I vertici di Putin con la leadership cinese a Pechino e Tashkent consolidano la più potente alleanza nel mondo attuale.
Anche
se ha ricevuto poca attenzione in occidente, la scorsa settimana Putin
ha completato la sua 15.ma visita in Cina dove ha avuto intensi colloqui
con la leadership cinese guidata dal Presidente Xi Jinping. Ciò è
avvenuto subito dopo l’incontro di Putin con Xi Jinping
nell’immediatamente precedente vertice della Shanghai Cooperation
Organisation a Tashkent. Secondo il Primo ministro cinese Li Keqiang,
che Putin aveva anche incontrato a Pechino, Xi Jinping ha incontrato
Putin più di qualsiasi altro leader straniero.
Da parte russa i colloqui
tra Putin e la leadership cinese a Pechino non hanno riguardato solo
Putin. L’incontro di Putin con Xi Jinping a Pechino è iniziato come un
faccia a faccia tra i due leader e i loro interpreti, poi si è ampliato
includendo alti funzionari e ministri dei governi russo e cinese. Mentre
non sappiamo i dettagli degli argomenti discussi, Putin e Xi Jinping
non ne hanno parlato nelle conferenze stampa, le informazioni che
abbiamo suggeriscono che i colloqui sono stati molto dettagliati e ampi:
“I documenti firmati includono una dichiarazione tra Russia e Cina sul rafforzamento del diritto internazionale, degli accordi intergovernativi di cooperazione per la realizzazione congiunta di un programma per sviluppare, produrre, commercializzare ed organizzare il servizio post-vendita di un aereo wide-bodied a lungo raggio e sviluppare ulteriori modelli basati sull’aereo, la cooperazione sul programma per costruire un elicottero pesante, cooperazione nella protezione della tecnologia collegata alla cooperazione per esplorare ed utilizzare lo spazio per scopi pacifici, sviluppo ed avvio operativo di sistemi e infrastrutture spaziali a terra, l’appendice all’accordo di cooperazione sulla costruzione di una centrale nucleare sul territorio cinese e un secondo prestito statale cinese alla Russia. Altri accordi riguardano il coordinamento degli sforzi congiunti nei gruppi ed organizzazioni internazionali, cooperazione nel settore forestale, dell’innovazione, della regolamentazione dei mercati mobiliari, delle assicurazioni, cooperazione nella localizzazione della produzione di equipaggiamento rotabile, sulla ferrovia ad alta velocità sul territorio russo, nell’industria del petrolio e del gas, sui media e nello sport. Veniva firmata anche una dichiarazione congiunta tra la Commissione dell’Unione economica eurasiatica e il Ministero del Commercio cinese sull’avvio ufficiale dei negoziati su un accordo di cooperazione commerciale ed economica tra l’Unione economica eurasiatica e la Repubblica Popolare Cinese“.
L’ultimo paragrafo chiarisce che i
cinesi non solo hanno ricevuto Putin da Presidente della Russia, ma
anche da leader de facto dell’Unione economica eurasiatica,
un’organizzazione che i media occidentali ignorano e che, per quanto i
media occidentali ne siano interessati, potrebbe anche non esistere. I
comunicati ufficiali non dicono nulla delle discussioni su difesa e
politica estera, ma possiamo assicurare che hanno avuto luogo e che
l’intera gamma delle relazioni internazionali: Ucraina, Siria, Corea
democratica, Mar Cinese Meridionale, controllo degli armamenti, difesa,
ecc., è stata discussa, come i vari progetti per la costruzione di una
nuova architettura finanziaria globale indipendente da Stati Uniti e
dollaro, che i cinesi in particolare portano avanti. Quasi certamente la
ragione per cui i leader russi e cinesi trascurano i media
internazionali nelle loro discussioni è perché non vogliono domande sui
colloqui su questi argomenti.
