mercoledì 18 febbraio 2015

Frammenti di un insegnamento sconosciuto

 
La psicologia si occupa di uomini, ma gli uomini sono macchine per cui serve prima studiare la meccanica, conoscere la propria macchina. Liberarsi dal falso per edificare il nuovo altrimenti sarebbe edificato su una fondamenta falsa. Nessun può fare! Tutto accade. Per fare bisogna Essere.
Per dire la verità bisogna conoscerla e conoscere la menzogna e in primis conoscere la menzogna in se stessi.
Siamo in una prigione invisibile, e pensiamo di essere liberi.

Affinché si viva dopo la morte deve esserci una certa indipendenza dalle influenze esteriori.

Il CORPO ASTRALE è ottenuto per FUSIONE, ossia grazie ad un duro lavoro. Noi non nasciamo con un corpo astrale. Se lo costituiamo può vivere post-mortem e rinascere in un corpo fisico. Se non rinasce, con il tempo muore (certo ci vuole molto tempo).
Fusione = unità interiore. È ottenuta per frizione, ossia la lotta tra si e no. Se in noi tutto accade, senza una dura lotta l’uomo resta una macchina. Se c’è lotta qualcosa in lui si cristallizza.

La paura del peccato, la fede fanatica in un’idea può provocare una lotta intensa tra si e no e un uomo può cristallizzarsi su tali basi sbagliate.
Occorrono sacrifici, ma quando la cristallizzazione è avvenuta non occorrono più.

L’uomo è composto di 4 corpi, costituiti da sostanze che diventano sempre più sottili, si compenetrano e formano 4 organismi indipendenti aventi tra loro una relazione ben definita ma capaci di azione indipendente.
1 corpo = fisico
Carnale
Carrozza
Corpo
2 corpo = astrale
Naturale
Cavallo
Sentimento/Desiderio
3 corpo = mentale
Spirituale
Cocchiere
Pensiero
4 corpo=causale[1] 
Divino
Padrone
Volontà
[1] Corpo che ha in sé le cause delle sue azioni ed è indipendente dalle cause esteriori

Tolto il corpo fisico, gli altri più sottili non li abbiamo dalla nascita ma richiedono una cultura artificiale.
(Gurdjieff spiegherà poi che questi corpi esistono in noi alla nascita solo in potenza, ma necessitano di essere sviluppati)

L’uomo è complesso: è formato da 4 parti che possono essere collegate, non collegate o mal collegate.
La carrozza (corpo) attaccata al cavallo (corpo astrale/desiderio) per mezzo delle stanghe; il cavallo al cocchiere (corpo mentale/pensiero) per mezzo delle redini; il cocchiere al suo padrone (corpo causale/volontà) per mezzo della voce di lui.
Ma il cocchiere deve udire e comprendere la VOCE DEL PADRONE, deve sapere come si guida; e il cavallo deve essere addestrato ad obbedire alle redini.

Tra le 4 parti di questa complessa organizzazione esistono 3 collegamenti, 3 legami.
Se uno solo di essi presenta qualche difetto, l’insieme non può comportarsi come un tutto unico. I legami non sono dunque meno importanti dei corpi. Lavorando su di sé l’uomo lavora simultaneamente sui “corpi” e sui “legami”. Ma si tratta in tal caso di due lavori diversi.

Il lavoro su di sé deve iniziare dal cocchiere (intelletto); per poter udire la voce del padrone, il cocchiere/intelletto deve essere sveglio, deve imparare a guidare il cavallo/desiderio, ad attaccarlo, a nutrirlo, a curarlo, a tenere in efficienza la carrozza/corpo. L’intelletto deve imparare a comandare le emozioni che trascinano sempre il corpo.

Il corpo fisico può comandare: sentimento (astrale), intelletto (mentale), coscienza (causale)
Il corpo emotivo può comandare il corpo fisico
Il corpo mentale può comandare il corpo fisico e il sentimento (astrale)
La coscienza può comandare il corpo fisico, il sentimento (astrale) e l’intelletto (mentale)

1° caso = uomo con il solo corpo fisico: automa che dipende da influenze esteriori (le altre funzioni dipendono dal corpo fisico). La volontà manca, ha solo desideri.

2° caso = uomo con i 4 corpi: l’automatismo del corpo fisico dipende dall’influenza degli altri corpi.
Vi è un unico Io, intero, indivisibile e permanente = l’individualità domina il corpo fisico e i suoi desideri e può superare le sue ripugnanze e resistenze. Il pensiero non è meccanico ma c’è coscienza e volontà; solo questa volontà è “libera” perché indipendente dall’accidente.

Solo l’uomo che acquisisce il 4 corpo è un uomo e ha numerose proprietà tra cui l’immortalità.

L’uomo è come una casa a 4 piani ed esso vivo solo nella stanza più piccola e più povera.
Fino a che non gli si dice che le altre stanze sono piene d’oro lui non cerca le chiavi; e soprattutto non cerca la chiave della 4 stanza. E quando un uomo riesce a penetrarvi diventa realmente il padrone.

