Tra le varie forme di sciamanesimo una molto interessante, anche se poco conosciuta, è quella degli aborigeni australiani. La
parola aborigeni vuol dire ‘abitanti del posto’, ma per convenzione il
termine viene riferito agli antichi abitatori dell’Australia.
Per
particolari condizioni l’Australia è rimasta separata e isolata dal
resto del mondo così da conservare antichissime peculiarità culturali.
Gli antropologi riconoscono negli aborigeni caratteri che li accomunano
all’uomo di Neanderthal di 40.000 o addirittura 50.000 anni fa, sia per
la forma del cranio, che per le proporzioni del corpo, il tipo di
utensili, le armi e la cultura. Tra i vari
gruppi aborigeni sono particolarmente citati gli ARUNTA, che meglio
rappresentano la civiltà preistorica, legata al culto degli antenati e
degli spiriti primordiali.
Dall’osservazione dei crani e delle
mascelle, si ipotizza che i primi ominidi non avessero un linguaggio
articolato ed è probabile che usassero la telepatia o forme di
comunicazione sottili come avviene nei branchi di animali, poi, nel
tempo, molte capacità vennero perdute a vantaggio del linguaggio
verbale. Ma alcuni degli antichi poteri persistono presso gli aborigeni e
ancor oggi studiosi e missionari raccontano di cose straordinarie al
limite tra psicologia ordinaria e parapsicologia, sanno per esempio che
chi arriva di lontano può essere visibile agli aborigeni alcune ore
prima di apparire concretamente, che c’è chi può seguire altri membri
della tribù in un viaggio e dire per visione telepatica in quali luoghi
si trovano e cosa stanno facendo, e c’è chi parla della possibilità di
voli astrali. Molti aborigeni sono rabdomanti naturali e riescono a
‘sentire’ l’acqua anche a forti profondità, abilità che permette loro di
avanzare in zone inospitali del terribile entroterra desertico. Anche i
Papua della Nuova Guinea sono famosi per vedere mentalmente luoghi
lontani e sconosciuti.
Gli aborigeni australiani, come i Maori della
Nuova Zelanda e i Papua della Nuova Guinea, possiedono un ricco
patrimonio di miti che dicono che l’uomo non nasce dalla Terra, ma ha
un’origine extraterrestre, ed essi cercano di comunicare col loro mondo
di origine. I loro miti ricordano un Eden perduto a causa di una
trasgressione, gli equivalenti del nostro Paradiso Terrestre e del
Peccato Originale, che sembrano archetipi universali.
E’ da questo luogo
metafisico che provengono gli Aiutanti o Messaggeri, il cui sapere è
superiore a quello umano. Anche il concetto di una realtà o cielo
separato da cui vengono Messaggeri e Aiutanti è presente in tutte le
culture, come una costruzione archetipica innata; i nativi d’America
hanno delle leggende in cui forme di vita aliene scendono dal cielo
sulla Terra, e in Mesopotamia, migliaia anni prima di Cristo, si parlava
dei Pazuzu, terribili geni alati col corpo umano provenienti dal cielo
che a volte sono buoni e a volte cattivi, non diversamente dai Mal’akh,
gli angeli messaggeri, che compaiono 400 volte nella Bibbia,
l’Apocalisse li indica come creature viventi che non intendono tutta la
nostra realtà e viaggiano a velocità incredibili, superando i limiti del
nostro mondo; questi esseri sono in genere portentosi, ma anche
terrificanti, alcuni capaci di aiutare, altri di uccidere, come gli
esseri alati dei Rig Veda indiani e spesso sono implicati in micidiali
battaglie tra loro (del resto anche la Bibbia parla della guerra tra gli
angeli obbedienti al Signore e angeli ribelli), in India i testi sacri
parlano di queste creature alate che si scontrarono in cielo mille anni
prima di Cristo; in genere l’arrivo degli Aiutanti a livello di popolo
coincide con l’inizio di una civiltà o con l’apparizione di nuove
conoscenze e tecniche.
Anche i miti dei Maya, degli Incas o degli
Indiani Hopi parlano di Maestri venuti dal cielo, alcuni buoni, altri
cattivi e tali da essere combattuti in vere guerre; molti popoli narrano
anche di uno incontr-scontro tra Titani e donne della Terra; gli Egizi
conoscono la figura dei Guardian e un po’ tutte le mitologie parlano di
esseri superiori che aiutano i popoli nel loro sviluppo con doni magici,
invenzioni, scoperte o regole di vita.
