L’analisi degli antichi teschi, come mostra anche il dentista W. A. Price nel suo libro “Nutrition and physical degeneration”,
ci indica che anticamente tutti i denti degli esseri umani, compresi
quindi i denti del giudizio (terzi molari) avevano lo spazio necessario
per inserirsi correttamente nell’arcata dentale. Peraltro lo studio dei
reperti fossili dei nostri più antichi progenitori mostra una incidenza della carie davvero bassissima,
persino inferiore a quella degli animali contemporanei. Tutto ciò
indica uno stato di salute ottimale, conseguenza di uno stato
nutrizionale perfettamente adeguato: cibo naturale, assolutamente mai
processato, raccolto e mangiato, eventualmente cotto, ma non certo
adulterato come nell’epoca moderna, dove la maggior parte del cibo è
raffinato, processato, additivato, dolcificato, sottoposto a
manipolazione industriale. Solo alcune popolazioni rimaste allo stato
“primitivo”, che continuano ad alimentarsi come i loro antichi antenati,
hanno mantenuto fino a tempi recenti una simile condizione di salute
(dentale e generale).
Essendoci sempre posto per tutti i denti (denti del giudizio compresi), mancando problemi ortodontici di qualsiasi genere in conseguenza dell’ottimo stato nutrizionale
(vedi sempre il succitato libro di W. A,. Price), essendo la carie
pressoché sconosciuta, l’uomo sostanzialmente sconosceva i problemi di
salute legati ai denti e quindi anche tutti quei problemi legati
all’applicazione di cattive procedure odontoiatriche (otturazioni con metalli pesanti, denti devitalizzati, cavitazioni, malocclusione, galvanismo).
Man
mano che l’alimentazione dell’essere umano è cambiata, è peggiorato lo
stato di salute generale, lo stato di salute dei denti, ed in più si è
manifestata una degenerazione sempre più frequente e sempre più marcata,
con sempre maggiori casi di problemi ortodontici (denti sporgenti e/o
storti, casi di malocclusione, denti affollati per mancanza di spazio
nelle arcate dentarie, denti del giudizio inclusi totalmente o
parzialmente nell’osso mandibolare, denti del giudizio storti, o
addirittura ruotati di 90 gradi rispetto alla loro posizione naturale).
Allo
stato attuale è molto difficile trovare degli esseri umani nei quali i
denti del giudizio spuntano fuori per come dovrebbero essere (ovvero per
come succedeva ai nostri lontani antenati); secondo alcuni dentisti
circa il 90% dei denti del giudizio della popolazione attuale sono
problematici e quindi possibili fonti di problemi. I denti del giudizio secondo lo studio del dottor Voll (inventore per l’appunto della EAV, elettro-agopuntura secondo Voll) sono in relazione
all’intestino tenue, alla spalla, al gomito, all'orecchio intermedio ed
ai nervi periferici, ma è noto ormai nella letteratura scientifica che i
denti del giudizio inclusi o parzialmente inclusi, insomma male
innestati nell’osso mascellare, possono essere causa di mal di testa
ricorrenti (e molto dolorosi) di nervosismo e altre manifestazioni di
“malattia mentale”. Il sito http://adleritalia1.blogspot.it/ mostra una discreta panoramica di questi problemi.
Purtroppo però, se la presenza scomoda di questi denti inclusi nell’osso
mandibolare può essere causa di molti problemi, l’estrazione dei denti
stessi, eseguita senza rispettare precise procedure può causare nuovi
problemi, o causare alla lunga gli stessi problemi di prima (giacché il
sito compromesso, seppure in maniera differente) è sempre lo stesso. Se
soprattutto non viene rimosso il periodontio (un legamento che sta
intorno al dente, e che si rimuove facilmente con una semplice fresatura
alla fine dell’estrazione), si lascia in quel sito una sostanza morta
che diviene facilmente cibo per i batteri anaerobi. In tal maniera si
può sviluppare un’infezione dell’osso mandibolare che va avanti in
maniera asintomatica (non si sente dolore nel sito del dente estratto)
ma ciò nonostante può causare una serie di problemi anche gravi,
finanche malattie infiammatorie e croniche (artrite, tiroidite, cancro,
sclerosi multipla etc.). In realtà sono ben pochi i dentisti
consapevoli di questi problemi, quasi nessuno elimina il periodontio, e
quasi nessuno usa la neural-terapia (iniezioni di procaina) per eliminare ulteriori problemi post-estrattivi.
È
quindi un dilemma di difficile soluzione: tenersi un dente del giudizio
che crea problemi anche a distanza (focus dentale) o estrarlo rischiando
problemi a volte anche peggiori? L’unica soluzione in tal caso (come in
tanti altri consimili) pare sia innanzitutto trasformarsi in pazienti
informati e consapevoli, leggendo e studiando, quindi scegliere uno dei
pochi dentisti affidabili, eventualmente spostandosi anche di qualche
centinaio di chilometri per una semplice estrazione, oppure rivolgersi
ad un chirurgo maxillo-facciale disponibile a seguire un protocollo
concordato con il paziente.
In
effetti non tutti i dentisti sono in grado di estrarre i denti del
giudizio, specie quelli inclusi, ed i più onesti demandano a volte
l’operazione per l’appunto ad un chirurgo maxillo-facciale. Tante volte
infatti, l’estrazione del dente del giudizio compiuta da un dentista si
dilunga per un tempo lunghissimo, e a volte un pezzetto di quel dente
resto dentro l’osso, un'eventualità che può a lungo andare creare dei
problemi, proprio perché si tratta (come nel caso del periodontio) di un
pezzo di dente ormai morto (scollegato dal tessuto vitale) che resta a
marcire dentro la mandibola, con tutti i problemi che ne conseguono.
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