sento di essere
il re del tempo
possiedo la terra
e tutto ciò
che è su di essa
e corro verso il sole
sul mio cavallo.”
(Nizār Tawfīq Gabbani)
“Il
tempo, per noi, è molto importante, cronologicamente e
psicologicamente. Noi dipendiamo moltissimo dal tempo psicologico. Il
tempo è legato al movimento… per andare da qui a là, occorre tempo. Una
distanza da coprire, per arrivare a una meta, per realizzare uno scopo,
richiede tempo. Imparare una lingua richiede tempo. Questo è stato
trasferito nel campo psicologico; noi abbiamo bisogno di tempo per
diventare perfetti; abbiamo bisogno di tempo per superare qualcosa.
Abbiamo bisogno di tempo per liberarci dalle nostre ansie; per liberarci
dall’angoscia; per liberarci dalle paure, e così via.
Il
tempo è necessario in cose pratiche, nel campo della tecnologia e via
discorrendo, e questo bisogno di tempo è stato introdotto nella nostra
vita psicologica e noi l’abbiamo accettato. Per eliminare le nostre
nazionalità, per diventare fratelli, noi pensiamo di aver bisogno di
tempo.Il tempo psicologico implica la speranza: il mondo è impazzito,
speriamo che in futuro il mondo rinsavirà. Ora, noi ci chiediamo se il
tempo psicologico esiste. Domandiamo: “Vi è un’azione in cui non sia
coinvolto il tempo?”
L’azione
che nasce da una causa, da un motivo, richiede tempo. L’azione basata
su uno schema di memoria richiede tempo. Se avete un ideale, per quanto
nobile, per quanto bello e romantico, per quanto assurdo, avete bisogno
di tempo per arrivare a tale stato idealistico. E per arrivarci,
distruggete il presente. Non importa ciò che vi accade ora; ciò che
conta è il futuro. Per il futuro, sacrificatevi ora ... un futuro
meraviglioso stabilito dagli ideologi, dai maestri religiosi in tutto il
mondo. Noi lo contestiamo, e domandiamo se esiste un tempo psicologico,
e quindi se c’è la speranza. “Cosa farò, se non ho speranza?”
La
speranza è tanto importante perché vi dà soddisfazione, energia,
slancio per conseguire qualcosa. Quando si osserva attentamente, non
sentimentalmente, logicamente, il tempo psicologico esiste? Vi è il
tempo psicologico solo quando ci si allontana da “ciò che è”. Vi è il
tempo psicologico quando uno si rende conto di essere un violento e poi
passa a domandarsi come può liberarsi; quel movimento di allontanamento
da “ciò che è”, è il tempo.
Ma
se uno è completamente e totalmente consapevole di “ciò che è” allora
il tempo non esiste. Nella stragrande maggioranza, noi siamo violenti.
Violenza non è soltanto percuotere fisicamente qualcuno, ma è anche la
collera, la gelosia, l’accettazione dell’autorità, il conformismo,
l’imitazione, l’accettazione degli editti di un altro. Gli esseri umani
sono violenti; questo è il fatto... violenza. La parola stessa
“violenza” la condanna.
Usando
la parola “violenza”, avete già condannato la violenza. Notate le
complicazioni. Essendo violenti ed essendo negligenti, pigri, noi ci
allontaniamo da essa e inventiamo la “nonviolenza” ideologica. Questo è
il tempo... il movimento da “ciò che è” verso “ciò che dovrebbe essere”.
Quel tempo perviene a una fine, completamente, quando vi è soltanto
“ciò che è”, una identificazione non verbale con “ciò che è.”
La
collera è una forma di violenza; lo è l’odio, la gelosia. Le parole
“collera”, “odio” e “gelosia” sono di condanna; sono verbalizzazioni che
rafforzano la reazione. Quando io dico: “Sono in collera”, ho
riconosciuto dalle collere passate la collera presente, e quindi uso la
parola “collera” che appartiene al passato e la identifico con il
presente. La parola è divenuta straordinariamente importante: eppure, se
la parola non viene usata, e vi è soltanto il fatto, la reazione,
allora non si ha il rafforzamento di quel sentimento.
È
possibile, psicologicamente, vivere senza domani? Quando si dice: “Ti
amo, ti vedrò domani,” quell’affetto viene proiettato nella memoria
verso il domani. Esiste un’attività senza tempo? L’amore non è il tempo;
non è un ricordo. Se lo è, non è amore, evidentemente. “Io ti amo
perché mi hai dato piacere sessuale; oppure mi hai dato da mangiare, o
mi hai adulato, oppure hai detto che avevi bisogno di compagnia; mi
sento solo, perciò ho bisogno di te”: tutto questo non è amore,
sicuramente.