Nell’antica Persia troviamo
Gayomart, essere gigantesco che emanava luce come una lampadina, non
diversamente dagli esseri luminosi di cui parlano gli Australiani; in
Cina abbiamo il colossale P’an Ku. I giganti buoni insegnarono all’uomo
ad esercitare poteri sensoriali e a risanare le malattie, poi tornarono
nelle loro dimensioni, mentre gli uomini cercavano di ristabilire il
contatto con i Maestri con riti e miti. Giganti compaiono anche nei miti
celtici, che pongono un equivalente del piano akashico indiano nel
gigante Mimir, che custodisce il sacro pozzo della conoscenza contenente
la memoria del mondo; quando Odino a se stesso svela il segreto delle
Rune, ciò è concesso da Mimir che lo immette nel segreto della vita.
In
Australia il magico mondo delle grotte australiane con le pareti
ricoperte di graffiti, incisioni e pitture, sembra parlare di incontri
con civiltà extraterrestri ed esseri straordinari poco simili agli
umani. E’ possibile vedere murales anche molto grandi, 4 m per 12, a
colori densi, rosso bruni, ottenuti macinando polveri naturali pressate
nelle incisioni fatte sulla pietra. Alcune delle pitture rupestri sono
state datate 18.000 anni fa. Molti di questi esseri alieni sembrano
portare tute spaziali o caschi da astronauta e non hanno fattezze umane.
Notiamo anche come le pitture più antiche, a capo York, si presentino a
4 m dal suolo della grotta su una parete inaccessibile.
Ma l’altro
mondo di cui parlano i miti degli aborigeni non è situato su un altro
pianeta ma è integrato con questo e si sviluppa in una dimensione
parallela alla nostra, viene chiamato il ‘Tempo dei Sogni’.
Il tempo
dei sogni si sviluppa in tre parti: prima viene ‘Il Tempo Prima del
Tempo’, poi ‘Il Tempo in cui la Terra fu Creata’, infine ‘Il tempo
Attuale’. Ma questi tre tempi non si allungano storicamente, sono
compresenti in una realtà atemporale che tutti li accoglie e li
vivifica. Il rito ripercorre queste fasi e, ciò facendo, ne partecipa e
le alimenta. Il mito della Genesi non è situato nel passato ma avviene
continuamente ora.
Nello sciamanesimo australiano le visioni del
sogno sono ricercate come varchi dell’essere ampliative della conoscenza
sacra e si rivelano particolarmente ricche, secondo una vera e propria
magia onirica, una potenza del conoscere che si origina attraverso il
sogno lucido, generando un sapere magico-sapienziale che è tra i più
antichi del mondo. Grazie alle particolari condizioni di isolamento
storico-geografico dell’Australia, abbiamo un popolo che non si è
evoluto più di tanto e che in parte si è salvato dalla contaminazione
con civiltà diverse, conservando inalterate fino ai nostri giorni forme
rituali antichissime. Per decenni l’ottusità degli invasori occidentali
non solo ha ignorato la cultura animica degli aborigeni ma l’ha
addirittura disprezzata e repressa, compiendo un genocidio materiale e
culturale.
Lo sciamano australiano, o karadji, è detto ‘uomo
d’ingegno’ (similmente ai Celti che chiamavano i Druidi ‘gente di
talento’) e collega conoscenze, malattie o disgrazie al Tempo del Sogno
Primordiale, in cui è l’essenza della Genesi. Per entrare in questo
mondo ultraterreno, le vie privilegiate sono il sogno e la trance.
Attraverso
i sogni si contattano i ‘Maestri venuti dal Cielo’. Gli aborigeni non
parlano di divinità in senso tradizionale, ma di esseri
extradimensionali, che vivono in un mondo parallelo e sembrano
visitatori extraterrestri o alieni. Questi esseri primordiali, esseri di
energia, hanno grande potere, la loro vibrazione è diversa dalla nostra
ma essi esistono in un mondo compresente, anche se in un ‘Altro Tempo’,
il ‘Tempo delle origini’. Le leggende dicono che, oltre questa realtà
terrena, c’è una realtà ultraterrena, ‘il Mondo del Sogno’, separato dal
nostro ma compresente; è possibile contattarlo in luoghi particolari,
in genere caverne, che diventano varchi per un’altra dimensione, porte
del sogno. Ci sono caverne per uomini e caverne per donne, perché la
loro energia è diversa.
Uno dei varchi extradimensionali per l’età
del sogno è nel cuore dell’Australia, a Ayers Rock, un gigantesco
monolite rossastro di arenaria, lungo due km e mezzo e alto 335 m. che
si eleva minaccioso e cupo sopra la distesa rossa del deserto. Gli
aborigeni pensano che esso segni il confine tra Tempo degli Uomini e
Tempo del Sogno; ogni sua fessura o caverna è sacra. Oggi la zona è
stata sconsacrata dal business del turismo ed è diventata meta
privilegiata dei viaggiatori, vi si possono vedere impressi strani
disegni e strane incisioni, molti considerati di origine aliena.
