Eccoci ad uno degli interrogativi cruciali su cui siamo chiamati a riflettere in quest’epoca di transizione verso una Nuova Era di cambiamento. Già, proprio questa – “cambiamento” – è la parola chiave su cui s’imperniano le logiche opposte dei protagonisti: da una parte, la coscienza nascente di quelli che marciano spediti verso nuovi paradigmi sociali; dall’altra, il vecchio sistema i cui paradigmi si dice siano in caduta libera.
Esiste la possibilità che alcuni dei
cambiamenti che stiamo vivendo oggi non siano transienti verso la nuova
coscienza, ma siano solo simulazioni di vecchi paradigmi che cambiano
forma, travestendosi da futuristici e libertari ma rimanendo sempre
protesi all’asservimento dell’umanità? Se sì, come facciamo a
distinguere i cambiamenti verso l’autentico Nuovo dai semplici
“contentini” indotti dal sistema, specchietti per le allodole per i
risvegliati “newbie”, tanto facili agli entusiasmi?
Su questo snodo cruciale verte la
profonda riflessione di Viator (autore dell’articolo di cui state
leggendo la nostra prefazione) che ci accompagna in una ricerca per
distinguere le profonde differenze fra la natura della vera pace,
libertà e prosperità del genere umano dalla natura della falsa pace
controllata molto somigliante a quella che nel Libro dell’Apocalisse
precede anni di alienazione ben peggiori di quelle attuali. L’articolo
che segue è una campana “diversa” e forse scomoda, ma davvero utile per
affrontare il Nuovo che avanza armati degli “anticorpi” del
discernimento consapevole.
Tentati di rispondere a quello che forse è il quesito esistenziale più importante di questi tempi, diciamo che la differenza sta nella fonte della coscienza che muove il cambiamento.
Sono gli uomini, che assorbono le energie sovradimensionali, evolvono
in coscienza a livello individuale e manifestano un nuovo proposito
nella vita collettiva? O è una qualche forma di governo
istituzionalizzato che concede benignamente libertà a coloro che, ancora
in preda al dualismo, sono pronti a marciare trionfanti sulle ceneri di
un nemico che simula lo stato di morte apparente?
Dal punto di vista individuale il cambiamento sarà autonomo o eteronomo? Non può esservi VERO cambiamento a livello sociale se non c’è prima un cambiamento profondo nelle coscienze individuali.
Dovesse mancare questo requisito, allora siamo legittimati a guardare
con la necessaria cautela e il giusto discernimento – senza prediudizi,
nè in un senso nè nell’altro – a tutto ciò che nel mondo appare come
“nuovo”. È richiesto ai dotati di giusto senso di ponderazione di
guadagnare una maggior profondità analitica, basando le proprie
considerazioni non più solo sul “Cosa accade?” ma sul “Come accade?” e
soprattutto sui vari “Perchè accade?”.
Se la libertà fosse qualcosa da da
regalare, oggi sarebbe fruttuoso offrirla soltanto a coloro che sono
preparati a riceverla, coloro che l’hanno ricercata e desiderata e che,
dentro di sè, ne hanno già costruita un’immagine ben definita. Tanto più
lo strumento è potente, tanto più consapevole deve essere la mano che
deve maneggiarlo. L’emancipazione interiore della coscienza umana è la chiave per accedere ai Nuovi autentici paradigmi sociali.
E quando i nodi vengono al pettine, ci ritroviamo ancora una volta ad
ammettere che sia la coscienza umana il terreno migliore da coltivare
oggi.
È in quest’ottica che vi presentiamo il seguente monito dal titolo originale “10 contentini per i sudditi del Nuovo Mondo” tratto da www. anticorpi.info e raccogliamo volentieri il vostro pensiero nella sezione commenti.
Lòthlaurin
10 contentini per i sudditi del Nuovo Mondo
di Viator
Qualsiasi finta rivoluzione politica,
sociale, economica, tecnologica progettata e attuata dal Potere per
condurre il gregge da un punto A ad un punto B è stata ‘venduta’ alla
collettività tramite la concessione di apparenti benefici e conquiste
sociali che in seguito si rivelavano invariabilmente niente altro che contentini.
Nella antica Roma, il generale Marco
Licinio Crasso fingendo di combatterla orchestrò in prima persona la
rivolta degli schiavi, allo scopo di smantellare la vigente repubblica;
la rivolta, consumatasi con l’attivo supporto delle classi sociali più
umili, speranzose in un futuro più equo, contribuì in effetti a
provocare la caduta della repubblica, tuttavia finì per condurre ad una
dittatura… schiavistica.