La via del Fachiro = corpo
La via del Monaco = emozioni
La via dello Yogi = mente/pensiero

La quarta via invece richiede comprensione. Mentre si lavora sul corpo bisogna simultaneamente lavorare sul pensiero e sulle emozioni.
Ognuno deve fare ciò che gli è necessario, l’inutile e il superfluo sono esonerati.
È anche chiamata La via dell’uomo astuto, del furbacchione (che conosce un segreto)
Sa di quali sostanze ha bisogno per raggiungere i suoi scopi e sa che queste sostanze possono essere elaborate nel corpo con un mese di sofferenza fisica (fachiro), con una settimana di tensione emozionale (monaco), o con un giorno di esercizi mentali (yogi) e anche che queste sostanze possono essere introdotte nell’organismo dal di fuori, se si sa come fare.
Vi sono anche vie artificiali che danno risultati temporanei e vie decisamente sbagliate che danno risultati permanenti ma sbagliati.
Accade anche che la porta della quarta stanza venga aperta artificialmente con un grimaldello, e in entrambi i casi è possibile che la stanza sia vuota. 

Noi pensiamo che esista il progresso ma non vi è progresso di nessun genere. Ogni cosa è esattamente come era migliaia e decine di migliaia di anni fa. La forma esteriore cambia, l'essenza non cambia. L'uomo resta esattamente lo stesso. La civiltà moderna è basata sulla violenza, la schiavitù e le belle frasi.


L’evoluzione dell’uomo può essere considerata come l’evolversi in lui di quelle facoltà e di quei poteri che non si sviluppano mai da sole, ossia meccanicamente. L’evoluzione dell’umanità corrisponde all’evoluzione dei pianeti, ma il processo evolutivo dei pianeti si svolge secondo cicli di tempo per noi infinitamente lunghi.
L’umanità, come il resto della vita organica, esiste sulla terra per la necessità e gli scopi propri della Terra.
L’evoluzione di grandi masse umane è opposta alle finalità della natura, mentre quella di una piccola percentuale di uomini può essere in accordo con tali finalità.

Vi sono di conseguenza speciali forze, di carattere planetario che si oppongono all’evoluzione di grandi masse umane e che le mantengono al livello in cui esse devono restare.
Attualmente la luna si nutre della vita organica, dell’umanità.
Se tutti gli uomini divenissero troppo intelligenti, non vorrebbero essere mangiati dalla luna. 
L’evoluzione dell’uomo è necessaria solo a lui. Ed egli non deve contare sull’aiuto di nessuno.

Le forze che si oppongono all’evoluzione di grandi masse umane, si oppongono anche all’evoluzione del singolo.
Spetta a ciascuno di eluderla. E se un uomo può sottrarsi ad esse, l’umanità non lo può.
Questi ostacoli, se non esistessero bisognerebbe crearli intenzionalmente, poiché solo vincendo degli ostacoli l’uomo può sviluppare in sé le qualità di cui ha bisogno. L’evoluzione è il risultato di una LOTTA COSCIENTE.

Le natura non ha bisogno di tale evoluzione; anzi non la vuole e la combatte.
Se tutti gli uomini o la maggior parte di essi comprendessero questo e desiderassero di ottenere quello che loro spetta per diritto di nascita, l’evoluzione diverrebbe impossibile.
L’individuo ha il vantaggio di essere molto piccolo e di conseguenza di non contare nell’economia generale della natura.

La coscienza non può evolvere inconsciamente. L’evoluzione dell’uomo e l’evoluzione della sua volontà, non può evolversi involontariamente.
L’evoluzione dell’uomo è l’evoluzione del suo poter fare, e “fare” non può essere il risultato di ciò che “accade”.

L’uomo è una pluralità è una LEGIONE. Non vede gli Io, vive solo nell’ultimo Io.
Per essere in grado di evolversi l’uomo deve avere un desiderio di liberazione molto forte, deve essere pronto a sacrificare tutto, a rischiare tutto per la propria liberazione.
Se il sapere predomina sull’essere (avremo un debole yoga) l’uomo sa ma non ha il potere di fare.
Se predomina l’essere (avremo uno stupido santo) l’uomo ha il potere di fare ma non sa cosa fare.

Il FARE presuppone uno SCOPO personale. Se volete che domani sia differente dovete rendere oggi differente.

Il sapere è una cosa la COMPRENSIONE è un’altra cosa.
La comprensione dipende dalla relazione equilibrata tra sapere ed essere, risulta dalla funzione dei 3 centri (pensiero, sentimento, sensazione)

Ciò che non può evolversi coscientemente DEGENERA

Serve un linguaggio speciale = ad esempio la parola uomo. Esiste un uomo di tipo 1,2,3,4,5,6,7
Uomo 1 = istintivo-motorio
Uomo 2 = emotivo
Uomo 3 = intellettivo
Uomo 4 = grado intermedio prodotto dal lavoro (ha un centro di gravità permanente e i suoi centri psichici (istintivo-motorio-emotivo-mentale) hanno iniziato a equilibrarsi.
Uomo 5 = UNITÀ (prodotto di una cristallizzazione, non può cambiare come l’1,2,3. Può risultare da un lavoro giusto o sbagliato. Può essere 5 dopo essere stato 4, oppure senza essere stato 4 (allora non può più evolvere).
Uomo 6 = alcune proprietà non sono ancora permanenti (dovrà rifondere la sua essenza già cristallizzata. Dovrà perdere intenzionalmente il suo essere di uomo 5 attraverso sofferenze terribili).
Uomo 7 = completo sviluppo possibile