Sciamano
è chi riesce a passare nell’altra dimensione, dove può conoscere
spiriti particolari, Esseri Superiori, le forze che hanno dato ai clan i
territori, i miti, le tradizioni, e soprattutto i canti. Tali esseri
non sono umani e non hanno fattezze umane. Gli aborigeni li chiamano
‘Quelli di Prima’. Credono che, nelle grandi pietre, ci siano varchi o
aperture (buchi neri o tunnel spazio-temporali), che portano a immensi
universi pieni di vita, paralleli ai nostri, dove vivono queste strane
creature filiformi, solo vagamente antropomorfiche, abbastanza simili
alle visioni che Castaneda dice di aver avuto nel deserto messicano,
chiamandole ‘gli Alleati’. Qualche volta i Maestri vengono dalla loro
dimensione alla nostra per insegnare agli uomini cose utili alla vita; i
loro insegnamenti vengono comunicati in forma vibrazionale, come canti,
perché i Maestri conoscono le vibrazioni che creano tutte le cose e
dunque i canti simulano le vibrazioni di energia che, al tempo delle
origini, crearono il paesaggio, gli animali, le pietre, le piante ecc.
Non diversamente i mantra induisti sono vibrazioni che imitano i suoni
dell’Essere divino e la Genesi induista dice che il mondo fu creato da
una vibrazione, come la Bibbia parla di un Verbo di Dio che crea il
mondo.
I canti che gli aborigeni australiani dicono di ricevere sono
le vibrazioni sacre che descrivono il territorio. Tutta l’Australia
viene descritta in queste mappe di canti sacri, secondo una vera
topografia sacra vibrazionale, una rete di canti che avvolge tutta
l’Australia, in cui il ritmo e le vibrazioni vocali o del didjeridou
imitano le vibrazioni che crearono il territorio, gli sconvolgimenti
tellurici che produssero deserti e montagne, sorgenti e canions. Ogni
tribù ha un canto che domina un preciso territorio e permette alla tribù
di muoversi con sicurezza lungo un percorso; il canto descrive la via,
le sorgenti, le caverne, i monti… da un lato è una mappa descrittiva di
un viaggio, dall’altro la sua vibrazione è morfogenetica, cioè guida e
mantiene la forma di un territorio. Là dove finisce il canto di una
tribù comincia il canto di un’altra, così che tutti i canti si
intrecciano e si uniscono dando luogo all’intera Australia.
L’iniziazione
dunque avviene nelle caverne, là dove sono i varchi extradimensionali
per penetrare l’Altro Mondo. Tutte le religioni più antiche, anche nel
bacino del Mediterraneo, ci danno culti aderenti alla Terra e ai suoi
luoghi profondi e comprendono l’incubazione onirica sacra delle
sacerdotesse che, dormendo, comunicavano con le energie della Terra.
In
un racconto australiano, l’iniziato viene trasportato da una corda su
una roccia, che si apre inghiottendolo e si ritrova in un ambiente di
luce, sulle cui pareti risplendono cristalli di rocca, alcuni di questi
cristalli gli vengono consegnati con l’insegnamento di come servirsene. I
cristalli di rocca sono elementi importantissimi nello sciamanesimo
australiano come in quello di tutto il mondo, perché sono rappresentano
‘luce pietrificata’. Sia in Australia che in altri territori, Oceania
come due Americhe, gli sciamani vengono immersi in un’acqua sacra e
potente fatta con quarzo liquefatto, essa è un bagno di luce celeste,
che dovrebbe modificare la vibrazione costitutiva dell’essere umano. I
quarzi sono considerati pietre sacre che permettono anche di compiere
voli della mente, attivando poteri superiori.
Sono stati trovati
manufatti impressionanti di origine ignota di popoli che hanno usato il
quarzo per scopi che non sappiamo, probabilmente rituali. Michell
Hedges, un avventuroso archeologo, trovò nel 1927 un teschio a grandezza
naturale scolpito nel cristallo di rocca in Honduras, nelle rovine di
una città maya, aveva 3.600 anni e veniva probabilmente usato dai
sacerdoti per celebrare particolari riti magici, ma i Maya sono
posteriori (290 a.C. circa) per cui il manufatto ha origini inquietanti.
L’oggetto avrebbe richiesto 150 anni di lavoro a scalpello. Ma il fatto
più curioso è che a Londra un museo possiede un teschio gemello di
questo, che sembra costruito dalla stessa mano, salvo che la mandibola è
fissa e non mobile.
