Il primo – quello della maggioranza – consiste nel prendere per buono tutto quello che raccontano i media, avallando le spiegazioni ufficiali e reagendo, razionalmente ed emotivamente, esattamente come si aspettano la stampa, la televisione e i governanti.Houston, 15 Gennaio 2015 - Di fronte ad avvenimenti come l’11 settembre o l’abbattimento dell’aereo civile in Ucraina o le recenti vicende parigine, di regola le persone reagiscono in tre differenti modi.
Questa modalità è
sovente del tutto acritica, dando per scontato che chi ci governa non
ci possa ingannare oltre un certo limite in quanto è, di fatto, “dalla
nostra parte” contro il “nemico” di turno, sia esso il bolscevismo, il
nazismo, il fascismo, il terrorismo islamico.
Il secondo – condiviso da una minoranza, comunque in aumento, di persone – consiste nel non credere assolutamente nulla di quanto i media riportano, ritenendo che si tratti esclusivamente di propaganda funzionale al conseguimento degli obiettivi delle élite che pilotano le sorti del mondo.
Questo secondo approccio può essere definito “complottista” in quanto presuppone una cospirazione dietro ogni evento storico esteriore, che – per definizione - non è mai come appare, dato che la funzione della propaganda è dichiaratamente quella di mentire sui fatti – o di alterarne il senso – onde pilotare l’opinione pubblica nella direzione voluta. Chi ha questa visione delle cose, in genere ha inizialmente sviluppato una maggiore capacità di giudizio per poter “uscire dal gregge” ma poi, sovente, tende a subire nuovamente un certo grado di dipendenza, avallando acriticamente le teorie “complottiste”, senza metterle costantemente al vaglio dei fatti.
Anche questa seconda categoria di persone diviene, pertanto, in qualche modo manovrabile da chi ha interesse a condizionare le opposizioni politiche o di dissenso per i propri fini.
Visto che i
primi due modi di vedere presuppongono delle convinzioni o addirittura
dei teoremi precostituiti difficilmente intaccabili, le presenti
considerazioni si rivolgono al terzo gruppo di persone, a chi è oggi
disorientato e sconcertato.
Personalmente ritengo che sia del tutto comprensibile sentirsi oggi disorientati e sconcertati, in quanto gli eventi cui stiamo assistendo mettono a dura prova l’intelligenza e la sensibilità di ciascuno.
Il cinico giocare con vite umane innocenti – sia che ciò sia attribuibile a terroristi esaltati o a servizi deviati al soldo di potenze egemoni o ad entrambi – è un elemento in qualche modo “fuori tempo”, vale a dire qualcosa che, fino a pochi decenni or sono, si riteneva di aver superato per sempre. Dopo due catastrofi belliche mondiali, la Shoah, il rischio di guerra nucleare tra i blocchi contrapposti, buona parte dell’umanità aveva ingenuamente accarezzato l’idea che un certo tipo di efferatezza, di dispregio della vita umana, fosse qualcosa che riguardasse un passato ormai seppellito per sempre.
Il benessere che ha, in certo qual modo, “intorpidito” le coscienze - prima dell’Occidente e, successivamente, dell’Oriente russo-indo-cinese – e la fiducia nelle “magnifiche sorti e progressive” che hanno contagiato gran parte dell’umanità, hanno di fatto “oscurato” la visione di quanto non ha, tuttavia, mai smesso di agire nel mondo reale.
In effetti nel “mondo reale” le cose non sono mai andate come ci si aspettava che andassero e di questo chi ha una minima dimestichezza con una visione più ampia della storia non ha mai avuto dubbi.
La dinamica del potere dominante – sia esso romano, spagnolo, britannico o americano – non è mai cambiata, da secoli a questa parte; si sono solo modificati i metodi e le strategie, rendendo per converso più complesso e difficoltoso per i popoli comprenderne i disegni.
La storia re-interpretata costituisce pertanto la base di partenza per la manipolazione delle coscienze di un popolo.
Basti pensare al fatto che quelle che misero fine all’Impero Romano, e che noi chiamiamo “invasioni barbariche” in Germania vengono chiamate Völkerwanderungen, vale a dire “migrazioni di popoli”, o a come ci viene raccontato il Risorgimento italiano, o alla favola del Sud povero e sottosviluppato all’atto della conquista sabauda, o, ancora, alle invincibile armate italiche all’epoca del fascismo o, infine, ai trionfali successi dei piani quinquennali ai tempi dell’Unione Sovietica.
Fin qui la propaganda come strumento di manipolazione delle coscienze.
