La
partita finale in Ucraina sembra affermarsi. Il resoconto tedesco sulla
riunione dei ministri degli Esteri del ‘Formato Normandia’ a Berlino
sigla una nota positiva. ‘Progressi significativi’; ‘meno conflittuale’;
‘progressi in alcune cose importanti’; ‘molto vicino’; ‘ora va
ulteriormente consolidato e assicurato’, sono le significative
espressioni usate dal ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter
Steinmeier alla conferenza stampa. (RFERL) Come mai tanto ottimismo?
Alcune spiegazioni, prima. Torniamo a Vladivostok nell’Estremo Oriente
russo, al 4 settembre, in occasione dell’Eastern Economic Forum. Tre
importanti accordi energetici sono stati siglati quel giorno tra la
Gazprom e partner europei:
Un accordo tra azionisti sul gasdotto Nord 2, formando un consorzio tra Gazprom (Russia), E.ON e BASF/Wintershall (Germania), OMV (Austria), Engie (Francia) e Royal Dutch Shell (Regno Unito/Olanda );
Firma di un accordo su progetti a lungo termine tra Gazprom e OMV in cui il gigante energetico austriaco acquisisce una partecipazione nei campi petroliferi in Siberia in cambio di una quota delle sue attività in Europa al partner russo;
Gazprom firma un enorme accordo di scambio con Wintershall, filiale della BASF in Germania, per cui i tedeschi acquisiscono una partecipazione nei giacimenti petroliferi siberiani in cambio della quota russa nelle operazioni nel Mare del Nord e il pieno controllo di un hub gasifero in Germania con il maggior impianto sotterraneo di stoccaggio del gas in Europa occidentale.
Ora, cosa questi accordi energetici hanno a che fare con l’Ucraina?
Difatti, tutto. La rivista Newsweek sottotitola la storia in modo
appropriato: Dimenticare l’Ucraina. Sono affari tra Europa e Russia In poche parole, gli accordi energetici hanno il seguente significato:
I principali Paesi europei riavviano, approfondendo e ampliando, i
rapporti energetici con la Russia, in particolare la Germania, ignorando
le sanzioni occidentali contro la Russia imposte l’anno scorso per la
questione ucraina. Per lo meno, sembrano anticipare l’epoca
post-sanzioni nel prossimo futuro.
Nonostante il clamore in Europa sulla riduzione dei rapporti energetici con la Russia, sembra invece accadere l’opposto. Europa e Russia rafforzano l’interdipendenza.
Anche se la Russia ha una politica energetica ‘Volta a Est’ con particolare attenzione alla Cina, la cooperazione energetica con l’Europa è ancora la gallina dalle uova d’oro. Il mercato europeo è per le major petrolifere molto più redditizio e gli europei hanno una tecnologia avanzata.
Le maggiori potenze europee utilizzeranno la loro influenza a Bruxelles per piegare le regole della concorrenza dell’UE a favore di Gazprom, perché la reciprocità è necessaria quando la Russia si apre ai progetti energetici. Il gasdotto Nord 2 in realtà riguarda solo l’Ucraina, bypassandola, storicamente percorso dei gasdotti russi verso l’Europa. L’Ucraina non può più ricattare Russia ed Europa, e inoltre non vuole le forniture russe, sottolineando il comportamento anticonformista dell’Ucraina. Tra l’altro, Nord 2 da 55 miliardi di metri cubi trasporterà il gas russo dai vasti giacimenti gasiferi di Jamal alla Gran Bretagna. Non sorprende che la Kiev ‘pro-USA’ sia furiosa, come la Polonia, ma i principali Paesi della ‘Vecchia Europa’ hanno le proprie priorità. La Polonia è l’alleata numero uno gli Stati Uniti nell’Europa centrale nella crisi ucraina.
