lunedì 20 marzo 2017

Vedere ovunque la perfezione (“nella buona e nella cattiva sorte”).

Una strategia ben riuscita, è sempre perfezione modulare, assoluta
Il concetto di valore assoluto di un numero è quello di considerare il numero stesso senza che abbia un segno...
Si definisce modulo di x e si scrive | x |:
lo stesso x, se x è positivo
x cambiato di segno (cioè -x), se x è negativo... ”.
Link

  
"Così è se vi pare...".
I criminali si circondano sempre di persone in giacca e cravatta, che sono andate all'università ad apprendere l’arte dell’inganno burocratico…”.
Neruda
Osserva, attentamente (attraverso la “formula”), la differenza sostanziale che esiste, ad esempio, fra 1) la forma perfetta di un fiocco di neve, 2) la forma perfetta di una bottiglia di plastica e 3) la forma – come la definiresti? – dell’edilizia popolare:
c’è, sicuramente, qualcosa che “non va”.

Come se ci fossero “due pesi e due misure”. Come te lo spieghi?
Come… se (se), non introduci un’altra “variabile (o costante)”, all’interno dell’equazione?
Lo puoi ricomprendere (ricordare), dunque, persino logicamente, attraverso la tua capacità deduttiva/istintiva ma (ma) sempre e solo se riesci a non perdere coerenza (e lungimiranza) “lato tuo/umanità, centrale”, con la giustizia ad angolo giro, In Comunione (per mezzo dell’ottica del simbolismo sostanziale, a lente frattale espansa), ossia:
la “formula”…
Al di là di tutto e persino del fatto inoppugnabile, che l’edilizia popolare ha una forma “così”, per una questione di mero interesse (di parte), alias:
un livello economico, collegato alla speculazione.
Andare Oltre Orizzonte “è”… decodificare tutto quello che succede, approfondendo la situazione ulteriormente (domandandoti: “Che cosa significa?”). 
Cioè, non fermandoti al significato di/in superficie, ricavabile per mezzo della convenzione.
Ad esempio, ciò che l’arte riesce a suscitare, quando ti propone una immagine che non corrisponde, nell'intento “suggestivo” artistico, solo ed esclusivamente a ciò che puoi ricavare attraverso una logica “one to one”:
diretta al solo livello apparente, seppure fisico.
È l’interpretazione che viene richiesta, infatti, per andare oltre alla facciata della “cosa” ritratta.
Allora, una casa “brutta”, non è solo “una casa brutta”, bensì, diventa il simbolo per la denuncia di qualcosa ad un livello più profondo, rispetto alla portata lineare ed attuale dell’immagine stessa.
Anche se (ma) devi sempre fare attenzione ad un aspetto “biforcuto”, compresente anche nello sviluppo dell’arte stessa. Quale?
Quello, molto sottile, incarnato dai movimenti artistici “moderni”, che hanno tolto quella diretta capacità di osservazione lineare… della riproduzione artistica “antica”; qualcosa che era (ed “è”) più vicina alla concezione di una lingua, piuttosto che all'astrazione dell’arte.
In tal senso, ad esempio, la raffigurazione Maya ed Egizia (e non solo) ha smesso di passarti informazione “diretta (lineare), come una testimonianza ‘scritta, codificata, in forma d’arte = una lingua dipinta (codice)’”, perché i movimenti artistici, sopravvenuti, hanno deviato la tua attenzione dall'informazione diretta, a quella indiretta (“artistica”), laddove tutto questo rappresenta ed incarna la traccia frattale espansa della deviazione AntiSistemica, ovverosia, della compresenza immanifesta dominante.
Nulla succede per caso, ma tutto continua ad accadere, coerentemente, per causa (ragione fondamentale):
in questo
puoi
ancora
dunque
riconoscere quel grado di “perfezione (che è anche in questa realtà manifesta ‘qua così’)”
incarnato, anche, nella forma “brutta” di casa popolare (un tipo di perfezione, tuttavia, che va estratta per astrazione logica by la “formula”).