Sapere 1 = imitazione-ripetizione = scimmia
Sapere 2 = piacere (se è malato è attratto da ciò che crea orrore)
Sapere 3 = pensare logico
Sapere 4 = sapere differente che viene dall’uomo 5 che l’ha ricevuto dall’uomo 6, che ha attinto alla sorgente dell’uomo 7. Assimila ciò che è in rapporto alle sue possibilità. È in cammino verso il sapere oggettivo.
Sapere 5 = totale e indivisibile. Possiede un Io indivisibile. Ciò che sa la sa con la totalità del suo essere.
Sapere 6 = integralità del sapere accessibile all’uomo: ma può essere ancora perduto
Sapere 7 = è del tutto suo e non può più essergli tolto. Sapere oggettivo e interamente pratico di tutto.
Lo stesso genere di divisione in 7 categorie è applicabile a tutto ciò ce è in rapporto con l’uomo. Es. arte, religione …

L’Assoluto non raggiunge direttamente l’uomo. Il mondo delle Stelle sì. L’uomo è influenzabile dal mondo più vicino. L’Assoluto non può interferire nella nostra vita e sostituire altri risultati a quelli naturali delle cose accidentalmente create da noi, o al di fuori di noi.
La legge che crea tutti i fenomeni nella loro diversità o l’unità di tutti gli universi è la LEGGE DEL TRE, dei tre principi, delle tre forze.

Le tre forze appaiono attiva, passiva, neutralizzante solo nel loro punto di incontro, cioè quando entrano in relazione tra loro.
La terza forza è una proprietà del mondo reale. Il mondo soggettivo o fenomenico della nostra osservazione non è che relativamente reale, in ogni caso non è completo.
Le tre forze dell’Assoluto costituenti un tutto, separate o unite per loro propria volontà, decisione, creano ai loro punti di congiunzione dei fenomeni, dei mondi che dipendono dalla volontà dell’Assoluto. In ogni mondo le 3 forze agiscono ancora ma poiché ogni mondo non è più il tutto, ma una delle sue parti, le tre forze in essi, cessano di formare in un solo tutto. Ora vi sono 3 volontà, 3 coscienze, 3 unità.
Ciascuna delle 3 forze contiene in se stessa la possibilità delle 3, ma al loro punto di incontro ciascuna di esse non manifesta che un principio: attivo, passivo, neutralizzante.

Le tre forze costituiscono insieme una trinità che produce nuove fenomeni, ma questa trinità è differente da quella dell’Assoluto ove le tre forze, essendo un’unità indivisibile, possedevano una sola volontà e una sola coscienza. Nei mondi del secondo ordine le tre forze sono ora divise, e i loro punti di congiunzione sono di altra natura. Nell’Assoluto i punti di congiunzione sono determinati dalla loro volontà, che è unica.
Nei mondi di second’ordine, dove non vi è più volontà unica, ma 3 volontà, i punti sono determinati da una volontà sperata, indipendente dalle altre e così il punto di incontro diviene accidentale e meccanico
Carbonio (C) = Attivo – Fuoco
Ossigeno (O) = Passivo – Acqua                                          sono le 3 forze
Azoto/Nitrogeno (N) = Neutralizzante – Aria
Idrogeno (H) = è al di fuori della sua relazione con la forza che si manifesta attraverso esso – Terra
Il numero 3 = forze
Il numero 4 = materia

Per comprendere la meccanica dell’universo è necessario ridurre i fenomeni complessi a queste forze elementari. La prima legge è la LEGGE DEL TRE: in tutti i mondi, ogni azione, ogni fenomeni, è il risultato di un’azione simultanea di tre forze: positiva, negativa, neutralizzante.
La seconda legge fondamentale dell’universo è la LEGGE DEL SETTE o dell’ottava. Per comprenderla bisogna considerare che l’universo consiste di vibrazioni. Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia, quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana; esse hanno diverse origini e vanno in tutte le direzioni, incrociandosi, urtandosi, diventando più forti, più deboli, arrestandosi l’una con l’altra e così via.
Le vibrazioni sono continue, procedono in modo ininterrotto, ascendendo o discendendo per tutto il tempo in cui continua ad agire la forza del loro impulso originario, vincendo la resistenza dell’ambiente nel quale si sviluppano. Non appena si esaurisce la forza d’impulso e la resistenza dell’ambiente prevale, le vibrazioni naturalmente ricadono e si interrompono. 
Ma, fino a quel momento, cioè fino all’inizio del loro naturale declino le vibrazioni si sviluppano uniformemente e gradualmente e, in assenza di resistenza, possono anche prolungarsi all’infinito.

Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci dà una nuova spiegazione della vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutti i piani dell’universo da noi osservato.

Ci spiga perché in natura non ci sono linee dritte, e perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a ciò che desideriamo o aspettiamo.

Cosa succede durante il rallentamento/intervallo delle vibrazioni? Avviene una DEVIAZIONE della direzione originale. 
La legge dell’ottava spiega parecchi fenomeni:
  • Il principio della deviazione delle forze.
  • Nulla al mondo resta sempre allo stesso posto o rimane ciò che era. Tutto si muove, si sposta, cambia e inevitabilmente, sale o scende, si rinforza o si indebolisce, si sviluppa o degenera. Si muove su un ottava ascendente o discendente.
  • Nello sviluppo stesso delle ottave/vibrazioni, ascendenti o discendenti, si verificano costantemente delle fluttuazioni, delle crescite e decrescite. Il principio delle fluttuazioni periodiche di crescita e decrescita su ogni linea. Il principio dell’inevitabilità della salita e della discesa in ogni linea di sviluppo delle forze.
Vi sono nell’uomo forse centinaia di pendoli in movimento. Queste salite e queste discese, queste fluttuazioni dei nostri umori, dei nostri pensieri, sentimenti, energie, determinazioni, corrispondono sia ai periodi di sviluppo delle forze da un intervallo all’altrosia agli intervalli stessi
Il mito biblico della creazione del mondo in sei giorni e un settimo nel quale Dio si riposa dal suo lavoro, è un’espressione della legge dell’ottava, o un’indicazione di essa, sebbene incompleta.

