mercoledì 3 giugno 2015

MANDALA, JUNG E ALCHIMIA

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“Il Mandala rappresenta uno schema ordinatore che in certa misura si sovraimpone al caos psichico, così che l’insieme che si sta componendo viene tenuto insieme per mezzo del cerchio che aiuta e protegge …”
“Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare un Mandala che sembrava corrispondere alla mia condizione intima di quel periodo .. Solo un po’ per volta scoprii che cosa è verametne il Mandala … IL Sè, la personalità nella sua interezza … che è armoniosa se tutto va bene …”
Il Mandala è l’archetipo dell’ordine interiore ed esprime il fatto che esiste un centro ordinatore e una periferia che cerca di abbracciare il tutto. E’ il simbolo della totalità. Perciò, durante una terapia, quando nella psiche del paziente c’è grande disordine e caos, questo simbolo può apparire sotto forma di Mandala in un sogno, o nelle fantasie o nei disegni liberi che fa il paziente. Il Mandala compare spontaneamente come archetipo compensatorio, portando ordine, mostrando la possibilità dell’ordine.
Secondo Jung, durante i periodi di tensione psichica, figure mandaliche possono apparire spontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore. Il simbolo del mandala, quindi, non è solo un’affascinante forma espressiva ma, agendo a ritroso, esercita anche un’azione sull’autore del disegno perché in questo simbolo si nasconde un effetto magico molto antico: l’immagine ha lo scopo di tracciare un magico solco intorno al centro, un recinto sacro della personalità più intima, un cerchio protettivo che evita la “dispersione” e tiene lontane le preoccupazioni provocate dall’esterno. Nelle filosofie orientali il “mandala” viene utilizzato come mezzo per la meditazione e tramite la sua costruzione o inserimento, l’uomo libera lo spirito, purifica l’anima, entra in comunione con tutte le forze positive presenti nel cosmo.

