mercoledì 29 marzo 2017

Israele è avvisato: non più l’impunità per i bombardamenti sulla Siria

 Alleanza Israele Sauditi

Il giorno 17 di Marzo del 2017, l’aggressione di Israele contro la Siria ha segnato un punto di inflessione, quando l’Esercito siriano ha abbattuto un aereo israeliano, che era entrato nel profondo del suo territorio (su Palmira).

Questa azione era stata condotta con l’obiettivo di bombardare le posizioni dell’Esercito Nazionale siriano e le forze di Hezbollah, nella zona di Palmira, dove si combattono le bande terroriste che operano nel territorio siriano.

Fino al momento, il governo siriano aveva denunciato, in varie occasioni, le incursioni delle forze militari israeliane, tanto per terra che per aria e incluso con il bombardamento delle posizioni dell’Esercito e della popolazione civile in Siria. Le scorrerie sionista destinate, sia per appoggiare le forze terroriste di Fath Al-Sham – ex Fronte Al-Nusra – nella zona delle Alture del Golán, occupate da Israele fin dal 1967, – come anche violare la sovranità di questa nazione del Medio Oriente, come parte del piano di frammentazione e distruzione della Nazione araba.

L’appoggio sionista al terrorismo

L’atto di difesa menzionato sopra, veniva effettuato, senza che si sia attuato in modo deciso da parte di Damasco, per fermare queste violazioni e tanto meno per rispondere a queste provocazioni che si trascinano, non soltanto dall’inizio dell’aggressione contro la Siria nel marzo dell’anno 2011, ma anche fino dall’occupazione delle Alture del Golan nella guerra del 1967.

Ricordiamo che nel settembre dell’anno 2016, il governo siriano richiamò l’ONU a prendere misure urgenti contro l’alleanza esistente tra Israele ed il gruppo terrorista del Fronte Al-Nusra che è la franchigia di Al -Qaeda nella regione- in una forma di cooperazione permessa dai suoi alleati occidentali. Senza che questo meritasse alcun rimprovero o critica e dimostrando con quello, che la vera finalità dell’alleanza internazionale, diretta da Washington, non è mai stato quello di combatter il terrorismo, ma piuttosto quello di rovesciare il governo di Damasco, accerchiare l’Iran e impedire l’avanzata della Russia nella regione.

Nella notte precedente all’abbattimento del caccia israeliano, il giorno giovedì 16 marzo, l’aeroporto militare di Mezzeh, a dieci km, ad ovest di Damasco, la capitale, venne attaccata  con missili dal territorio di frontiera occupato da Israele nelle immediate vicinanze del Lago Tiberiade, provocando un incendio e la immediata attivazione del sistema di difesa aerea della Siria.

Il Governo di Damasco ha avvertito Tel Aviv che le sue azioni avranno delle conseguenze, chiamando l’attenzione che si è concretizzata il giorno successivo quando si è abbattuto l’aereo sionista con l’utilizzo del sistema dei missili russi terra-aria SA5 ed il lancio di vari missili di lunga gittata.

L’azione siriana ha avuto come risposta l’attivazione del sistema antimissile statunitense Arrow 3 che è un programma congiunto tra Israele e gli Stati Uniti, in una consegna di tecnologia come a nessun altro nel mondo e che dimostra la stretta alleanza tra Washington e il suo guardiano del Medio Oriente.

Missili antiaerei delle forze siriane

Da Israele si è confermato, attraverso il media ufficiale, Jerusalem Post, che l’esercito di Israele ha utilizzato, per la prima volta, la sua difesa antimissile Arrow- che ha iniziato il suo spiegamento in gennaio di quest’anno- dopo aver riconosciuto che quattro dei suoi aerei erano entrati in azione nel territorio siriano ed erano stati respinti da missili della difesa antiaerea siriana.

Il Lunedì 20 di Marzo, l’avvertenza della Siria, dopo l’abbattimento dell’aereo sionista, ha avuto un nuovo risultato: la distruzione di un drone israeliano sulla zona di Quneitra. Si è dato inizio così alla battaglia per dotarsi dei migliori e più avanzati sistemi di difesa antiaerea e assieme con questo la decisione siriana di non accettare operazioni militari che provengano da Israele.

Le fonti sioniste, in dichiarazioni manifestate ai media di Israele, hanno preso nota che, a parte del suo Sa-5, la Siria ha attivato il suo sistema di difesa antiaerea con il modernissimo sistema S-300 mentre le forze russe stazionate accendevano in allarme gli S-400.

La risposta delle forze siriane, al riparo dei successi militari ottenuti nell’ultimo anno, ha dimostrato al sionismo che una cosa è attaccare le popolazioni indifese – come la Palestina – nei territori occupati, costruire un muro che divide il loro popolo, assassinare bambini, offendere e maltrattare le donne, sfruttare le loro ricchezze naturali, privarli dell’acqua, costruire insediamenti con migliaia di coloni estremisti; questo indubbiamente è molto diverso che affrontare un esercito, le milizie di Hezbollah, sentirsi minacciato davanti alla possibilità di ricevere il fuoco dei missili con portata di migliaia di Km. come il missile iraniano el Fateh, o dover vedere i propri aerei abbattuti dal sistema antiaereo che equipaggia le forze da combattimento siriane. Una cosa è mostrare la forza con i deboli e altra cosa è esibirla davanti a quelli che ti possono rispondere.