A volte, tuttavia, essa non è sufficiente a convogliare le coscienze collettive verso i fini che i poteri forti hanno stabilito; si rendono allora necessari altri mezzi, di regola estremamente energici, tali impartire una decisa sterzata all’opinione pubblica.
Esse – per citarne alcune da cent’anni a questa parte - vanno dall’affondamento del Maine come pretesto per la guerra ispano-americana del 1898 al naufragio del Lusitania nel 1915, che giustificò l’intervento USA nella prima Guerra mondiale; da Pearl Harbor come innesco dell’intervento nella seconda all’incidente del Golfo del Tonchino, che fu la scusa per l’intervento in Vietnam nel 1964; dalle finte lacrime di Naiyrah nel 1991, che resero accettabile al popolo americano la prima Guerra del Golfo alle armi di distruzione di massa spavaldamente esibite da Colin Powell, che presentarono, nel 2003, come giusta e sacrosanta la seconda Guerra del Golfo agli occhi dell’opinione pubblica.
Tutte operazioni false, “imposture in grande stile”, progettate a tavolino da centri di potere e amplificate dai media a tali poteri asserviti, che, lì per lì, servirono a far accettare alla gente decisioni già prese dai poteri forti e che poi, anche se smascherate, vennero ben presto dimenticate dall’opinione pubblica.
Come ebbe ad affermare David Rockefeller:
Esse vanno dagli attentati terroristici ai disastri "naturali", dagli assassini di leader politici agli "incidenti" industriali, dai crash economici alle aggressioni da parte di altre nazioni.
Una volta avvenuta l’azione false flag entra nuovamente in azione la propaganda, che amplifica l’evento e alimenta lo sdegno, la rabbia e l’odio della popolazione nei confronti degli autori dell’attacco o della strage o dell’attentato.
Naturalmente quest’atmosfera di paura, di angoscia e di odio permette di far ingoiare ai cittadini restrizioni sempre maggiori, erodendo – con il loro beneplacito – porzioni sempre maggiori di libertà.
La paura e l’ansia operano quindi un abbassamento del livello di coscienza delle persone facendo leva sul naturale istinto di conservazione e sull’aspettativa di sopravvivenza
Qual è la fonte della paura oggi, chi alimenta i nostri timori?
Chi evoca orde di terroristi pronti a sgozzarci, chi parla di prossimi attentati nelle nostre città?
I media, la propaganda.
La propaganda manipola in profondità l’opinione pubblica che crede – invariabilmente – di trovarsi “dalla parte giusta”.
Ecco che, allora, la morte violenta di pochi fornisce l’alibi per stragi belliche di ben più ampie proporzioni.
Il dolore e l’indignazione per un numero limitato di vittime forniscono, paradossalmente, la giustificazione per eccidi di magnitudo esponenzialmente superiore.
Ora, l’uso sistematico di agenti sotto copertura – agent provocateur dietro le file nemiche o “risvegliati” all’interno della popolazione civile - ha almeno due secoli di storia nefasta; eppure si prova sempre un certo sgomento nel vedere come le popolazioni continuino a non trarre dal passato le inevitabili lezioni.
Si fa davvero fatica a comprendere come si possa ritenere che quegli stessi poteri che hanno sistematicamente mentito per secoli oggi possano trasformarsi, come per incanto, in paladini della verità.
Un evento quantomeno improbabile, o no?
Naturalmente anche all’interno delle idee o delle interpretazioni dei fatti proposte dai politici o dagli organi di stampa vi possono essere degli elementi di verità, ma si tratta sovente solo di verità parziali, dunque ancora più pericolose.
Uno dei primi a parlarne con chiarezza fu proprio Rudolf Steiner, il quale dichiarò senza mezzi termini che
All’occultista è noto che vi sono connessioni che dal mondo esteriore portano alle confraternite occulte, così come esistono collegamenti tra queste ultime e il mondo spirituale.
Quando vi sono persone che operano utilizzando forze a livello invisibile – sia positive che negative - ciò di regola si manifesta in ampi ambiti temporali; al tempo stesso queste persone, che lavorano occultamente senza scrupoli, mostrano di avere una visione particolarmente ampia di quanto accade negli avvenimenti storici.
Essi, in genere, utilizzano movimenti spirituali esistenti, per conseguire i loro obiettivi. Sovente si tratta di uomini che non si palesano sul piano esteriore, servendosi di intermediari per mezzo dei quali conseguire i risultati voluti.
Ad esempio, la creazione o l’infiltrazione di false opposizioni fa apparire la dialettica democratica maggioranza-opposizione come qualcosa di reale, mentre, molto spesso, si tratta di un semplice teatrino ad uso e consumo delle masse, del tutto ignare di quanto realmente accade dietro le quinte del potere.
