Le email private del generale degli Stati Uniti, già responsabile della NATO, rivelano una campagna di pressioni sulla Casa Bianca per entrare in conflitto con la Russia sull’Ucraina coinvolgendo diversi attori influenti a Washington.
Le e-mail, rese pubbliche dal sito DCLeaks,
mostrano la corrispondenza tra il generale Philip M. Breedlove, ex-capo
del Comando europeo degli Stati Uniti e comandante supremo delle forze
NATO, con diversi addetti istituzionali riguardo la situazione in
Ucraina dopo il colpo di Stato del febbraio 2014 che spodestò il governo
legittimo a favore di un regime sostenuto dagli Stati Uniti. Breedlove
era il comandante supremo della NATO tra maggio 2013 e marzo 2016. Le
sue e-mail personali recano la dicitura dell’Air Force “Buana”,
“Boss” in swahili.
Le e-mail hackerate rivelano le comunicazioni
frequenti ed intense con l’ex-generale Wesley Clark, con l’ex-segretario
di Stato Colin Powell, un membro del Consiglio Atlantico, la
funzionaria del dipartimento di Stato Victoria Nuland e l’ambasciatore
statunitense in Ucraina Geoffrey Pyatt. Clark, che comandava la NATO
durante la guerra del 1999 in Jugoslavia, sostenne Breedlove nell’aprile
2014. L’8 aprile inoltrò “intelligence” ottenuta da Anatolij Pinchuk e
Dmitrij Tymchuk, attivisti vicini al nuovo regime, che sostenevano
l’imminenza dell’invasione russa.
L’informazione fu trasmessa da Phillip
Karber, ex-marine e presidente della Fondazione Potomac che Clark
chiama “collega” e “nostro uomo”. Karber scrisse di aver osservato il
confine con la Russia da un carro armato ucraino, e con entusiasmo
trasmise le richieste di aiuto di Tymchuk e Pinchuk.
Contattato da
Intercept, Karber confermava l’autenticità delle varie e-mail trapelate.
Parlando del suo incontro con l’ambasciatore Pyatt il 6 aprile, Karber
scrisse: “Dice di cercare d’essere pro-attivi e riconoscere le necessità più velocemente“,
mentre il Generale Martin Dempsey, allora Presidente del Joint Chiefs
of Staff, “trascinava i piedi per salvare i rapporti (militari) con i
russi”.
In una e-mail del 12 aprile, Clark riferendosi al suo scambio con “Toria” Nuland, l’assistente del segretario di Stato per l’Europa e l’Eurasia e che personalmente sostenne la rivoluzione ucraina, sosteneva che gli Stati Uniti supportassero il regime ucraino nel reprimere i manifestanti dell’est. Prima del colpo di Stato, Washington aveva fortemente avvertito Kiev di non usare la forza contro i manifestanti antigovernativi nella città. L'”operazione antiterrorismo” estiva di Kiev si concluse con la schiacciante sconfitta di agosto, e il primo armistizio tra il governo e i ribelli fu firmato a Minsk a settembre.
Nel frattempo, il gruppo jihadista del cosiddetto Stato islamico sorto
in Iraq e Siria, distoglieva l’attenzione degli Stati Uniti dall’Europa
orientale con decapitazioni raccapriccianti di occidentali. Frustrati
dalla riluttanza della Casa Bianca nel sostenere l’agenda bellicista in
Ucraina, Breedlove si volse a Powell, ex-segretario di Stato e generale
in pensione.
“Cerco un tuo consiglio sui due fronti,… come inquadrare questa opportunità in un momento in cui tutti gli occhi sono sullo SIIL per tutto il tempo,… e due… come lavorare personalmente con il POTUS (Obama)“,
scrisse Breedlove a Powell nel settembre 2014.
