venerdì 13 febbraio 2015

Il problema dei denti del giudizio

L’analisi degli antichi teschi, come mostra anche il dentista W. A. Price nel suo libro “Nutrition and physical degeneration”, ci indica che anticamente tutti i denti degli esseri umani, compresi quindi i denti del giudizio (terzi molari) avevano lo spazio necessario per inserirsi correttamente nell’arcata dentale. Peraltro lo studio dei reperti fossili dei nostri più antichi progenitori mostra una incidenza della carie davvero bassissima, persino inferiore a quella degli animali contemporanei. Tutto ciò indica uno stato di salute ottimale, conseguenza di uno stato nutrizionale perfettamente adeguato: cibo naturale, assolutamente mai processato, raccolto e mangiato, eventualmente cotto, ma non certo adulterato come nell’epoca moderna, dove la maggior parte del cibo è raffinato, processato, additivato, dolcificato, sottoposto a manipolazione industriale. Solo alcune popolazioni rimaste allo stato “primitivo”, che continuano ad alimentarsi come i loro antichi antenati, hanno mantenuto fino a tempi recenti una simile condizione di salute (dentale e generale).

Essendoci sempre posto per tutti i denti (denti del giudizio compresi), mancando problemi ortodontici di qualsiasi genere in conseguenza dell’ottimo stato nutrizionale (vedi sempre il succitato libro di W. A,. Price), essendo la carie pressoché sconosciuta, l’uomo sostanzialmente sconosceva i problemi di salute legati ai denti e quindi anche tutti quei problemi legati all’applicazione di cattive procedure odontoiatriche (otturazioni con metalli pesanti, denti devitalizzati, cavitazioni, malocclusione, galvanismo).

Man mano che l’alimentazione dell’essere umano è cambiata, è peggiorato lo stato di salute generale, lo stato di salute dei denti, ed in più si è manifestata una degenerazione sempre più frequente e sempre più marcata, con sempre maggiori casi di problemi ortodontici (denti sporgenti e/o storti, casi di malocclusione, denti affollati per mancanza di spazio nelle arcate dentarie, denti del giudizio inclusi totalmente o parzialmente nell’osso mandibolare, denti del giudizio storti, o addirittura ruotati di 90 gradi rispetto alla loro posizione naturale).

Allo stato attuale è molto difficile trovare degli esseri umani nei quali i denti del giudizio spuntano fuori per come dovrebbero essere (ovvero per come succedeva ai nostri lontani antenati); secondo alcuni dentisti circa il 90% dei denti del giudizio della popolazione attuale sono problematici e quindi possibili fonti di problemi. I denti del giudizio secondo lo studio del dottor Voll (inventore per l’appunto della EAV, elettro-agopuntura secondo Voll) sono in relazione all’intestino tenue, alla spalla, al gomito, all'orecchio intermedio ed ai nervi periferici, ma è noto ormai nella letteratura scientifica che i denti del giudizio inclusi o parzialmente inclusi, insomma male innestati nell’osso mascellare, possono essere causa di mal di testa ricorrenti (e molto dolorosi) di nervosismo e altre manifestazioni di “malattia mentale”. Il sito http://adleritalia1.blogspot.it/ mostra una discreta panoramica di questi problemi.

Purtroppo però, se la presenza scomoda di questi denti inclusi nell’osso mandibolare può essere causa di molti problemi, l’estrazione dei denti stessi, eseguita senza rispettare precise procedure può causare nuovi problemi, o causare alla lunga gli stessi problemi di prima (giacché il sito compromesso, seppure in maniera differente) è sempre lo stesso. Se soprattutto non viene rimosso il periodontio (un legamento che sta intorno al dente, e che si rimuove facilmente con una semplice fresatura alla fine dell’estrazione), si lascia in quel sito una sostanza morta che diviene facilmente cibo per i batteri anaerobi. In tal maniera si può sviluppare un’infezione dell’osso mandibolare che va avanti in maniera asintomatica (non si sente dolore nel sito del dente estratto) ma ciò nonostante può causare una serie di problemi anche gravi, finanche malattie infiammatorie e croniche (artrite, tiroidite, cancro, sclerosi multipla etc.). In realtà sono ben pochi i dentisti consapevoli di questi problemi, quasi nessuno elimina il periodontio, e quasi nessuno usa la neural-terapia (iniezioni di procaina) per eliminare ulteriori problemi post-estrattivi.

È quindi un dilemma di difficile soluzione: tenersi un dente del giudizio che crea problemi anche a distanza (focus dentale) o estrarlo rischiando problemi a volte anche peggiori? L’unica soluzione in tal caso (come in tanti altri consimili) pare sia innanzitutto trasformarsi in pazienti informati e consapevoli, leggendo e studiando, quindi scegliere uno dei pochi dentisti affidabili, eventualmente spostandosi anche di qualche centinaio di chilometri per una semplice estrazione, oppure rivolgersi ad un chirurgo maxillo-facciale disponibile a seguire un protocollo concordato con il paziente. 
 
In effetti non tutti i dentisti sono in grado di estrarre i denti del giudizio, specie quelli inclusi, ed i più onesti demandano a volte l’operazione per l’appunto ad un chirurgo maxillo-facciale.  Tante volte infatti, l’estrazione del dente del giudizio compiuta da un dentista si dilunga per un tempo lunghissimo, e a volte un pezzetto di quel dente resto dentro l’osso, un'eventualità che può a lungo andare creare dei problemi, proprio perché si tratta (come nel caso del periodontio) di un pezzo di dente ormai morto (scollegato dal tessuto vitale) che resta a marcire dentro la mandibola, con tutti i problemi che ne conseguono. 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento