(da un vecchio libro che non ho mai finito di scrivere):
Una volta capito che
abbiamo questa parte di noi che vuole sentirsi separata da tutto il
resto, questa parte che lotta per la supremazia, per la ragione, questa
parte che cerca di dimostrare la sua esistenza a discapito di quella
degli altri, possiamo individuare tutta una serie di meccanismi basati
sull'ego che prima di avere questa informazione non ci erano così
fortemente evidenti.
Vederli equivale ad averli già superati al
cinquanta per cento. Questi atteggiamenti dovranno essere materia di
osservazione minuziosa da parte del mago errante perché deve essere
chiaro che fanno perdere energia e dunque potere personale.
Che ci
crediate o no gli 'ego' sono sempre in lotta fra loro per cercare di
accaparrarsi questa 'energia'.
Per energia intendo appunto il prana, che
non esiste solo in quanto energia vivente-fisica, ma anche come energia
psichica.
Il misunderstanding dell'ego riguardo l'energia è figlio del
suo senso di separazione e uno dei più ingannevoli tranelli a cui il
mago errante deve iniziare a fare attenzione.
Una persona affetta da
'ego' in misura eccessiva non è sostanzialmente capace di generare
energia da sola. O meglio, non è capace di attingere all'energia
universale che sarebbe già liberamente disponibile se solo la smettesse
di bloccarsi proprio attraverso la costruzione e il mantenimento di un
ego separato.
Non può farlo. Quasi tutta l'energia che genera è
impiegata a tenere su le sue strutture e i suoi bisogni, perciò è
normale che poi senta la necessità di attingere un po' qui e un po' lì.
Tutta la scienza del Qigong cinese parla di questo, essenzialmente di
come rimuovere i blocchi che impediscono a questa energia in cui siamo
sempre immersi e di cui partecipiamo costantemente, di scorrere
liberamente nel sistema corpo-mente.
Dopo un po' di tempo che praticavo
qigong mi sono reso conto che l'essenza del qigong stesso non stava
tanto nei movimenti, nella postura corretta e nella circolazione del qi.
Il segreto per me sta nel trovare il centro, il vuoto, la pace mentre
si pratica, che è poi anche l'essenza di quanto insegnato nel
tao-te-ching.
Alcuni maestri di qigong taoista affermano che se diventi
il nulla allora puoi essere ogni cosa, che sembrerebbe un paradossale e
insolubile indovinello zen ma è un concetto che puoi capire molto
facilmente quando pratichi gli esercizi.
Quando la mente è disordinata,
assente, nervosa, il qi scorre incontrando quei blocchi generati proprio
dal nostro disordine e nervosismo. Il corpo vibra, salta, si scuote...
ci si stanca presto ci si irrigidisce e ci si arrabbia e gli esercizi
diventano un inferno.
Quando la mente è ragionevolmente serena il qi
scorre liberamente e si ha più forza proprio perché si resiste meno.
Quando si incontra un blocco nel corpo, sotto forma di sintomo o dolore,
e ci si oppone a questo blocco, il blocco stesso non tarderà a
rovinare tutta la pratica.
Se invece ci si accorge del blocco e lo si
considera con la massima attenzione, senza giudizio e con la mente
calma, il blocco cessa di essere un fastidio e può addirittura
scomparire. E' così... l'energia non scorre dove c'è resistenza, blocco,
dove si tende a non voler sperimentare ciò che c'è.
Quando l'energia
scorre fluidamente e senza intoppi non si ha soltanto una buona salute
(che sarebbe già un motivo più che valido per integrare
questi concetti), ma si è anche allegri, sereni, ottimisti.
Tutto ciò
che si fa viene caricato di questa energia vitale, e ogni progetto che
si intraprende tende naturalmente a realizzarsi.
Tutta la questione
dell'ego e del suo bisogno di energia è riassumibile in questo modo
quindi: l'ego crede che ottenendo energia da fuori, cercandola negli
altri o nelle cose del mondo, risolverà i suoi problemi.
Il bisogno di
approvazione ad esempio è un modo molto vantaggioso per accaparrarsi
questa energia.
