venerdì 20 febbraio 2015

Neorurali

casa paglia

Di noi dicono che siamo strani, forse perché non passiamo il pomeriggio al bar a giocare alla passatella. 

Dicono che suscitiamo l’ilarità degli abitanti del paese, forse perché preferiamo fare attività fisica lavorando la terra con le mani piuttosto che pedalare su una biciletta statica in palestra. Dicono che siamo estremisti, forse perché preferiamo andare a piedi invece di usare la macchina per spostarci di un chilometro. Dicono che siamo dei sognatori e la nostra è solo un’utopia, forse perché pensiamo che lo sviluppo tecnologico che ha raggiunto l’essere umano è sufficiente a permetterci di vivere liberi nel benessere e non schiavizzati dal profitto.

Siamo quelli che hanno scelto di auto-costruirsi una casa di paglia e vivere circondati dal verde invece che in un lussuoso appartamento in cemento armato al centro di Babilonia.  Abbiamo scelto di vivere lentamente ad un ritmo naturale invece di correre freneticamente tutto il giorno per potere accumulare oggetti futili ed inutili.

Ci battiamo  per la salvaguardia dell’ambiente piuttosto che per la sua distruzione. Siamo quelli che ancora si emozionano davanti al tramonto, che gioiscono davanti un fiore che sboccia e che si incuriosiscono davanti ad un insetto mai visto prima.  Siamo quelli che vivono per scelta e non per caso. Abbiamo scelto di essere utili invece di essere utilizzati.
organic 

Preferiamo coltivare le insalate invece di comprare i Big mac. Preferiamo allevare galline e conigli e all’occasione sacrificarli, invece di alimentare il business delle fabbriche di carne.

Usiamo la permacultura per progettare spazi ecosostenibili e coltiviamo la terra in maniera naturale, come si è fatto per millenni. Non cospargiamo i campi di veleni ma nutriamo le piante con il letame. Preferiamo le consociazioni tra  le piante alle monocolture. Recuperiamo le varietà di piante antiche  soppresse dai mercati globalizzati e ne custodiamo i semi.

Non coltiviamo per produrre soldi, noi coltiviamo un futuro sostenibile e nello stesso tempo otteniamo cibo biologico altamente nutriente e di prima qualità.

Per procurarci ciò di cui abbiamo bisogno, quando è possibile, preferiamo  usare le monete locali, il baratto, il dono, l’intercambio di conoscenze ed esperienze piuttosto che l’euro. La natura è generosa ed abbondante e le produzioni che eccedono il nostro fabbisogno preferiamo venderle ai gruppi di acquisto solidali e nei mercatini locali, dove viene riconosciuto il giusto valore dei nostri prodotti, piuttosto che nei grandi mercati globali dove la preziosità del nostro lavoro viene sminuita a vantaggio del profitto delle grandi multinazionali.

Usiamo internet per fare rete ed organizzarci con associazioni di volontariato (WWOOF, HELPX, THE POOSH etc.).  Ristrutturiamo e ripopoliamo  borghi abbandonati, formiamo comunità e gruppi di acquisto terreni (GAT). Costruiamo ecovillaggi e portiamo avanti progetti di agricoltura sociale, perché sappiamo che la collaborazione e la cooperazione funzionano molto meglio della competizione.

Preferiamo raccogliere ed usare l’acqua piovana che cade sui nostri tetti, invece di canalizzarla e disperderla nella rete fognaria. Limitiamo l’uso dell’acqua dell’acquedotto piena di cloro, fluoruri e a volte anche arsenico.

Ci basiamo sulle più moderne conoscenze scientifiche e limitiamo l’uso dell’elettricità della rete. Cerchiamo di produrre l’energia di cui abbiamo bisogno con il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa.
Siamo circondati dalle “erbacce”, noi le chiamiamo biodiversità e pensiamo che siano una preziosa risorsa e non una “porcheria” da sopprimere con il diserbante.

Non compriamo in farmacia le copie sintetiche dei principi attivi naturali ma andiamo nel bosco e nei prati a raccogliere piante medicinali che contengono i principi attivi originali e che madre natura ci offre gratuitamente.

zona comfort 
Non possediamo una televisione, non ci interessa guardarla. Usiamo i computers e siamo aggiornati ed informati. Preferiamo passare la serata davanti  a un fuoco e una chitarra piuttosto che rimbambirci davanti alla tv.

Produciamo pochissimi rifiuti, ci piace riciclare e riutilizzare. Cerchiamo di essere creativi e di trasformare i rifiuti in risorse, l’argilla e il legno in oggetti utili e funzionali.

Non abbiamo bisogno di dare un senso alle nostre vite esprimendole in termini di consumo.

Non abbiamo bisogno di fare shopping per sopprimere la noia e quel senso di vuoto comune alla maggior parte degli occidentali… la nostra vita ha un senso e basta!
“Le persone non stanno più a piedi nudi sulla terra. Le loro mani si sono allontanate dall’erba e dai fiori, non guardano il cielo e sono sordi ai canti degli uccelli, le loro narici sono diventate insensibili a causa dei fumi dei tubi di scappamento, le loro lingue e il palato hanno dimenticato i sapori semplici della natura. I cinque sensi si sono sviluppati isolati dall’ordine naturale delle cose. La gente si è allontanata due o tre scalini dall’essere davvero umani. Il vero godimento e le delizie dell’uomo erano un estasi naturale. Questo esiste solo nella natura e svanisce lontano dalla terra. Un ambiente naturale non può esistere fuori dalla natura e così l’agricoltura dovrebbe essere il fondamento della vita. Il ritorno della gente al campo per coltivare la terra e creare villaggi di esseri umani veri è il cammino da seguire per la creazione di città e nazioni ideali.”   - Masanobu Fukuoka -
catene mentaliQuando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, noi costruiamo mulini a vento. Siamo quelli che hanno scelto di rioccupare le campagne e rivalorizzare l’ambiente rurale. Siamo gli ultimi “alieni” arrivati su questo pianeta. Siamo quelli che stanno costruendo l’alterrnativa anche per te…

Per te,  che parli di rivoluzione sorseggiando mojitos nei baretti anarco-capitalisti del centro.

Per i tuoi figli, per i tuoi nipoti e anche per te che scendi in piazza a protestare contro il sistema ma poi non cambi nemmeno una virgola del tuo stile di vita consumista e capitalista.

Siamo quelli che hanno scelto di fare, prima di parlare…

Siamo quelli che chiamano i Neorurali.


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