Nelle ottave interrotte, esse sorgono e cadono, sono trascinate e inghiottite da vibrazioni più forti che le intersecano o che vanno in una direzione contraria. Nelle ottave che deviano dalla direzione originale le vibrazioni cambiano di natura e danno risultati opposti a quelli che si sarebbero potuti aspettare all’inizio.

Solo nelle ottave di ordine cosmico, ascendenti o discendenti, le vibrazioni si sviluppano in maniera conseguente e ordinata, mantenendo sempre la direzione presa all’inizio.

Lo sviluppo d’ottave giusto e costante, benché raro, è possibile in ogni occasione della vita, nell’attività della natura e anche nell’attività umana.

Lo sviluppo corretto di queste ottave è basato su ciò che parrebbe un accidente. Accade talvolta che delle ottave che progrediscono parallelamente a una data ottava, intersecandola o incontrandola, colmino in qualche maniera i suoi intervalli e rendano possibile alle vibrazioni di tale ottava di evolversi liberamente e senza arresti.
In un’ottava ascendente il primo intervallo si trova tra mi e fa. Se un’energia addizionale corrispondente entra in questo punto, l’ottava si svilupperà senza ostacoli fino a si, ma tra si e do occorre uno choc supplementare molto più forte che tra mi e fa, affinché essa si sviluppi correttamente, perché a questo punto le vibrazioni dell’ottava sono a un diapason molto più elevato ed è necessaria un’intensità maggiore per evitare un arresto nello sviluppo dell’ottava.

In un’ottava discendente, al contrario, il più grande intervallo si incontra all’inizio, subito dopo il primo do, e gli elementi che permettono di colmarlo si trovano molto sovente nel do stesso, o nelle vibrazioni laterali emesse dal do. Per questo un’ottava discendente si sviluppa molto più facilmente di un’ottava ascendente: dopo aver passato il si, raggiunge senza ostacoli il fa; qui uno choc supplementare è necessario, anche se considerevolmente mono forte del primo choc tra do e si.

Nella grande ottava cosmica che si estende fino a noi nella forma del raggio di creazione, possiamo vedere il primo esempio completo della legge dell’ottava. Il raggio di creazione comincia con l’Assoluto che è il Tutto, e possiede la piena unità, la piena volontà e la piena coscienza, crea i mondi all’interno di se stesso e comincia così l’ottava cosmica discendente.
L’Assoluto è il do di questa ottava. I mondi che l’Assoluto crea in se stesso sono si.
L’intervallo tra do e si è riempito in questo caso dalla volontà dell’Assoluto.
Il processo di creazione si sviluppa ulteriormente con la forza dell’impulso iniziale, più uno choc addizionale.
Si passa al la che è per noi il Mondo degli astri/Tutti i Soli (Via Lattea).
La passa al sol, il nostro Sole.
Sol passa al fa, Mondo planetario/Tutti i Pianeti.
E tra Tutti i pianeti (preso come un tutto) e la Terra, si presenta un “intervallo”.
Ciò indica che le radiazioni planetarie, che portano diverse influenze alla terra, non posso raggiungerla, o, più esattamente, non sono ricevute: la Terra le riflette.
Per colmare l’intervallo, il raggio di creazione possiede un dispositivo speciale, la vita organica che trasmette alla terra tutte le influenze che le sono destinate, e rende possibile lo sviluppo ulteriore e la crescita della Terra, il mi dell’ottava cosmica, poi quello della Luna o re, dopo di che viene un altro doNulla. Tra Tutto e Nulla passa il raggio di creazione.
Al di là della Luna vi è Niente. Anche questo è l’Assoluto: do.

Dobbiamo ora soffermarci sull’idea degli CHOC ADDIZIONALI che rendono possibile alle linee di forza di raggiungere lo scopo prefisso. Gli choc possono aver luogo casualmente, e ciò mantiene nell’uomo l’illusione della linea retta.
L’uomo-macchina è in balia dell’accidente, del caso. Le sue attività possono essere impegnate per caso in un canale tracciato da forze cosmiche o meccaniche e possono seguirlo per caso per qualche tempo, dando l’illusione che un qualche scopo sia stato raggiunto.
In realtà egli è incapace di fare qualcosa del genere, perché non solo non ha controllo sulle cose fuori di lui, ma neppure sulle cose dentro di lui. Il controllo delle cose eterne comincia con il controllo delle cose dentro di noi, con il controllo di noi stessi.

Come possiamo ottenere il controllo? Le ottave possono svilupparsi verso la direzione desiderata se gli choc “addizionali” intervengono al momento necessario, ossia quando si produce un rallentamento delle vibrazioni. Se gli “choc addizionali” non intervengono al momento necessario, le ottave cambiano la loro direzione.
Resta dunque all’uomo la scelta seguente:
  • trovare alle proprie attività una direzione che corrisponda alla linea meccanica degli avvenimenti del momento (andare dove soffia il vento, nuotare contro la corrente)
  •  rassegnarsi all’idea dell’insuccesso di tutto ciò che egli intraprende.
  • Oppure può imparare a riconoscere i momenti degli intervalli (cioè saper applicare gli choc artificialmente, quando servono, come fanno le forze cosmiche)
L’ottava ascendente (evolutiva) si oppone all’ottava discendente (creatrice).

