mercoledì 6 luglio 2016

Putin in Cina: l’alleanza russo-cinese

Russia China 
I vertici di Putin con la leadership cinese a Pechino e Tashkent consolidano la più potente alleanza nel mondo attuale.

Anche se ha ricevuto poca attenzione in occidente, la scorsa settimana Putin ha completato la sua 15.ma visita in Cina dove ha avuto intensi colloqui con la leadership cinese guidata dal Presidente Xi Jinping. Ciò è avvenuto subito dopo l’incontro di Putin con Xi Jinping nell’immediatamente precedente vertice della Shanghai Cooperation Organisation a Tashkent. Secondo il Primo ministro cinese Li Keqiang, che Putin aveva anche incontrato a Pechino, Xi Jinping ha incontrato Putin più di qualsiasi altro leader straniero. 

Da parte russa i colloqui tra Putin e la leadership cinese a Pechino non hanno riguardato solo Putin. L’incontro di Putin con Xi Jinping a Pechino è iniziato come un faccia a faccia tra i due leader e i loro interpreti, poi si è ampliato includendo alti funzionari e ministri dei governi russo e cinese. Mentre non sappiamo i dettagli degli argomenti discussi, Putin e Xi Jinping non ne hanno parlato nelle conferenze stampa, le informazioni che abbiamo suggeriscono che i colloqui sono stati molto dettagliati e ampi: 

I documenti firmati includono una dichiarazione tra Russia e Cina sul rafforzamento del diritto internazionale, degli accordi intergovernativi di cooperazione per la realizzazione congiunta di un programma per sviluppare, produrre, commercializzare ed organizzare il servizio post-vendita di un aereo wide-bodied a lungo raggio e sviluppare ulteriori modelli basati sull’aereo, la cooperazione sul programma per costruire un elicottero pesante, cooperazione nella protezione della tecnologia collegata alla cooperazione per esplorare ed utilizzare lo spazio per scopi pacifici, sviluppo ed avvio operativo di sistemi e infrastrutture spaziali a terra, l’appendice all’accordo di cooperazione sulla costruzione di una centrale nucleare sul territorio cinese e un secondo prestito statale cinese alla Russia. Altri accordi riguardano il coordinamento degli sforzi congiunti nei gruppi ed organizzazioni internazionali, cooperazione nel settore forestale, dell’innovazione, della regolamentazione dei mercati mobiliari, delle assicurazioni, cooperazione nella localizzazione della produzione di equipaggiamento rotabile, sulla ferrovia ad alta velocità sul territorio russo, nell’industria del petrolio e del gas, sui media e nello sport. Veniva firmata anche una dichiarazione congiunta tra la Commissione dell’Unione economica eurasiatica e il Ministero del Commercio cinese sull’avvio ufficiale dei negoziati su un accordo di cooperazione commerciale ed economica tra l’Unione economica eurasiatica e la Repubblica Popolare Cinese“. 
L’ultimo paragrafo chiarisce che i cinesi non solo hanno ricevuto Putin da Presidente della Russia, ma anche da leader de facto dell’Unione economica eurasiatica, un’organizzazione che i media occidentali ignorano e che, per quanto i media occidentali ne siano interessati, potrebbe anche non esistere. I comunicati ufficiali non dicono nulla delle discussioni su difesa e politica estera, ma possiamo assicurare che hanno avuto luogo e che l’intera gamma delle relazioni internazionali: Ucraina, Siria, Corea democratica, Mar Cinese Meridionale, controllo degli armamenti, difesa, ecc., è stata discussa, come i vari progetti per la costruzione di una nuova architettura finanziaria globale indipendente da Stati Uniti e dollaro, che i cinesi in particolare portano avanti. Quasi certamente la ragione per cui i leader russi e cinesi trascurano i media internazionali nelle loro discussioni è perché non vogliono domande sui colloqui su questi argomenti.
 