  
Ormai, “qua, così”, è diventato pressoché “impossibile (complesso)”… comprendersi. 
Anche all’interno della stessa lingua parlata, esistono “correnti” dai significati persino opposti, seppure utilizzando lo stesso codice e gli stessi termini.
Qualcosa che raffigura, anche, ciò che pensi – della condizione del mondo e del “tuo” destino – di te, in te.
I dubbi, non sono apostrofi senza significato; ossia senza valenza frattale espansa. Essi contribuiscono a generare “dubbio”, esternamente. Come una nebbia che avvolge tutt3, anche quando c’è un bel Sole caldo… è nella sostanza, che occorre ritornare a “vedere”.
Nel simbolismo. Nel “Che cosa significa?”.
Senza mai dimenticare la portata diretta dell’informazione, frattale espansa, contenuta – in ogni “caso” – ovunque anche “qua, così”. 
Ogni “situazione, oggetto” ha sempre (sempre) la capacità potenziale di trasmettere “informazione, persino al livello ‘censurato’”, relativamente al “Cosa significa?”.
Ok?
La trasmissione dell’informazione (traccia frattale espansa, originale, “oltre” al momento di “è già successo”) avviene come radioattività ambientale, che si scatena da un corpo (situazione, oggetto). 
Avviene, cioè, sia direttamente che indirettamente.
Laddove è compresente anche l’interferenza dominante, che devia sia direttamente che indirettamente… tutt3.
È tuo preciso dovere, riuscire ad “hackerare” tutto ciò. In che modo
Andandoci dentro ed allo stesso tempo, rimanendoci fuori:
questo è il… “decodificare attraverso la ‘formula’
e si chiama: ricordare
Sì, perché il ricordo non è solo ciò che pensi di sapere.
Il ricordo “è”, riunire assieme.
Il ricordo non è solamente collegato al passato, seppure il passato sia disseminato di ricordi.
Il ricordo “è”, ritornare ad essere te stess3.
In quel momento (configurazione)”, allora le informazioni – che trascendono la suddivisione temporale – rendono sempre disponibile la fruizione storica, originale, compresente, della portata centrale, sovrana, della memoria frattale espansa.
Fai attenzione:
è tutto un/in codice, ma la chiave è sempre la sua interpretazione diretta/indiretta, allo stesso tempo (“allo stesso tempo” = al di là della trappola, apparente, temporale).
Quando “fai” qualcosa, supponi che quel “fatto” inizi a scorrere via, come trasportato da una corrente invisibile, che è il tempo. Come se tu non contassi più niente, in tutto questo automatico conseguire e, dunque, dipendere impotentemente.
Vero?

  
La trascendenza dello scorrimento temporale, inizia proprio dal/nel tuo atteggiamento, dato che tu “esisti” e, dunque, potenzialmente hai qualsiasi capacità (sempre che sei ancora in grado di evocarne la portata, in una maniera credibile, non tanto per te - quanto per – a livello di potenziale; come se qualcosa è sempre pront3 a scattare, non appena viene raggiunt3 da un ordine, comando, emanato attraverso la corretta aspettativa, insita nella programmazione stessa di quel “qualcosa”).
Ricordare (la memoria stessa) “è”, allora, non solo l’estrarre dati da qualcosa e da qualche parte.
Non è solo un processo “freddo e sterile”.
Non è solo qualcosa che il mondo dei computer riflette, anche se l’analogia frattale emanata ha molta informazione portante anche per te. È di piùcome il poter porre rimedio a qualsiasi situazione ed, all’opposto, venire giudicati unicamente per quella stessa, esatta, situazione (passata, assoluta, modulare), dovendo “pagare” per un certo tempo (anche per tutta la vita, rimanente), per un “errore” commesso, senza possibilità presunta (concessa) di potervi rimediare.
“Qua, così”:
chi rompe paga (e i cocci sono suoi).
Il tempo è stato comenormalizzato, secondo la convenzione AntiSistemica, che non ti lascia più nemmeno l’immaginazione relativa al fatto, cardinale, di recuperare l’informazione in grado di “rivisitare ogni accaduto (come nella funzione di rewind)”, ossia di porvi rimedio, infrastrutturalmente “auto imparando dalla situazione stessa”.
“Qua, così” è stato introdotto e sviluppato il concetto di “giustizia (di parte)”.
Infatti, c’è un codice di leggi, tribunali, giudici, magistrati, avvocati, organi di sicurezza, etc.
Il tutto alla luce/ombra del “reato (un momento):
qualcosa che “è già successo” senza possibilità di ritorno
qualcosa che è irrimediabile
qualcosa per il quale devi “pagare”
qualcosa che alimenta altro “qualcosa (faida, violenza, vendetta, etc.)”.
Una spirale deviata del tempo, nel tempo…