La rivoluzione industriale donò alla
popolazione contentini quali la elettricità e l’acqua corrente, ma la
espropriò della vita libera a contatto con la natura, segregandola nel
grigiore delle città e assoggettandola al ricatto del debito.
La rivoluzione borghese introdusse il
contentino del voto democratico, con il quale le oligarchie attraverso i
fantocci dei rappresentanti eletti dal popolo si scrollarono di dosso
le responsabilità derivanti dalle loro azioni tiranniche. La rivoluzione
russa illuse i lavoratori di avere assunto il comando del loro paese,
ma finì per assoggettarli alla solita becera dittatura.
La rivoluzione fascista fece leva sul
legittimo malcontento e le ambizioni di una parte della nazione
italiana, promettendo un futuro di grandezza e prosperità, ma finì per
condurre alla instaurazione di una dittatura dai connotati hegeliani e
a scaraventare il Paese nella seconda grande guerra, provocando molte
tragiche conseguenze che continuano ad echeggiare nel presente. La
dittatura fascista poté inoltre essere facilmente demonizzata,
combattuta e spodestata dalle forze anglo-americane, che riuscirono a
legittimare la occupazione permanente di un paese sovrano (di elevata
rilevanza geopolitica) senza essere percepiti da opinione pubblica e
storiografia come invasori, bensì come salvatori, tutori della
democrazia. Successe allora con gli Alleati ed i partigiani, continua a
succedere oggi in Africa e Medio Oriente con la Nato ed i ‘ribelli’
delle varie primavere arabe.
Gli anni della contestazione giovanile e
del femminismo grazie ai contentini della emancipazione giovanile e
femminile diedero inizio alla opera di distruzione della famiglia
tradizionale (v. punto 7) e posero le basi degli attuali conflitti
generazionali (anche grazie al contributo della psicanalisi che tirò
fuori dal cilindro luoghi comuni come il ‘complesso di Edipo’) e
sessuali; crearono il cliché della ‘falsa ribellione’ ed indussero le
nuove generazioni a disprezzare i propri genitori per lasciarsi educare
dai miti propagati dal sistema dei mass media e della cultura pop.
Alla luce della gran mole di movimenti
attivistici e partiti politici sorti come funghi per descrivere e
anticipare una radicale soluzione di continuità rispetto al passato, e
degli effettivi cambiamenti che stanno stravolgendo il mondo occidentale
dopo decenni di sostanziale calma piatta, non è un delitto immaginare
che questa Nuova Era, all’atto della sua instaurazione, porterà con se
alcuni contentini sociali con cui chi comanda farà in modo di indorare
al cittadino medio la pillola dei ‘nuovi paradigmi’.
Proviamo a immaginare di cosa potrebbe trattarsi.
1. Democrazia Diretta
Ai
tempi della monarchia era sempre ben individuabile il responsabile
delle politiche di un paese. Quando le cose andavano male, la
popolazione poteva presentarsi – forconi alla mano – sotto il palazzo
reale. Quando le cose andavano male la esistenza del re e dei suoi reali
congiunti diventava molto difficoltosa; i semplici atti di cibarsi,
dormire o uscire di casa finivano per diventare una sorta di avventura
piena di insidie. Dunque gli stessi re nutrivano interesse affinché la
maggioranza dei sudditi non sviluppasse sentimenti di odio e repulsione
nei confronti dello status quo. Con la rivoluzione francese fu
introdotta la democrazia rappresentativa.
Da quel giorno ogni responsabilità
politica fu scaricata sui ‘rappresentanti’ del popolo, ed ogni
sentimento di odio e repulsione nei confronti dello status quo fu
dirottato per metà contro i governi espressi delle maggioranze
parlamentari, e per metà su quella parte di cittadinanza che con il
proprio voto (ovviamente segreto) aveva dato mandato a una precisa
fazione politica di governare il paese, fino a scadenza della
legislatura.
Ora, non è difficile immaginare che se si
instaurasse la tanto evocata ‘democrazia diretta’, le responsabilità
politiche di cui sopra cesserebbero di ricadere su qualcuno in
particolare, e finirebbero equamente distribuite su ogni singolo
cittadino; in altre parole, ricadrebbero su tutti e nessuno. Nessun
responsabile, dunque una grande libertà di manovra per chiunque fosse
eventualmente in grado – tramite la solita, ormai nota letale
combinazione di immoralità e capacità finanziaria – di manomettere gli esiti delle votazioni. Ecco a voi il divide et impera elevato alla ennesima potenza.