In linea di massima più l'ego è ipertrofico più il
portatore di ego ha bisogno di energia 'esterna' per nutrirlo, ed
essendo l'ego stesso convinto dell'esistenza di un esterno e di fonti
energetiche esterne a cui attingere è praticamente costretto ad agire in
questo modo.
L'ego poi è molto furbo e può portarvi a occuparvi degli
altri come terapeuta solo per soddisfare il suo bisogno di energia, o a
fare il relatore e a mettervi sul piedistallo dell'esperto di 'cose
spirituali' per il medesimo motivo.
Può farvi diventare quella persona
con la quale tutti amano parlare, quello con cui ci si confida, solo per
darsi lustro.
Può portarvi a fare atti di beneficenza, azioni
altruistiche, a cercare di 'salvare il mondo' più per i riconoscimenti
che ne verranno (energia) che per amore.
Oppure può farlo per sentirsi
'buono' o perché è 'giusto', tutte etichette tipicamente egoiche.
L'ego
con la sua credenza nella separazione e con il suo bisogno di supremazia
può portarvi a distorcere principii spirituali con lo scopo di
rinforzare piuttosto che demolire sé stesso.
Può convincervi a
imbarcarvi in grandi cause ambientaliste, animaliste, antirazziste,
vegetariane, vegane, solo per condividere il suo bisogno di avere ragione, con altri
che la pensano come voi.
Più un ego è ipertrofico più tende a cercare
di sminuire, denigrare, mettere gli altri in una luce meno fulgida della
propria e a costruirsi palcoscenici su cui essere l'unico protagonista.
Un ego deve farlo se vuole essere 'visto', perché essere visto gli fornisce quel
surplus di energia che altrimenti non avrebbe.
Gli ego ipertrofici
cercano costantemente la discussione, il confronto, cercano
continuamente di 'smuovere' gli altri, di 'far crescere' gli altri, di
'motivare'.
Un ego smisurato capisce sempre per filo e per segno perché
gli 'altri' abbiano
i problemi che hanno e cerca sempre di risolverli.
Molti ego usano la
provocazione come scusa per incitare negli altri un cambiamento.
Questo
accade unicamente per un errore di valutazione tanto piccolo quanto
disastroso nei risultati.
Dato che l'ego crede di dover mettere a posto
tutto e tutti secondo i suoi concetti di giusto o sbagliato, e credendo
di vedere 'errori' lì fuori, decide di sua spontanea volontà di
apportare correzioni arbitrarie a una realtà arbitrariamente valutata.
Ma il mago errante impara presto che la correzione non appartiene a lui
ma a quel qualcos'altro cui deve imparare ad affidarsi.
Quasi tutti gli
ego amano parlare di sé stessi, e quasi sempre aborrono l'ascolto.
L'ego
teme l'ascolto empatico, la solitudine e il silenzio, che sono tre
grandi capacità che il mago errante dovrà sviluppare se vuole imparare a
generare energia da solo.
Teme queste cose come tutte quelle che non lo
mettono al 'centro'. Ogni ego tenta più o meno di manipolare situazioni
a suo vantaggio e di costringere gli altri ad adattarsi a lui, l'ego è
sempre costantemente all'opera per controllare ambienti, persone e
circostanze affinché si adattino alle sue esigenze.
Ogni volta che viene
a trovarsi in una situazione che non si confà a queste esigenze, l'ego
prova scomodità, paura, ansia, si altera, si distrae, se ne va.
L'ego
cerca spesso quei percorsi spirituali che promettono di fargli trovare
la verità.
Non capendo che la verità non esiste e che l'uso di questo
termine è molto pericoloso, cerca le grandi verità nei libri, nelle
parole di altri, nelle idee ereditate affinché confermino le sue
opinioni.
Questo crea separazioni e guerre tra coloro che hanno diverse
opinioni e quindi diverse verità.
