Siamo in molti ad essere andati da qualcuno che credevamo ne sapesse più di noi sui temi della spiritualità, dell'esoterismo e in generale della ricerca interiore.
Prima ancora che incominciassimo a studiare libri, a seguire seminari e a riempirci di pratiche eravamo mossi da domande che non avevano risposta, domande urgenti, necessarie. Poi sfortunatamente abbiamo trovato un guru, un maestro o un libro che rispondeva alle nostre domande, così ci pareva almeno, e ci siamo dati delle risposte, credendo di aver 'capito'. E così abbiamo bloccato tutto, sposando la realtà di un altro e rinunciando alla ricerca.
Sebbene ci siamo definiti ricercatori spirituali in realtà non stavamo cercando più niente e ci siamo fermati ogni volta che abbiamo adottato le parole e i concetti di qualcun altro.
Certo questi erano utili puntatori verso una ipotetica via di crescita, ma invece di mettere alla prova, vedere cosa funzionasse e cosa no e avere a cuore l'idea di sperimentare una realtà nuova, più ampia, abbiamo abdicato in favore della sudditanza al guru, al maestro e insegnante, al suo lessico, alle sue lezioni.
Siamo diventati discepoli, ciechi seguaci. E abbiamo parlato, parlato, parlato.. abbiamo disquisito per difendere le nostre nuove certezze e nel parlare eravamo sempre più lontani dall'esperienza di ciò che stavamo cercando, con sempre meno domande.
Sebbene per largo tempo possiamo aver nutrito la pia illusione che prima o poi il guru ci avrebbe portato a qualche risultato o ci avrebbe offerto una qualche iniziazione, molto più spesso di quanto siamo disposti a credere abbiamo sentito una voce che ci diceva che questo non sarebbe mai accaduto, e che, anzi, il nostro orizzonte si restringeva sempre di più nella misura in cui ci dichiaravamo seguaci e discepoli. E quella voce abbiamo cercato di ignorarla.
Ma l'iniziazione è un'altra cosa. L'iniziazione parte dal presupposto ben preciso che tu prima o poi rinunci a ogni appartenenza e a ogni maestro e inizi a farti più domande di quelle che ti sei fatto finora.
Parte dal fatto che per te la domanda è più importante delle risposte che i vari esperti cercano di darti, più importante dell'etichetta che un percorso spirituale quale che sia sembra darti, e dietro la quale ti senti al sicuro.
L'iniziazione comincia dove finiscono le certezze, soprattutto quelle edulcorate e premasticate offerte da sedicenti maestri. Un mago errante non può accontentarsi del modello del mondo offerto da qualcuno se non per il tempo sufficiente a sperimentare ciò che questo 'altro' ha da insegnare, pur sapendo che tutto ciò che si insegna è temporaneo, e quindi destinato a cambiare.
Dopo di che il mago errante deve fare da solo. Soprattutto un mago errante inizia ad essere quando impara ad ascoltare la sua grandezza, le sue vocazioni, anche se timide e quando inizia a cercare una esperienza diretta, qualcosa di tangibile nella realtà.
Se la vita non cambia nonostante anni di lavoro interiore, se non migliora, se non c'è crescita e cambiamento, allora il percorso non ci sta portando da nessuna parte, non sta dando frutti.
Soprattutto un mago errante comincia a capire che larga parte delle sue appartenenze e tutti i suoi schierarsi pro o contro un maestro o un insegnante di qualche tipo non fanno che alimentare l'identificazione col proprio IO.
IO sono un seguace del tale guru, IO parlo con le parole del tal insegnante, IO ho letto tutti i suoi libri e conosco a menadito il suo messaggio, eppure IO non riesco a produrre nessun pensiero autonomo e non ho avuto alcuna esperienza nemmeno lontanamente simile a quelle del mio guru.
Il mio IO è cresciuto invece di decrescere come ci si era proposti all'inizio del cammino. E questo è capitato solo perché non ho avuto il coraggio di lasciar andare la dipendenza dal mio maestro che per me è diventato l'ancora, il mito, la rockstar.
Non ho avuto il coraggio di ascoltare la mia voce e di percorrere il mio sentiero fidandomi di me stesso anche quando sentivo di dover andare contro il suo messaggio quando non ero d'accordo, ho smesso di farmi domande e quindi di crescere. E' così che ho perso la mia iniziazione.
L'ho persa perché invece di essere grande ero le parole di qualcun altro.
L'ho persa perché invece di essere grande ho continuato per tutta la vita a dire IO, quando invece avrei potuto ascoltare qualcos'altro che mi parlava chiaramente, da sempre, da oltre i limiti di quell'IO.
Andrea Panatta
fonte: http://maghierranti.blogspot.it/2015/07/di-iniziazioni-maghi-erranti-e.html
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