Rifletti:
se (se) il ricordare “è” la capacità di recuperare interamente ogni situazione, allora, è insita anche la possibilità di “rivivere la stessa situazione (attraversarla e superarla, trascendendola senza alcun... misticismo)”.
A livello di simbolismo sostanziale frattale espanso, “Che cosa significa?”.
Significa che: c’è dell’interferenza nell'aria.
Una sorta di impedimento, che è diventato – nel tempo, “qua, così” – auto impedimento.
Infatti, non a caso, a fronte di un tuo atteggiamento particolare (specialmente coerente con una prospettiva altra, rispetto alla convenzione. Alias: un pericolo potenziale per la convenzione stessa) c’è subito pronta una “bella” definizione di 1) patologia (paranoia) e 2) scienza deviata (bias di conferma).
Disinnesco, che viene assorbito/respirato come auto disinnesco
Non visto che, la “malattia” la sviluppi proprio in conseguenza del sopravvivere in qualcosa di ingiusto o, se credi, giusto ma di/in parte (che non esiste, ma c’è… o viceversa)…
È pronto molto “materiale”, per te, ma… probabilmente, è più portante centellinarlo. Il rischio è quello incarnato da una overdose.
Goccia a goccia, verrà riversato in te, nonostante tutt3.
Sì, perché, quest3 “tutt3” non è per niente ed affatto… Tutt3.
A me gli occhi…”.
È solamente un manto di velatura, che rivela… ciò che “porta solo acqua al proprio mulino”.
Mentre, tutt3 il resto, non sembra nemmeno esistere a livello d’immaginazione. Ma, ciò, non deve dimostrare nulla, tanto meno che l’immaginazione non possa andare Oltre Orizzonte:
una assurdità
dato che tu “sei” potenzialmente… Tutt3 (esisti).
Pensa a quale differenza sostanziale (anche mantenendo il modello economico attuale, basato sulla necessità di denaro) significherebbe il manifestarti “qua, così”, vedendoti riconosciut3 un “patrimonio iniziale, per diritto di sovranità” di un miliardo di euro (cadaun3).
E senza “peccato originale (senza alcun tipo di ‘debito’ pregresso)”
Ovvio, non sarebbe una panacea contro ogni “male, dato che la compresenza immanifesta dominante, continuerebbe ad esserci. 
Diciamo che sarebbe una “forzatura”, in grado di caricarti addosso una versione diversa, rispetto a quella che credi di avere solo perché “ti hanno detto che…”.
Sarebbe ("è"), comunque, un ottimo modo per iniziare a “ricordare”. E, proprio per questo motivo, “non ti è concesso nel ‘qua così’”…
La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.
Karl Marx
Quando sei al cinema e stai assistendo alla proiezione di un film, stai soprattutto accettando le regole convenzionali, utili alla fruizione della trama (senso) della produzione stessa
Entri nella parte, insomma.
E ci stai dentro perfettamente, sino alla fine dello “spettacolo”. Come se tutto ciò non avesse nessun effetto collaterale sulla vita di ogni giorno, che ti attende al di fuori della trama del film
Sopravvivere “qua, così” è la stessa cosa. Qualcosa che è narrat3 in... ogni volta che assisti alla proiezione di un film, ad esempio.
I criminali si circondano sempre di persone in giacca e cravatta che sono andate all'università ad apprendere l’arte dell’inganno burocratico”.
Neruda
Vecchi nomi. Vecchia casa. Una quantità di vecchie cose.
Un’infinità… di risonanze…
Un’altra eco. Un altro elemento…
Che cos'è l’innesco?
L’innesco è l’ingrediente finale. Una certa, tradizionale, filastrocca… recitata in una, certa, camera…”.
Zaffiro e Acciaio
Il tempo esiste. Ma, un simile “fiume”, una simile “corrente”, come viene utilizzat3 "qua, così" (e come può essere utilizzat3, una volta che conosci cosa significa, “è” e dunque, come funziona)? 
Non lo puoi ricordare se prima (prima) non ritorni ad accorgerti (ricordare) della compresenza immanifesta dominante (“il diavolo si nasconde nei dettagli”), che ti è di auto impedimento, al fine di ricordare di ricordarti la quintessenza del ricordare stess3.
Un gomitolo ha sempre due “capi”. 
Ce n’è uno avvolto, al/nel centro. E uno “puntato” esternamente ma, probabilmente, celato all'apparenza (ossia “apparente”).
Ebbene, anche ritrovare quello esterno, sarà sufficiente per raggiungere quello interno (ecco che, allora, presente e passato sono sempre - potenzialmente - compresenti).


  
Segui il filo logico (frattale espanso by l’atteggiamento della ‘formula’)” contenuto in ogni situazione/oggetto, e… vai Oltre Orizzonte. 
Alias:
riunisci i puntini (ricorda solidamente).
Poi, decidi se ne vale la pena di entrare in quel ricordo fisico e se, sì, allora “cogli l’attimo”.
Le leggi sono temporali. Le leggi sono, di conseguenza, artificiali. E, ancora, “qua, così” sono di parte (anche se non “vedi quella parte”).
Ecco la ragione fondamentale per la “bruttezza” dell’edilizia popolare
Una forma di perfezione, tuttavia, che va colta al di là dell’apparenza e del “gusto estetico”.
La perfezione è rappresentata nel grado di assoluto auto intrattenimento nel “qua, così”, quando potresti – in ogni momento – decidere che non ti va bene e, così, modificare (riscrivere) tutt3.
Chi/cosa te lo impedisce?
Ecco il punto:
risolvilo e sarai, praticamente, al “capezzale della dominante”
“Fai…”.
 
    

 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2002
 

Nessun commento:

Posta un commento