Ora chi oggi è – giustamente - spaesato, disorientato, sconcertato e oscilla tra una posizione di totale accettazione delle versioni ufficiali e una di rigetto viscerale delle stesse deve far tesoro di quello che la storia gli indica e approfondire personalmente il senso di ogni singolo evento.
Vi sono – e giustamente - persone che trovano unilaterale e scorretto gettare addosso al popolo americano la croce di ogni male del mondo, pur se la politica degli Stati Uniti è oggi la punta di diamante del devastante progetto denominato New World Order.
Dico giustamente in quanto vi sono delle qualità e delle forze della popolazione americana che non hanno assolutamente nulla a che fare con le dinamiche del potere mondialista che sta cercando di prendere il controllo dell’umanità.
Vivendo da anni in questo Paese e conoscendone la storia – e le grandi qualità di coraggio e di civiltà della gente – ritengo che la principale responsabilità attribuibile al popolo americano sia quella di non essere stato in grado di contrastare la deriva autoritaria e antidemocratica degli ultimi decenni.
Ma incolpare il popolo americano di tutti i mali del mondo sarebbe come considerare tutti gli italiani mafiosi o tutti i tedeschi nazisti, il che è, evidentemente, un nonsenso.
Personaggi come Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Thomas Paine e altri sono stati dei leader capaci e integri che hanno contribuito a gettare le fondamenta di un Paese partito – nelle intenzioni dei padri fondatori – dalla profonda attenzione per il bene dei cittadini.
Purtroppo, come in molti altri casi, le lodevoli intenzioni iniziali sono state soppiantate da progetti di dominio globale e il primo a essere stato tradito è stato proprio il popolo americano, che ha subìto – e oggi subisce – un condizionamento orwelliano.
La dottrina dell’eccezionalità della missione degli Stati Uniti – l’aver raccolto l’eredità dell’Impero Romano - ha invero una radice reale, in quanto questa nazione oggi avrebbe il compito di guidare il mondo, ma dovrebbe farlo in modo ben diverso da come lo sta facendo.
Sappiamo che
Ma così non si va da nessuna parte:
La libertà di voler studiare, approfondire, capire, anche gli eventi del mondo esteriore, anche le vicende più inquietanti e drammatiche.
Quale soluzione dunque, perché la pace finalmente trionfi?
Quella di muovere guerra all’Isis, o alla Russia, o alla Siria?
Nulla di tutto questo.
Più chiaro di così…
Il secondo – condiviso da una minoranza, comunque in aumento, di persone – consiste nel non credere assolutamente nulla di quanto i media riportano, ritenendo che si tratti esclusivamente di propaganda funzionale al conseguimento degli obiettivi delle élite che pilotano le sorti del mondo.
Questo secondo approccio può essere definito “complottista” in quanto presuppone una cospirazione dietro ogni evento storico esteriore, che – per definizione - non è mai come appare, dato che la funzione della propaganda è dichiaratamente quella di mentire sui fatti – o di alterarne il senso – onde pilotare l’opinione pubblica nella direzione voluta. Chi ha questa visione delle cose, in genere ha inizialmente sviluppato una maggiore capacità di giudizio per poter “uscire dal gregge” ma poi, sovente, tende a subire nuovamente un certo grado di dipendenza, avallando acriticamente le teorie “complottiste”, senza metterle costantemente al vaglio dei fatti.
Anche questa seconda categoria di persone diviene, pertanto, in qualche modo manovrabile da chi ha interesse a condizionare le opposizioni politiche o di dissenso per i propri fini.
Il
terzo approccio – numericamente il più esiguo – è quello di chi cerca
di apprendere dalla storia il senso di determinati eventi esteriori,
rivolgendo la propria attenzione anche agli aspetti meno evidenti dei
fatti esteriori. Di questa ristretta schiera di persone fanno parte
tutti coloro che oggi si sentono disorientati e sconcertati da
avvenimenti sanguinosi e disumani come quelli con cui ci stiamo
confrontando in questi ultimi tempi.
Costoro cercano di barcamenarsi tra
le opposte fazioni di chi crede solo alle spiegazioni ufficiali e di chi dà per scontato che esse siano sempre e comunque false, ipotizzando una direzione malvagia dietro ad ogni accadimento esteriore.
Personalmente ritengo che sia del tutto comprensibile sentirsi oggi disorientati e sconcertati, in quanto gli eventi cui stiamo assistendo mettono a dura prova l’intelligenza e la sensibilità di ciascuno.