Oltre ad operare al fine di restaurare un ordinamento precedentemente in vigore, un mandala persegue anche la finalità creativa di dare espressione e forma a qualche cosa che tuttora non esiste, a qualcosa di nuovo e di unico. Come afferma Marie-Louise Von Franz (allieva di Jung), il secondo aspetto è ancora più importante del primo ma non lo contraddice poiché, nella maggior parte dei casi, ciò che vale a restaurare il vecchio ordine, comporta simultaneamente qualche nuovo elemento creativo.
Nel mandala personale il centro è l’uomo stesso che si deve purificare, trasformando le forze negative che porta dentro. Nel mandala vengono espulse tutte le energie negative attraverso la meditazione, la presa di coscienza e la conoscenza del proprio Sé che avviene durante il processo di costruzione del mandala stesso. Mentre costruisce il mandala, dall’esterno verso l’interno, l’uomo si concentra, si individualizza, esegue quella ricerca interiore indispensabile perché si verifichi la catarsi, la purificazione.
Cambiamento radicale che lo porterà alla trasformazione totale, tanto da considerare il vissuto quale trapasso da uno stato antico e inadatto ad uno nuovo e attuale. Una morte simbolica seguita da una nascita ad un livello superiore.
La pratica del mandala persegue tre scopi: centrare, guarire, crescere. Centrare significa cogliere l’essenziale, valutare lo scopo prioritario dei valori della vita. Per guarire, si intende l’espellere i turbamenti, le forze perturbatrici, la malattia. Per crescere si intende il proiettarsi verso una nuova dimensione, verso la meta della catarsi.
Il paziente deve disegnare e colorare, secondo la sua immaginazione, una figura circolare. L’unica informazione che deve essere data al paziente è che lo spazio interno del cerchio rappresenta il suo “Io” e che deve essere colorato partendo dal centro. Da questo disegno si possono trarre interessanti conclusioni osservando la forma del cerchio: se tracciato in modo nitido o tremolante, e analizzando i colori usati per tinteggiare l’interno.
Carl Gustav Jung
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L’alchimia è una serie di formule e operazioni per creare sostanze preziose da una materia vile. In un vaso perfettamente sigillato si svolgevano le fasi della combustione, della dissoluzione e del disseccamento.
Jung pensò che questi procedimenti fossero proiezioni psicologiche del processo di crescita interiore che egli chiamò individuazione. Quindi l’opera alchemica può essere letta come una metafora del cammino della psiche verso la totalità.
Se consideriamo l’alchimia una metafora della crescita psicologica quattro sono le operazioni particolarmente significative: la combustione (calcinatio), la dissoluzione (solutio), il disseccamento (coagulatio) e l’evaporazione (sublimatio).
Ogni stadio conduce la materia prima dalla sua condizione iniziale, attraverso un’operazione governata dai quattro elementi: fuoco, acqua, terra, e aria. Ogni operazione simboleggia una trasformazione psicologica. Ad ogni operazione è associato un colore. Confrontando i colori che appaiono nei vostri mandala con quelli del processo alchemico, potrete trarre delle indicazioni sulle energie che plasmano l’esperienza che state vivendo.
La materia prima da cui tutto ha inizio è di colore scuro e indefinito. Il primo passo dell’opera alchemica consiste nel sigillarla ermeticamente in un vaso; questo è il primo passo verso la trasformazione. Questo stadio è chiamato nigredo. In termini di crescita personale significa mettersi di fronte al proprio lato buio, un passo sgradevole me necessario per poter integrare la propria ombra.
Di fronte ad un Mandala con toni particolarmente scuri potete chiedervi se l’oscurità del vostro mandala può suggerire la necessità di lavorare a questo stadio dell’individuazione: il momento di caos, di disorientamento in cui l’Io si sente ferito, l’autostima e la fiducia in se stessi bassa e la luce lontana …..
La combustione è il passo successivo nel processo alchemico. Richiede di bruciare il materiale ad alte temperature per renderlo incandescente. Prima di diventare rosso incandescente la materia prima che è nera assume toni rosso scuro. La presenza di questo colore nel mandala può indicare che è in atto una trasformazione psichica attraverso una cottura psicologica che vuol dire rimanere nell’emozione, stare dentro.
Quando il fuoco si spegne lascia una cenere bianca che racchiude l’essenza del materiale bruciato. Il bianco nel Mandala può indicare proprio questo momento di passaggio: l’Io sopravissuto alla notte oscura e alla tempesta di emozioni si affaccia a un modo nuovo, sconosciuto e mai provato in precedenza di essere nel mondo.
A questo punto, gli alchimisti dicono di mescolare la cenere all’acqua. E’ il momento della dissoluzione ; ciò che prima era duro e infrangibile, è ora ridotto in polvere e può facilmente essere mescolato con l’acqua. Questo passaggio metaforicamente suggerisce una temporanea regressione che può servire a riordinare i contenuti della coscienza. Se nei vostri Mandala predomina l’azzurro, il colore dell’acqua, forse è in atto proprio il processo della solutio.
Per ottenere una nuova sostanza, da questa dissoluzione gli alchimisti usavano il processo chiamato disseccamento. A volte veniva usato lo zolfo. Lo zolfo è giallo e infiammabile, qualità che condivide con il sole che rappresenta nella simbologia psicologica la coscienza.
Il giallo nei vostri Mandala può indicare che il dinamismo della coscienza, la volontà è in movimento. Ciò che era vago e confuso può diventare chiaro, acquistare significato e forza.
L’evaporazione è l’operazione che trasforma la materia solida in sostanza gassosa. E’ il momento del movimento dinamico degli opposti. Prendendo consapevolezza delle proprie contraddizioni, può cominciare ad assumere forma un senso di centralità.
A questo punto nei vostri Mandala possono comparire coppie di colori complementari, opposti nel cerchio cromatico rosso/verde, blu/arancione, giallo/viola. Questo può indicare l’emersione degli opposti e la volontà di cambiamento nella risoluzione delle molteplici sfaccettature della vostra personalità.
Arriviamo così al coronamento dell’opera alchemica: le nozze mistiche degli opposti, la coniuncto. Queste nozze sono possibili solo se, in precedenza, gli opposti sono stati differenziati (spirito/materia, conscio/inconscio, luce/ombra). Li opposti vengono riuniti in un’unità in cui, paradossalmente, ognuno continua ad essere ciò che è, ma divenuto parte di una più ampia totalità.
I colori associati alle nozze mistiche degli opposti sono i rossi i gialli aranciati il rosa dato dall’unione tra bianco e rosso (che nell’alchimia sta ad indicare rispettivamente il femminile e d il maschile), Quando questi colori compaiono nei vostri mandala, state forse raccogliendo il premio di uno stato vicino alla totalità, conquistato duramente attraverso i precedenti stadi di crescita personale. E’ uno stato di grazia. Non dura a lungo, ma possiamo ricordarlo, conservandolo come un seme gettato nella materia prima, e da cui potremo ripartire iniziando il ciclo una volta di più.
Fonti:
www.counselingearte.wordpress.com
www.thepsyche.net

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