martedì 28 marzo 2017

Ancora sull'ego e sul costruire la fede

(da un vecchio libro che non ho mai finito di scrivere):
Una volta capito che abbiamo questa parte di noi che vuole sentirsi separata da tutto il resto, questa parte che lotta per la supremazia, per la ragione, questa parte che cerca di dimostrare la sua esistenza a discapito di quella degli altri, possiamo individuare tutta una serie di meccanismi basati sull'ego che prima di avere questa informazione non ci erano così fortemente evidenti. 
 
Vederli equivale ad averli già superati al cinquanta per cento. Questi atteggiamenti dovranno essere materia di osservazione minuziosa da parte del mago errante perché deve essere chiaro che fanno perdere energia e dunque potere personale. 
 
Che ci crediate o no gli 'ego' sono sempre in lotta fra loro per cercare di accaparrarsi questa 'energia'. 
 
Per energia intendo appunto il prana, che non esiste solo in quanto energia vivente-fisica, ma anche come energia psichica. 
 
Il misunderstanding dell'ego riguardo l'energia è figlio del suo senso di separazione e uno dei più ingannevoli tranelli a cui il mago errante deve iniziare a fare attenzione.  
Una persona affetta da 'ego' in misura eccessiva non è sostanzialmente capace di generare energia da sola. O meglio, non è capace di attingere all'energia universale che sarebbe già liberamente disponibile se solo la smettesse di bloccarsi proprio attraverso la costruzione e il mantenimento di un ego separato. 
 
Non può farlo. Quasi tutta l'energia che genera è impiegata a tenere su le sue strutture e i suoi bisogni, perciò è normale che poi senta la necessità di attingere un po' qui e un po' lì. 
 
Tutta la scienza del Qigong cinese parla di questo, essenzialmente di come rimuovere i blocchi che impediscono a questa energia in cui siamo sempre immersi e di cui partecipiamo costantemente, di scorrere liberamente nel sistema corpo-mente. 
 
Dopo un po' di tempo che praticavo qigong mi sono reso conto che l'essenza del qigong stesso non stava tanto nei movimenti, nella postura corretta e nella circolazione del qi. 
 
Il segreto per me sta nel trovare il centro, il vuoto, la pace mentre si pratica, che è poi anche l'essenza di quanto insegnato nel tao-te-ching. 
 
Alcuni maestri di qigong taoista affermano che se diventi il nulla allora puoi essere ogni cosa, che sembrerebbe un paradossale e insolubile indovinello zen ma è un concetto che puoi capire molto facilmente quando pratichi gli esercizi. 
 
Quando la mente è disordinata, assente, nervosa, il qi scorre incontrando quei blocchi generati proprio dal nostro disordine e nervosismo. Il corpo vibra, salta, si scuote... ci si stanca presto ci si irrigidisce e ci si arrabbia e gli esercizi diventano un inferno. 
 
Quando la mente è ragionevolmente serena il qi scorre liberamente e si ha più forza proprio perché si resiste meno. 
 
Quando si incontra un blocco nel corpo, sotto forma di sintomo o dolore, e ci si oppone a questo blocco,  il blocco stesso non tarderà a rovinare tutta la pratica. 
 
Se invece ci si accorge del blocco e lo si considera con la massima attenzione, senza giudizio e con la mente calma, il blocco cessa di essere un fastidio e può addirittura scomparire. E' così... l'energia non scorre dove c'è resistenza, blocco, dove si tende a non voler sperimentare ciò che c'è. 
 
Quando l'energia scorre fluidamente e senza intoppi non si ha soltanto una buona salute (che sarebbe già un motivo più che valido per integrare questi concetti), ma si è anche allegri, sereni, ottimisti. 
 
Tutto ciò che si fa viene caricato di questa energia vitale, e ogni progetto che si intraprende tende naturalmente a realizzarsi. 
 
Tutta la questione dell'ego e del suo bisogno di energia è riassumibile in questo modo quindi: l'ego crede che ottenendo energia da fuori, cercandola negli altri o nelle cose del mondo, risolverà i suoi problemi. 
 