Non conosco cooperazione tra due altre grandi potenze nel mondo di oggi
così stretta. Contrariamente a quanto spesso si dice, la cooperazione
tra Russia e la Cina oggi a livello politico e strategico-militare è
molto più stretta di quanto non lo fosse durante l’alleanza formale
negli anni ’50, quando gli incontri tra i leader sovietici e cinesi
erano poco frequenti e spesso tesi. Mentre le relazioni economiche e
tecnologiche tra i due Paesi sono ancora in ritardo, come i comunicati
mostrano, sono però in rapido sviluppo. Ad esempio e contrariamente ad
alcune affermazioni dei media, i due Paesi forgiano i progetti dei
gasdotti in costruzione.
Le pretese dei commentatori liberali russi
occidentali e filo-occidentali, che non saranno mai costruite, sono un
pio desiderio. Al di là delle discussioni bilaterali vi sono i piani, di
cui Putin ha discusso al SPIEF 2016, con cui l’Unione economica
eurasiatica e la Cina concluderanno accordi di libero scambio con cui
Russia e Cina lavoreranno per riunire l’Unione economica eurasiatica
della Russia e il progetto di Via della Seta cinese, nell’ambito del
progetto congiunto “Grande Eurasia” in cui, in ultima analisi,
coinvolgerebbero anche l’Europa.
Tutto questo è solo la punta visibile
dell’iceberg delle relazioni russo-cinesi. Come ho detto in precedenza,
vi sono di certo decine di accordi segreti tra cinesi e russi di cui non
sappiamo nulla: condivisione delle informazioni (tra cui ad esempio
intelligence elettronica e dati satellitari), coordinare la politica
estera e la cooperazione nella difesa come la condivisione tecnologica.
Sappiamo per esempio che russi e cinesi hanno rappresentanti presso il
corrispettivo comando centrale, e che di recente hanno svolto a Mosca
un’esercitazione di comando congiunto riguardo le operazioni congiunte
delle rispettive difese antimissili balistici, qualcosa che gli Stati
Uniti non farebbero mai a tale livello con uno qualsiasi dei loro
alleati.
Anche se ne sappiamo poco di questi accordi, è possibile fare ipotesi plausibili su alcuni di essi. Nella cooperazione per la tecnologia della difesa, i cinesi per esempio notoriamente si affidano molto alla tecnologia russa per i loro motori a razzo a combustibile liquido, sia per i missili balistici che per il programma spaziale; e in generale sembrano affidarsi molto sulla tecnologia russa anche nella progettazione dei velivoli spaziali. Come spesso accade, le informazioni sul recente vertice di Pechino suggeriscono che russi e cinesi possano anche muovere i primi passi verso la fusione dei rispettivi programmi spaziali.
I cinesi sembrano anche dipendere in larga misura dai russi
per la tecnologia delle turbine a gas ed anche sui motori per gli aerei
militari. In realtà ci sono voci, sempre negate, che i progetti di aerei
militari cinesi attingano pesantemente dalla consulenza tecnica russa. I
russi da parte loro farebbero sempre più affidamento sui cinesi per i
sottocomponenti elettronici di certi sistemi, e vi sono persistenti
voci, anche queste sempre negate, che guardino ai cinesi per aiutarli
nello sviluppo dei droni aerei. Il coordinamento della politica estera
sembra abbastanza chiara, e vi sono accordi con la Russia nel prendere
l’iniziativa nel conflitto siriano e con la Cina nel prendere
l’iniziativa in qualsiasi questione riguardante la Corea democratica, e i
due Paesi sempre sostengono le rispettive posizioni in ogni conflitto.
Si tratta di una certezza, e Putin l’ha recentemente confermato. Russi e
cinesi inoltre parlano di continuo di tutte le questioni internazionali
e si prendono cura di coordinare le posizioni al riguardo, come
certamente hanno fatto, per esempio, su questioni come il conflitto
ucraino (in cui la Cina ha tranquillamente riconosciuto la Crimea nella
Russia), l’accordo nucleare iraniano, il conflitto tra Cina e Stati
Uniti sul Mar cinese meridionale (dove la Russia sostiene la Cina) e la
richiesta della Cina per l’unificazione con Taiwan (idem).
