“Nel nostro mondo
sovrastiamo gli Inferi
guardando i fiori!”
(Issa)
“L’uomo
è la più grande fioritura di questa Terra, l’essere più evoluto. Nessun
uccello può intonare il tuo canto: la sua musica è solo rumore, anche
se bellissima perché frutto della sua innocenza. Tu puoi intonare canti
assai più belli e ricchi di significato. Ma la gente si chiede sempre:
«Cosa avrò mai da dare io?» In realtà, quando qualcuno ti ama, resti un
po’ sorpreso: «Me? Quella persona ama me?» Nella mente sorge questa
idea.
«È
perché non mi conosce, ecco perché. Se mi conoscesse e potesse
scrutare dentro di me, non mi amerebbe mai.» Per questo gli amanti
cominciano a nascondersi l’uno all’altra. Mantengono molte cose private,
non aprono i loro segreti, perché hanno paura che così facendo l’amore
scompaia: nel momento in cui aprissero il loro cuore, svanirebbe
inevitabilmente.
Non
sanno amare se stessi: come possono concepire che qualcun altro li ami?
L’amore comincia dall’amore di sé. Non essere egoista, ma ama te
stesso, senza restarne ossessionato o diventare un Narciso: sono due
cose diverse. L’amore per sé è un fenomeno fondamentale. Solo allora
puoi amare qualcun altro. Accettati e amati: sei una creazione di Dio.
Porti
la sua firma, sei unico, speciale. Nessun altro è mai stato come te e
nessun altro lo sarà mai; sei semplicemente incomparabile. Accetta, ama e
celebra ciò che sei, e in quella celebrazione comincerai a vedere
l’unicità e l’incomparabile bellezza degli altri. l’amore è possibile
solo quando esiste una profonda accettazione di se stessi, dell’altro e
del mondo.
L’accettazione
crea l’ambiente in cui l’amore cresce, il terreno su cui fiorisce.
L’amore non è una relazione, è un relazionarsi. Una relazione è qualcosa
di finito e porta l’immobilità completa, è la fine di una luna di
miele. Ora non esiste più né gioia, né entusiasmo: tutto è cessato.
Puoi
portare avanti la relazione per mantenere la tua promessa, perché è
comoda, conveniente, sicura, perché non c’è altro da fare, perché se la
rompessi ti ritroveresti nei guai. Relazione vuol dire qualcosa di
chiuso, completo, finito. L’amore non è mai una relazione: è un
relazionarsi. È sempre un fiume che scorre senza posa.
L’amore
non conosce alcuna stasi; la luna di miele comincia, ma non finisce
mai. Non è come un romanzo, che inizia da un certo punto e termina in un
altro. È un fenomeno che continua senza fine. Le relazioni finiscono,
ma l’amore continua. È senza fine. È un verbo, non un nome. Ma perché
riduciamo la bellezza del relazionarsi ad una relazione? Perché abbiamo
tanta fretta?
Perché
relazionarsi è insicuro, mentre una relazione è una cosa certa. La
relazione è sicura, mentre il relazionarsi è solo l’incontro di due
sconosciuti, forse per una notte, pronti a dirsi addio al mattino. Cosa
accadrà domani? Abbiamo così paura che vorremmo renderla una cosa certa e
prevedibile.
Vorremmo
che il domani assecondasse le nostre idee, senza permettergli di
seguire il suo corso. Ecco perché riduciamo immediatamente tutti i verbi
a un nome. In un mondo migliore, con più gente meditativa e un po’ più
di illuminazione diffusa sul pianeta, la gente amerà enormemente, ma il
suo amore sarà un relazionarsi, non diventerà una relazione.
Non
voglio dire che resterà solo momentaneo; è più che probabile che possa
svilupparsi in profondità maggiori di quelle attuali, possedere una
qualità più elevata di intimità e una presenza maggiore di divinità e di
poesia, di quanto non accada a te. E c’è ogni probabilità che possa
durare più a lungo delle tue cosiddette relazioni, senza essere
garantito né dalla legge, né dal tribunale o dal poliziotto. La garanzia
sarà interiore.
Sarà
un impegno che promana dal cuore, una comunione silenziosa. Se sei
felice di stare con qualcuno, vorrai starci sempre di più. Se l’intimità
ti rende estatico, vorrai esplorarla sempre di più. Esistono fiori
dell’amore che sbocciano solo dopo una lunga intimità, e ne esistono
altri che sono stagionali: in sei settimane si aprono al sole, e dopo
altre sei sono spariti per sempre.
Esistono
fiori che impiegano anni per spuntare, e ce ne sono altri che impiegano
ancora più tempo. Più lunga l’attesa, maggiore sarà la profondità. Ma
deve essere un impegno da cuore a cuore. Non deve essere nemmeno
verbalizzato, perché ciò vorrebbe dire profanarlo. Deve essere un
impegno silenzioso, da occhio a occhio, da cuore a cuore e da essere a
essere. Va compreso, non detto.
È
orribile, disumano, vedere le persone che vanno in chiesa o in
municipio per sposarsi. Dimostra semplicemente che non si fidano l’uno
dell’altro; hanno più fiducia nel rappresentante dello stato che nella
propria voce interiore. Dimenticati le relazioni e impara a
relazionarti. Quando sei in una relazione, cominci a darti per scontato.
Ecco ciò che distrugge le storie d’amore.
La
donna pensa di conoscere l’uomo e l’uomo pensa di conoscere la donna.
Nessuno invece sa nulla. È impossibile conoscere l’altro: resta un
mistero. E darlo per scontato è irrispettoso, offensivo. Come puoi
conoscere quella donna? Come puoi conoscere quel uomo? Sono processi,
non cose. La donna che hai conosciuto ieri non esiste più. Tantissima
acqua è passata nel Gange: è sempre un’altra, totalmente diversa.
Relazionati
daccapo, ricomincia di nuovo, non darla per scontata. E osserva in viso
l’uomo con cui hai dormito l’altra notte. Non è più la stessa persona, è
cambiato moltissimo; tantissime cose, in numero incalcolabile, sono
cambiate. Questa è la differenza tra una cosa e una persona. I mobili
della stanza sono gli stessi, ma l’uomo e la donna, no. Esplora ancora,
ricomincia di nuovo. Ecco il significato del relazionarsi.
Relazionarsi
vuol dire ricominciare in continuazione, sforzarsi sempre di arrivare a
conoscersi e acquisire familiarità con l’altro, presentarsi e
ripresentarsi sempre e di nuovo; provare a scorgere tutte le
sfaccettature della personalità altrui, andare sempre più in profondità
nel mondo dei suoi sentimenti, nei più profondi recessi del suo essere;
tentare di sciogliere un mistero che non può essere sciolto.
(Osho, La via del cuore, Mondadori)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/10/incomparabile.html
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