Quando
vi è gelosia, quando vi è ansia o odio, non vi è amore. Allora, che
cos’è l’amore? L’amore è ovviamente uno stato di mente in cui non vi è
la verbalizzazione, non vi è ricordo, ma vi è qualcosa d’immediato. C’è
un modo di vivere, nella vita quotidiana, in cui il tempo quale
movimento da uno stato all’altro è scomparso. Che cosa avviene, quando
fate questo? Avete una vitalità straordinaria, uno straordinario senso
di chiarezza.
Allora
avete a che fare con i fatti, non con le idee. Ma poiché moltissimi di
noi sono prigionieri delle idee e hanno accettato quel modo di vivere, è
molto difficile liberarsene. Ma basta averne l’intuizione perché questo
finisca. Le nostre menti sono così ingombre di conoscenza, di
preoccupazioni, di problemi, di questioni di denaro, di posizione e di
prestigio; sono così sovraccariche che non vi è spazio; eppure, senza
spazio, non c’è ordine.
Quando
io guardo questa valle da un’altura, e c’è una direzione, perché io
voglio vedere dove vivo, io perdo l’immensità dello spazio. Dove c’è
direzione, lo spazio è limitato. Dove c’è uno scopo, una meta, qualcosa
da conseguire, non c’è spazio. Se avete uno scopo nella vita per cui
vivete e vi concentrate, dov’è lo spazio? Mentre, se non c’è
concentrazione, c’è lo spazio. Quando vi è un centro da cui guardiamo,
lo spazio è molto limitato.
Quando
non vi è un centro, cioè una struttura dell’io che è stata messa
insieme dal pensiero, c’è uno spazio immenso. Senza spazio non c’è
ordine, non c’è chiarezza, non c’è compassione. Vivere dove non c’è
sforzo, dove non c’è azione della volontà, dove c’è spazio immenso, fa
parte della meditazione. Finora ci siamo occupati soltanto delle onde
sulla superficie dell’oceano. Vi siete occupati soltanto della
superficialità. Ora, se siete giunti fin qui, potete spingervi nelle
profondità dell’oceano. Naturalmente, dovete sapere come immergervi in
profondità; non siete voi a immergervi...“accade.”
C’è
la concentrazione, la consapevolezza senza scelta e l’attenzione. La
concentrazione implica resistenza. Concentrazione su una particolare
cosa, sulla pagina che state leggendo, o sulla frase che cercate di
comprendere: concentrarsi significa impegnare tutta la vostra energia in
una particolare direzione. Nella concentrazione vi è resistenza, e
perciò sforzo e divisione. Voi volete concentrarvi, il pensiero sfugge
verso qualcosa d’altro, voi lo richiamate ... ecco la lotta.
Se
siete interessati a qualcosa vi concentrate molto facilmente. È
implicito nella parola “concentrarsi”, porre la mente su un particolare
oggetto, un particolare quadro, un’azione particolare. La consapevolezza
senza scelta è essere consapevoli esteriormente e interiormente, senza
alcuna scelta. Essere consapevoli degli alberi, delle montagne, della
natura ... solo essere consapevoli. Non scegliere dicendo: “Questo mi
piace”, “quello non mi piace”, oppure “voglio questo”, “non voglio
quello”.
È
l’osservazione senza l’osservatore. L’osservatore è il passato, che è
condizionato e guarda sempre dal punto di vista condizionato, e per
questo vi sono simpatie e antipatie e così via. Essere consapevoli senza
scelta comporta osservare l’intero ambiente circostante, le montagne,
gli alberi, anche il mondo e le città; essere semplicemente consapevoli,
osservare, senza che in quella osservazione vi sia decisione, volontà,
scelta. Nell’attenzione non vi è un centro, non vi è un io.
Quando
non vi è un io che limita l’attenzione, allora l’attenzione è senza
limiti; l’attenzione ha spazio illimitato. Dopo aver compreso tutte le
onde superficiali - la paura, l’autorità, tutte le piccole cose in
confronto a ciò in cui ci stiamo addentrando - la mente ha svuotato la
coscienza di tutto il suo contenuto. È vuota; non mediante l’azione
della volontà, non mediante il desiderio, non mediante la scelta. La
coscienza, allora, è totalmente diversa, ha una dimensione totalmente
diversa.
(Jiddu Krishnamurti)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/05/abbiamo-bisogno-di-tempo.html
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