domenica 15 febbraio 2015

Crisi ucraina, il succo dei nuovi accordi di Minsk: “vincitori e vinti”

Crisi ucraina, il succo dei nuovi accordi di Minsk: “vincitori e vinti”
Il 12 febbraio a Minsk i presidenti di Russia, Francia, Ucraina e il cancelliere tedesco hanno concluso i negoziati per la normalizzazione della crisi ucraina. Vediamo quali impegni si sono assunti le parti.

L'obbligo principale è il completo cessate il fuoco tra le parti in conflitto a partire dalla mezzanotte di domenica 15 febbraio.
 
Dove e in quali tempi devono essere ritirate le armi pesanti

Il punto № 2 prevede la creazione di una zona di sicurezza demilitarizzata e il ritiro delle armi pesanti ad una distanza da 50 a 140 chilometri a secondo del tipo di armamento.

Inoltre le truppe ucraine sono obbligate a ritirare le proprie armi "della linea attuale di contatto", ovvero dalla linea che si è venuta a creare a seguito dei recenti successi militari delle milizie delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. A sua volta le forze della Novorossiya hanno l'obbligo di ritirare le armi pesanti dalla linea di contatto in base al memorandum di Minsk dello scorso 19 settembre: di fatto per loro la situazione non è cambiata.

Il ritiro degli armamenti pesanti verrà effettuato entro 14 giorni dopo il cessate il fuoco ed avverrà sotto la supervisione dell'OSCE.

Cosa accadrà ai prigionieri e se la Savchenko verrà liberata
I punti № 5 e № 6 determinano l'amnistia e il divieto di perseguire e condannare penalmente le persone in relazione agli eventi avvenuti in alcune aree delle regioni di Donetsk e Lugansk, nonché il rilascio e lo scambio di tutti i prigionieri e le persone detenute illegalmente in base al principio "tutti per tutti".

Questi punti presuppongono lo scambio di prigionieri. Tuttavia la Savchenko si trova in custodia cautelare per un procedimento penale a Mosca e, poichè la Russia non fa parte del conflitto armato, l'ufficiale dell'esercito ucraino e deputata della Verchovna Rada non non è scambiabile e non ha i requisiti per rientrare nello scambio di prigionieri. La legge ucraina disciplina solo gli obblighi delle autorità di Kiev e non può obbligare le autorità russe a concedere l'amnistia alla Savchenko.

Come si realizzerà il disarmo dei mercenari e dei gruppi armati illegali?
Il punto № 10 prevede il ritiro di "tutti i battaglioni stranieri, delle attrezzature militari, così come dei mercenari dal territorio dell'Ucraina sotto la supervisione dell'OSCE", e contemporaneamente "il disarmo di tutti i gruppi paramilitari illegali", tra cui le formazioni di Pravy Sektor .

Le autorità russe non riconoscono la presenza di sue truppe nel territorio dell'Ucraina, pertanto su Mosca non grava alcun impegno.

La riforma costituzionale e la federalizzazione dell'Ucraina
Il punto № 11 prevede "l'avvio della riforma costituzionale in Ucraina con l'entrata in vigore entro la fine del 2015 di una nuova Costituzione, basata sul decentramento."

Il decentramento implica di assegnare alle regioni una serie di poteri aggiuntivi e di cambiare il loro status, che viene regolato dall'articolo № 133 della Costituzione ucraina. Pertanto Kiev si è impegnata ad adottare una nuova Costituzione. Nel caso il discorso non fosse rivolto alla federalizzazione, non ci sarebbe stato alcun bisogno di negoziare l'adozione di una nuova Costituzione.

Inoltre l'Ucraina si impegna a promuovere la "riforma costituzionale", coordinando i passi con le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Questo passaggio suggerisce la volontà nascosta di congelare il conflitto e di fornire alle autorità della Novorossiya il diritto di agire come parte nei negoziati con le autorità ucraine.

“L'incomprensione” mostrata in pubblico su questo punto da parte del presidente ucraino dimostra che per Poroshenko è qualcosa di più di una semplice federalizzazione. La mancata esecuzione di questa clausola trasformerà il Donbass in una seconda Transnistria, cosa che sanno bene le autorità ucraine, sebbene non lo ammettano apertamente.

Chi controllerà il confine
Il ripristino del pieno controllo del confine da parte delle autorità ucraine è possibile solo dopo la piena attuazione del punto riguardante la riforma costituzionale. Le autorità ucraine non potranno lamentarsi del mancato adempimento degli obblighi da parte delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk fino alla realizzazione della riforma costituzionale. A giudicare dalle strane esternazioni di Poroshenko sugli impegni per la riforma, è improbabile che venga realizzata, pertanto il confine rimarrà sotto il controllo della Novorossiya.

Come si svolgeranno le prestazioni sociali e l'assistenza umanitaria nel Donbass
Gli accordi impongono all'Ucraina di non interferire con il flusso di aiuti umanitari, nonché di ripristinare le prestazioni sociali (pensioni, pagamento salari dei dipendenti pubblici e sussidi) nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk togliendo il blocco economico.
Il protocollo firmato a Minsk non si può definire certamente “ideale”. Tuttavia è in grado di congelare il conflitto, pur mantenendo lo "status quo." La questione principale che rimane aperta è quanto efficacemente verrà monitorato il cessate il fuoco. In ogni caso le autorità ucraine hanno fatto concessioni su diversi punti importanti. 

Non sono riuscite a raggiungere una serie di obbiettivi che si erano prefissati. Per la Novorossiya sono stati fissati nuovi vantaggiosi confini per il ritiro delle armi pesanti, il territorio della Novorossiya e i suoi confini saranno monitorati dalle autorità delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk ed infine la Novorossiya ha il diritto di partecipare alla "riforma costituzionale", determinando autonomamente il proprio futuro.


Ilya Remeslo   


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