È importante sottolineare che non conosciamo l’identità degli individui nei governi russo e cinese che ogni giorno guidano questi contatti, anche se ovviamente le ambasciate dei due Paesi nelle rispettive capitali saranno fortemente coinvolte. Tuttavia è sorprendente che i ministri degli Esteri dei due Paesi, Sergej Lavrov e Wang Yi, non sembrino parteciparvi quasi mai, incontrandosi o visitando l’altro Paese, suggerendo che le dirigenze dei due Paesi gli abbiano, del tutto intenzionalmente, assegnato il compito di trattare con Paesi terzi e mai sul rapporto che Russia e Cina forgiano. A quanto pare questo è affrontato su un livello diverso e più alto. L’ipotesi migliore è che, nel caso russo, il funzionario che guida i quotidiani rapporti della Russia con la Cina sia Sergej Ivanov, potente capo dello staff di Putin e capo dell’amministrazione presidenziale russa, che sembra avere frequenti incontri con i funzionari cinesi.
In tutti gli elementi
essenziali questo è un’estremamente stretta alleanza tra due grandi
potenze. A volte si dice che poiché non si basi su un’ideologia, ma
esclusivamente sull’interesse, la rende in qualche modo fragile. Il mio
punto di vista, al contrario, è che il fatto che l’alleanza si basi
esclusivamente sull’interesse e non sull’ideologia, in modo che gli
alleati non si facciano illusioni, la rende più profonda e più forte.
L’alleanza ha tuttavia una caratteristica speciale, che nel mondo
moderno la rende unica, la maggior parte dei Paesi, quando stringe
alleanze con altri Paesi la pubblicizzano ampiamente.
Al contrario il
motivo per cui l’alleanza tra Russia e Cina non è ampiamente
riconosciuta per quella che è, sono le misure straordinarie delle grandi
potenze per negarne l’esistenza. La ragione di ciò non è difficile
capirla. Le alleanze tendono a definire i nemici. L’alleanza
russo-cinese è chiaramente contrapposta all’altro grande sistema di
alleanze del mondo moderno: quello di Stati Uniti ed alleati. Russi e
cinesi però vogliono mantenere, almeno per il momento, la finzione che
siano alleati e non nemici o addirittura avversari degli Stati Uniti, ma
dei “partner”.
Anche se con la crisi in Ucraina e in Mar Mar cinese
meridionale tale finzione è più difficile sostenerla, rimane importante
per russi e cinesi preservarla in modo che possano dialogare
politicamente non solo con gli Stati Uniti, ma anche con i loro alleati,
in particolare Germania e Giappone, così come con istituzioni
internazionali come Banca mondiale e Fondo monetario internazionale,
storicamente dominate dagli stati Uniti. Ed è proprio per questo motivo
che i sostenitori della linea dura neoconservatori degli Stati Uniti,
come il senatore McCain, che vogliono preservare il dominio
geostrategico degli Stati Uniti, vogliono al contrario abbattere tutti i
pretesti e definire Russia e Cina apertamente e chiaramente nemici
degli Stati Uniti.
In questo modo sperano di reintrodurre una più
stretta disciplina nell’alleanza occidentale e di por fine ad ogni
prospettiva in cui gli alleati degli Stati Uniti siano coinvolti nei
progetti russi e cinesi come la Banca asiatica d’investimento per le
infrastrutture della Cina o i programmi russo-cinesi “Grande Eurasia” e
Via della Seta. Sperano in questo modo di ridurre al minimo o
addirittura di escludere l’influenza russa e cinese dalle istituzioni
internazionali dominate dagli USA come FMI e Banca Mondiale.
Naturalmente, definire la Cina nemica degli Stati Uniti va a vantaggio
dei protezionisti degli Stati Uniti come Donald Trump, che la sfruttano
come scusa per chiudere il mercato degli Stati Uniti alle merci cinesi.