L’ottava fondamentale può essere paragonata al tronco di un albero i cui rami sarebbero le ottave subordinate. Le sette note fondamentali dell’ottava e i due intervalli portatori di nuove direzioni costituiscono nove anelli di una catena, tre gruppi di tre anelli ciascuno.

Ogni nota di qualsiasi ottava può essere considerata come un’ottava intera su un altro piano.
Ogni nota di queste ottave interiori contiene a sua volta un’ottava interama non all’infinito, perché vi è un limite definito allo sviluppo delle ottave interiori.
Ogni nota dell’ottava di vibrazioni di una sostanza più grossolana contiene un’intera ottava di vibrazioni di una sostanza più fine (es. la sostanza del mondo 24 è permeata dalla sostanza del mondo 12 …).

Una delle manifestazioni dell’Assoluto consiste nel riempire l’intervallo (tra do e si) per mezzo dell’apparizione cosciente della forza neutralizzante che colma l’intervallo tra la forza attiva e la forza passiva.
Al secondo intervallo (tra fa e mi) la situazione è più complessa. Qualcosa manca tra i pianeti e la terra. Le influenze planetarie non possono passare alla terra direttamente e pienamente. Uno choc addizionale è indispensabile; è necessaria la creazione di qualche condizione nuova per assicurare un passaggio adeguato di forze.
La condizioni che assicurano un passaggio delle forze sono create da un dispositivo speciale sistemato tra i pianeti e la terra = la vita organica sulla terra, che è stata creata per colmare l’intervallo tra i pianeti e la terra. 
La vita organica rappresenta l’organo di percezione della terra e l’organo di radiazione. Forma una specie di pellicola sensibile che copre tutto il globo terrestre e che riceve influenze provenienti dalla sfera planetaria, le quali non potrebbero in altro modo raggiungere la terra.
Tutti i grandi eventi nella vita delle masse umane sono causati dalle influenze planetarie. Sono il risultato dell’assorbimento di queste forze.
Grazie alla vita organica, ogni parte della superficie terrestre emette ad ogni istante una particolare specie di raggi in direzione del sole, dei pianeti, della luna. Così il sole necessità di un certo tipo di radiazioni, i pianeti di un altro e la luna di un altro ancora. Molte cose sovente accadono per la sola ragione che determinati tipi di radiazioni sono richiesti da certe parti della superficie terrestre.
Tutto ciò che accade alla vita organica, serve per gli interessi di terra, sole, pianeti, luna. 

La Luna riceve dalla Terra l’energia necessaria alla sua crescita, questa energia è creata sulla Terra dall’azione congiunta del Sole, di tutti gli altri Pianeti del sistema solare e della terra, ed è raccolta e conservata in un gigantesco accumulatore situato sulla sua superficie.
Questo accumulatore è la vita organica terrestre.
La Luna si nutre di tutto ciò che respira. Tutti gli esseri viventi liberano nell’istante della loro morte una certa quantità dell’energia che li ha animati. L’insieme di queste “anime” viene attirato verso la Luna e le dà calore e vita da cui dipende la sua crescita. Cioè lo sviluppo del raggio di creazione. Le anime che vanno alla Luna e che possiedono forse una certa somma di coscienza e memoria, sono sottomesse a 96 leggi, in condizioni di vita minerale o in condizioni tali che non vi possa essere nessuna possibilità di salvezza, al di fuori di un’evoluzione generale in tempi lunghissimi.
L’uomo non può nelle condizioni ordinarie, liberarsi dalla Luna.
Tutti i suoi movimenti sono controllati dalla Luna.
La liberazione che viene con la crescita dei poteri e delle facoltà mentali è una liberazione dal giogo della Luna.

La parte meccanica della nostra vita dipende dalla Luna. Ma se sviluppiamo in noi stessi coscienza e volontà e sottomettiamo ad essi la nostra vita meccanica sfuggiremo alla Luna.

Subiamo influenza da: pianeti, luna, sole, stelle e l’uomo ha una certa possibilità di fare una scelta almeno sul tipo di influenza; ossia passare da un influenza all’altra. Non si può liberarsi da un’influenza senza assoggettarsi ad un’altra. Tutto il lavoro serve per scegliere l’influenza alla quale ci si vuole sottomettere, per cui serve sapere quale influenza è più vantaggiosa.

Tutta la musica oggettiva si basa sulle ottave interiori. Essa può dare risultati precisi, non solo d’ordine psicologico, ma d’ordine fisico. Esiste una musica tale da far gelare le acque. Vi è una musica capace di uccidere un uomo all’istante.
La leggenda della distruzione delle mura di Gerico con la musica è proprio una leggenda di musica oggettiva. La musica ordinaria, di qualunque tipo, non farà mai crollare muri, ma la musica oggettiva invece lo può. E non soltanto può distruggere, ma può anche edificare. La leggenda di Orfeo è tessuta su tali ricordi di musica oggettiva, perché Orfeo si serviva della musica per insegnare. 
La musica degli incantatori di serpenti in Oriente si avvicina alla musica oggettiva, ma in modo assai primitivo. Spesso non si tratta che di una sola nota, appena modulata, e prolungata indefinitivamente; in questa semplice nota si sviluppano incessantemente delle “ottave interiori”, e in queste ottave, delle melodie non percepibili dalle orecchie, ma che possono essere sentite dal centro emozionale. E il serpente ode questa musica o, per meglio dire, la sente e le obbedisce. Una musica di questo tipo, soltanto un po’ più complessa, farebbe obbedire degli uomini.

