Gli
USA stanno conducendo una “guerra” contro la Russia (1). Per il momento, non si tratta di una guerra convenzionale con armi
e bombe, ma a colpi di sanzioni, ritorsioni e soprattutto cercando di minare la
sua economia alla base. La Russia è il principale produttore mondiale di
petrolio (con oltre 10 milioni di barili al giorno) per cui – nei propositi
degli USA – un crollo del prezzo del petrolio le avrebbe inferto un colpo
mortale, come era successo con la ex Unione Sovietica (2). Gli USA, in alleanza con le monarchie arabe, grandi riserve e
grandi produttori di petrolio, hanno fatto crollare i prezzi del petrolio (3); contemporaneamente, assieme ai
paesi europei hanno imposto sanzioni ed impedito l’esportazione di prodotti
agricoli verso la Russia con la scusa della crisi creata ad hoc in Ucraina.
Insomma, gli USA ed i suoi alleati contano di stroncare la Russia, attaccandola
políticamente, economicamente e mediaticamente.
La
Russia è una potenza in ascesa, alleatasi apertamente con la Cina, con la quale
ha stipulando grandi accordi commerciali bilaterali tendendi a superare l’uso
del dollaro nelle transazioni; basta citare lo storico accordo per la fornitura di gas alla Cina (4). Inoltre, è del primo dicembre
scorso l’altro storico accordo con la Turchia per l’estensione del Blue
Stream, l’oleodotto che trasporterà gas dalla Russia alla Turchia, passando per
il Mar Nero; dalla Turchia il gas arriverà ai paesi dell’Europa meridionale
(Grecia ed Italia), all’Austria ed ai paesi dei Balcani. A questo oleodotto che
porta il gas russo all’Europa, si unirà un ramo che porterà anche il gas
dell’Iran e dell’Azerbaigian. I paesi dell’Europa che lo desiderano hanno
totalmente assicurato l’approvvigionamento gassifero. Tutto ciò rappresenta una
minaccia per la potenza USA, perchè tale gas non sarà certo fornito utilizzando
il dollaro come strumento di pagamento.
Questi
accordi commerciali in cui si elimina l’utilizzo del dollaro, si stanno
diffondendo grazie alla Russia (ed alla Cina) anche ad altri stati, come Malesia, Nuova Zelanda e vari paesi
dell’America Latina.
Un
eventuale abbandono del dollaro come moneta di riserva internazionale avrebbe
conseguenze catastrofiche sull’economia statunitense, anzi minerebbe
l’esistenza stessa dell’Unione, per cui gli USA sono impegnati a fermare con
ogni mezzo (sanzioni, ritorsioni, guerra economica, fino ad arrivare a
bombardamenti ed invasioni) tutti coloro che cercano di superare l’uso del
dollaro (5). E’ questa la política
che stanno portando avanti anche contro la Russia.
La
Russia, però non è l’iraq di Suddam Hussein o la Libia di Geddafi, paesi di
pochi milioni di abitanti, che bombardati ed invasi sono stati prontamente sottomessi,
o per essere più esatti gli USA ed i media occidentali presumono o diffondono
l’idea di averli sottomessi.
La
Russia non è facile da sottomettere, anzi sta reagendo e, come avevamo previsto,
“Il tentativo degli occidentali
(statunitensi ed europei) di isolare la Russia determinerà un boomerang, ossia
alla fine a rimetterci saranno europei e statunitensi” (6).
Come
sta reagendo la Russia? L’attacco alla Russia (politico, economico e mediatico)
ha determinato una riduzione nel valore del rublo e dei titoli russi, titoli di
stato e azioni delle imprese statali quotate alla borsa di Mosca. La Russia ha
approfittato di questa caduta del prezzo dei titoli di stato e delle azioni
delle imprese statali per ricomprarseli a prezzi scontati. Anche le sanzioni ed
in particolare il divieto per i paesi europei di esportare in Russia beni
agricoli ed alimentari, ha contribuito a stringere alleanze con altri
produttori, come Argentina, Nicaragua ed altri paesi dell’America Latina e di
altri continenti.
