Mentre tutti i media puntano i riflettori sull’avanzata dello Stato Islamico e sulla minaccia terroristica, seminando il panico nell’opinione pubblica, si occultano alcuni aspetti di questo fenomeno e si evita di indagare su chi lo abbia creato, sostenuto e per quali fini.
Quando ci soffermiamo ad analizzare la copertura che i media occidentali riservano al denominato esercito dello Stato Islamico ed alle sue azioni efferate come le decapitazioni in pubblico, crocifissioni, le esecuzioni mediante sgozzamenti e, da ultimo, il pilota giordano arso vivo in gabbia, dalla qualità perfetta delle riprese e dalle scenografie abilmente costruite, sembra che ci sia la mano di un team di professionisti esperti nel diffondere visivamente le atrocità realizzate dai terroristi islamici, come se si trattasse di cortometraggi costruiti ad Hollywood.
Questo induce il sospetto che, dietro questi avvenimenti, ci siano i mercenari addestrati dalle agenzie dei servizi di intelligence occidentali e dei loro alleati , che lasciano supporre chiaramente che l’importazione del terrorismo mediatico brevettato dalla CNN, da BBC, Fox News, ABC News, da Al Jazeera, ecc. faccia parte di una campagna di terrore volutamente diffusa.
Non è un mistero che la creazione dei gruppi terroristi organizzati, il loro reclutamento, il finanziamento, l’addestramento e la fornitura di armi, è una attività che è stata eseguita e sostenuta dai servizi di intelligence dei paesi occidentali, USA, Francia e Regno Unito, con la fondamentale collaborazione e finanziamento da parte di Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
Ciascuno di questi governi ha agito per le proprie finalità geopolitiche ed interessi che andavano dall’obiettivo di rovesciare il regime di Asad in Siria al progetto di balcanizzazione del Medio Oriente secondo un piano prestabilito.Si continua ancora oggi a sminuire il ruolo che la CIA e le Monarchie petrolifere del Golfo hanno avuto nella strategia che loro stessi hanno disegnato dopo aver creato l’ISIS l’esercito dello stato Islamico. Vedi: Il piano di “balcanizzazione” del Medio Oriente….
Esisteva la volontà di creare un mostro davanti all’opinione pubblica mondiale che doveva seminare il senso di terrore e di insicurezza e che aveva la funzione, con la sua rapida espansione, di destabilizzare una serie di paesi fra il Medio Oriente e l’Africa e, con episodi avvenuti anche in Europa ed altrove, dare la sensazione del “nemico in casa”, dando luogo a interventi militari, azioni di repressione e misure restrittive che in altro contesto non sarebbero state facilmente giustificabili.
Questa strategia non è nuova ma è partita dagli avvenimenti eclatanti dell’11 Settembre a New York e da allora si è ulteriormente raffinata.
Per comprendere da dove e quando abbia avuto origine questa strategia, bisogna andare indietro nel tempo e precisamente al 1997 quando un gruppo di pensatori e strateghi statunitensi (di tendenza “neocons”) stabilirono un centro di studi (un “think tank”) conosciuto come il “progetto per il nuovo secolo americano” (Project for the New American Century o PNAC). Il suo obiettivo dichiarato era quello del dominio mondiale da parte degli Stati Uniti d’America. i componenti di quel centro studi costituirono la retroguardia dell’Amministrazione Bush ed almeno 18 di loro furono collocati poi in posizione chiave all’interno di quella Amministrazione.
Nel Settembre dell’anno 2.000, dopo soltanto quattro mesi della nuova presidenza, la PNAC pubblicò una informativa dal titolo eloquente: “Rebuilding America’s Defenses: Strategy, Forces and Resources for a new Century”. In quel documento si stabilivano come obiettivi la necessità di mantenere della leaderschip statunitense a livello mondiale, la confrontazione con possibili potenze rivali (Cina, Russia, India, Iran ), la formazione di un sistema globale di sicurezza in conformità con gli interessi degli USA.
Nella sezione V dell’informativa, denominata “creando la forza dominate del domani”, si includeva una frase scritta in modo sinistro: “……inoltre, il processo di trasformazione, richiede un cambiamento rivoluzionario, sembra che questo sarà lungo, salvo che sia necessario un qualche evento catastrofico e catalizzatore – come una nuova Pearl Harbor”.
Esistono varie teorie su quanto è accaduto l’11 Settembre del 2011, non vale la pena qui di esaminarle, tuttavia un fatto è certo: quell’avvenimento è stato lo spartiacque tra una fase precedente ed una fase nuova della Storia, così come lo era stato l’avvenimento di Pearl Harbur nel 1941 (7 Dicembre) che cambiò il corso della Storia. Allo stesso modo a partire da quella data, l’Amministrazione USA di George Bush ha potuto dichiarare la “guerra globale al terrorismo” (Global War on Terror o GWOT) e quell’evento è stato il pretesto e la giustificazione ideologica in base alla quale gli USA hanno attuato gli interventi militari degli USA in Asia, in Medio Oriente ed in Africa, dando luogo alla più massiccia campagna di militarizzazione mai avvenuta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con estensione del controllo statunitense in regioni dove esistono le più ingenti risorse del globo.