Il cinico giocare con vite umane innocenti – sia che ciò sia attribuibile a terroristi esaltati o a servizi deviati al soldo di potenze egemoni o ad entrambi – è un elemento in qualche modo “fuori tempo”, vale a dire qualcosa che, fino a pochi decenni or sono, si riteneva di aver superato per sempre. Dopo due catastrofi belliche mondiali, la Shoah, il rischio di guerra nucleare tra i blocchi contrapposti, buona parte dell’umanità aveva ingenuamente accarezzato l’idea che un certo tipo di efferatezza, di dispregio della vita umana, fosse qualcosa che riguardasse un passato ormai seppellito per sempre.
Il benessere che ha, in certo qual modo, “intorpidito” le coscienze - prima dell’Occidente e, successivamente, dell’Oriente russo-indo-cinese – e la fiducia nelle “magnifiche sorti e progressive” che hanno contagiato gran parte dell’umanità, hanno di fatto “oscurato” la visione di quanto non ha, tuttavia, mai smesso di agire nel mondo reale.
In effetti nel “mondo reale” le cose non sono mai andate come ci si aspettava che andassero e di questo chi ha una minima dimestichezza con una visione più ampia della storia non ha mai avuto dubbi.
La dinamica del potere dominante – sia esso romano, spagnolo, britannico o americano – non è mai cambiata, da secoli a questa parte; si sono solo modificati i metodi e le strategie, rendendo per converso più complesso e difficoltoso per i popoli comprenderne i disegni.
“Viviamo in un mondo che non considera ciò che è giusto o ciò che è ingiusto, ma che decide in base al potere[1]”.Ora, il potere come tale ha sempre usato la propaganda per indirizzare la pubblica opinione verso i propri obiettivi.
“Tutti i mezzi di comunicazione di massa sono utilizzati come veicolo per la propaganda. E possono essere divisi in due categorie: quelli parlati e quelli scritti... La propaganda occulta parlata comprende voci false, i contatti personali, le agitazioni e le dimostrazioni, l’uso dell’istruzione, della cultura e della religione, la radio, il teatro e il cinema. La propaganda occulta scritta comprende i volantini, i manifesti, i libri e i saggi, i quotidiani e le agenzie di stampa, i documenti contraffatti, le lettere e le petizioni…[2]”
La propaganda
ha come obiettivo non solo quello di asservire le opinioni e il
comportamento della gente agli obiettivi del potere, ma anche di
falsificare il passato, in modo da poter riscrivere la storia.
Basti pensare al fatto che quelle che misero fine all’Impero Romano, e che noi chiamiamo “invasioni barbariche” in Germania vengono chiamate Völkerwanderungen, vale a dire “migrazioni di popoli”, o a come ci viene raccontato il Risorgimento italiano, o alla favola del Sud povero e sottosviluppato all’atto della conquista sabauda, o, ancora, alle invincibile armate italiche all’epoca del fascismo o, infine, ai trionfali successi dei piani quinquennali ai tempi dell’Unione Sovietica.
Fin qui la propaganda come strumento di manipolazione delle coscienze.
A volte, tuttavia, essa non è sufficiente a convogliare le coscienze collettive verso i fini che i poteri forti hanno stabilito; si rendono allora necessari altri mezzi, di regola estremamente energici, tali impartire una decisa sterzata all’opinione pubblica.
“Vedete, nel mondo ci sono mezzi con cui si possono generare suggestioni di massa. Quando si vogliono creare suggestioni su larga scala bisogna immettere nel mondo qualcosa di sensazionalistico. Alla stessa maniera in cui si può suggestionare una singola persona (…) si possono condizionare interi gruppi, basta impiegare i mezzi adatti, e soprattutto conoscere quello che lega concretamente le persone di questi gruppi le une alle altre. Esiste un modo con cui si può pilotare la forza che risiede in un singolo uomo verso una precisa direzione. Questi può essere convinto del proprio profondo amore per la pace, ma compie le sue azioni sotto effetto della suggestione. Egli è tutt’altro da quello che fa. Si può fare la stessa cosa anche con i sentimenti d’interi gruppi, se si hanno le conoscenze adatte. Bisogna solo scegliere i mezzi appropriati. Serve solo spingere in una determinata direzione, attraverso una specie d’impostura in grande stile, una forza che è sì vitale, ma non ha una particolare direzione (…). Una tale suggestione collettiva esiste, essa ha agito, agisce e agirà in modo estremamente efficace[3]”.Uno di questi mezzi “d’impostura in grande stile” è costituito delle cosiddette false flag, ormai ampiamente documentate[4], utilizzate da sempre per convincere l’opinione pubblica a muovere guerra al nemico di turno.
Esse – per citarne alcune da cent’anni a questa parte - vanno dall’affondamento del Maine come pretesto per la guerra ispano-americana del 1898 al naufragio del Lusitania nel 1915, che giustificò l’intervento USA nella prima Guerra mondiale; da Pearl Harbor come innesco dell’intervento nella seconda all’incidente del Golfo del Tonchino, che fu la scusa per l’intervento in Vietnam nel 1964; dalle finte lacrime di Naiyrah nel 1991, che resero accettabile al popolo americano la prima Guerra del Golfo alle armi di distruzione di massa spavaldamente esibite da Colin Powell, che presentarono, nel 2003, come giusta e sacrosanta la seconda Guerra del Golfo agli occhi dell’opinione pubblica.
Tutte operazioni false, “imposture in grande stile”, progettate a tavolino da centri di potere e amplificate dai media a tali poteri asserviti, che, lì per lì, servirono a far accettare alla gente decisioni già prese dai poteri forti e che poi, anche se smascherate, vennero ben presto dimenticate dall’opinione pubblica.
Come ebbe ad affermare David Rockefeller:
"Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una grande crisi e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale".E cosa sono le “crisi” di cui parla questo mefitico sostenitore del mondialismo più bieco?
Esse vanno dagli attentati terroristici ai disastri "naturali", dagli assassini di leader politici agli "incidenti" industriali, dai crash economici alle aggressioni da parte di altre nazioni.
Una volta avvenuta l’azione false flag entra nuovamente in azione la propaganda, che amplifica l’evento e alimenta lo sdegno, la rabbia e l’odio della popolazione nei confronti degli autori dell’attacco o della strage o dell’attentato.
Naturalmente quest’atmosfera di paura, di angoscia e di odio permette di far ingoiare ai cittadini restrizioni sempre maggiori, erodendo – con il loro beneplacito – porzioni sempre maggiori di libertà.
“Non c’è peggior schiavo di colui che è falsamente convinto di essere libero”come ben sintetizzò Goethe. Infatti, anche se ci saranno più difficoltà nel viaggiare o se la polizia avrà un potere quasi illimitato o se sarò spiato in ogni mio movimento e azione e persino se il reato d’opinione mi impedirà di manifestare liberamente i miei pensieri, l’importante è che io mi senta protetto dal “nemico”.
La paura e l’ansia operano quindi un abbassamento del livello di coscienza delle persone facendo leva sul naturale istinto di conservazione e sull’aspettativa di sopravvivenza
“…per chi abbia seguito gli ultimi decenni consapevolmente a livello spirituale, - affermava Steiner all’indomani della Prima Guerra Mondiale - uno dei motivi principali dei dolorosi avvenimenti attuali è la paura di cui è imbevuto il mondo intero; la paura che hanno avuto singoli uomini l’uno dell’altro, ma che prima d’ogni altra cosa hanno avuto le nazioni una dell’altra, anche se non ne erano consapevoli. E se si fosse potuta seguire questa fonte di paura con attenzione, non si direbbero tante insensatezze sulla causa della guerra, come invece si fa oggi[5]”.Seguire con attenzione la fonte della paura è un insegnamento prezioso che possiamo trarre da queste parole.
Qual è la fonte della paura oggi, chi alimenta i nostri timori?
Chi evoca orde di terroristi pronti a sgozzarci, chi parla di prossimi attentati nelle nostre città?
I media, la propaganda.
La propaganda manipola in profondità l’opinione pubblica che crede – invariabilmente – di trovarsi “dalla parte giusta”.
Ecco che, allora, la morte violenta di pochi fornisce l’alibi per stragi belliche di ben più ampie proporzioni.
Il dolore e l’indignazione per un numero limitato di vittime forniscono, paradossalmente, la giustificazione per eccidi di magnitudo esponenzialmente superiore.
Ora, l’uso sistematico di agenti sotto copertura – agent provocateur dietro le file nemiche o “risvegliati” all’interno della popolazione civile - ha almeno due secoli di storia nefasta; eppure si prova sempre un certo sgomento nel vedere come le popolazioni continuino a non trarre dal passato le inevitabili lezioni.
Si fa davvero fatica a comprendere come si possa ritenere che quegli stessi poteri che hanno sistematicamente mentito per secoli oggi possano trasformarsi, come per incanto, in paladini della verità.
Un evento quantomeno improbabile, o no?
