Nikolaj Vasilevich Ogarkov
La guerra che devasta l’Ucraina s’internazionalizza. Le divisioni che compaiono nei Balcani non sono nuove, c’erano durante la disgregazione della Jugoslavia e in precedenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Per Miroslav Lazanski, una vecchia divisione si riproduce.
Lav Tolstoj scrisse in Guerra e Pace, che “alla vigilia del 1812 c’era una concentrazione di potere in Europa occidentale, dall’ovest all’est, ai confini della Russia“.
Non so cosa questo grande scrittore e pensatore direbbe oggi se vedesse
i primi anni del 21° secolo. E’ come se avesse già previsto l’attuale
accerchiamento NATO della Russia e la pressione politica e psicologica
sugli Stati neutrali per aderire all’alleanza, avviate in Europa nel
1999, con i bombardamenti della Repubblica Federale di Jugoslavia, e che
prosegue oggi con la tragedia ucraina. Le immagini di edifici e ponti
distrutti sono incredibili; case bruciate, cadaveri per le strade.
Tutto
nel 21° secolo! e non è un film, ma la cruda realtà. L’Europa politica
rimase in silenzio sulle stesse immagini in Jugoslavia nel 1999, e oggi è
indifferente alla sofferenza umana in Ucraina. L’Europa politica ha
imposto al popolo ucraino una scelta e quindi la guerra. Dopo gli
accordi Minsk 2 [1], certuni ancora pensano, in Europa e anche negli
Stati Uniti, che inviare aiuti militari a Kiev potrebbe cambiare la
situazione militare. Ma i missili anticarro occidentali non cambieranno
l’equilibrio di potere, perché i soldati di Kiev non sono stati
addestrati ad usarli e avrebbero bisogno di almeno sei mesi di
addestramento. I sistemi di artiglieria della NATO non sono compatibili
con quelli dell’esercito ucraino. L’occidente può fornire all’Ucraina
semplici blindati per il trasporto di fanteria, ciò che gli inglesi
hanno fatto, elettronica per le comunicazioni radio e radar per
l’artiglieria, già consegnati a Kiev. Tuttavia, se la NATO consegna a
Kiev altri tipi di armi, o se invia propri specialisti per
l’addestramento militare, potremmo vedere nel Donbas carri armati T-80 e
T-90 invece che T -72.
Vedremo poi se i missili sarebbero efficaci con
essi. L’ingresso di unità della NATO in Ucraina potrebbe causare
l’ingresso dell’esercito russo nel teatro delle operazioni. In un
conflitto convenzionale in questo campo, nessun esercito occidentale,
neppure quello degli Stati Uniti, potrebbe sconfiggere l’esercito russo,
poiché i generali occidentali dimenticano ovviamente la dottrina del
Maresciallo Ogarkov, sempre attuale nell’esercito russo: la sconfitta
nella prima fase di un conflitto convenzionale con la distruzione degli
obiettivi chiave in profondità del territorio nemico, nei primi momenti
della guerra, e conquistare rapidamente territorio nemico facendo
avanzare l’esercito. La vittoria totale nella prima fase della guerra,
senza l’uso di armi nucleari tattiche. La strategia offensiva, con
l’obiettivo di una profonda penetrazione nel territorio nemico senza
usare armi nucleari, era l’essenza della visione sovietica della guerra
in Europa. Gli statunitensi cercarono di fare di meglio con la dottrina
della “Battaglia aero-terrestre 2000″.
Questo è precisamente il motivo per cui né Stati Uniti né NATO inviano forze in Ucraina, perché non hanno alcuna possibilità di vincere una guerra convenzionale. Infatti, se le truppe NATO o degli Stati Uniti subissero la sconfitta affrontando l’esercito russo in Ucraina, Bruxelles e Washington dovrebbero ammettere la sconfitta con tutte le conseguenze politiche e militari, o utilizzare armi nucleari tattiche. In tale situazione, sapendo che i Tomahawk possono raggiungere gli obiettivi russi in cinque o sei minuti, il Cremlino avrebbe poco tempo per decidere ed eseguire una diretta risposta nucleare, che avverrebbe in tre minuti al massimo, altrimenti non potrebbe lanciare controffensive se i missili statunitensi colpissero gli obiettivi russi.
In altre parole, il confine tra uso tattico e strategico delle armi
nucleari è pericoloso. Il rischio di conflagrazione è spaventoso, le
parti potrebbero interpretare l’uso di armi nucleari tattiche come
introduzione all’uso delle armi nucleari strategiche. In questo caso,
solo Dio potrebbe salvare il pianeta. Secondo il parere del professor
Lowell Wood del Livermore National Laboratory (USA), nel 1982,
tra 500 milioni e 1,5 miliardi di persone morirebbero. Ed essendo la
tecnologia nucleare progredita nel frattempo, il numero dei morti
sarebbe molto più alto. Chi vorrebbe internazionalizzare il conflitto
ucraino, ci pensa?
L’opinione pubblica in Russia in questi giorni non è sorpresa dall’arrivo di cittadini croati in rinforzo all’esercito di Kiev, Pravij Sektor e Guardia nazionale ucraina. Solo coloro che non conoscono la storia ne sono sorpresi. I soldati dello Stato indipendente di Croazia combatterono durante la seconda guerra mondiale a fianco di Hitler a Stalingrado, mentre sul fronte orientale non c’erano serbi. Lo Stato indipendente di Croazia inviò la sua aviazione sul fronte orientale. Il generale Franjo Dzal fu uno dei piloti che abbatté aerei russi. Nell’ex-Jugoslavia, la Croazia ha ottimi rapporti con l’Ucraina e la Serbia con la Russia. In che misura la religione ha influenzato ciò (in Ucraina ci sono cattolici e uniate) è una lunga storia. In ogni caso, i croati fiancheggiano l’Ucraina, e i serbi, seguendo i volontari, sostengono il Donbas. Balcanizzando l’Ucraina, si continua la guerra sospesa nel 1945…
Miroslav Lazanski, Rete Voltaire Internazionale, Belgrado (Serbia) 25 febbraio 2015
[1] “Pacchetto di misure per l’attuazione degli accordi di Minsk”, Rete Voltaire, 12 febbraio 2015.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/02/26/la-balcanizzazione-dellucraina/
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