Di fatto questa campagna ha rappresentato una estensione del controllo economico del grande capitale finanziario che ha potuto entrare nello sfruttamento delle risorse potenziali e di paesi che fino a pochi anni prima erano rimasti ai margini delle aree di intervento americano ed occidentale.
Gli interventi militari sono stati diretti ed imponenti nel corso della stessa amministrazione Bush (Afghanistan, Iraq, Libia, ecc.). , hanno avuto come obiettivo quegli stati o regimi politici che potevano rappresentare un ostacolo per gli interessi americani (come Saddam Hussein o Gheddafi ).
Già nel 2002 Donald Rumsfeld, aveva creato il Gruppo di Operazioni Attivo e preventivo (“Proactive, Preemptive Operations Group”, P2OG), una organizzazione “coperta” creata per portare a compimento operazioni segrete, per suscitare reazioni nei gruppi terroristi, includendo la possibilità di compiere essi stessi azione terroristiche. In pratica una organizzazione parallela alla CIA ed alla NSA, destinata ad operare in modo occulto.
A questo gruppo si devono ad es. le prime operazioni di “fase flag” attuate nella zona del Sahara algerino, con sequestro di 32 turisti, mediante l’intervento di un ex ufficiale dei servizi algerini (collaboratore degli USA) che creò il pretesto per estendere la “guerra al terrorismo” nella zona occidentale del Sahara- Sahel, esteso poi al Mali, al Niger ed al Chad, dove le forze USA, assieme ad un contingente francese, hanno potuto aprire un nuovo fronte ed avere il controllo di importanti risorse minerarie.
Successivamente, con il cambio della guardia avvenuto a Washington e l’ascesa di Obama alla Casa Bianca, la strategia della nuova Amministrazione ha puntato molto di più sugli interventi “coperti ” mediante i servizi di intelligence come la CIA e il NSA che hanno reclutato veri e propri eserciti di “contractors” (mercenari) per eseguire il lavoro sporco, utilizzando in supporto le forze aereo navali e i micidiali droni senza pilota che hanno colpito obiettivi dal Pakistan alla Somalia, all’Iraq ed allo Yemen, al Sudan, alla Nigeria mietendo migliaia di vittime civili e suscitando lo sdegno e la rabbia delle popolazioni colpite.
Per portare a compimento la loro campagna, in Medio Oriente, nell’area più delicata ed importante per la geopolitica e le risorse petrolifere, la strategia degli USA, supportata dagli strateghi neocons (molti dei quali di origine israelita) si è basata sull’assoluto predominio militare di Israele, una costola degli Stati Uniti, nonchè sulla collaborazione totale con gli alleati regionali ed in particolare con le monarchie petrolifere del Golfo, in primis Arabia Saudita e Qatar, interessate a cooperare con gli USA ed Israele per il mantenere la stabilità dei loro regimi dispotici e contenere la crescente influenza dell’Iran, potenza antagonista, vista come un pericolo da Israele e dalla stessa Amministrazione americana.
Per assicurare questo obiettivo, Washington e Tel Aviv, hanno puntato sulle rivalità confessionali ed etniche presenti nella regione, esasperando e provocando la così detta “Jhad” o guerra santa dei sunniti e wahabiti contro le popolazioni di fede sciita, per isolare l’Iran ed i suoi alleati, la Siria di Bashar al-Assad ed il movimento sciita libanese, Hezbollah, nemico dichiarato di Israele e dei radicali sunniti ispirati dall’Arabia Saudita e dal Qatar.
Questo spiega l’interventismo americano ed occidentale contro la Siria, paese che è stato letteralmente devastato da una guerra civile, mascherata inizialmente come “rivoluzione” o “insurrezione” contro il regime di Bashar al-Assad, che gli USA ed Israele avevano deciso di rovesciare, contro il quale è stato infiltrato un vero è proprio esercito di mercenari jihadisti, di fede wahabita e sunnita, provenienti da molti paesi arabi e non arabi, incluso ceceni, kossovari, pakistani ed afghani, un esercito armato dagli USA inizialmente mediante un ponte aereo realizzato da aerei USA sulle basi in Turchia, finanziato dai sauditi e dal Qatar, equipaggiato ed addestrato dagli istruttori americani, britannici e francesi in appositi campi in Giordania, come documentato da vari organi di informazione.
Questo esercito ( composto da vari gruppi spesso rivali fra loro) la cui consistenza totale è valutata intorno alle 100.000 unità, dopo i primi successi militari, grazie ai quali aveva preso il controllo di importanti zone del paese come Aleppo e Quom, ha subito poi forti rovesci militari per effetto della riorganizzazione e della controffensiva condotta dell’Esercito siriano, supportato e rifornito da Iran e Russia (che ha una base navale nel paese a Tartuus) e soprattutto appoggiato dalla maggiornaza della popolazione siriana che ha subito le efferatezze e la crudeltà degli invasori, fanatici islamisti che imponevano la Sahria nelle zone controllate.