La risposta di Powell non è disponibile. Breedlove fu presentato a
Powell da Harlan Ullman, del Consiglio Atlantico e autore della dottrina
“shock and awe” utilizzata dall’amministrazione Bush nell’invasione
dell’Iraq nel 2003. Nell’ottobre 2014, Ullman esortò Breedlove a
contattare il vicepresidente Joe Biden, oltre a Powell. Ullman scrisse, “Non conosco modo migliore per entrare al 1600“,
riferendosi all’indirizzo della Casa Bianca sulla Pennsylvania Avenue.
A
novembre, Ullman suggerì a Breedlove anche di vedersi con David
O’Sullivan, il nuovo inviato dell’UE a Washington. Notando che l’Europa “sembra essere le sei lettere imprecanti alla Casa Bianca“, e Ullman aggiunse che “forse una silenziosa collaborazione tra lui e la NATO (il segretario generale) sarebbe utile”. “Obama o Kerry vanno convinti che Putin va affrontato“,
scrisse Ullman nel febbraio 2015, prima dei colloqui di ‘Minsk II’.
Diede anche indicazioni a Breedlove su come ingraziarsi Ash Carter, il
nuovo segretario alla Difesa.
“Vorrei prendere o far finta di prendere appunti accurati. Ash è un accademico, è abituato agli studenti che prendendo buone note avanzano di grado. Questo può essere una maskarova. Ma è una maskarova utile“,
scrisse Ullman, con l’errore d’ortografia della parola russa per camuffato (Maskirovka).
Washington ha approvato centinaia di milioni di dollari in aiuti “non
letali” per le truppe ucraine, anche per i famigerati “battaglioni di
volontari”, nel bilancio militare 2016.
Breedlove continuava a sostenere un coinvolgimento più aggressivo degli Stati Uniti, sostenendo che vi fosse una forte presenza di truppe russe in Ucraina, poi negata anche dal governo di Kiev. A marzo, il generale diceva ai legislatori degli Stati Uniti che Russia e Siria
“usavano deliberatamente la migrazione come arma per sopraffare le strutture europee e spezzare la determinazione europea“.
Breedlove fu sostituito alla guida dell’EUCOM e della NATO a maggio, ed
è ufficialmente in pensione dal 1° luglio, sostituito dal generale
dell’esercito USA Curtis Scaparrotti, le cui dichiarazioni pubbliche
suggeriscono analoghe ostilità verso la Russia.
RT 1 luglio 2016
Il generale della NATO che ha tramato contro Obama per scontrarsi con la Russia
L’ex-generale
dell’US Air Force Philip Breedlove, fino a poco prima comandante
supremo delle forze NATO in Europa, ha agito privatamente per superare
la riluttanza del presidente Barack Obama ad aumentare le tensioni
militari con la Russia nella guerra in Ucraina nel 2014, secondo le
email violate dall’account Gmail di Breedlove e pubblicate sul nuovo
sito web DCLeaks. Obama ha sfidato la pressione politica dai
falchi del Congresso e dell’esercito nel fornire aiuti letali al governo
ucraino, temendo che così avrebbe aumentato lo spargimento di sangue e
dato al Presidente russo Vladimir Putin motivo di entrare nel Paese.
Breedlove, durante il briefing al Congresso, contraddisse
l’amministrazione Obama sula situazione in Ucraina, avvisando sul
conflitto tra il generale e Obama.
Ma le e-mail trapelate forniscono un
quadro ancora più drammatico della lobby che poneva un’intensa pressione
sull’amministrazione Obama per avviare in Ucraina una guerra per
procura contro la Russia. In una serie di messaggi nel 2014, Breedlove
cercò d’incontrare l’ex-segretario di Stato Colin Powell per chiedere
consigli su come fare pressione sull’amministrazione Obama affinché
assumesse una posizione più aggressiva verso la Russia.
“Posso sbagliarmi,… ma non vedo WH davvero ‘impegnato’ a collaborare con Europa/NATO. Francamente penso che siamo una ‘preoccupazione’,… cioè una minaccia che trascina la nazione in un conflitto“,
scrisse Breedlove in una e-mail a Powell, che rispose accettando l’invito ad incontrarsi e discutere il dilemma.