enhanced-buzz-13005-1415720722-8Non conosco cooperazione tra due altre grandi potenze nel mondo di oggi così stretta. Contrariamente a quanto spesso si dice, la cooperazione tra Russia e la Cina oggi a livello politico e strategico-militare è molto più stretta di quanto non lo fosse durante l’alleanza formale negli anni ’50, quando gli incontri tra i leader sovietici e cinesi erano poco frequenti e spesso tesi. Mentre le relazioni economiche e tecnologiche tra i due Paesi sono ancora in ritardo, come i comunicati mostrano, sono però in rapido sviluppo. Ad esempio e contrariamente ad alcune affermazioni dei media, i due Paesi forgiano i progetti dei gasdotti in costruzione. 

Le pretese dei commentatori liberali russi occidentali e filo-occidentali, che non saranno mai costruite, sono un pio desiderio. Al di là delle discussioni bilaterali vi sono i piani, di cui Putin ha discusso al SPIEF 2016, con cui l’Unione economica eurasiatica e la Cina concluderanno accordi di libero scambio con cui Russia e Cina lavoreranno per riunire l’Unione economica eurasiatica della Russia e il progetto di Via della Seta cinese, nell’ambito del progetto congiunto “Grande Eurasia” in cui, in ultima analisi, coinvolgerebbero anche l’Europa. 

Tutto questo è solo la punta visibile dell’iceberg delle relazioni russo-cinesi. Come ho detto in precedenza, vi sono di certo decine di accordi segreti tra cinesi e russi di cui non sappiamo nulla: condivisione delle informazioni (tra cui ad esempio intelligence elettronica e dati satellitari), coordinare la politica estera e la cooperazione nella difesa come la condivisione tecnologica. Sappiamo per esempio che russi e cinesi hanno rappresentanti presso il corrispettivo comando centrale, e che di recente hanno svolto a Mosca un’esercitazione di comando congiunto riguardo le operazioni congiunte delle rispettive difese antimissili balistici, qualcosa che gli Stati Uniti non farebbero mai a tale livello con uno qualsiasi dei loro alleati.

Anche se ne sappiamo poco di questi accordi, è possibile fare ipotesi plausibili su alcuni di essi. Nella cooperazione per la tecnologia della difesa, i cinesi per esempio notoriamente si affidano molto alla tecnologia russa per i loro motori a razzo a combustibile liquido, sia per i missili balistici che per il programma spaziale; e in generale sembrano affidarsi molto sulla tecnologia russa anche nella progettazione dei velivoli spaziali. Come spesso accade, le informazioni sul recente vertice di Pechino suggeriscono che russi e cinesi possano anche muovere i primi passi verso la fusione dei rispettivi programmi spaziali. 

I cinesi sembrano anche dipendere in larga misura dai russi per la tecnologia delle turbine a gas ed anche sui motori per gli aerei militari. In realtà ci sono voci, sempre negate, che i progetti di aerei militari cinesi attingano pesantemente dalla consulenza tecnica russa. I russi da parte loro farebbero sempre più affidamento sui cinesi per i sottocomponenti elettronici di certi sistemi, e vi sono persistenti voci, anche queste sempre negate, che guardino ai cinesi per aiutarli nello sviluppo dei droni aerei. Il coordinamento della politica estera sembra abbastanza chiara, e vi sono accordi con la Russia nel prendere l’iniziativa nel conflitto siriano e con la Cina nel prendere l’iniziativa in qualsiasi questione riguardante la Corea democratica, e i due Paesi sempre sostengono le rispettive posizioni in ogni conflitto. 

Si tratta di una certezza, e Putin l’ha recentemente confermato. Russi e cinesi inoltre parlano di continuo di tutte le questioni internazionali e si prendono cura di coordinare le posizioni al riguardo, come certamente hanno fatto, per esempio, su questioni come il conflitto ucraino (in cui la Cina ha tranquillamente riconosciuto la Crimea nella Russia), l’accordo nucleare iraniano, il conflitto tra Cina e Stati Uniti sul Mar cinese meridionale (dove la Russia sostiene la Cina) e la richiesta della Cina per l’unificazione con Taiwan (idem).