Nella vera arte nulla è accidentale, tutto è matematica. 

Tutto è materia vibrazionale = velocità vibratoria inversa alla densità della materia.

Nell’Assoluto le vibrazioni sono più rapide e la materia meno densa.
Più si scende più le vibrazioni sono lente e a materia densa. Solo gli atomi dell’Assoluto sono realmente invisibili. Es. Il Mondo 3 ha 3 Atomi più grandi e pensanti del Mondo 1 …           

I 7 Mondi del raggio di creazione rappresentano 7 ordini di materialità = abbiamo allora 7 concetti di materia. 

Noi afferriamo solo la materia di mondo 96 e 48; la materia di mondo 24 è già troppo rarefatta.
Tutte queste materie non sono separate, ma si mescolano l’una con l’altra, si compenetrano.
Abbiamo in noi la materia di tutti quei mondi. La terra occupa un posto pessimo dal punto di vista cosmico. Tutto ciò che in altri posti nasce spontaneamente e senza sforzi, qui non può essere perseguito che per mezzo di un penoso lavoro; tutto deve essere conquistato.
Per conoscere un cosmo è necessario conoscere i due cosmi adiacenti, quello che è al di sopra e quello che è al di sotto, ossia il più grande e il più piccolo. Il Mesocosmo e il Microcosmo determinano il Tritocosmo.
La relazione di un cosmo con l’altro è differente dalla relazione di un mondo con l’altro nel “raggio di creazione”. Nel “raggio di creazione” esistono: Luna, Terra, Pianeti, Sole, Via Lattea, Tutti i Mondi, Assoluto. Di conseguenza il sistema di relazione dei mondi presi a due a due nel “raggio di creazione” non è quantitativamente fisso. In un caso questo sistema è più grande (esempio la relazione di Tutti i Soli con il nostro Sole) in un altro è meno grande (esempio la relazione della terra con la Luna).
Invece fra i cosmi, la relazione è permanente e sempre uguale. Il rapporto fra un cosmo e l’altro, è sempre quello da zero all’ infinito.
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L’idea dei cosmi ci aiuta a comprendere il nostro posto nel mondo e risolve numerosi problemi, per esempio quelli relativi allo spazio, al tempo … Questa idea ci permette anche di stabilire con esattezza il principio di relatività. L’idea della possibilità di un allargamento della coscienza dell’uomo e di un accrescimento delle sue capacità di conoscenza è in relazione diretta con la dottrina dei cosmi. Nel suo stato ordinario, un uomo è cosciente di sé stesso in un solo cosmo ed egli guarda tutti gli altri cosmi dal punto di vista di un solo cosmo. L’allargamento della sua coscienza e l’intensificazione delle sue funzioni psichiche lo conducono sino alla sfera dell’attività e della vita di due altri cosmi simultaneamente, l’uomo più grande e l’altro più piccolo, l’uno di sopra e l’altro al di sotto. L’allargamento della coscienza non procede in una sola direzione, quella dei cosmi superiori; ascendendo, nello stesso tempo discende.

Se vogliamo rappresentare graficamente la relazione dei cosmi tra loro, avevo detto, dobbiamo considerare il “Microcosmo”, cioè l’uomo come un punto (ossia lo consideriamo su scala molto ridotta, ad una grandissima distanza da noi). Allora la sua vita nel “Tritocosmo”, cioè fra i suoi simili e nella natura, sarà la linea che egli traccia sulla superficie del globo terrestre spostandosi da un luogo all’altro. Nel “Mesocosmo”, ossia in rapporto al movimento di 24 ore della terra attorno al proprio asse, questa linea diventerà una superficie, mentre in rapporto al sole, (considerando il movimento della terra attorno al sole), essa diventerà un corpo a tre dimensioni (ossia diventerà qualcosa di veramente esistente, qualcosa di realizzato). Ma poiché il punto fondamentale, ossia l’uomo o “Microcosmo”, è anche un corpo a tre dimensioni, abbiamo di conseguenza due tridimensionalità. 
In questo caso, tutte le possibilità dell’uomo sono realizzate nel sole. 
Ciò corrisponde al fatto che l’uomo n° 7 diventa immortale nei limiti del sistema solare.

Al di là del sole, ossia oltre il sistema solare, l’uomo non ha e non può avere alcuna esistenza; dal punto di vista del cosmo seguente, non ha esistenza propria. L’uomo non esiste affatto nel Macrocosmo. 

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DO - Protocosmo (Assoluto)


SI - Agiocosmo (Tutti i Mondi)

LA - Macrocosmo (Tutti i Soli)

SOL - Deuterocosmo (Il Sole)

FA - Mesocosmo (Tutti i Pianeti)

MI - Mesocosmo (Terra) 
Vita organica = Tritocosmo
Uomo = Microcosmo

RE - (Luna), 96 leggi

(Sintesi di Mariangela Mattoni)
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Il Macrocosmo è il cosmo in cui le possibilità del Tritocosmo sono realizzate e l’uomo può esistere nel Macrocosmo solo come un atomo del Tritocosmo. Le possibilità della terra sono realizzate nel Megalocosmo (o Agiocosmo) e le possibilità del sole nel Protocosmo.
Se il Microcosmo, o l’uomo, è un corpo tridimensionale, allora il Tritocosmo, la vita organica sulla terra, è un corpo a quattro dimensioni; la terra a cinque e il sole a sei dimensioni.
Il punto di vista scientifico abituale considera l’uomo come un corpo a tre dimensioni; considera l’insieme della vita organica sulla terra piuttosto come fenomeno che come corpo tridimensionale.
L’inesattezza di questo modo di concepire l’esistenza di un cosmo inferiore in un cosmo superiore, di un cosmo più piccolo in uno più grande, per esempio l’esistenza dell’uomo nella vita organica o in rapporto con la vita organica. In questo caso, la vita organica deve essere inevitabilmente considerata nel tempo. L’esistenza nel tempo è un’esistenza lungo la quarta dimensione.

Neppure la terra può essere considerata come un corpo a tre dimensioni. Sarebbe tridimensionale se fosse ferma. Il suo movimento intorno al proprio asse fa dell’uomo un essere a cinque dimensioni, mentre il suo movimento intorno al sole fa della terra stessa un essere a quattro dimensioni.
La terra non è una sfera, ma una spirale che avvolge il sole; e il sole non è una sfera, ma una specie di fuso all’interno di questa spirale. 

La spirale e il fuso, presi insieme, possono avere un movimento laterale nel cosmo successivo, ma noi ignoriamo ciò che risulta da questo movimento, poiché non ne conosciamo la natura, né la direzione. Inoltre sette cosmi rappresentano un “periodo di dimensioni”, ma ciò non significa che la catena dei cosmi termini con il Microcosmo.

Se l’uomo è un Microcosmo, cioè un cosmo in se stesso, allora le cellule che compongono il suo corpo si troveranno in confronto a lui nella stessa relazione in cui egli si trova nei confronti della vita organica sulla terra. Una cellula microscopica situata al limite di visibilità di un microcopio è essa stessa composta da miliardi di molecole che appartengono al gradino seguente, al cosmo successivo. Andando ancora oltre, possiamo dire che il cosmo ulteriore sarà l’elettrone. 
Abbiamo così ottenuto un secondo Microcosmo – la cellula; un terzo Microcosmo – la molecola; e un quarto Microcosmo – l’elettrone. Queste divisioni e definizioni: “cellule”, “molecole”, ed “elettroni”, sono forse molto imperfette; è possibile che col tempo la scienza ne stabilisca altre, ma il principio rimarrà sempre lo stesso e la relazione dei cosmi inferiori con il Microcosmo, sarà sempre di quest’ordine.

Per la scienza ordinaria, la vita organica è una sorta d’appendice accidentale che viola l’integrità di un sistema meccanico. La scienza ordinaria non la collega a niente e non trae alcuna conclusione dal fatto che essa esiste. Ma voi dovreste aver già capito che non c’è e non ci potrebbe essere niente di accidentale né d’inutile nella natura; ogni cosa ha la sua funzione precisa e serve ad uno scopo definito. 
Così la vita organica è un indispensabile anello della catena dei mondi, che non potrebbero esistere senza questo anello, come esso non potrebbe esistere alò di fuori di loro. Abbiamo già detto che la vita organica trasmette alla terra differenti influenze planetarie, e che essa serve di nutrimento alla luna, dandole modo così di ingrandirsi e di fortificarsi. 
Ma anche la terra è in crescita, non in volume, ma in coscienza e in ricettività. Le influenze planetarie che le erano sufficienti in un certo periodo della sua esistenza, diventano insufficienti ed essa ha bisogno di influenze più sottili. Per ricevere queste influenze più sottili, è necessario un apparato ricettivo più sottile. La vita organica deve dunque evolvere per adattarsi ai bisogni dei pianeti e della terra. 
Allo stesso modo la luna può essere soddisfatta, in questo o in quel periodo, del nutrimento di una certa qualità che le è fornito dalla vita organica, ma viene un tempo in cui questo nutrimento cessa d’appagarla e non può più assicurare la sua crescita; da quel momento la luna comincia ad avere fame. La vita organica deve essere in grado di placare questa fame, altrimenti non ricopre la sua funzione, non risponde al suo scopo. Ciò significa che per rispondere al suo scopo, la vita organica deve evolversi e mantenersi al livello della necessità dei pianeti, della terra e della luna.

Il raggio di creazione, così come lo abbiamo considerato, dall’Assoluto alla Luna, è come il ramo di un albero – un ramo che ingrandisce. L’estremità di questo ramo da cui escono i nuovi germogli, è la luna. Se la luna non si sviluppa, se non produce, o non si prepara a produrre alcun germoglio, ciò vuol dire che la crescita di tutto il raggio di creazione si arresta, o meglio, deve trovare una nuova via di crescita, sviluppare qualche ramo laterale. 
Allo stesso tempo tutto quello che abbiamo detto ci permette di vedere che la crescita della luna dipende dalla vita organica sulla terra. La crescita del raggio di creazione dipende dunque dalla vita organica sulla terra. Se la vita organica viene a mancare o muore, tutto il ramo deperisce immediatamente, o perlomeno tutta la parte del ramo che si trova al di là della vita organica si arresta nel suo sviluppo, nella sua evoluzione e non può più rispondere alle richieste che le vengono fatte. Il ramo può deperire.
Non bisogna mai dimenticarlo. Alla parte Terra – Luna del raggio di creazione sono state date esattamente quelle priorità di sviluppo e di crescita che sono state date ad ogni ramo di un grande albero. Ma la crescita di questo ramo non è affatto garantita, dipende dall’azione armoniosa e corretta dei suoi tessuti. Se uno dei tessuti cessa di svilupparsi, la stessa cosa avviene per gli altri. Tutto ciò che può essere detto sul raggio di creazione o sulla sua parte Terra – Luna, si riferisce egualmente alla vita organica sulla terra.