“Cerco il suo consiglio su due fronti“, continuava Breedlove, su “come inquadrare questa opportunità in un momento in cui tutti gli occhi sono sempre sullo SII… e due… come lavorare personalmente col POTUS (Obama)“.
Breedlove tentava d’influenzare l’amministrazione attraverso diversi
canali, accademici ed ufficiali in pensione, tra cui l’ex-comandante
supremo della NATO Wesley Clark, per aiutarlo a presentare la richiesta
per dare aiuto militare alle forze ucraine che combattevano i
separatisti filo-russi. “Credo che il POTUS la veda come una minaccia che va minimizzata, cioè… non entriamo in guerra????”
scrisse Breedlove in una e-mail ad Harlan Ullman, consigliere del
Consiglio Atlantico, descrivendo il tentativo di farsi aiutare da Powell
ad influenzare Obama. “Data l’istruzione di Obama a non iniziare una guerra, si tratterebbe convincerlo di questo“,
rispose Ullman un paio di mesi dopo, in un’altra serie di messaggi di
posta elettronica relativi allo sforzo di Breedlove a “blandire,
convincere o costringere gli Stati Uniti a reagire” contro la Russia.
Breedlove non ha risposto a una richiesta di commento. Si è dimesso da capo della NATO a maggio andando in pensione il 1° luglio. Breedlove era un generale dell’aeronautica e 17° comandante supremo alleato delle forze NATO in Europa, dal 10 maggio 2013. Phillip Karber, accademico che corrispondeva regolarmente con Breedlove, fornendogli consulenza e intelligence sulla crisi ucraina, ha verificato l’autenticità di alcuni messaggi di posta elettronica trapelato, ed ha anche detto a The Intercept che Breedlove gli confermò che l’account Gmail era stato violato e che ciò fu segnalato al governo. “Nell’ultima conversazione che ho avuto, il generale Breedlove mi ha detto, ‘Sì, sono stato hackerato più volte“, secondo Karber che ha aggiunto di aver notato almeno una delle e-mail personali che compaiono on-line, prima di contattarlo.
“L’ho passato al governo degli Stati Uniti chiedendogli d’indagare. Nessuno mi ha mai risposto”. “Non ho idea di come l’account sia stato violato o hackerato“,
ha detto Powell raggiunto per un commento sui messaggi di posta
elettronica. Powell ha detto che non commentava le discussioni sulla
risposta di Obama al conflitto in Ucraina. Nella stampa europea,
Breedlove fu dipinto come un falco noto per appoggiare le nazioni
alleate evitando la diplomazia e adottando maggiore conflittualità verso
i separatisti filo-russi in Ucraina.
Breedlove, testimoniando al
Congresso a febbraio di quest’anno, definì la Russia “minaccia
esistenziale, a lungo termine, per gli Stati Uniti e i nostri alleati
europei”. Der Spiegel ha riportato che Breedlove “stordì” i capi
tedeschi annunciando a sorpresa, nel 2015, che i separatisti filo-russi
avevano “alzato la posta” in Ucraina orientale con “oltre un migliaio di
veicoli da combattimento, forze di combattimento russe, sofisticati
sistemi di difesa aerea, battaglioni d’artiglieria”, inviati nel Donbas,
al centro del conflitto. I numeri di Breedlove erano
“significativamente superiori” ai dati noti alle agenzie d’intelligence
della NATO e sembrava esagerati ai funzionari tedeschi.
L’annuncio
sembrava una provocazione progettata per distruggere gli sforzi di
mediazione di Angela Merkel. In casi precedenti, i funzionari tedeschi
credevano che Breedlove sovrastimasse le forze russe al confine con
l’Ucraina di ben 20000 soldati e scoprirono che il generale aveva
falsamente affermato che diversi mezzi militari russi, vicino al confine
ucraino, facevano parte di uno speciale concentramento in vista
dell’invasione del Paese. In realtà, gran parte del materiale militare
russo identificato da Breedlove, secondo i tedeschi, fu depositata ben
prima della rivoluzione in Ucraina.