2. Reddito di Cittadinanza
Sempre
più frequentemente si fa riferimento alla istituzione di un reddito
minimo garantito per tutti i cittadini, compresi quelli che non
lavorano. Iniziativa condivisibile e auspicabile a condizione che non
contempli strani vincoli di fruibilità. Se – ad esempio – la fruizione
del reddito di cittadinanza fosse subordinata al possesso di una carta
di debito, di un chip NFC o un chip corporeo (per praticità
amministrativa), una simile innovazione perderebbe parte dei connotati
benigni tradendo una natura strumentale finalizzata alla soppressione
del contante, quindi allo asservimento ancora più netto del cittadino da
parte dei poteri finanziari.
3. Incandidabilità dei condannati
In
un mondo perfetto, la non candidabilità politica di chiunque si macchi
di gravi reati sarebbe sacrosanta. In un mondo come il nostro, per
natura dominato dalla paura e dalla avidità, una simile condizione
finirebbe inevitabilmente per favorire i soliti ignoti, dal momento che
ogni potere occulto degno di tal nome sarebbe del tutto in grado di
minacciare o corrompere il poliziotto o il magistrato compiacente di
turno affinché si adoperi per stroncare le velleità di ogni potenziale
candidato ‘scomodo’. Della serie: chi controlla i controllori? In
altre parole, ho il sospetto che chi si batte per la introduzione della
incandidabilità dei condannati stia lavorando inconsapevolmente per
facilitare la vita dei soliti ignoti.
4. Riduzione del numero dei parlamentari
Un’altra
battaglia politica attualmente in corso è quella circa la riduzione dei
seggi in parlamento, e perfino la soppressione di una camera
parlamentare. Le motivazioni ufficiali tirano in ballo i costi della
politica e la maggiore governabilità ed efficienza di un sistema
‘snello’. Anche qui, nulla da ridire dal punto di vista teorico e di
principio. Tuttavia se la si esamina più prosaicamente, non è difficile
comprendere come una simile innovazione finirebbe per danneggiare il
popolo, contribuendo a soffocare gli ultimi barlumi di eterogeneità
democratica, già agonizzante dopo la introduzione del bipolarismo,
destinato ad essere soppiantato dal bipartitismo. È una questione
statistica: meno teste ci sono, più è semplice il loro controllo ed
indirizzamento.
Quando nel 2008 nel nostro Paese ebbero
luogo le elezioni politiche, e all’orizzonte si prospettava la ratifica
del Trattato di Lisbona (attuata nella estate del 2009 a totale insaputa
della nazione, complice la ‘sbadataggine’ della cosiddetta
informazione), una ben strana coincidenza volle che dopo mezzo secolo di
presenza costante sui banchi del parlamento, le ali estreme della
politica italiana – avverse o molto critiche nei confronti del Trattato –
restassero inopinatamente fuori dai giochi. Ovviamente simili
espedienti non possono essere adottati a piacimento, in quanto alla
lunga rischierebbero di minare la incrollabile fiducia che il cittadino
medio ripone nella cosiddetta democrazia. Di conseguenza nei piani dei
burattinai urge l’adozione di riforme che siano in grado di ridurre il
rischio di incappare in personalità dissenzienti. La riforma del potere
legislativo potrebbe essere una di esse.
5. Legalizzazione delle droghe leggere
Chi
di voi si è chiesto come mai per prelevare un pacchetto di sigarette
dai distributori automatici, da qualche tempo sia obbligatorio
l’inserimento della propria tessera sanitaria? Per impedirne l’acquisto
ai cittadini minorenni? Possibile. Tuttavia dando per scontata la ormai
imminente privatizzazione del settore sanitario – molto perseguita dai
poteri forti anche tramite la attuale finta ‘crisi economica’ – è
immaginabile che sia in atto una vera e propria schedatura dei cittadini
fumatori. A che scopo? Molto probabilmente per fornire una motivazione
alle compagnie assicurative nel momento in cui si rifiuteranno di
accordare una adeguata copertura economica alle terapie da prestarsi ai
cittadini dalle abitudini provatamente ‘insalubri.’