Il bisogno di approvazione ad esempio è un modo molto vantaggioso per accaparrarsi questa energia. 
 
In linea di massima più l'ego è ipertrofico più il portatore di ego ha bisogno di energia 'esterna' per nutrirlo, ed essendo l'ego stesso convinto dell'esistenza di un esterno e di fonti energetiche esterne a cui attingere è praticamente costretto ad agire in questo modo. 
 
L'ego poi è molto furbo e può portarvi a occuparvi degli altri come terapeuta solo per soddisfare il suo bisogno di energia, o a fare il relatore e a mettervi sul piedistallo dell'esperto di 'cose spirituali' per il medesimo motivo. 
 
Può farvi diventare quella persona con la quale tutti amano parlare, quello con cui ci si confida, solo per darsi lustro. 
 
Può portarvi a fare atti di beneficenza, azioni altruistiche, a cercare di 'salvare il mondo' più per i riconoscimenti che ne verranno (energia) che per amore. 
 
Oppure può farlo per sentirsi 'buono' o perché è 'giusto', tutte etichette tipicamente egoiche. 
 
L'ego con la sua credenza nella separazione e con il suo bisogno di supremazia può portarvi a distorcere principii spirituali con lo scopo di rinforzare piuttosto che demolire sé stesso. 
 
Può convincervi a imbarcarvi in grandi cause ambientaliste, animaliste, antirazziste, vegetariane, vegane, solo per condividere il suo bisogno di avere ragione, con altri che la pensano come voi. 
 
Più un ego è ipertrofico più tende a cercare di sminuire, denigrare, mettere gli altri in una luce meno fulgida della propria e a costruirsi palcoscenici su cui essere l'unico protagonista. 
 
Un ego deve farlo se vuole essere 'visto', perché essere visto gli fornisce quel surplus di energia che altrimenti non avrebbe. 
 
Gli ego ipertrofici cercano costantemente la discussione, il confronto, cercano continuamente di 'smuovere' gli altri, di 'far crescere' gli altri, di 'motivare'. 
 
Un ego smisurato capisce sempre per filo e per segno perché gli 'altri' abbiano i problemi che hanno e cerca sempre di risolverli. 
 
Molti ego usano la provocazione come scusa per incitare negli altri un cambiamento. 
 
Questo accade unicamente per un errore di valutazione tanto piccolo quanto disastroso nei risultati. 
 
Dato che l'ego crede di dover mettere a posto tutto e tutti secondo i suoi concetti di giusto o sbagliato, e credendo di vedere 'errori' lì fuori, decide di sua spontanea volontà di apportare correzioni arbitrarie a una realtà arbitrariamente valutata. 
 
Ma il mago errante impara presto che la correzione non appartiene a lui ma a quel qualcos'altro cui deve imparare ad affidarsi. 
 
Quasi tutti gli ego amano parlare di sé stessi, e quasi sempre aborrono l'ascolto. 
 
L'ego teme l'ascolto empatico, la solitudine e il silenzio, che sono tre grandi capacità che il mago errante dovrà sviluppare se vuole imparare a generare energia da solo. 
 
Teme queste cose come tutte quelle che non lo mettono al 'centro'. Ogni ego tenta più o meno di manipolare situazioni a suo vantaggio e di costringere gli altri ad adattarsi a lui, l'ego è sempre costantemente all'opera per controllare ambienti, persone e circostanze affinché si adattino alle sue esigenze. 
 
Ogni volta che viene a trovarsi in una situazione che non si confà a queste esigenze, l'ego prova scomodità, paura, ansia, si altera, si distrae, se ne va. 
 
L'ego cerca spesso quei percorsi spirituali che promettono di fargli trovare la verità. 
 
Non capendo che la verità non esiste e che l'uso di questo termine è molto pericoloso, cerca le grandi verità nei libri, nelle parole di altri, nelle idee ereditate affinché confermino le sue opinioni. 
 
Questo crea separazioni e guerre tra coloro che hanno diverse opinioni e quindi diverse verità. 
 