Le e-mail, tuttavia, indicano la disperata ricerca di Breedlove per
l’escalation del conflitto, contattando colleghi e amici per aver
l’intelligence che illustrasse la minaccia russa. Karber, che vide
politici e funzionari ucraini a Kiev in varie occasioni, inviava
frequenti messaggi a Breedlove, “secondo la vostra richiesta” osservava,
sulle informazioni ricevute riguardo le forze militari dei separatisti e
i movimenti delle truppe russe. In diversi aggiornamenti, Breedlove
ricevette dati militari provenienti da Twitter e social media.
Karber,
presidente della Fondazione Potomac, fu al centro di uno
scandalo l’anno scorso, quando si scoprì che aveva facilitato un
incontro in cui furono date al senatore James Inhofe le immagini su
presunte forze russe in Ucraina, pubblicate da un blog neoconservatore.
Le foto si rivelarono false; una presunta foto di carri armati russi in
Ucraina infatti era una vecchia fotografia di carri armati russi in
Ossezia durante la guerra con la Georgia. Breedlove rimase in stretto
contatto con Karber e altri funzionari che condividevano le sue opinioni
sul conflitto ucraino.
“Phil, non possiamo avere una dichiarazione per contrastare i russi con l’uso della forza? Cosa posso fare? Se gli ucraini perdono il controllo della faccenda, i russi vedranno una porta aperta“,
scrisse l’ex-generale Wesley Clark, che trasmise i suoi
messaggi a Victoria Nuland, l’assistente del segretario di Stato per gli
affari europei ed eurasiatici. Passò anche le preoccupazioni del
presidente bulgaro che la Bulgaria divenisse il prossimo obiettivo della
Russia. In altri messaggi, Clark trasmise richieste specifiche sul tipo
di aiuti militari desiderati dai funzionari ucraini.
Oltre ai sistemi
radar e altre attrezzature militari, Clark raccomandò a Breedlove d'”incoraggiare
l’Ucraina ad assumere alcune importanti aziende di PR e società di
comunicazione in crisi negli Stati Uniti e in Europa“, aggiungendo:
“Hanno bisogno degli strumenti giusti per impegnarsi nella guerra delle
informazioni”. L’Ucraina assunse diverse lobby e aziende di
comunicazione per influenzare i politici. Nel giugno 2015, il governo
firmò un accordo con l’APCO Worldwide, un’influente società con legami con alti funzionari democratici e repubblicani.
In una e-mail del febbraio 2015, Karber disse a Breedlove che “il Pakistan ha, sottobanco, offerto all’Ucraina 500 lanciamissili TOW-II (versione portatile) e 8000 missili TOW-II“, aggiungendo che le consegne delle armi anticarro potevano iniziare alla fine del mese. “Tuttavia”, scrisse Karber,
“il Pakistan non farà queste consegne senza l’approvazione degli Stati Uniti; inoltre nemmeno ne richiederà l’approvazione, a meno della certezza informale che sarebbero state approvate“.
Karber dice a The Intercept
che l’accordo sulle armi pakistane non s’è mai materializzato.
Breedlove ha fatto di recente notizia spiegando che ora pensa che si
debba parlare con il governo russo per risolvere il conflitto in
Ucraina. “Penso che dobbiamo cominciare ad avere un dialogo significativo“,
aveva detto la settimana scorsa, pur ribadendo le sue opinioni sulla
necessità di una forte NATO per affrontare militarmente la Russia. “La Russia comprende potere, forza e unità“,
ha detto.
Le e-mail sono state pubblicate da DCLeaks, un database
gestito da “hacktivisti” che raccolgono le comunicazioni delle élite
come partiti politici, grandi politici, campagne politiche e militari.
Il sito ha attualmente documenti sulle comunicazioni interne della
campagna presidenziale di Hillary Clinton e dell’Open Society Foundation di George Soros, tra gli altri.
Lee Fang e Ziad Jilani, The Intercept, 2 luglio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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