venerdì 15 luglio 2016

Fmi, minacce sul referendum: se non votate Sì, sarà l’Apocalisse


Dopo Confindustria, anche Fmi fa capire che, se al referendum costituzionale non dovesse vincere il Sì (come dicono i sondaggi), potrebbe finire malissimo. Avrete forse visto la slide in cui Confindustria, con precisione svizzera, prevede il calo del Pil, l’aumento dei poveri e la diminuzione degli occupati in caso di vittoria del No al referendum di ottobre.

Fmi preferisce muoversi in modo più “diplomatico”: intanto, parlando di Brexit, dal Fondo Monetario Internazionale ci fanno sapere che l’uscita dell’Inghilterra dall’Ue costerà all’Italia 20 anni di recessione, la quale potrebbe vedere una fine solo nel 2025. Un po’ come a dire: “Vedete cosa succede quando le decisioni importanti le prende il popolo ignorante, invece di dar retta agli esperti?”. FTSE Mib calato del 9%, valore delle banche precipitato del 25%,  Pil 2016 previsto al di sotto dell’1%: tutta colpa di questa stupida democrazia!

Oltre a questo bilancio catastrofico, Fmi ha avvertito in modo velato ed educatissimo che l’esito del referendum confermativo potrebbe avere ripercussioni ancora peggiori, rispetto alla Brexit, sull’economia del nostro Paese.

Fmi ammette che spetta al popolo italiano scegliere se accettare la riforma costituzionale. Ma poi spiega anche che, se dovesse vincere il No, andrebbero persi “elementi importanti” per snellire i processi decisionali delle istituzioni, potrebbe esserci più instabilità e, quindi, Fmi – suo malgrado – sarebbe costretto a constatare l’outlook negativo della nostra economia. Aprendo le porte alle barbare orde di speculatori finanziari, pronti a spolpare il nostro paese.

Insomma, questi signori della Troika (Ue-Bce-Fmi) la democrazia non la sopportano proprio: con la Grecia gli era riuscito di sputare in faccia al volere popolare del referendum, convincendo Tsipras a piegarsi al loro volere, ignorando l'”OXI” scelto dai cittadini greci. Ma con la Brexit la situazione gli è sfuggita proprio di mano: a dispetto del terrorismo informativo dispiegato, e alla disinformazione che non si è fermata neanche dopo la vittoria della Brexit, i cittadini inglesi hanno scelto di starsene per i fatti loro. Vedremo se il prossimo Premier inglese metterà in atto la volontà popolare oppure si farà sottomettere come uno Tsipras qualsiasi.

Intanto, se proprio vi serviva un motivo in più per votare No al referendum costituzionale, l’avete trovato: sapere che Confindustria e Fmi cercano di spaventarvi per costringervi a votare Sì, è una ragione più che sufficiente per votare convintamente No. Lo snellimento dei processi decisionali di cui parlano, potrebbe portare a ulteriori modifiche costituzionali, di certo non a favore dei cittadini, bensì dell’élite che decide ai piani alti dell’establishment. E gli obiettivi possono essere tanti, tutti tesi a diminuire il perimetro democratico, a togliere diritti ai lavoratori, a criminalizzare il dissenso, la protesta e gli scioperi, infine a mettere le mani sul vero bottino che interessa a questi signori: i risparmi privati degli italiani.



§§§§§§§§§§

Renzi blinda la poltrona: referendum a novembre ma se perdo non lascio

Ora il premier non parla più di dimissioni e anticipa la data del voto: può essere il 6.
Lo «spacchettamento» del referendum costituzionale in più quesiti? «Non sta in piedi». Matteo Renzi mette la definitiva pietra tombale sulla scombiccherata proposta (cucinata dai Radicali Italiani) di smembrare la riforma in vari capitoli sottoponendo ciascuno al Sì o No degli elettori. (Il Giornale)
Come vi predissi mesi fa, il referendum costituzionale costituisce un problema per gli USA e la massoneria. Non sanno cosa fare.

Il loro problema è eliminare le province, i piccoli comuni e le comunità montane, (come da programma Cottarelli e M5S) per impedire agli enti locali di opporsi all’immissione coatta di milioni di africani a arabi a godere della droga di stato, il wi-fi libero e l’insegnamento della lingua inglese. Tutto finanziato dal “reddito di cittadinanza” pentastellato.

I costi della politica romana rimarrebbero immutati e pure i costi della politica locale, verrebbero solo eliminate le elezioni provinciali e del senato che è il solo ed unico obbiettivo.

La riforma non prevede alcuna responsabilità dei magistrati che non applicano le leggi, nessuna rivalsa, nemmeno sui famigliari, sui politici che rubano. Oggi, come dopo il referendum, se un deputato ruba un milione di euro e li versa sul conto della moglie alle Seychelles, se gli va proprio male, gli tolgono la scorta (forse neanche il saluto).

La “sparata” di Trump contro Salvini appena prima delle elezioni amministrative ha dato il via libera  alla CIA per l’assassinio di Buonanno come monito a chi si oppone al TTIP e ai “migranti”.

Renzi ora vorrebbe tenere la consultazione il 6 novembre in concomitanza con le elezioni presidenziali in USA. Non è un caso. Forse il suo spin doctor americano gli ha ordinato questo, escogitando come alterare il risultato al pari delle presidenziali in Austria.

La Casa Bianca vorrebbe mettere subito Di Maio a palazzo Chigi, come vi ho già anticipato, per fare passare in fretta, Ius soli, e poteri devoluti alla UE ma l’architettura istituzionale italiana lo impedisce senza nuove elezioni politiche.

In tal caso, pure non sarebbe garantita la vittoria M5S in quanto, su tutti i temi scottanti, i grillini si tengono ben abbottonati per non scoprirsi agenti del NWO.

Per cui, siamo all’empasse. E buona notte al secchio.


fonte: https://pianetax.wordpress.com/2016/07/12/renzi-blinda-la-poltrona-referendum-a-novembre-ma-se-perdo-non-lascio/  

Nessun commento:

Posta un commento