Naturalmente anche all’interno delle idee o delle interpretazioni dei fatti proposte dai politici o dagli organi di stampa vi possono essere degli elementi di verità, ma si tratta sovente solo di verità parziali, dunque ancora più pericolose.
“L’insieme delle conoscenze serve sempre all’umanità intera. Elementi isolati dall’insieme servono sempre all’egoismo di gruppi singoli. Questa è la cosa significativa e importante che si deve aver presente, perché moltissime idee che diventano di dominio pubblico per mano occulta non sono false, ma sono mezze verità o anche un quarto o un ottavo di verità. Proprio perché recano in sé una parte di vero possono essere strumentalizzateper questo o quello scopo in modo unilaterale[6]”.Chi si occupa di esoterismo sa bene che il piano esteriore – quello della storia ufficiale per intenderci – è a sua volta l’espressione di un piano meno evidente – occulto per l’appunto – dal quale partono gli impulsi che muovono gli eventi esteriori.
Uno dei primi a parlarne con chiarezza fu proprio Rudolf Steiner, il quale dichiarò senza mezzi termini che
“ogni cosa che accade esteriormente nel mondo fisico dipende dalle forze e dalle potenze spirituali che ne stanno alla base”[7].Naturalmente non è facile comprendere appieno come tali forze e potenze spirituali agiscano, e accorgersene è, nella maggior parte dei casi, evidentemente complesso.
All’occultista è noto che vi sono connessioni che dal mondo esteriore portano alle confraternite occulte, così come esistono collegamenti tra queste ultime e il mondo spirituale.
Quando vi sono persone che operano utilizzando forze a livello invisibile – sia positive che negative - ciò di regola si manifesta in ampi ambiti temporali; al tempo stesso queste persone, che lavorano occultamente senza scrupoli, mostrano di avere una visione particolarmente ampia di quanto accade negli avvenimenti storici.
Essi, in genere, utilizzano movimenti spirituali esistenti, per conseguire i loro obiettivi. Sovente si tratta di uomini che non si palesano sul piano esteriore, servendosi di intermediari per mezzo dei quali conseguire i risultati voluti.
“Si tratta di cose – prosegue Steiner nella stessa conferenza - che devono svolgersi in modo da non essere notate dalle altre persone. Abbiamo già avuto modo di osservare come gli uomini siano in una certa misura disattenti, distratti, non guardino volentieri a ciò che accade. Questo però viene strumentalizzato dai molti che si servono di determinate connessioni occulte per agire nel mondo. Chi osserva il mondo, non nel modo in cui la gente lo guarda abitualmente, bensì con uno sguardo spregiudicato, saprà che ci sono uomini che si lasciano influenzare da quanti vogliono servirsi di simili mezzi. E se qualche occultista non particolarmente coscienzioso si prefigge di influenzare altri uomini, riuscirà a esercitare un influsso ben determinato[8]”.Non solo dal punto di vista del “complottista”, ma anche da quello dell’occultista, dunque, gli eventi della storia esteriore rappresentano un inganno voluto da chi intende asservire le popolazioni ai propri fini:
“…nel modo in cui si scrive solitamente la storia, la gente viene completamente ingannata, fuorviata. Invece anche nella storiografia bisogna andare più a fondo[9]”.Le azioni elaborate e studiate da chi manipola le coscienze collettive sono, tuttavia, evidentemente molto complesse e non facilmente riconducibili a una sola sorgente.
Ad esempio, la creazione o l’infiltrazione di false opposizioni fa apparire la dialettica democratica maggioranza-opposizione come qualcosa di reale, mentre, molto spesso, si tratta di un semplice teatrino ad uso e consumo delle masse, del tutto ignare di quanto realmente accade dietro le quinte del potere.
“Ogni volta che si vuole operare attraverso cose simili non si deve innescare una corrente sola, ma si deve farla incrociare sempre con un’altra, in modo che entrambe si influenzino a vicenda. Infatti non si ottiene molto tirando semplicemente diritto in una sola direzione: talvolta occorre gettare una luce lateralmente sulla corrente con cui si opera, per confondere, per cancellare le tracce, e disperdere certe cose in un folto sottobosco. Questo è molto importante. Ne deriva che certe correnti occulte, che si prefiggono uno scopo, talvolta si pongano compiti del tutto opposti, con l’effetto di confondere tutte le tracce[10]”.Questi sistemi di manipolazione e di controllo delle masse, noti sia allo studioso di storia che all’occultista – denunciati da Rudolf Steiner un secolo fa – sono oggi ampiamente utilizzati da chi sta cercando di incanalare il cammino dell’umanità in una direzione non conforme alla crescita delle coscienze.