Spero sia chiaro quanto sia importante uscire da queste specie di guerre degli ego non tanto per crearsi un'alternativa ed essere diversi ed esclusivi puntando il dito e ridendo di tutti quelli che l'ego ancora ce l'hanno (premesso che non è possibile mai uscirne del tutto secondo me), ma perché esiste un modo di vivere molto più efficiente e produttivo, un modo di vivere che non promuove la separazione e che dà accesso ad una energia nettamente maggiore. 
 
Uno dei modi più veloci a mio avviso per generare energia e abbassare lo strapotere dell'ego è, appunto, uccidere la propria importanza personale. 
 
Mi rendo conto che affermare questo in questo tipo di società dove la maggior parte della cultura si regge sull'importanza personale può suonare come una specie di blasfemia. 
 
Ciononostante la mia esperienza mi sta confermando sempre di più che l'importanza personale per un mago errante è un lusso, lusso che non si può assolutamente permettere. 
 
Tutta la questione dell'energia personale si riduce infatti a due sole scelte, sempre e costantemente: scegliere l'ego oppure scegliere quel qualcos'altro che possiamo chiamare sé superiore, spirito, universo o come volete, e per scegliere la seconda opzione l'importanza personale deve essere azzerata, ci si deve affidare completamente al qualcos'altro. 
 
Questa è per l'ego l'azione più difficile da compiere. C'è la possibilità che smettendo di investire nell'ego e dando credito al qualcos'altro si attinga a questa riserva di energia pressoché infinita, che non richiede estenuanti sforzi per essere generata, non contempla la competizione con gli altri e non ha nulla a che vedere col nostro presunto valore. 
 
C'è la concreta possibilità che cambiando la nostra psicologia da 'centrata sull'ego' a 'centrata sullo spirito' si possa ottenere un cambiamento sostanziale delle proprie condizioni di vita e di quelle delle persone che interagiscono con noi. 
 
Uccidere l'importanza personale è un altro lavoro sporco (che qualcuno deve pur fare) per il mago errante, uno di quei processi per i quali probabilmente non basta una vita intera. 
 
Anche qui non c'è via migliore per avere risultati dell'auto-osservazione, continua, consistente, spietata. 
 
L'importanza personale significa essere ancora convinti che 'io' sono il centro di questo mio mondo, l'attore unico di questo palco di cartone. 
 
Significa ancora che 'io' sto facendo tutto con le mie sole forze, e miei, solo miei, sono i meriti di tutto quello che sto ottenendo e concretizzando. 
 
Il che è onesto e degno di stima. 
 
Pensarla così, pensarsi unici, separati e quindi importanti ci costringe però a fare affidamento solo ed esclusivamente sulla nostra energia e la nostra mente che, per quanto sviluppate, sono pur sempre limitate rispetto alla connessione in rete che lo spirito rappresenta. 
 
Uscire da questo paradigma rinunciando alla nostra importanza, fa si che siamo costretti a sviluppare il potere più importante fra tutti i poteri che il mago errante possa sviluppare: la fede. 
 
Se potessi fare una scala di misurazione la fede starebbe esattamente al polo opposto dell'ego. 
 
La fede è infatti, per me, la totale assenza di qualsiasi tipo di bisogno (di approvazione, controllo e sicurezza), l'assenza di qualsiasi attaccamento o avversione, ma, come tale, va costruita e in maniera anche abbastanza scientifica. 
 
Io non credo proprio che, se esiste un Dio, possa essere minimamente irritato dal fatto che prima di decidere di usare questo strumento lo mettiamo un po' alla prova, magari attraverso piccoli esperimenti, prove e controprove prima di passare alle grandi manovre, anzi penso che questo sia abbastanza inevitabile. 
 
Molti hanno inteso la fede come una capacità che o c'è o non c'è senza vie di mezzo, e qualche religione prova ancora a farci passare quest'immagine (e anche molti libri sulla legge di attrazione direi) per cui o sei dei nostri e hai fede o ancora fai affidamento sulla mente razionale e sul suo bisogno di  prevedere, pianificare. 
 
Quindi lo ripeto, la fede va accuratamente costruita giorno per giorno, millimetro per millimetro, con prove ed esperimenti.
 
 
Andrea Panatta
 
 

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