mercoledì 6 luglio 2016

Un Frexit sarebbe l’ultimo chiodo nella bara della UE


ll Continente Europeo è stato scosso da uno delle più grandi terremoti politici di questi ultimi anni, dopo che il popolo britannico ha preso la decisione storica di lasciare l’Unione Europea (UE). L’arrogante, istituzione corrotta era così convinta che la loro concertata campagna di propaganda per mantenere la Gran Bretagna nella UE avrebbe dovuto prevalere sul detrattori dell’Unione europea, che chiaramente sono rimasti scioccati dal voto del Brexit.

Un punto culminante personale nelle ultime settimane è stato quello di guardare la pletora di fanatici e marionette del piagnisteo della cabala globalista della UE, imbronciato e in generale gettando i loro manichini dalle loro carrozzine in risposta ai desideri democratici del popolo. Ricordate, l’establishment occidentale è solo una parvenza fittizia della democrazia quando serve i loro interessi, non quando li sfida.

Ma qual è il significato del voto Brexit per il futuro dell’Unione europea? A lungo afflitto da problemi e dalle crisi perpetue, il tessuto antidemocratico e tecnocratico che trattiene assieme l’UE sta per essere dato alle fiamme. Sarà il voto Brexit ad essere la scintilla finale che farà scattare l’intero crollo della UE, o è un altro evento necessario per bruciare finalmente il progetto europeo che i globalisti detengono così caro? Vorrei tendere a favorire la seconda ipotesi rispetto alla prima, come la risposta da parte delle élites UE è stata quella di sospingere per una maggiore integrazione e per la creazione di un superstato UE.

Lasciate che la gente voti!


 
Marine Le Pen a favore di un referendum

Una delle implicazioni più vulcaniche dello storico voto è come ha funzionato per dare la spinta alle numerose chiamate provenienti da altri paesi dell’UE di tenere referendum per l’uscita dalla UE. Dai Paesi Bassi all’Italia, organizzazioni politiche che si oppongono alla UE sono state incoraggiate da questo voto. Ma il paese che ha il più grande potenziale per mettere l’ultimo chiodo nella bara della UE è la Francia.

Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, è stata la prima a sollecitare per un referendum in-out sull’adesione all’UE da anni, ed ha dichiarato che, se vincerà le elezioni presidenziali nel mese di aprile del prossimo anno, sarà lei che convocherà un referendum in-out . All’indomani del voto Brexit, Le Pen ha richiesto più volte di andare ad un referendum anche in Francia ma, il presidente francese Francois Hollande, ha recentemente respinto tali chiamate. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Edimburgo nel marzo di quest’anno, il 53 per cento delle persone in Francia sarebbe in favore di un referendum sull’adesione all’UE.

Sebbene il voto per il Brexit sia stato importante, questo deve essere considerato entro il contesto storico e non esagerato. La Gran Bretagna ha avuto un rapporto complesso con l’Europa per centinaia di anni, ed anche da prima della prima guerra mondiale era considerata una minaccia per l’equilibrio di potere in Europa, che è sorto nei primi anni del 20° secolo; Strateghi britannici furono per lunghi periodi più focalizzati sull’espansione l’influenza dell’Impero Britannico a livello internazionale, che sulle questioni europee. Come un’isola, geograficamente divisa dal continente europeo attraverso il Canale della Manica, la Gran Bretagna ha anche dato spesso l’impressione di avere un piede dentro e un piede al di fuori dell’Europa.

Queste realtà hanno contribuito alla ammissione del Regno Unito piuttosto tardi per l’Unione, tanto da non diventare un membro dell’Unione Europea fino al 1973. Un voto cruciale sarebbe se uno dei membri fondatori della UE dovesse votare per lasciare l’Unione, come il Belgio, la Francia, la Germania Ovest, l’Italia, il Lussemburgo e i paesi Bassi, che costituiscono i sei paesi fondatori della Comunità europea del carbone e dell’acciaio nel 1952.

Lo spirito del Brexit sembra più forte nei Paesi Bassi e in Francia; con la dimensione della Francia, la sua forza e la sua posizione determinante nel creare nell’UE, questo significa che la sua voce avrebbe l’impatto maggiore. Se i francesi voteranno per lasciare l’Unione europea, in un potenziale futuro referendum, non ci sarebbe più alcun modo per l’elite occidentale di sostenere ancora il loro progetto europeo.


Steven  McMillan *

* Steven MacMillan è uno scrittore, ricercatore, analista geopolitico indipendente e redattore di Il Rapporto Analyst , in particolare per la rivista on-line “Nuovo Outlook orientale” .


Fonte: New Eastern Outlook

Traduzione: Luciano Lago
 http://www.controinformazione.info/un-frexit-sarebbe-lultimo-chiodo-nella-bara-della-ue/#

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