Akhmed Chataev: freedom fighter, informatore del governo e terroristi ricercato
I
primi dettagli cominciano ad emergere sull’attentato dello Stato
islamico all’aeroporto Atatürk d’Istanbul che provocato almeno 44 morti e
più di 230 feriti. Un alto funzionario del governo turco annunciava che
tre attentatori suicidi erano cittadini di Russia, Uzbekistan e
Kirghizistan. [1] Il giornale filo-governativo turco Yeni Safak citava
la polizia secondo cui 8 terroristi erano coinvolti. 3 furono uccisi,
uno arrestato ed altri 4 ricercati. Secondo Yeni Safak, il noto capo
ceceno dello Stato islamico Akhmed Chataev ha organizzato l’attentato
mortale. [2]
I funzionari turchi non hanno confermato immediatamente il
coinvolgimento di Chataev, ma una fonte della polizia turca vicina alle
indagini ha detto ad NBC News che Chataev sarebbe il pianificatore
dell’attacco. [3] La polizia turca riferiva di aver lanciato la caccia
all’uomo per catturare il capo terrorista ceceno. [4] I governi e i
media occidentali si arrabattono nel spiegare perché respinsero gli
avvertimenti russi su Chataev proteggendolo per molti anni, nonostante
una lunga serie di reati connessi al terrorismo. Akhmed Chataev attrasse
l’attenzione delle autorità russe quando fu catturato durante la
seconda guerra cecena alla fine degli anni ’90.
A seconda a chi si vuole
credere, Chataev perse il braccio destro a causa di una ferita nei
combattimenti o per le torture dopo il suo arresto. Le circostanze della
sua liberazione rimangono poco chiare, inducendo The Interpreter di Radio Free Europe/Radio Liberty
(cioè CIA e Gladio – NdT) a suggerire che Chataev sarebbe stato
reclutato come informatore o agente russo. [5]
A giudicare dalle azioni
al momento del rilascio, ciò appare improbabile. Chataev lasciò la
Russia nel 2001 e trovò rifugio in Azerbaigian [6] come molti altri
ceceni “combattenti per la libertà”. [7] Ciò va spiegato col fatto che
l’Azerbaigian fu un canale principale delle operazioni di ‘Gladio-B’ di
USA-NATO nella regione. L’altro canale principale è la Turchia [8]. La
reale portata del coinvolgimento di Stati Uniti e NATO nella lotta per
l’indipendenza cecena è ancora un segreto ben custodito, ma la storia di
Chataev illumina le dubbie macchinazioni occidentali che hanno
alimentato il terrorismo in Russia e altrove.
Nel 2003, “Akhmed senzaunbraccio” si trasferisce in Austria, dove ebbe asilo e ricevette la cittadinanza. Pur godendo dell’ospitalità austriaca, Chataev usò ampiamente il suo nuovo passaporto “viaggiando liberamente in Europa e altrove“. I media russi indicano che Chataev era ricercato dalle autorità russe fin dal 2003 con l’accusa di reclutamento di combattenti e raccolta di fondi per l’insurrezione nel Caucaso settentrionale. Secondo fonti sui gruppi islamici ceceni, tale compito gli fu assegnato da nientemeno che l’emiro del Caucaso Doku Umarov. [9] Né la stretta connessione di Chataev con Umarov, né i suoi crimini sembravano infastidire nessuno in occidente. La Russia cercò ripetutamente di estradarlo, senza alcun risultato. Nel 2008, “Akhmed senzaunbraccio” fece notizia in Svezia. Fu arrestato e condannato a 16 mesi di carcere per contrabbando di un’arma automatica e due pistole con munizioni e silenziatori.