È importante sottolineare che non conosciamo l’identità degli individui nei governi russo e cinese che ogni giorno guidano questi contatti, anche se ovviamente le ambasciate dei due Paesi nelle rispettive capitali saranno fortemente coinvolte. Tuttavia è sorprendente che i ministri degli Esteri dei due Paesi, Sergej Lavrov e Wang Yi, non sembrino parteciparvi quasi mai, incontrandosi o visitando l’altro Paese, suggerendo che le dirigenze dei due Paesi gli abbiano, del tutto intenzionalmente, assegnato il compito di trattare con Paesi terzi e mai sul rapporto che Russia e Cina forgiano. A quanto pare questo è affrontato su un livello diverso e più alto. L’ipotesi migliore è che, nel caso russo, il funzionario che guida i quotidiani rapporti della Russia con la Cina sia Sergej Ivanov, potente capo dello staff di Putin e capo dell’amministrazione presidenziale russa, che sembra avere frequenti incontri con i funzionari cinesi. 

In tutti gli elementi essenziali questo è un’estremamente stretta alleanza tra due grandi potenze. A volte si dice che poiché non si basi su un’ideologia, ma esclusivamente sull’interesse, la rende in qualche modo fragile. Il mio punto di vista, al contrario, è che il fatto che l’alleanza si basi esclusivamente sull’interesse e non sull’ideologia, in modo che gli alleati non si facciano illusioni, la rende più profonda e più forte. L’alleanza ha tuttavia una caratteristica speciale, che nel mondo moderno la rende unica, la maggior parte dei Paesi, quando stringe alleanze con altri Paesi la pubblicizzano ampiamente. 

Al contrario il motivo per cui l’alleanza tra Russia e Cina non è ampiamente riconosciuta per quella che è, sono le misure straordinarie delle grandi potenze per negarne l’esistenza. La ragione di ciò non è difficile capirla. Le alleanze tendono a definire i nemici. L’alleanza russo-cinese è chiaramente contrapposta all’altro grande sistema di alleanze del mondo moderno: quello di Stati Uniti ed alleati. Russi e cinesi però vogliono mantenere, almeno per il momento, la finzione che siano alleati e non nemici o addirittura avversari degli Stati Uniti, ma dei “partner”. 

Anche se con la crisi in Ucraina e in Mar Mar cinese meridionale tale finzione è più difficile sostenerla, rimane importante per russi e cinesi preservarla in modo che possano dialogare politicamente non solo con gli Stati Uniti, ma anche con i loro alleati, in particolare Germania e Giappone, così come con istituzioni internazionali come Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, storicamente dominate dagli stati Uniti. Ed è proprio per questo motivo che i sostenitori della linea dura neoconservatori degli Stati Uniti, come il senatore McCain, che vogliono preservare il dominio geostrategico degli Stati Uniti, vogliono al contrario abbattere tutti i pretesti e definire Russia e Cina apertamente e chiaramente nemici degli Stati Uniti. 

In questo modo sperano di reintrodurre una più stretta disciplina nell’alleanza occidentale e di por fine ad ogni prospettiva in cui gli alleati degli Stati Uniti siano coinvolti nei progetti russi e cinesi come la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture della Cina o i programmi russo-cinesi “Grande Eurasia” e Via della Seta. Sperano in questo modo di ridurre al minimo o addirittura di escludere l’influenza russa e cinese dalle istituzioni internazionali dominate dagli USA come FMI e Banca Mondiale. Naturalmente, definire la Cina nemica degli Stati Uniti va a vantaggio dei protezionisti degli Stati Uniti come Donald Trump, che la sfruttano come scusa per chiudere il mercato degli Stati Uniti alle merci cinesi.
 