Ora chi oggi è – giustamente - spaesato, disorientato, sconcertato e oscilla tra una posizione di totale accettazione delle versioni ufficiali e una di rigetto viscerale delle stesse deve far tesoro di quello che la storia gli indica e approfondire personalmente il senso di ogni singolo evento.
“Solo la sete di conoscere e la volontà di apprendere rendono un uomo capace di vedere chiaro negli eventi del mondo[11]”Dunque non cieca adesione all’una o all’altra versione dei fatti, ma attenta elaborazione degli elementi che, negli eventi storici, fanno trasparire le linee-guida immesse da determinate personalità o correnti.
“È necessario farsi compenetrare almeno una volta dall’esigenza – questa esigenza deve essere portata almeno una volta nella vita dei giorni nostri – di non sviluppare l’entusiasmo della distrazione, ma l’entusiasmo dell’attenzione[12]”.A tal proposito, un argomento controverso è, ad esempio, quello che riguarda gli USA.
Vi sono – e giustamente - persone che trovano unilaterale e scorretto gettare addosso al popolo americano la croce di ogni male del mondo, pur se la politica degli Stati Uniti è oggi la punta di diamante del devastante progetto denominato New World Order.
Dico giustamente in quanto vi sono delle qualità e delle forze della popolazione americana che non hanno assolutamente nulla a che fare con le dinamiche del potere mondialista che sta cercando di prendere il controllo dell’umanità.
Vivendo da anni in questo Paese e conoscendone la storia – e le grandi qualità di coraggio e di civiltà della gente – ritengo che la principale responsabilità attribuibile al popolo americano sia quella di non essere stato in grado di contrastare la deriva autoritaria e antidemocratica degli ultimi decenni.
Ma incolpare il popolo americano di tutti i mali del mondo sarebbe come considerare tutti gli italiani mafiosi o tutti i tedeschi nazisti, il che è, evidentemente, un nonsenso.
Personaggi come Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Thomas Paine e altri sono stati dei leader capaci e integri che hanno contribuito a gettare le fondamenta di un Paese partito – nelle intenzioni dei padri fondatori – dalla profonda attenzione per il bene dei cittadini.
Purtroppo, come in molti altri casi, le lodevoli intenzioni iniziali sono state soppiantate da progetti di dominio globale e il primo a essere stato tradito è stato proprio il popolo americano, che ha subìto – e oggi subisce – un condizionamento orwelliano.
La dottrina dell’eccezionalità della missione degli Stati Uniti – l’aver raccolto l’eredità dell’Impero Romano - ha invero una radice reale, in quanto questa nazione oggi avrebbe il compito di guidare il mondo, ma dovrebbe farlo in modo ben diverso da come lo sta facendo.
“Un insegnamento fondamentale a orientamento occulto di questo tipo, che affiora in certe fratellanze, è che per il quinto periodo postatlantico le persone di lingua inglese sono l’equivalente del popolo romano per il quarto[13]”.
“L’esperienza di lunghi anni e l’osservazione attenta del corso della storia mondiale mi hanno portato a constatare che, soprattutto nel popolo anglosassone, e in particolare in certi suoi gruppi, c’è una visione della politica in un qualche senso grandiosa. Certi burattinai, se si può chiamarli così, hanno una visione della politica, della politica anglosassone, che potrei riassumere sostanzialmente come segue. In primo luogo, dietro ai politici che agiscono pubblicamente – e che a volte sono solo uomini di paglia – c’è un buon numero di personaggi imbevuti dell’idea che la ‘razza anglosassone’, per via di certe forze evolutive, abbia la missione di esercitare un vero e proprio dominio sul mondo, nel presente e nelfuturo, per molti secoli ancora. Questa convinzione è profondamente radicata nelle personalità che guidano la razza anglosassone, come lo è una certa concezione materialistica della strategia da adottare nel mondo"[14]Ora, sulla base di quanto abbiamo visto, quale deve essere il nostro giusto atteggiamento nei confronti di situazioni come quelle che stiamo vivendo ai nostri giorni?
Sappiamo che
“la storia dell’umanità, compresi gli avvenimenti più dolorosi, viene diretta da forze spirituali[15]”.Sappiamo altresì che
“queste forze spirituali operano anche in contrasto fra loro, gli uomini stanno in mezzo a forze che si ostacolano a vicenda in molti modi[16]”.La tentazione di molti è allora affermare “Beh, io non capisco cosa stia realmente accadendo quindi me ne disinteresso e lascio tutto nelle mani di Dio”.