Chataev era
arrivato in traghetto dalla Germania, insieme ad altri due ceceni. Disse
alle autorità svedesi che erano andati in Norvegia per andare a pescare
e negò di saperne nulla delle armi nascoste nella ruota di scorta nel
bagagliaio della sua auto. Chataev fu condannato nel marzo 2008 e
rilasciato nel gennaio 2009. [10] Pochi mesi dopo continuò il suo tour
nelle carceri europee in Ucraina. Le autorità ucraine l’arrestarono su
richiesta della Russia. La Russia ne chiese l’estradizione ma la Corte
dei diritti dell’uomo ed Amnesty International intervennero, ricordando
al governo ucraino che il sospetto terrorista ricercato aveva lo status
di rifugiato in Austria. [11]
Invece di godersi la vita a Vienna,
Chataev si mise nei guai in Bulgaria. Nell’estate del 2011 fu arrestato
al confine bulgaro tentando di passare in Turchia. Un tribunale bulgaro
decise di estradarlo in Russia, ma Chataev fece ricorso e giocò la carta
dei rifugiati, con successo [12]. In seguito, il fido famiglio di
Umarov si stabilì in Georgia, dove fu assunto dall’allora viceministro
dell’Interno Giorgi Lortkipanidze per i suoi ottimi collegamenti con
l’insurrezione nel Caucaso settentrionale. In un’intervista esclusiva
con The Daily Beast,
Lortkipanidze
fece del suo meglio per nascondere ciò che realmente accadde in Georgia
e quale ruolo Chataev giocò. Affermò di averlo reclutato come
informatore e negoziatore tra il governo georgiano e la rete clandestina
islamica del Caucaso del Nord per impedire attacchi terroristici in
Georgia. Lortkipanidze disse al Daily Beast che era contento del lavoro
di Chataev fin quando si rifiutò di fermare un gruppo di terroristi che
cercava di passare dalla Georgia alla Russia. [13] L’ex-viceministro
degli Interni della Georgia si riferiva al cosiddetto incidente di
Lopota dell’agosto 2012, ma per qualche ragione non disse che
l’incidente svelò il programma di addestramento segreto governativo dei
terroristi ceceni. Un’indagine sugli scontri nella gola di Lopota del
difensore pubblico Ucha Nanuashvili portò alla luce informazioni
esplosive:
“Secondo il rapporto, nel febbraio 2012 alti funzionari del ministero degli Interni georgiano contattarono alcuni dei “veterani della guerra in Cecenia”, nonché rappresentanti dei ceceni che vivono in Europa, per convincerli che le autorità georgiane erano pronte ad armarli attraverso il “cosiddetto corridoio”, una via per infiltrarsi nel Caucaso settentrionale della Russia dalla Georgia. Tali sforzi, secondo il rapporto, portarono dall’Europa circa 120 ceceni e altri nativi del Caucaso del Nord in Georgia. “Appartamenti gli furono affittati in vari quartieri di Tbilisi, soprattutto nel distretto di Saburtalo”, si legge nella relazione, aggiungendo che i funzionari del ministero dell’Interno li accoglievano all’aeroporto di Tbilisi dandogli armi da fuoco e patenti di guida“.
Ufficiali georgiani e
“militanti ceceni dalla grande esperienza nei combattimenti”
addestravano le reclute cecene nelle basi militari di Shavnabada e
Vaziani vicino Tbilisi. Ci sono prove che suggeriscono che Akhmed
Chataev ne fosse coinvolto. Il rapporto di Nanuashvili dice che
Lortkipanidze coordinò il reclutamento e l’addestramento, spiegando il
motivo per cui non disse a The Daily Beast tutta la verità sul
lavoro di Chataev per il governo georgiano. Secondo le fonti di
Nanuashvili, i ceceni divennero impazienti perché l’addestramento
prendeva più tempo del previsto e chiesero di passare il confine con la
Russia.
Ma dopo l’arrivo nella gola di Lopota, ai combattenti fu
impedito di entrare in Russia e gli fu detto di cedere le armi prima di
tornare nella base militare o nella valle del Pankisi. [14] Chataev
sarebbe stato uno dei “ceceni autorevoli” inviati a mediare dopo che i
combattenti ceceni si rifiutarono di deporre le armi. I colloqui non
produssero alcun risultato e Chataev venne ferito negli scontri che
seguirono. Le forze di sicurezza georgiane l’arrestarono pochi giorni
dopo. La gamba ferita dovette essere amputata e fu accusato di possesso
illegale di due bombe a mano. La Russia chiese ancora una volta
l’estradizione di Chataev, con lo stesso risultato. Nel dicembre 2012,
Chataev fu rilasciato su cauzione e il procuratore georgiano infine
lasciò cadere le accuse un mese dopo. [15]
L’ex-presidente Mikheil
Saakashvili e il suo Movimento Nazionale Unito (UNM) sfruttano tale
fatto dopo l’attacco all’aeroporto di Istanbul per regolare i conti.
Saakashvili ha sottolineato che Chataev fu arrestato dal suo governo in
un’operazione antiterrorismo condotta da Lortkipanidze, e si lamenta
che, dopo il cambio di governo, “il nuovo governo georgiano, guidato dall’oligarca russo Ivanishvili, l’abbia prontamente liberato”.
[16] L’ex-capo georgiano omette di menzionare che il suo stretto
collaboratore Lortkipanidze era a capo di un programma di addestramento
segreto governativo dei terroristi ceceni e che Chataev vi lavorava.
