giovedì 26 febbraio 2015

In Italia c'è chi va a vivere in campagna e lo fa contro Expo

Si chiama Genuino Clandestino ed è un movimento di resistenza contadina, perché la terra è un bene comune. Adesso è anche un libro, per chi vuole imparare a coltivare non solo la terra ma anche un modello alternativo di agricoltura e consumo.

Esiste in Italia dal 2010 e all'inizio era una campagna che denunciava norme e impedimenti alla "libera trasformazione dei cibi contadini, restituendo un diritto espropriato". Poi è diventata una rete di comunità sparse in giro per il Paese che propone un'alternativa pratiche e rimette nelle mani delle persone una concreta sovranità alimentare. Adesso è anche un libro, edito con Terra Nuova Edizioniil resoconto anche fotografico di un viaggio fatto nel mondo di chi ha deciso di consumare criticamente, partendo dalla produzione agricola e arrivando nelle piazze delle città. Si chiama Genuino Clandestino, un vero e proprio movimento, che di anno in anno, coinvolge sempre più agricoltori, allevatori e consumatori.


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SOVRANITÀ ALIMENTARE -
L'idea è quella di costruire delle comunità territoriali in cui sia chi produce il cibo, sia chi lo consuma pensi che il sistema economico in cui viviamo ci abbia strappato dalle mani la "sovranità alimentare", ovvero il controllo consapevole nell'ambito della produzione e del consumo degli alimenti. Non a caso chi ha scritto il libro fa anche parte del movimento, come Roberta Borghesi, che insieme a Michela Potito, Michele Lapini e Sara Casna, hanno viaggiato per l'Italia incontrando i produttori e le realtà che ogni giorno danno vita a questo nuovo modello di consumo:
"E' un movimento che non ha portavoce né strutture gerarchiche, ma si è dato un manifesto di principi condivisi. Ogni anno ci si incontra due volte per ragionare sulle pratiche, dalla creazione dei mercati, alle forme di agricoltura, alle varie forme di garanzia partecipata. Insomma a tutti gli aspetti dalla produzione alla vendita che coinvolgono il movimento
spiega Roberta Borghesi.

CONTRO LE GRANDI OPERE
Se la terra è bene comune, il consumo di suolo e le grandi opere sono il primo nemico da fronteggiare:
"Le persone che abbiamo incontrato nel nostro viaggio sono anche coloro che lottano contro le varie nocività nei loro territori: dagli inceneritori, alla cementificazione, alle grandi opere. Per questo il movimento propone un modello di economia diverso, che tuteli la piccola produzione, il territorio e chi poi magia il prodotto, ma tutto partendo dal basso, dalle persone stesse, che sono il motore di questa rete. Tutti partecipano e definiscono le loro regole e i loro principi insieme
continua Borghesi.

Mentre si discuteva di Expo e Tav e si dava il via libera a ruspe, trivelle e cantieri con lo Sblocca Italia, contadini e consumatori hanno creato forme di resistenza quotidiana all’agrobusiness, alla green economy, alla logica del profitto che sfrutta terra e forza lavoro, che distrugge relazioni sociali e equilibri ecologici.
"L'idea è quella di creare un altro sistema in cui sono gli abitanti ad attivarsi per potersi riappropriare della propria sovranità alimentare, in contrapposizione rispetto al modello di economia che distrugge territori, consapevolezza e relazioni. Ci sono altre forme di fare alimentazione, noi vogliamo farle conoscere ma anche farle resistere e sostenerle".
PICCOLE AZIENDE CHE RESISTONO -
Questo è anche un modo per far fronte alla crisi, visto che molto spesso chi fa parte della rete di Genuino Clandestino ha una piccola o piccolissima azienda agricola:
"Dando valore anche politico al prodotto si riesce a resistere. In più si rivendica la possibilità di vivere in una campagna che possa, col tempo, stare meglio". 
EXPO? NO, PER NIENTE -
C'è tutta un'altra Italia che si muove in direzione ostinata e contraria nel modo di intendere l'alimentazione e l'agricoltura di Expo 2015:
"Expo ha una dimensione mediatica e comunicativa: nella pratica per nutrire il pianeta cementifica e e in modo poco trasparente, truccando gli appalti. Porta poi come esempio le multinazionali, che brevettano le sementi, costringono a un aumento dell'uso dei pesticidi e di diserbanti. Questo sistema agricolo ed economico distrugge salute, territori e relazioni. Le reti che aderiscono a Genuino Clandestino e costruiscono filiere alternative e comunità del cibo, nella dimensione "micro" economica praticano coerentemente questi princìpi e danno vita a una concreta sovranità alimentare
sottolinea Roberta Borghesi.

Il libro (che uscirà il 27 febbraio e verrà presentato a Firenze lo stesso giorno) è stato un viaggio tra queste relazioni, un modo per uscire dalla propria situazione e andare a vedere da vicino cosa significa costruire questo modello di consumo e produzione:
"Vorremmo far conoscere quest'esperienza tutti: a chi fa la spesa al supermercato senza sapere cosa mangia, a chi sta pensando di tornare a coltivare la terra del nonno e ancora non ha avuto il coraggio di farlo, a chi si fa delle domande su questo. Conoscere e vivere la vita delle persone, le loro scelte è il modo migliore per non assumersi passivamente quello che viene detto da enti di settore o normative, dietro cui spesso stanno solo gli interessi economici e politici delle grandi multinazionali
conclude Roberta Borghesi.


Selene Cilluffo

fonte: http://www.today.it/cronaca/genuino-clandestino-libro-expo.html 

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