Al
di là delle molto complesse relazioni di Russia e Cina con l’occidente,
che per il momento è nel loro interesse mantenere complesse, russi e
cinesi devono anche considerare l’effetto che il riconoscimento pubblico
della loro alleanza avrebbe su potenze terze come India, Pakistan,
Vietnam, Arabia Saudita, Corea del Sud e Iran, che hanno avuto conflitti
con la Russia o la Cina. Nascondendo l’alleanza., russi e cinesi
possono conservare i rapporti storici con i vecchi amici, nel caso della
Russia con India, Corea del Sud e Vietnam, nel caso della Cina con
Pakistan, Arabia Saudita ed Iran, che potrebbero altrimenti allarmarsi
all’annuncio pubblico che un Paese che avevano sempre dato per amico
scontato, ora diventava formalmente alleato di un ex-nemico con cui
potrebbero ancora avere rapporti spinosi.
Ultimo ma non meno importante,
nascondendo la loro alleanza, russi e cinesi ricevono il dividendo
aggiuntivo degli influenti analisti e commentatori statunitensi, come
l’ex-ambasciatore degli USA in Russia Michael McFaul, che continuano a
negarla. Un’alleanza russo-cinese per costoro sarebbe una possibilità
troppo orribile da contemplare, e il fatto che russi e cinesi non
l’annuncino significa che tali persone possono continuare a negarla,
anche se le prove del contrario gli si accumulano intorno.
Ciò va
benissimo a russi e cinesi, in quanto gli garantisce che tali persone
non cerchino di mobilitargli contro l’opinione degli Stati Uniti. Il
risultato è che anche se i funzionari russi e cinesi occasionalmente si
fanno sfuggire di vedersi quali alleati, come ha fatto Putin l’altro
giorno, in generale si cerca di nasconderlo, fingendo che i loro Paesi
siano alleati informali, anche se questo è infatti proprio quello che
sono. Così al posto di “alleanza” preferiscono usare l’eufemismo
“partnership strategica” o sempre più “grande partnership strategica”
per descrivere il loro rapporto. Anche per nascondere in parte
l’alleanza, russi e cinesi hanno tessuto una complessa rete di
organizzazioni nella loro alleanza, come Organizzazione per la
cooperazione di Shanghai e BRICS.
Tali organizzazioni consentono a russi
e cinesi di creare istituzioni come la Banca BRICS o l’Infrastructure
Asian Investment Bank quali iniziative multilaterali non volte contro
l’occidente, che sarebbe impossibile se fossero apertamente alleati.
Queste organizzazioni consentono inoltre a russi e cinesi di coinvolgere
in modo amichevole Paesi come Brasile, India, Iran e Pakistan,
trattandoli da partner alla pari, mentre estendono l’influenza della
loro alleanza in Africa meridionale o in America Latina, dove non
potrebbe altrimenti arrivare. È un tropo comune che il mondo di oggi
passi dal mondo unipolare dominato da una superpotenza, gli Stati Uniti,
al mondo multipolare, in cui ci sarà un interscambio più complesso tra
centri di potere rivali.
Se l’ascesa dell’India è fondamentalmente vera, non credo che i termini unipolare o multipolare descrivano correttamente il mondo attuale. Piuttosto penso che il mondo di oggi sia fondamentalmente bipolare, come durante la guerra fredda, con due grandi alleanze internazionali che si contrappongono proprio come allora. Mentre durante la guerra fredda Stati Uniti ed alleanza occidentale affrontavano URSS ed alleati del Patto di Varsavia, oggi Stati Uniti ed alleanza occidentale affrontano l’alleanza eurasiatica cristallizzatasi attorno a Russia e Cina, comprendente altri Stati dell’Asia centrale già parte dell’URSS e che potrà includere anche l’Iran. Ma il duello tra queste due grandi alleanze, a differenza della guerra fredda, avviene soprattutto nell’ombra e senza la dimensione ideologica che segnò la guerra fredda, ma non significa che sia meno reale. Al contrario, non è solo reale ma avviene sempre, rimodellando il nostro mondo.
Alexander Mercouris, The Duran 5/7/2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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