Lortkipanidze poi fuggì dalla Georgia accusato della debacle di Lopota,
seguendo il suo vecchio capo Saakashvili in Ucraina. [17]
Oltre a Chataev, nove terroristi ceceni sopravvissero agli scontri del
2012. Furono autorizzati a lasciare il Paese qualche giorno dopo e il
ministero dell’Interno georgiano gli aiutò a recarsi in Turchia. [18] La
Turchia è la meta preferita di molti “combattenti per la libertà”
ceceni e Chataev non fa eccezione. Secondo l’agenzia stampa russa
indipendente Caucasian Knot, visse in Turchia tra il 2012 e il 2015.
Durante questo periodo fu in contatto diretto con un capo dello Stato
islamico, Tarkhan Batirashvili, uomo dalla storia simile alla sua [19].
Dopo aver essere stato rappresentante dell’emirato del Caucaso in
Turchia, Chataev si sarebbe unito allo SIIL nel 2014. [20] Già nel
gennaio 2015 “una fonte affidabile d’Istanbul” disse ai media georgiani
che Chataev organizzava il viaggio delle reclute dalla valle del Pankisi
in Georgia alla Siria. [21] Un mese dopo, Chataev tolse gli ultimi
dubbi sulle sue attività apparendo in un video come capo del battaglione
Yarmuq, battaglione ceceno dello SIIL formato da jihadisti russofoni.
[22]
Ad agosto, i servizi di sicurezza russi identificarono “Akhmet
senzaunbraccio” come principale reclutatore di cittadini russi per lo
Stato islamico. [23] Nell’ottobre 2015, il governo degli Stati Uniti,
infine basandosi sul video di febbraio, aggiunse Chataev alla sua lista
globale dei terroristi appositamente designati. [24] Nel giro di pochi
anni, Chataev passò da lavorare per il governo georgiano sostenuto dagli
Stati Uniti, godendo della protezione occidentale, a uno dei terroristi
più ricercati, nonostante non avesse quasi cambiato comportamento.
La
maggiore differenza è che le sue attività non si limitavano più alla
Russia. Il fatto che Akhmed Chataev ora appaia al centro delle indagini
sull’attacco all’aeroporto d’Istanbul solleva molte domande scomode, a
cui i governi occidentali hanno molto su cui rispondere.
Christoph Germann BFP 3 luglio 2016
Christoph Germann è un analista indipendente e ricercatore tedesco, dove
attualmente studia scienze politiche. Il suo lavoro si concentra sul
Nuovo Grande Gioco in Asia centrale e Caucaso.
Note
[1] Humeyra Pamuk e Daren Butler, “Istanbul airport bombers were Russian, Uzbek, Kyrgyz: Turkish official”, Reuters, 30 giugno 2016
[2] “Russian national identified as a suicide bomber in Istanbul airport attack”, Yeni Safak, 30 giugno 2016
[3] William M. Arkin, Mansur Mirovalev and Corky Siemaszko, “Chechen Akhmed Chatayev Is Called Suspected Planner of Istanbul Attack”, NBC News, 1 luglio 2016
[4] Dominique Soguel and Suzan Fraser, “Attention in Istanbul bombing focused on Chechen extremist”, The Associated Press, 1 luglio 2016
[5] Catherine A. Fitzpatrick, “Russian Press Claims Alleged Mastermind of Istanbul Attacks Was Detained For Terrorism In Four Countries But Was Let Go”, The Interpreter, 30 giugno 2016
[6] Nino Burchuladze, “‘Ahmed One-Arm’ – The man who sends Jihadists from Pankisi to Syria”, Georgian Journal, 31 gennaio 2015
[7] Sibel Edmonds, “BFP Exclusive: US-NATO-Chechen Militia Joint Operations Base”, Boiling Frogs Post, 22 novembre 2011
[8] Nafeez Ahmed, “Why was a Sunday Times report on US government ties to al-Qaeda chief spiked?”, Ceasefire Magazine, 17 maggio 2013
[9] Fatima Tlisova, “Chechen Suspected in Istanbul Attack, but Questions Remain”, Voice of America, 30 giugno 2016
[10] “The Latest: Tunisian town buries doctor killed in Istanbul”, The Associated Press, 1 luglio 2016
[11] “Ukraine: Ukraine obliged to halt extradition: Ahmed Chataev : Further information”, Amnesty International, 22 gennaio 2010
[12] “Bulgarian court refuses to hand over terror suspect to Russia”, Russia Today, 22 luglio 2011
[13] Anna Nemtsova, “Mastermind of Istanbul Airport Attack Had Been Georgian Informant, Official Says”, The Daily Beast, 1 luglio 2016
[14] “Public Defender Calls on MPs to Probe into Lopota Armed Clash”, Civil Georgia, 1 aprile 2013
[15] Liz Fuller, “President Again Denies Georgia Co-Opted Chechen Fighters”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 28 aprile 2013.