Questa realtà ha anticipato lo spiegamento del sistema di difesa antiaereo di medio raggio denominato David’s Sling- Honda de Davis – come questo dimostra che il percorso per affrontare il sionismo è la forza. Senza dubbio la nuova impostazione del Governo siriano si basa su alcuni elementi chiave: l’appoggio sostenuto, saldo e deciso dell’Asse della Resistenza che, attraverso l’assistenza ed il lavoro sul terreno della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, comandata dal generale Qasem Soleimani, dell’appoggio del Movimento Hezbollah, milizie volontarie sciite, i Comitati Popolari Siriani e le stesse forze dell’Esercito Nazionale siriano, hanno cambiato la correlazioni delle forze della guerra di difesa del popolo siriano in questi anni.

Incrementatosi dopo l’entrata in scena delle Forze Aerospaziali russe , che dall’aria hanno generato un appoggio concreto al lavoro sul terreno dell’Asse della Resistenza.

Da parte di Israele si sono alzate voci bellicose, come quella del ministro per le questioni militari, il colono di origine moldavo, Avigdor Lieberman, il quale ha minacciato di distruggere i sistemi di scudo antiaereo di cui si è dotato il paese arabo. Voci senza senso che cercano di tranquillizzare i propri seguaci estremisti del suo gabinetto, in uno scenario regionale dove il governo siriano sta recuperando palmo a palmo il suo territorio, cosa che può portare, incluso a recuperare le Alture del Golan e uno scenario globale dove il sionismo viene solo difeso dal suo padre putativo.

Le dichiarazioni di Lieberman si iscrivono nella strategia sionista di evitare qualsiasi possibilità di conflitto con le forze russe stazionate in Siria e per quello, cercano di sviare l’attenzione, affermando che il loro obiettivo sarebbe quello di evitare il trasferimento di armi dalla Siria al Libano, cosa che risulta per lo meno risibile se consideriamo che il lavoro militare comune tra el forze siriane e il Movimento Hezbollah si viene a prospettare come frutto della cooperazione nella lotta contro il terrorismo takfiri., E, in questa logica l’intercambio di informazioni, la logistica, le armi, gli uomini e l’appoggio politico e diplomatico è evidente.

Lo sviluppo del programma missilistico iraniano e il suo formidabile potere di fuoco convenzionale dove si evidenzia il denominato sistema di difesa antiaerea Bavar 373 con caratteristiche similari al S-400 nelle basi militari e aeree russe in territorio levantino, sono elementi che hanno cambiato il bilancio di potere nella zona.

Questo lo sa Israele e dovrà fare attenzione nel fare operazioni che significhino l’uso del potere di fuoco. Soprattutto a partire dalla decisione di Damasco di abbattere qualsiasi aereonave estranea che solchi i suoi cieli – come corrisponde alla difesa sovrana di un paese.

Israele, gli Stati Uniti, la Turchia, l’Arabia Saudita e qualsiasi altro che voglia seguitare con la sua politica di distruggere la società siriana deve considerare quello che è accaduto negli ultimi giorni con le incursioni sioniste impunite fino a ieri sul suolo siriano: già non si consentirà tale condotta e per quello i SA 5 – sistema S-200 – gli S-300 e il sistema della difesa antiaereo Pantsir S-1 e il sistema Buk M1 russo che stanno in piena operazione in Siria, permettono di dimostrare che la decisione di dissuadere qualsiasi avventura che i nemici del popolo siriano vorranno impostare sarà molto seria.

Israele già viene avvisato: non più bombardamenti impuniti contro la Siria, che servirà, senza dubbio per svelare il vero volto del sionismo, che è solito affrontare quelli che non hanno la capacità militare di affrontarli.

Questo è il segnale di quegli organismi che fanno abuso del loro marchio, che oltraggiano il loro segnale distintivo e soprattutto che fanno pressione in forma vile sulle nazioni e sui cittadini quando osano affrontarli per i loro crimini.

L’esempio della Siria, l’abbattimento degli aerei di Israele, la necessità di affrontare la politica aggressiva dell’entità nazionale sionista è un imperativo e in Siria si sta mostrando quale sia la strada.

Se questo avviso non verrà rispettato il prossimo missile forse potrebbe trovare il suo bersaglio negli obiettivi sulla stessa  Israele.


Pablo Jofré Leal

(Pablo Jofré Leal Periodista y escritor chileno. Analista internacional, Master en Relaciones Internacionales de la Universidad Complutense de Madrid. Especialista en temas principalmente de Latinoamérica, Oriente Medio y el Magreb. Es colaborador de varias cadenas de noticias internacionales).
Fonte: Hispan TV


Traduzione: L.Lago
http://www.controinformazione.info/israele-e-avvisato-non-pu-limpunita-per-i-bombardamenti-sulla-siria/

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