Inevitabilmente l’esercito terrorista, dalla Siria si è riversato in Iraq, secondo un piano prestabilito, con mezzi ed armamenti made in USA, nuovi di zecca, trovando complicità in settori della popolazione sunnita di quel paese, assediando e sbaragliando sul terreno diverse formazioni dell’esercito iracheno che si sono arresi di fronte all’impetuosa avanzata di nuovo esercito auto denominatosi Stato Islamico (ISIS) dell’Iraq e del Levante.
Il capo di questo stato è un personaggio, detto” il califfo, che è stato prigioniero per alcuni anni delle forze USA e sembra certo sia stato addestrato dalla CIA e dal Mossad. Fra l’altro è stato fotografato in Siria assieme al senatore americano McCain e da questi ha ricevuto appoggio e sostegno. Vedi: Voltairenet
Ci sono ormai prove certe e documentate della complicità degli americani ed dei servizi occidentali nella crazione dell’ISIS, fra l’altro anche ammesso dalla Hilary Clinton (“lo abbiamo creato noi ma poi ci è scappato di mano”) che lasciano pochi dubbi in proposito. Vedi : “contro lo stato Islamico chi c’è dietro il califfato“. Idem per quanto riguarda la Francia del governo Hollande che aveva persino riconosciuto ufficialmente il suo appoggio e sostegno al terrorismo in Siria. Vedi: Il presidente Hollande riconosce che la Francia ha armato le milizie antisiriane.
Si tratta di complicità che perdurano tuttora con comportamento ambiguo delle forze degli USA che da una parte bombardano le formazioni dell’ISIS e dall’altra le riforniscono di armi ed equipaggiamenti come denunciato anche da esponenti parlamentari iracheni che hanno documentato l’atterraggio di aerei della coalizione in zone dell’Iraq controllate dall’ISIS.
Il terrorismo dell’ISIS, ispirato dal wahabitismo della monarchia dell’Arabia Saudita, stretto alleato degli USA e dell’Occidente, oggi attira una serie di persone esaltate e fanatiche anche in Europa e sta conoscendo una espansione in tutto il nord Africa, dall’Egitto alla Libia, da dove minaccia anche l’Italia, il paese più imbelle e indifeso dell’Europa meridionale che fino ad esso ha lasciato invadere le sue coste da moltitudini di immigrati africani ed arabi fra i quali si sono insinuati molti combattenti della Jihad in incognito, nella totale indifferenza del ministro dell’interno Alfano.
Adesso è partita massicciamente la campagna di terrore lanciata dai media con diffusione in tutto il mondo ed è focalizzata sulla paventata minaccia del terrorismo in Europa, con i vari episodi da Parigi a Copenaghen, e con la promessa di una prossima invasione delle coste italiane e risveglio di cellule terroriste dormienti infiltrate in tutta Europa dove è forte la presenza dell’immmigrazione araba, sunnita, costituita da una massa di giovani magrebini spesso emarginati e collocati nelle periferie delle città europee, da Parigi a Roma, Milano, Madrid e Londra.
Questa campagna di allarme e di pericolo imminente vuole giustificare una serie di reazioni che sono prevedibili da parte dei governi occidentali:
1) compattare nell’opinione pubblica un fronte “democratico” filo atlantista e filo Israele (destra e sinistra) in appoggio ai governi, complici delle guerre della NATO, per nuove prossime iniziative militari contro i paesi arabi ed africani che non vogliano adeguarsi alle direttive di Washington, concernenti la “lotta al terrorismo”
2) emarginare i partiti o gruppi estremisti che non siano conformi a tali politiche ,
3) Impedire ai governi europei, mediante l’intimidazione del terrorismo islamico, di riconoscere lo Stato Palestinese (quello che la Francia ed altri governi europei si apprestavano a fare),
4) evitare che i governi europei rivedano le sanzioni alla Russia (cosa che anche la Francia, in crisi economica, cercava di ottenere ).
Saranno previsti prossimi interventi militari delle forze NATO, una stretta repressiva sulla libertà di circolazione e sui controlli dei gruppi sospettati di complicità con il terrorismo, limitazione della libertà di espressione in base a motivi di sicurezza.
Possiamo quindi tutti prepararci a rispondere all’appello di indossare l’elmetto della NATO e di stringersi tutti assieme a sostenere i governi che garantiranno l’ordine e la sicurezza anche se sono di frequente gli stessi (vedi governo Hollande e governo Cameron) che avevano armato e sostenuto i terroristi.
Gli italiani saranno pronti a rispondere all’appello?
Luciano Lago
fonte: http://www.controinformazione.info/la-psicosi-del-terrorismo-investe-leuropa-cosa-ce-dietro/
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