La vita organica sulla terra è un fenomeno complesso, perché tutti i suoi elementi dipendono strettamente gli uni dagli altri. La crescita generale è possibile solo a condizione che cresca “l’estremità del ramo”, o, per parlare in modo più preciso, ci sono nella vita organica dei tessuti che si evolvono ed altri che servono loro da nutrimento e da ambiente. Ed ogni cellula in evoluzione comporta a sua volta parti che si evolvono e parti che servono loro di nutrimento.  
In ogni caso, bisogna ricordare sempre che l’evoluzione non è mai garantita, che essa è solamente possibile e che può arrestarsi ad ogni momento e in ogni luogo.


La parte della vita organica che si evolve è l’umanità. Anche l’umanità comporta una parte che si evolve, ma per ora considereremo l’umanità come il tutto. Se l’umanità non si evolve, ciò significa che l’evoluzione della vita organica deve arrestarsi e questo provocherà a sua volta un arresto nella crescita del raggio di creazione. D’altra parte, se l’umanità cessa di evolversi, diventa inutile dal punto di vista dei fini per i quali essa era stata creata e, come tale, può essere distrutta. Così l’arresto dell’evoluzione può significare la distruzione dell’umanità.

Noi non possiamo sapere in quale periodo dell’evoluzione planetaria ci troviamo, né se la terra e la luna avranno o no il tempo d’attendere che la vita organica si sviluppo fino allo stadio voluto della sua evoluzione, ma dovremmo ricordarci che il numero delle possibilità non è mai infinito.
Se esaminiamo la vita dell’umanità quale noi la conosciamo sul piano storico, non dovremmo convenire che l’umanità gira in un circolo vizioso? Essa distrugge nel corso di un secolo tutto ciò che ha costruito in un altro, ed essa paga attualmente il suo progresso meccanico degli ultimi cento anni, con la perdita di molti altri valori, forse ben più preziosi, a spese dei quali è avvenuto questo progresso. 
In generale, ci sono tutte le ragioni per pensare e affermare che l’umanità è attualmente in un periodo di stagnazione; e di qui al declino ed alla degenerazione il passo è breve. Una stagnazione significa che un processo si è equilibrato. L’apparizione di una qualità qualsiasi provoca immediatamente l’apparire di un’altra qualità di natura opposta. La crescita del sapere in un campo comporta la crescita dell’ignoranza in un altro; la raffinatezza porta con sé la volgarità, la libertà, la schiavitù, il retrocedere di certe superstizioni favorisce lo sviluppo di altre, e così di seguito.

Ora, ricordando la legge d’ottava, vedremo che un processo equilibrato che si effettua in un certo modo non può essere modificato a volontà in un momento qualsiasi. Un cambiamento può intervenire, una nuova via può essere presa, soltanto a certi “incroci” (mi-fa e si-do). 
Nell’intervallo tra un “incrocio” e l’altro nulla può essere fatto. E se un processo passa per un “incrocio” senza che nulla accada, senza che niente sia fatto, è già troppo tardi: il processo continuerà a svilupparsi secondo leggi meccaniche; anche se coloro che prendono parte a questo processo vedono l’imminenza di una distruzione totale, non saranno in grado di far niente.

Lo scopo, disse G., è la padronanza dell’organismo, e l’assoggettamento delle sue funzioni coscienti ed incoscienti alla volontà. Gli esercizi che vi conducono il linea retta cominciano dalla respirazione. Senza la padronanza della respirazione, nulla può essere dominato. D’altronde questo compito non è facile.

Vi sono tre tipi di respirazione:
  •  normale (si fa inconsciamente, sotto il controllo del centro motore. I muscoli su cui agisce il centro motore non è né accessibile né subordinato all'apparato formatore. Nel caso di arresto momentaneo del centro motore, l’apparecchio formatore può esercitare la sua influenza su un gruppo di muscoli, con i quali può far scattare la respirazione)
  • artificiale (se per esempio decido di contare fino a 10 inspirando e fino a 10 espirando, o di inspirare dalla narice destra e di espirare dalla sinistra, questa respirazione sarà sotto il controllo dell’apparecchio formatore). Questa respirazione non è normale ma artificiale. Se un uomo, prosegue questa respirazione per molto tempo sotto il controllo dell’apparecchio formatore, il centro motore, che durante questo tempo rimane in ozio, può stancarsi di non fare nulla e comincia allora a lavorare “imitando” l’apparecchio formatore. Talvolta accade, ma perché ciò si produca devono essere riunite numerosi condizioni: digiuni e preghiere, spossanti veglie e ogni specie di compiti estenuanti per il corpo. Se il corpo è ben trattato, nulla di simile è possibile. Tutto questo serve a far prendere in carico la respirazione dalla muscolatura più appropriata, facendola passare al centro motore.
  •  aiutata dai movimenti (necessita di una grande conoscenza della macchina umana e questo metodo non può che essere praticato che il scuole dirette da maestri molto sapienti. Al confronto, tutti gli altri metodi sono del dilettantismo e non ci si può fidare). L’idea essenziale è che certi movimenti, certe posizioni possono provocare a volontà qualsiasi tipo di respirazione pur conservando a questa respirazione un carattere normale privo di artificiosità.
G.: “il tempo è respirazione”.
P.D. Ouspensky  

Tratto da Frammenti di un insegnamento sconosciuto 


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