Spero sia chiaro quanto sia importante
uscire da queste specie di guerre degli ego non tanto per crearsi
un'alternativa ed essere diversi ed esclusivi puntando il dito e ridendo
di tutti quelli che l'ego ancora ce l'hanno (premesso che non è
possibile mai uscirne del tutto secondo me), ma perché esiste un modo di
vivere molto più efficiente e produttivo, un modo di vivere che non
promuove la separazione e che dà accesso ad una energia nettamente
maggiore.
Uno dei modi più veloci a mio avviso per generare energia e
abbassare lo strapotere dell'ego è, appunto, uccidere la propria
importanza personale.
Mi rendo conto che affermare questo in questo tipo
di società dove la maggior parte della cultura si regge sull'importanza
personale può suonare come una specie di blasfemia.
Ciononostante la
mia esperienza mi sta confermando sempre di più che l'importanza
personale per un mago errante è un lusso, lusso che non si può
assolutamente permettere.
Tutta la questione dell'energia personale si
riduce infatti a due sole scelte, sempre e costantemente: scegliere
l'ego oppure scegliere quel qualcos'altro che possiamo chiamare sé
superiore, spirito, universo o come volete, e per scegliere la seconda
opzione l'importanza personale deve essere azzerata, ci si deve affidare
completamente al qualcos'altro.
Questa è per l'ego l'azione più
difficile da compiere. C'è la possibilità che smettendo di investire
nell'ego e dando credito al qualcos'altro si attinga a questa riserva di
energia pressoché infinita, che non richiede estenuanti sforzi per
essere generata, non contempla la competizione con gli altri e non ha
nulla a che vedere col nostro presunto valore.
C'è la concreta
possibilità che cambiando la nostra psicologia da 'centrata sull'ego' a
'centrata sullo spirito' si possa ottenere un cambiamento sostanziale
delle proprie condizioni di vita e di quelle delle persone che
interagiscono con noi.
Uccidere l'importanza personale è un altro lavoro
sporco (che qualcuno deve pur fare) per il mago errante, uno di quei
processi per i quali probabilmente non basta una vita intera.
Anche qui
non c'è via migliore per avere risultati dell'auto-osservazione,
continua, consistente, spietata.
L'importanza personale significa essere
ancora convinti che 'io' sono il centro di questo mio mondo, l'attore
unico di questo palco di cartone.
Significa ancora che 'io' sto facendo
tutto con le mie sole forze, e miei, solo miei, sono i meriti di tutto
quello che sto ottenendo e concretizzando.
Il che è onesto e degno di
stima.
Pensarla così, pensarsi unici, separati e quindi importanti ci
costringe però a fare affidamento solo ed esclusivamente sulla nostra
energia e la nostra mente che, per quanto sviluppate, sono pur sempre
limitate rispetto alla connessione in rete che lo spirito rappresenta.
Uscire da questo paradigma rinunciando alla nostra importanza, fa si che
siamo costretti a sviluppare il potere più importante fra tutti i
poteri che il mago errante possa sviluppare: la fede.
Se potessi fare
una scala di misurazione la fede starebbe esattamente al polo opposto
dell'ego.
La fede è infatti, per me, la totale assenza di qualsiasi tipo
di bisogno (di approvazione, controllo e sicurezza), l'assenza di
qualsiasi attaccamento o avversione, ma, come tale, va costruita e in
maniera anche abbastanza scientifica.
Io non credo proprio che, se
esiste un Dio, possa essere minimamente irritato dal fatto che prima di
decidere di usare questo strumento lo mettiamo un po' alla prova, magari
attraverso piccoli esperimenti, prove e controprove prima di passare
alle grandi manovre, anzi penso che questo sia abbastanza inevitabile.
Molti hanno inteso la fede come una capacità che o c'è o non c'è senza
vie di mezzo, e qualche religione prova ancora a farci passare
quest'immagine (e anche molti libri sulla legge di attrazione direi) per
cui o sei dei nostri e hai fede o ancora fai affidamento sulla mente
razionale e sul suo bisogno di prevedere, pianificare.
Quindi lo
ripeto, la fede va accuratamente costruita giorno per giorno, millimetro
per millimetro, con prove ed esperimenti.
Andrea Panatta
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