui si risveglia del suo stato latente.
Il corpo di dolore vuole sopravvivere, proprio come qualunque entità esistente. E può sopravvivere solamente se inconsciamente vi identificate con lui. Può allora venir su, possedervi e vivere attraverso di voi. E si nutrirà di ogni esperienza che risuoni del suo proprio tipo di energia, qualunque cosa crei nuovo dolore sotto qualunque forma: rabbia, distruttività, odio, lutto, dramma emozionale, violenza e persino malattia.
Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perchè se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!
Il corpo del dolore emozionale ha due modalità di essere : latente ed attivo.
Può essere in uno stato latente per il 90 % del tempo. Tuttavia, in una persona profondamente infelice, può essere attivo fino al 100% del tempo.
Alcune persone vivono quasi completamente nel loro corpo di dolore, mentre altre possono sperimentarlo solamente in certe situazioni, come nelle relazioni intime, oppure in situazioni legate ad abbandoni o perdite del passato, ferite emozionali o fisiche e così via.
Qualunque cosa può risvegliarlo, specialmente se risuona con uno schema di sofferenza del vostro passato. Quando è pronto per risvegliarsi dal suo stato latente, perfino un pensiero o un’ innocente osservazione fatta da qualcuno che vi è vicino lo può attivare.
Il corpo di dolore è un campo energetico, quasi come un’ entità, che si è temporaneamente istallata nel vostro spazio interiore. È energia vitale che è rimasta intrappolata, energia che non sta fluendo più.
Ovviamente il corpo di dolore è lì perché sono accadute in passato certe cose. È il passato che vive in voi e se vi identificate con quello, vi identificate con il passato.
L’identità di vittima è credere che il passato è più potente del presente, che è l’opposto della verità. È il credere che altre persone, e ciò che vi hanno fatto, siano responsabili per chi voi siete ora, per la vostra sofferenza emozionale, o per la vostra incapacità di essere chi siete veramente.
IN OGNI MOMENTO MANTENETE IL SAPERE DI QUEL MOMENTO, in particolare del vostro stato interiore.
Se vi è rabbia sappiate che c’è rabbia. Se vi è gelosia, difesa, impulso a litigare, bisogno di aver ragione, un bambino interiore che esige amore ed attenzione, o dolore emozionale di qualunque tipo; qualunque cosa sia, sappiate la realtà di quel momento e mantenete questo sapere.
La relazione allora diventa il vostro sadhana, la vostra pratica spirituale.
Se osservate un comportamento inconsapevole nel partner, mantenete quel comportamento nell’abbraccio affettuoso del vostro sapere, in modo da non reagire.
Inconsapevolezza e sapere non possono coesistere a lungo, nemmeno se il sapere è soltanto nell’altra persona e non in quella che sta agendo dall’inconsapevolezza. La forma energetica che sta dietro l’ostilità e l’attacco trova assolutamente intollerabile la presenza dell’amore. Se reagite in qualunque modo all’inconsapevolezza del vostro partner, divenite anche voi inconsapevoli. Ma se invece ricordate di sapere la vostra reazione, nulla è perduto.
Mai prima d’ora le relazioni sono state così problematiche e conflittuali come lo sono adesso. Come probabilmente avete notato, non sono fatte per rendervi felici o per completarvi. Se continuate a cercare la salvezza nelle relazioni, ne sarete delusi ancora ed ancora. Ma se accettate che la relazione sia qui per rendervi consapevoli invece che felici, allora la relazione vi offrirà la salvezza, e voi allineerete voi stessi con la consapevolezza più alta che vuole venire alla luce in questo mondo. Per coloro che si afferrano ai vecchi schemi, vi sarà un aumento di sofferenza, di violenza, di confusione e di follia.
Quante persone ci vogliono per trasformare la vostra vita in pratica spirituale?
Non importa se il partner non vuole collaborare. L’essere sani, la consapevolezza, può venire al mondo solo attraverso di voi. Non dovete aspettare che il mondo rinsavisca, o che qualcun altro diventi consapevole, prima di potere essere illuminati, potreste aspettare all’infinito.
Non accusatevi reciprocamente di essere inconsapevoli. Quando la persona amata si comporta in maniera inconsapevole, rinunciate ad ogni giudizio. Il giudizio significa confondere il comportamento inconsapevole di qualcuno con chi veramente è, o proiettare la vostra propria inconsapevolezza sull’altra persona e scambiare ciò per quello che lei è veramente.
Nel momento in cui cominciate a litigare, vi siete identificati con una posizione mentale ed ora difendete non soltanto tale posizione ma anche il vostro senso del sé. L’ ego è al potere. Siete diventati inconsapevoli. A volte può essere opportuno sottolineare certi aspetti del comportamento della persona amata. Se siete molto vigili, molto presenti, potete farlo senza coinvolgimento dell’ego, senza biasimare, accusare o far sentire l’altra persona sbagliata. Rinunciare al giudizio non significa che non riconoscete la disfunzione.
NON CERCATE LA PACE – Non cercate nessun altro stato che quello nel quale siete ora, altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore ed una resistenza inconscia.
Perdonate voi stessi per non essere in pace. Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace, la vostra non pace viene trasmutata in pace. Qualunque cosa accettiate completamente vi porterà lì, vi porterà nella pace. Questo è il miracolo dell’arrendersi. Quando accettate ciò che è, ogni momento è il miglior momento. Questa è l’illuminazione.
Quando avete eliminato i due fattori che distruggono le relazioni, quando cioè il corpo di dolore è stato trasmutato e voi non vi identificate più con la mente e con le posizioni mentali, e se il partner ha fatto la stessa cosa, avrete esperienza della beatitudine del fiorire della relazione. Invece di riflettervi reciprocamente il dolore e l’inconsapevolezza, invece di soddisfare le esigenze dell’ego reciprocamente dipendenti, vi rifletterete l’un l’altro l’amore che provate in profondità dentro di voi, l’amore che accompagna la realizzazione dell’unione con tutto ciò che è.
Questo è l’amore che non ha contrario. La felicità che ha origine da cause secondarie, non è mai molto profonda. È solamente un pallido riflesso della gioia dell’Essere, della pace vibrante che trovate in voi, quando entrate in uno stato di non resistenza.
tratto da “Il potere di adesso” E. Tolle
fonte: http://www.visionealchemica.com/dentro-ognuno-di-noi-ce-un-corpo-di-dolore/
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