Ma così non si va da nessuna parte:
“Chi si limita a pensare che il saggio ordinamento del mondo provvederà a tutto, se la prende troppo comoda. Se fosse così, non esisterebbe in nessun luogo dell’intero mondo fisico quello che invece esiste: la libertà umana[17]”.Ecco, la libertà umana.
La libertà di voler studiare, approfondire, capire, anche gli eventi del mondo esteriore, anche le vicende più inquietanti e drammatiche.
“Se si volge lo sguardo solo sullo spirito – l’ho già detto più volte – che pervade ciò che ci circonda, non si hanno i presupposti necessari per porre le domande giuste. Non si sa come si rifletta giù nel mondo fisico quello che accade spiritualmente[18]”.Il non dedicarsi in modo adeguato agli avvenimenti esteriori – magari con il pretesto che “noi non possiamo farci niente” – di fatto consente al peggio di accadere, lascia alle forze dell’ostacolo mano libera nelle vicende umane.
“Sono convinto che uno dei motivi principali per cui una tragedia come quella che accade oggi può abbattersi sul mondo, sta nel chiudere gli occhi davanti a queste realtà e nel parlare di quello che accade su basi del tutto inadeguate. Infatti anche di fronte ad eventi così grandi ognuno dovrebbe iniziare dalla conoscenza di sé.
E un frammento di conoscenza di sé è anche sapere che, nel momento in cui si dice: ‘Cose simili non ci riguardano, vogliamo solo sentir parlare di fenomeni occulti’, in questo momento si rafforzano, anche se in piccolo, quelle forze che, articolandosi in tutte le loro diramazioni e assommandosi, portano a catastrofi come quella che viviamo oggi.
‘Occulto’, miei cari amici, non è solo ciò che riguarda i mondi superiori – inizialmente questi sono certo nascosti, occulti per tutti gli uomini. Ma per molti uomini è già occulto anche quello che avviene nel mondo fisico! E vogliamo augurarci che molto di ciò che è nascosto qui da noi diventi visibile! Che così tanti fatti rimangano nascosti a così tanta gente, costituisce una delle fonti della miseria in cui viviamo"[19].
Quale soluzione dunque, perché la pace finalmente trionfi?
Quella di muovere guerra all’Isis, o alla Russia, o alla Siria?
Nulla di tutto questo.
“No, l’ideale di una pace eterna non sarà mai realizzato per mezzo di una sola goccia di sangue versata da uno strumento di guerra. Questo ideale si realizza in tutt’altro modo. E chi dice di combattere per la pace e di dovere perciò far la guerra, guerra fino all’annientamento dell’avversario, costui, chiunque sia, mente, anche se non se ne rende conto[20]”.
Più chiaro di così…
Piero Cammerinesi (Corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine, Altrogiornale e Altrainformazione)
[1] Rudolf Steiner - La «colpa» della guerra: una domanda posta quattro anni dopo Stoccarda, 21 Marzo 1921.
[2] Nara, rg 226, s.210, b. 432, f.8: Manuale di intelligence per la propaganda occulta, 16 maggio 1946
[3] Rudolf Steiner, L’entusiasmo dell’attenzione Spirito e potere nell’Europa d’Oriente e d’Occidente Dornach, 9 dicembre 1916
[5] Rudolf Steiner – conferenza tenuta il 10 Dicembre 1916 a Dornach
[6] Rudolf Steiner – Tommaso Moro e Dante: i misteri dell’evoluzione resi manifesti Dornach, 17 dicembre 1916
[7] Rudolf Steiner – L’entusiasmo dell’attenzione. Spirito e potere nell’Europa d’Oriente e d’Occidente Dornach, 9 dicembre 1916
[8] ibidem
[9] ibidem
[10] ibidem
[11] ibidem
[12] ibidem
[13] ibidem
[14] Rudolf Steiner – conferenza tenuta il 21 Dicembre 1916 a Dornach
[15] Rudolf Steiner, Inganno e realtà nella politica e nella storia Dornach, 11 dicembre 1916
[16] ibidem
[17] Rudolf Steiner – conferenza tenuta l’11 Dicembre 1916 a Dornach
[18] ibidem
[19] Rudolf Steiner – conferenza tenuta il 16 Dicembre 1916 a Dornach
[20] Rudolf Steiner - L’Europa Centrale tra potere e spirito Dornach, 18 dicembre 1916
fonte: http://liberopensare.com/articoli/826-tra-complottismo-ed-esoterismo-ovvero-l-entusiasmo-dell-attenzione
fonte: http://liberopensare.com/articoli/826-tra-complottismo-ed-esoterismo-ovvero-l-entusiasmo-dell-attenzione
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