2016062610310488518Al di là delle molto complesse relazioni di Russia e Cina con l’occidente, che per il momento è nel loro interesse mantenere complesse, russi e cinesi devono anche considerare l’effetto che il riconoscimento pubblico della loro alleanza avrebbe su potenze terze come India, Pakistan, Vietnam, Arabia Saudita, Corea del Sud e Iran, che hanno avuto conflitti con la Russia o la Cina. Nascondendo l’alleanza., russi e cinesi possono conservare i rapporti storici con i vecchi amici, nel caso della Russia con India, Corea del Sud e Vietnam, nel caso della Cina con Pakistan, Arabia Saudita ed Iran, che potrebbero altrimenti allarmarsi all’annuncio pubblico che un Paese che avevano sempre dato per amico scontato, ora diventava formalmente alleato di un ex-nemico con cui potrebbero ancora avere rapporti spinosi. 

Ultimo ma non meno importante, nascondendo la loro alleanza, russi e cinesi ricevono il dividendo aggiuntivo degli influenti analisti e commentatori statunitensi, come l’ex-ambasciatore degli USA in Russia Michael McFaul, che continuano a negarla. Un’alleanza russo-cinese per costoro sarebbe una possibilità troppo orribile da contemplare, e il fatto che russi e cinesi non l’annuncino significa che tali persone possono continuare a negarla, anche se le prove del contrario gli si accumulano intorno. 

Ciò va benissimo a russi e cinesi, in quanto gli garantisce che tali persone non cerchino di mobilitargli contro l’opinione degli Stati Uniti. Il risultato è che anche se i funzionari russi e cinesi occasionalmente si fanno sfuggire di vedersi quali alleati, come ha fatto Putin l’altro giorno, in generale si cerca di nasconderlo, fingendo che i loro Paesi siano alleati informali, anche se questo è infatti proprio quello che sono. Così al posto di “alleanza” preferiscono usare l’eufemismo “partnership strategica” o sempre più “grande partnership strategica” per descrivere il loro rapporto. Anche per nascondere in parte l’alleanza, russi e cinesi hanno tessuto una complessa rete di organizzazioni nella loro alleanza, come Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e BRICS. 

Tali organizzazioni consentono a russi e cinesi di creare istituzioni come la Banca BRICS o l’Infrastructure Asian Investment Bank quali iniziative multilaterali non volte contro l’occidente, che sarebbe impossibile se fossero apertamente alleati. Queste organizzazioni consentono inoltre a russi e cinesi di coinvolgere in modo amichevole Paesi come Brasile, India, Iran e Pakistan, trattandoli da partner alla pari, mentre estendono l’influenza della loro alleanza in Africa meridionale o in America Latina, dove non potrebbe altrimenti arrivare. È un tropo comune che il mondo di oggi passi dal mondo unipolare dominato da una superpotenza, gli Stati Uniti, al mondo multipolare, in cui ci sarà un interscambio più complesso tra centri di potere rivali.

Se l’ascesa dell’India è fondamentalmente vera, non credo che i termini unipolare o multipolare descrivano correttamente il mondo attuale. Piuttosto penso che il mondo di oggi sia fondamentalmente bipolare, come durante la guerra fredda, con due grandi alleanze internazionali che si contrappongono proprio come allora. Mentre durante la guerra fredda Stati Uniti ed alleanza occidentale affrontavano URSS ed alleati del Patto di Varsavia, oggi Stati Uniti ed alleanza occidentale affrontano l’alleanza eurasiatica cristallizzatasi attorno a Russia e Cina, comprendente altri Stati dell’Asia centrale già parte dell’URSS e che potrà includere anche l’Iran. Ma il duello tra queste due grandi alleanze, a differenza della guerra fredda, avviene soprattutto nell’ombra e senza la dimensione ideologica che segnò la guerra fredda, ma non significa che sia meno reale. Al contrario, non è solo reale ma avviene sempre, rimodellando il nostro mondo.

Alexander Mercouris, The Duran 5/7/2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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