[16] Mikheil Saakashvili, Facebook, 30 giugno 2016
[17] “New head of Odessa Police escapes prosecution in Georgia”, Caucasian Knot, 17 giugno 2015
[18] Ibid., Civil Georgia.
[19] Ibid., Tlisova.
[20] “Details of Atatürk Airport attack planner emerge”, Yeni Safak, 2 luglio 2016
[21] Ibid., Burchuladze.
[22] Joanna Paraszczuk, “Russian Citizen Linked To Lopota Gorge Incident Now Heads IS Battalion In Syria”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 25 febbraio 2015
[23] Joanna Paraszczuk, “Main Russian IS Recruiter ‘Identified In Turkey,’ But Who Is One-Legged Akhmet?”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 10 agosto 2015
[24] “Treasury Sanctions Individuals Affiliated With Islamic State of Iraq and the Levant, and Caucasus Emirate”, U.S. Department of the Treasury, 5 ottobre 2015.
[1] Humeyra Pamuk e Daren Butler, “Istanbul airport bombers were Russian, Uzbek, Kyrgyz: Turkish official”, Reuters, 30 giugno 2016
[2] “Russian national identified as a suicide bomber in Istanbul airport attack”, Yeni Safak, 30 giugno 2016
[3] William M. Arkin, Mansur Mirovalev and Corky Siemaszko, “Chechen Akhmed Chatayev Is Called Suspected Planner of Istanbul Attack”, NBC News, 1 luglio 2016
[4] Dominique Soguel and Suzan Fraser, “Attention in Istanbul bombing focused on Chechen extremist”, The Associated Press, 1 luglio 2016
[5] Catherine A. Fitzpatrick, “Russian Press Claims Alleged Mastermind of Istanbul Attacks Was Detained For Terrorism In Four Countries But Was Let Go”, The Interpreter, 30 giugno 2016
[6] Nino Burchuladze, “‘Ahmed One-Arm’ – The man who sends Jihadists from Pankisi to Syria”, Georgian Journal, 31 gennaio 2015
[7] Sibel Edmonds, “BFP Exclusive: US-NATO-Chechen Militia Joint Operations Base”, Boiling Frogs Post, 22 novembre 2011
[8] Nafeez Ahmed, “Why was a Sunday Times report on US government ties to al-Qaeda chief spiked?”, Ceasefire Magazine, 17 maggio 2013
[9] Fatima Tlisova, “Chechen Suspected in Istanbul Attack, but Questions Remain”, Voice of America, 30 giugno 2016
[10] “The Latest: Tunisian town buries doctor killed in Istanbul”, The Associated Press, 1 luglio 2016
[11] “Ukraine: Ukraine obliged to halt extradition: Ahmed Chataev : Further information”, Amnesty International, 22 gennaio 2010
[12] “Bulgarian court refuses to hand over terror suspect to Russia”, Russia Today, 22 luglio 2011
[13] Anna Nemtsova, “Mastermind of Istanbul Airport Attack Had Been Georgian Informant, Official Says”, The Daily Beast, 1 luglio 2016
[14] “Public Defender Calls on MPs to Probe into Lopota Armed Clash”, Civil Georgia, 1 aprile 2013
[15] Liz Fuller, “President Again Denies Georgia Co-Opted Chechen Fighters”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 28 aprile 2013.
[16] Mikheil Saakashvili, Facebook, 30 giugno 2016
[17] “New head of Odessa Police escapes prosecution in Georgia”, Caucasian Knot, 17 giugno 2015
[18] Ibid., Civil Georgia.
[19] Ibid., Tlisova.
[20] “Details of Atatürk Airport attack planner emerge”, Yeni Safak, 2 luglio 2016
[21] Ibid., Burchuladze.
[22] Joanna Paraszczuk, “Russian Citizen Linked To Lopota Gorge Incident Now Heads IS Battalion In Syria”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 25 febbraio 2015
[23] Joanna Paraszczuk, “Main Russian IS Recruiter ‘Identified In Turkey,’ But Who Is One-Legged Akhmet?”, Radio Free Europe/Radio Liberty, 10 agosto 2015
[24] “Treasury Sanctions Individuals Affiliated With Islamic State of Iraq and the Levant, and Caucasus Emirate”, U.S. Department of the Treasury, 5 ottobre 2015.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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