Fateci caso: la stigmatizzazione delle
abitudini insalubri è iniziata da anni, e prosegue con veemenza. Questi
amabili filantropi sembrano tanto preoccupati per la nostra salute
quando si tratta di vietare il fumo nei locali pubblici o stampare frasi
ad effetto sui pacchetti di sigarette, o proporre di tassare le bibite
gasate, tuttavia non battono ciglio di fronte alle porcherie commesse
quotidianamente sotto i nostri occhi con le scie chimiche ed i vari
livelli di inquinamento ambientale e alimentare. Come si spiega questa
doppiezza? Io la spiego con una sola parola: colpevolizzazione.
Come laboriosi muratori stanno edificando il luogo comune secondo cui
chiunque non si omologhi a un rigido regime di ‘salutismo’ non meriti di
essere curato con il medesimo dispiego di mezzi e fondi concesso ai
cittadini diligenti.
Una volta abolito il denaro contante ogni nostro acquisto birichino, dalle sigarette ai dolciumi, al trash food,
alle droghe non omologate, sarà registrato e potrà essere sfruttato per
negarci (o ridimensionare fortemente) la copertura assicurativa per
fini terapeutici. Non si può negare che una simile iniziativa
costituirebbe un bel risparmio economico per le assicurazioni, il tutto
con la approvazione del clan dei cittadini salutisti. Molto
probabilmente fu in questa ottica che anni fa nel codice stradale fu
introdotta la obbligatorietà di caschi e cinture di sicurezza, ed è in
questa ottica (oltre che in ottica erariale) che si inquadrerà la
eventuale legalizzazione delle droghe leggere, per accedere alle quali
potrebbe essere resa obbligatoria la schedatura in appositi registri.
Gettata la lenza, i pesci abboccheranno.
6. Fine Vita
Fino
a qualche tempo fa era denominata ‘eutanasia’; oggi la chiamano ‘fine
vita’, probabilmente per un fatto comunicativo. Sta di fatto che anche
in merito a tale politica ‘progressista’ è difficile non scorgere la longa manus
di globalisti ed assicurazioni che si preparano ad amministrare la
copertura finanziaria della sanità privata di massa. Escludere dalle
spese risarcitorie il mantenimento in vita dei pazienti versanti in
stato (cosiddetto) ‘vegetativo’ o di (cosiddetta) ‘morte cerebrale’
costituirebbe un notevole risparmio per costoro. Non è il caso di
soffermarsi in questo post sulle implicazioni etiche e spirituali del
fenomeno; né sui potenziali sviluppi verso cui la legalizzazione e
regolamentazione della eutanasia potrebbe condurre a medio – lungo
termine.
Basti sapere che la scienza non ha mai
provato la irreversibilità né degli stati vegetativi, né delle morti
cerebrali. La scienza ha provato invece l’esatto opposto (Link – Link – Link – Link).
Lascio a voi le conclusioni in merito a chi gioverebbe realmente tale
‘misericordiosa’ e ‘civile’ politica finalizzata al ‘distacco della
spina’.
7. Matrimoni e adozioni gay
Da
che mondo è mondo il principale strumento di difesa del singolo
cittadino nei confronti delle autorità costituite è stato il clan di
consanguinei, la famiglia, il casato. Fintanto che un singolo individuo
possa contare su un ampio gruppo di consanguinei pronti a difenderlo dai
soprusi del potere ed a prestargli supporto economico per non farlo
soccombere al ricatto del debito, esso non può dirsi isolato ed in balia
dei poteri finanziari. Nelle famiglie tradizionali i bambini crescevano
all’interno di un ambiente caloroso e attento, e potevano costantemente
contare sul supporto delle loro madri (principali figure di
riferimento, indispensabili per lo sviluppo psicologico del bambino) e
dei nonni.
Oggi vengono affidati a badanti e nidi
che per quanto onesti e professionali possano essere, non potranno mai
sostituire adeguatamente la figura materna. Per non parlare delle dosi
massicce di televisione e videogiochi somministrate ai bimbi ad ogni ora
del giorno, e con cui molti genitori pretendono di sopperire alla loro
assenza. I risultati di tale abbandono in tenerissima età mi sembra
siano sotto gli occhi di tutti. Si rispecchiano in molte patologie
psichiche moderne un tempo assenti, nella coltivazione di valori
sballati ed antisociali e nella progressiva atomizzazione degli
individui, sempre più isolati, immaturi, violenti e dipendenti dai mille
palliativi offerti dal mercato. Inoltre ‘famiglia’ vuol dire ‘figli’, e
‘figli’ significa sovrappopolazione: una ‘piaga’ che i globalisti
proprio non riescono a digerire (v. correlati ed il punto 9).