Ciò
che preocupa maggiormente l’occidente, in particolare gli USA è la vendita dei
titoli del debito pubblico statunitense (vedasi grafico).
Elaborazione
Attilio Folliero su dati del Tesoro USA aggiornati al 31/12/2014 e pubblicati il 17/02/2015
La
Russia nel mese di ottobre del 2012 deteneva titoli del debito pubblico
statunitense pari a 171 miliardi di dollari ed era all’ottavo posto tra i principali
paesi finanziatori del debito pubblico statunitense, dopo Cina, Giappone,
Banche caraibiche, Paesi esportatori di petrolio, Brasile, Taiwan e Svizzera.
Da allora ha progressivamente ridotto tale quota. Secondo l’ultimo dato
disponibile e pubblicato pochi giorni fa dal Tesoro USA, a dicembre del 2014 la
quota russa del debito pubblico statunitense (Bond USA) era scesa a 86
miliardi. In particolare, nell’ultimo mese (dicembre 2014) è passata da 108
miliardi a 86, con una riduzione di oltre il 20%.
Anche
l’altro grande alleato dei Russia, la Cina sta tagliando i finanziamneti al Governo
USA; infatti dai 1.316 miliardi di dollari in titoli del debito USA del
novembre 2013 è passata a 1.244 miliardi del dicembre 2014.
La
Russia malgrado i duri attacchi economici subiti negli ultimi mesi, non solo è
riuscita a ricomprarsi quote del proprio debito pubblico, come visto sopra, ma
ha accresciuto le proprie riserve in oro. Quella di accrescere le riserve in
oro è una política che sta sviluppando da lungo tempo; infatti, nell’ultimo
decenio, la Russia è il paese che ha maggiormente incrementato le proprie
riserve, acquistando una media di circa 100 tonnellate di oro all’anno: dalle
386 tonnellate di riserve d’oro del 2005 è arrivata alle 1.208 tonnellate del
2014 (Vedasi grafico sottostante). Nell’ultimo anno l’incremento è stato di ben
173 tonnellate. C’è da aggiungere che i dati del 2014 non sono ancora
definitivi essendo aggiornati al mese di novembre.
Elaborazione
Attilio Folliero su dati del WorldGold Council
In
conclusione, la stipula di contratti commerciali in cui si utilizzano monete
nazionali, l’estensione del Blue Stream alla Turchia, l’oleodotto che porterà
gas ai paesi dell’Europa meridionale e dei balcani, l’aumento delle riserve in
oro, evidentemente per sostenere la propia moneta e la riduzione dei titoli del
debito USA in dollari dimostra che la Russia si sta allontanando sempre più dal
dollaro.
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Note
1)
Vedasi
articolo “Cause e conseguenze dei prezzi
bassi del petrolio. Gli USA all’attacco di Russia e Venezuela”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/12/cause-e-conseguenze-dei-prezzi-bassi.html;
2)
Vedasi
articolo: “I bassi prezzi del petrolio
hanno influito sulla dissoluzione della Unione Sovietica”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2012/11/i-bassi-prezzi-del-petrolio-hanno.html;
3)
Vedasi
articolo in nota 1;
4)
Vedasi
articoli: “La Cina spera di imporre il
yuan come moneta alternativa al dollaro”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/12/la-cina-spera-di-imporre-il-yuan-come.html
e “Catastrofe annunciata per il dollaro
e l’economia USA?”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/04/catastrofe-annunciata-per-il-dollaro-e.html;
5)
Vedasi
articoli: “Il dollaro, l'euro, il
petrolio e l'invasione nordamericana”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2004/02/il-dollaro-leuro-il-petrolio-e.html;
“Lo strano caso di Dominique
Strauss-Kahn”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2011/05/lo-strano-caso-di-dominique-strauss-kahn.html;
6) Vedasi articolo: “Verso la fine del predominio del dollaro”, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/03/verso-la-fine-del-predominio-del.html
Attilio Folliero, Caracas
fonte: http://umbvrei.blogspot.it/2015/02/la-russia-verso-labbandono-del-dollaro.html
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