Passiamo a Donetsk, nel Donbas (la regione orientale filo-russa dell’Ucraina). Il 9 settembre la figura di spicco della città ribelle dell’Ucraina orientale, Andrej Purgin, viene improvvisamente destituito dalla leadership legislativa separatista. Purgin viene ovviamente ‘epurato’ e attribuisce la sua caduta a un ‘intrigo’, ma non dice di più. Purgin era della ‘linea dura’ che chiedeva l’annessione dei territori ribelli alla Russia, cosa cui Mosca è contraria. D’altra parte, finché Purgin aveva un ruolo di leadership, il regolare svolgimento delle elezioni locali previste il prossimo mese, come previsto nel quadro dell’accordo di Minsk, sarebbero state problematiche. Naturalmente il nuovo leader Denis Pushilin, che ha sostituito Purgin, è noto essere vicino Mosca e ci si può aspettare svolga un ruolo positivo se il dialogo dovesse iniziare tra Donetsk e Kiev, cosa che vuole Mosca. (AP)
Così il quadro è un po’ chiaro. La leadership estremista di Purgin è
stata sostituita, coincidendo con la fine dei combattimenti, preparando
il terreno a una nuova fase, augurandosi i negoziati tra Kiev e le
regioni separatiste. L’influenza di Mosca sulla leadership di Donetsk è
stata rifinita di conseguenza. In sintesi, serie discussioni politiche
intra-ucraine potrebbero iniziare al più presto. In concomitanza con il
passaggio a una leadership dei ribelli ‘moderata’, il presidente russo
Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica il 9 settembre con
gli omologhi nel quadro del ‘Formato Normandia’, Germania, Francia e
Ucraina, riesaminando la situazione in Ucraina e discutendo l’ulteriore
attuazione dell’accordo di Minsk. Il Cremlino dice: “Una particolare attenzione è data all’attuazione delle disposizioni politiche degli accordi di Minsk, in primo luogo effettuando la riforma costituzionale dell’Ucraina, tra cui una legge a statuto speciale per le regioni del Donbas, nonché l’organizzazione di elezioni locali e l’adozione di un’amnistia. A questo proposito Vladimir Putin ancora una volta ha sottolineato la necessità del dialogo diretto a tutti gli effetti tra le autorità di Kiev e i rappresentanti del sud-est ucraino“.
I quattro leader si sono dati appuntamento a Parigi per il 2 ottobre.
L’incontro di Berlino tra i ministri degli Esteri ha ovviamente
preparato il terreno del vertice di Parigi. Chiaramente, le tendenze
puntano su una direzione positiva. Putin ha ripetuto le aspettative
russe a una conferenza con i media a Jalta, Crimea, facendo capire che,
nonostante il parere popolare nel Donbas favorevole all’annessione della
Russia, Mosca vuole un’Ucraina unita comprendente la regione
separatista, secondo il quadro dell’accordo di Minsk. Ha ripetuto la
domanda russa che Kiev e la leadership separatista del Donbas abbiano
colloqui diretti e che Kiev debba attuare la nuova normativa concedendo
lo “statuto speciale” alla regione separatista. E’ anche stato
conciliante sulle forniture di gas all’Ucraina per l’inverno prossimo.
Tuttavia, il cavillo è da un’altra parte. Gli USA non fanno parte del
Formato Normandia e non sono vincolati dalle loro discussioni. Kiev è
praticamente sotto loro controllo. Resta da vedere se i neoconservatori e
i russofobi che guidano la politica degli Stati Uniti in Ucraina
getteranno la spugna rinunciando. L’aggressiva assistente del segretario
di Stato Victoria Nuland, accompagnata dal famoso guerriero freddo
Strobe Talbott (che era capo dell’amministrazione di Bill Clinton), sono
atterrati a Kiev nel fine settimana per un viaggio di 3 giorni.
La loro
missione sarebbe raffinare la struttura di potere a Kiev nel periodo
cruciale precedente l’inizio delle discussioni politiche. Inoltre è
stato detto che un ex-dipendente del dipartimento di Stato potrebbe
essere nominato primo ministro dell’Ucraina. In ogni caso, il duo
Nuland-Talbott dovrà garantirsi che i candidati statunitensi detengano
tutti i posti chiave di Kiev così che, quando il processo del Formato
Normandia si avvia e un nuovo clima di cooperazione emerga tra Russia e
le maggiori potenze europee, la leadership di Kiev resti ancora
saldamente sotto il controllo di Washington e la ‘strategia del
contenimento’ degli Stati Uniti contro la Russia non sia in pericolo. A
dire il vero, Washington non avrebbe gradito le notizie da Vladivostok.
I
segni della ripresa della cooperazione russo-tedesca, in particolare,
preoccupano i neocon dell’amministrazione Obama. Significativamente
Germania e Russia sembrano avere la stessa posizione sull’accelerazione
della ricerca di una soluzione politica in Siria. Il problema dei
rifugiati siriani è una questione importante per la Germania. Influenti
politici tedeschi hanno chiesto che la Russia partecipi alla risoluzione
del conflitto siriano.
MK Bhadrakumar, Indian Punchline, 13 settembre 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/09/14/le-tensioni-si-allentano-in-ucraina-ma-non-negli-usa/


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