È proprio per queste (ed altre) ragioni
che i tromboni che tirano i fili al mondo, da ormai mezzo secolo sono
impegnati a manipolare l’economia e la cultura di massa con l’ormai
evidente obiettivo di ridimensionare, screditare ed in ultima istanza
far cadere in desuetudine l’antico istituto della famiglia tradizionale.
I luoghi comuni del divorzio al primo intoppo, del femminismo, del
figlio unico, dello status da ‘single ad oltranza’ (di cui chi scrive è
vittima) non sono piovuti nelle nostre menti per una fortuita casualità.
Il graduale processo (culturale, sociale) di femminizzazione dei
cittadini di sesso maschile e di mascolizzazione di quelli di sesso
femminile a cui da molti anni si sta assistendo rientra tra i primi
motivi della incomunicabilità sorta a complicare i rapporti tra i due
sessi, e non è stato casuale, tanto meno naturale, né è dipeso da una
tendenza scaturita dal basso. Chi nutre dubbi al riguardo è invitato a
ripercorrere con la mente sgombra da pregiudizi l’andazzo culturale e
mediatico degli ultimi decenni.
Proprio come nel caso della crociata
contro il fumo parallela al lassismo con cui si consente alla industria
di avvelenarci quotidianamente, è necessario chiedersi se il potere
(quindi i mass media che ne sono espressione) abbia realmente a cuore i
diritti ed i sentimenti degli omosessuali, o se invece le istanze degli
omosessuali siano strumentalizzate per perseguire altri obiettivi. È
possibile che chi continua a dipingere come legittime le guerre a cui
l’Italia si accoda, chi digerisce come una cosa normale un golpe
politico come quello del 2011, chi continua a descrivere come
accettabile la attuale classe dirigente, chi non apre bocca sul fenomeno
delle scie chimiche, di contro sia invece sinceramente interessato alla
tutela di una particolare categoria di cittadini?
Nel mio piccolo non nutro alcun
pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali. Sono convinto che
ognuno abbia non solo il diritto, ma il dovere di perseguire la propria
realizzazione in qualsiasi modo (civile e pacifico) ritenga opportuno.
Di contro, credo che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità
politiche nei confronti del tipo di società che lascerà in eredità ai
posteri. E che in taluni casi sia dovere morale di ogni cittadino
osservare il motto ubi maior minor cessat, anche quando ciò
comporti una grande sofferenza e sacrificio individuale. Una eventuale
introduzione del matrimonio e delle adozioni gay, unitamente alle altre
mutazioni sociali elencate nel paragrafo precedente, alla lunga non
potrebbe che nuocere ai singoli individui (di qualsiasi orientamento
sessuale) e a quel briciolo di libertà rimasto nella società, in quanto
concorrerebbero alla estinzione della malmessa famiglia ‘di sangue’, che
– come già accennato – rappresenta un fondamentale baluardo in favore
dei singoli cittadini, contro lo strapotere del grande fratello.
8. Riapertura delle case chiuse
Tra
i dieci ipotetici contentini elencati in questo articolo, credo si
tratti del più innocuo, sebbene la sua introduzione servirebbe a
coadiuvare l’azione di quelli più pericolosi. I controlli sanitari
periodici scongiurerebbero molti ricoveri per malattie a trasmissione
sessuale, il tutto a vantaggio delle assicurazioni. Inoltre – proprio
come nel caso delle droghe leggere – un simile provvedimento
susciterebbe l’emersione del lavoro nero che regola il settore e
condurrebbe a nuovi introiti fiscali che solo in Italia sono stimati
intorno ai 3-5 miliardi di euro annui, con gran goduria da parte di
governi e banche. Per finire, la ‘normalizzazione’ del sesso a
pagamento, all’interno di una società come quella contemporanea,
costituirebbe l’ennesimo bastone gettato tra le ruote della famiglia
tradizionale.
9. Connettività gratuita
Ideologi
e filosofi transumanisti inseguono un futuro in cui l’intera comunità
umana sia permanentemente interconnessa con l’ausilio della tecnologia.
Un simile conseguimento getterebbe le basi per la realizzazione della
cosiddetta mentalità da alveare, una cultura in cui tutti i
cittadini vivano, pensino e lavorino come miriadi di singole parti di un
unico organismo sistemico, sotto lo sguardo rapito e compiaciuto
di coloro i quali si sono auto-proclamati ‘padroni del mondo’. Legioni
di individui omologati, alienati e privi di ambizioni individuali,
pronti a servire la causa comune senza porsi domande e senza discutere
gli ordini piovuti dall’alto, in nome del sistema, ribattezzato
all’uopo: collettività.
