Dove e in quali tempi devono essere ritirate le armi pesanti
Il
punto № 2 prevede la creazione di una zona di sicurezza demilitarizzata
e il ritiro delle armi pesanti ad una distanza da 50 a 140 chilometri a
secondo del tipo di armamento.
Inoltre le truppe
ucraine sono obbligate a ritirare le proprie armi "della linea attuale
di contatto", ovvero dalla linea che si è venuta a creare a seguito dei
recenti successi militari delle milizie delle Repubbliche Popolari di
Donetsk e Lugansk. A sua volta le forze della Novorossiya hanno
l'obbligo di ritirare le armi pesanti dalla linea di contatto in base al
memorandum di Minsk dello scorso 19 settembre: di fatto per loro la
situazione non è cambiata.
Il ritiro degli armamenti
pesanti verrà effettuato entro 14 giorni dopo il cessate il fuoco ed
avverrà sotto la supervisione dell'OSCE.
Cosa accadrà ai prigionieri e se la Savchenko verrà liberata
I
punti № 5 e № 6 determinano l'amnistia e il divieto di perseguire e
condannare penalmente le persone in relazione agli eventi avvenuti in
alcune aree delle regioni di Donetsk e Lugansk, nonché il rilascio e lo
scambio di tutti i prigionieri e le persone detenute illegalmente in
base al principio "tutti per tutti".
Questi punti
presuppongono lo scambio di prigionieri. Tuttavia la Savchenko si trova
in custodia cautelare per un procedimento penale a Mosca e, poichè la
Russia non fa parte del conflitto armato, l'ufficiale dell'esercito
ucraino e deputata della Verchovna Rada non non è scambiabile e non ha i
requisiti per rientrare nello scambio di prigionieri. La legge ucraina
disciplina solo gli obblighi delle autorità di Kiev e non può obbligare
le autorità russe a concedere l'amnistia alla Savchenko.
Come si realizzerà il disarmo dei mercenari e dei gruppi armati illegali?
Il
punto № 10 prevede il ritiro di "tutti i battaglioni stranieri, delle
attrezzature militari, così come dei mercenari dal territorio
dell'Ucraina sotto la supervisione dell'OSCE", e contemporaneamente "il
disarmo di tutti i gruppi paramilitari illegali", tra cui le formazioni
di Pravy Sektor .
Le
autorità russe non riconoscono la presenza di sue truppe nel territorio
dell'Ucraina, pertanto su Mosca non grava alcun impegno.
La riforma costituzionale e la federalizzazione dell'Ucraina
Il
punto № 11 prevede "l'avvio della riforma costituzionale in Ucraina con
l'entrata in vigore entro la fine del 2015 di una nuova Costituzione,
basata sul decentramento."
Il decentramento implica di
assegnare alle regioni una serie di poteri aggiuntivi e di cambiare il
loro status, che viene regolato dall'articolo № 133 della Costituzione
ucraina. Pertanto Kiev si è impegnata ad adottare una nuova
Costituzione. Nel caso il discorso non fosse rivolto alla
federalizzazione, non ci sarebbe stato alcun bisogno di negoziare
l'adozione di una nuova Costituzione.
Inoltre l'Ucraina
si impegna a promuovere la "riforma costituzionale", coordinando i
passi con le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Questo passaggio
suggerisce la volontà nascosta di congelare il conflitto e di fornire
alle autorità della Novorossiya il diritto di agire come parte nei
negoziati con le autorità ucraine.
“L'incomprensione”
mostrata in pubblico su questo punto da parte del presidente ucraino
dimostra che per Poroshenko è qualcosa di più di una semplice
federalizzazione. La mancata esecuzione di questa clausola trasformerà
il Donbass in una seconda Transnistria, cosa che sanno bene le autorità
ucraine, sebbene non lo ammettano apertamente.
Chi controllerà il confine
Il
ripristino del pieno controllo del confine da parte delle autorità
ucraine è possibile solo dopo la piena attuazione del punto riguardante
la riforma costituzionale. Le autorità ucraine non potranno lamentarsi
del mancato adempimento degli obblighi da parte delle Repubbliche
Popolari di Donetsk e Lugansk fino alla realizzazione della riforma
costituzionale. A giudicare dalle strane esternazioni di Poroshenko
sugli impegni per la riforma, è improbabile che venga realizzata,
pertanto il confine rimarrà sotto il controllo della Novorossiya.
Come si svolgeranno le prestazioni sociali e l'assistenza umanitaria nel Donbass
Gli
accordi impongono all'Ucraina di non interferire con il flusso di aiuti
umanitari, nonché di ripristinare le prestazioni sociali (pensioni,
pagamento salari dei dipendenti pubblici e sussidi) nelle Repubbliche
Popolari di Donetsk e Lugansk togliendo il blocco economico.
Il
protocollo firmato a Minsk non si può definire certamente “ideale”.
Tuttavia è in grado di congelare il conflitto, pur mantenendo lo "status
quo." La questione principale che rimane aperta è quanto efficacemente
verrà monitorato il cessate il fuoco. In ogni caso le autorità ucraine
hanno fatto concessioni su diversi punti importanti.
Non sono riuscite a
raggiungere una serie di obbiettivi che si erano prefissati. Per la
Novorossiya sono stati fissati nuovi vantaggiosi confini per il ritiro
delle armi pesanti, il territorio della Novorossiya e i suoi confini
saranno monitorati dalle autorità delle Repubbliche Popolari di Donetsk e
Lugansk ed infine la Novorossiya ha il diritto di partecipare alla
"riforma costituzionale", determinando autonomamente il proprio futuro.
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