In Australia, dunque, caverne speciali servono
ai riti di iniziazione, il candidato dorme nella caverna dopo riti
appositi e digiuni, affidandosi ai Mastri del Tempo del Sogno che lo
uccideranno, squarteranno e modificheranno. Gli Arunta sognano che gli
Spiriti del Mondo dei Sogni gli scagliano contro una lancia invisibile
che gli trafigge la testa da parte a parte, spaccandogli la lingua
(troviamo spesso nello sciamanesimo il simbolo della lancia). Lo Spirito
toglie poi gli organi interni e li scambia con altri, conficca dei
cristalli di quarzo nei polsi e nel terzo occhio, così l’uomo vedrà
direttamente la verità o avrà poteri di guarigione. Anche nel mondo
tibetano ci sono riti iniziatici per i veggenti che prevedono il
conficcamento di una scheggia di osso nel terzo occhio per aprire la sua
visione sottile. Attraverso il rito, l’uomo muore e rinasce modificato,
diventando uno sciamano (le visioni di Krishnamurti, il più grande
mistico indiano, parlano di analoghe sostituzioni di organi, che per lui
avvengono eccezionalmente nell’arco lunghissimo di 70 anni).
In
Australia, l’iniziazione ha luogo spesso attraverso sogni straordinari,
con i quali si raggiunge la via sacra, si abolisce il tempo storico e si
ritrova il tempo mitico.
La trasformazione viene simboleggiata dal
mito del serpente Arcobaleno. La leggenda dice che una volta
l’arcobaleno si trasformò in un grande serpente colorato che scese sulla
terra e, strisciando col suo corpo di luce, formò fiumi, ruscelli e
montagne. Un giorno il serpente Arcobaleno riparò due ragazzi dalla
pioggia ma, senza volerlo, li inghiottì, trasformandoli in uccelli. Il
serpente arcobaleno simboleggia un grande fiume di energia creativa,
l’energia cosmica, la vibrazione che nel profondo della terra scuote gli
strati rocciosi e crea la configurazione del mondo. Chi si immerge in
questa energia si trasforma e rinasce in forma diversa con un diverso
potere.
Lo sciamano, nel suo viaggio astrale, immagina di essere
ridotto a scheletro, rende piccolissimo l’albero del mondo, lo mette in
un sacchettino e si arrampica sul Serpente Arcobaleno, cioè sulla immane
energia della Terra. Là metterà nel suo corpo dei quarzi o piccoli
arcobaleni per cambiare i suoi poteri.
Il simbolo dell’arcobaleno è
molto diffuso in tutto il mondo, come ponte tra terra e cielo; in
Polinesia c’è un eroe che visita il cielo usando l’arcobaleno o un cervo
volante; Buddha scende sulla terra con un arcobaleno; in altri luoghi
troviamo come simbolo di ascensione la renna o ancora il cervo o
l’aquila. I miti ci dicono che un tempo c’era comunicazione tra cielo e
terra, ora la comunicazione è interrotta per un peccato delle origini ma
lo sciamano può ricostituirla, risalendo l’arcobaleno; anche
nell’Apocalisse il trono di Dio è circondato da un arcobaleno e i
tamburi sciamanici a volte lo portano disegnato.
Lo sciamano
aborigeno impara a sognare e ad usare il sogno lucido (come nello yoga
tantrico); attraverso il sognare consapevole comunica con i ‘Rai’,
spiriti disincarnati, o con i ‘Mimi’, fantastico popolo di esseri
bizzarri dotati di grandi poteri (simile al piccolo Popolo che vive
sotto terra che gli Irlandesi ereditarono dai Celti o al piccolo popolo
dei Sardi che vive nascosto ed ha costruito le ‘domus de janas’); grazie
ai nuovi poteri, lo sciamano impara a vedere col terzo occhio o occhio
della chiaroveggenza, si aprono in lui facoltà sconosciute, come vedere
all’interno dei corpi (endoscopia), conoscere le energie interne della
vita o conoscere cose che avvengono lontano. In modo non dissimile in
Tibet nel 1100 sorsero le famose Scuole dei Maestri del Sogno; essi
meditavano attraverso sogni lucidi e li usavano per accelerare
l’illuminazione, apprendendo anche l’arte della chiaroveggenza o della
diagnosi e guarigione
I dipinti nelle caverne australiane
rappresentano spesso queste visioni intracorporee o endocorporee
generate durante la trance, si vedono per es. animali o uomini entro cui
sono tracciate linee simili ai meridiani cinesi, linee di scorrimento
dell’energia; queste pitture parlano del peccato originale, di un
paradiso terrestre da cui l’umanità venne cacciata per una violazione
della legge, che interruppe il contatto con gli spiriti superiori, non
diversamente da quanto avvenne nell’Eden perduto di cui parla la Bibbia.
fonte: http://www.fuoriradio.com/2004/11/sciamanesimo-gli-aborigeni-australiani/
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