Il primo passo verso tale arido obiettivo
è coinciso con la introduzione del web e della ‘filosofia’ dei social
network. Il secondo contemplerà l’evoluzione del web in qualcosa di persistente,
una sorta di estensione delle capacità cognitive e comunicative di ogni
cittadino attraverso i dispositivi indossabili ed impiantabili a
connettività permanente. Si introdurranno nuovi protocolli di
comunicazione mobile estremamente più efficienti e veloci di quelli
attuali e probabilmente si procederà a coprire ampie porzioni di
territorio con il segnale ‘wi-max’ concesso a prezzi esigui o del tutto
gratuitamente Il wi-max altro non è che una connessione wi-fi ad ampio
raggio. Mediante questa tecnologia anche coloro i quali non avessero
voluto o potuto aggregarsi alla comunità dei cittadini ‘connessi’,
finirebbero per lasciarsi ‘irretire’. Dopo la eventuale abolizione del
contante il wi-max consentirebbe ai cittadini di ricevere ed effettuare
pagamenti elettronici mediante smartphone, tablet, occhiali a realtà
aumentata e chip corporei. Comporterebbe i medesimi rischi per la salute
della tecnologia wi-fi, estesi però alla intera popolazione.
Concorrererebbe alla opera di sterilizzazione di massa attualmente in
corso, e la gente – se non adeguatamente sensibilizzata – lo
accoglierebbe come un fatto di civiltà e di cultura.
10. Free energy
Eccoci
giunti al capolinea di questa carrellata di ipotesi. Come abbiamo
visto, per buona parte non si tratta di innovazioni intrinsecamente
dannose, eppure esiste il rischio che all’atto della loro
concretizzazione possano assumere una connotazione negativa, in quanto
collocate all’interno di una società dominata dal materialismo, dagli
istinti territoriali e di conservazione, e dalla paura. Soprattutto il
progresso scientifico/tecnologico, è improbabile che quaggiù si porrà
mai realmente al servizio del bene collettivo; purtroppo costituirà
sempre un’arma che i pochi sfrutteranno per soggiogare i molti. Un’arma
che con il passare dei decenni sta via via potenziandosi e
perfezionandosi, e che nei prossimi anni potrebbe infliggere il colpo di
grazia alla libertà di questa umanità già quasi del tutto alienata.
Prendiamo la cosiddetta ‘free energy’,
cioè una eventuale fonte di energia ecologica, gratuita ed inesauribile
capace di ripulire l’ambiente e sgravare l’umanità del fardello delle
spese di approvvigionamento energetico. Sembra che già il fisico Nikola
Tesla quasi un secolo fa avesse trovato il modo di sfruttare l’energia
‘eterea’ mediante la cosiddetta ‘elettro-pulsione.’ Oggi Mehran Keshe,
fisico iraniano a capo della omonima fondazione con sede in Belgio,
afferma di avere sviluppato un insieme di soluzioni che consentirebbero
di compiere viaggi nello spazio a basso costo e di rivoluzionare
l’accesso alla energia.
Ciò detto, ben vengano simili soluzioni
capaci di restituirci un po’ del tempo perso a svolgere lavori alienanti
per far fronte alle spese quotidiane. Tuttavia è necessario tenere
presente che i progetti descritti al punto 9 saranno definitivamente
coronati solo quando l’intera comunità mondiale sarà ‘connessa’ alla
rete, fattispecie che potrà verificarsi solo nel momento in cui ogni
singola sparuta località del pianeta – comprese quelle più povere ed
arretrate – sarà messa nelle condizioni di accedere alla energia
elettrica. Ecco una chiave di lettura distopica della eventuale
introduzione di questa tanto attesa fonte di energia gratuita.
Per concludere, non scordiamo che mentre
da un lato (si dice) staremmo dirigendoci verso l’energia libera,
dall’altro alcune potenti organizzazioni stanno adoperandosi per
privarci della libertà di coltivare il nostro cibo e di possedere una privacy,
limitazioni ben più gravi dell’accesso alla elettricità tramite
pagamento. Perciò bando ai facili entusiasmi, teniamo occhi e mente ben
aperti e assicuriamoci che poche innovazioni ‘positive’, introdotte per
indorarci la pillola della nuova era, non oscurino molte altre
innovazioni tutt’altro che benigne.
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