Gli omicidi della CIA sono un nuovo attacco alla Russia
Nel novembre 2015 veniva rinvenuto nella sua stanza d’albergo il fondatore di RussiaToday ed ex-consigliere speciale del Presidente Putin Mikhail Lesin, ucciso per trauma cranico contundente.
Il 20 dicembre, a Mosca veniva rinvenuto il cadavere del diplomatico russo Pjotr Polshikov, poche ore dopo l’assassinio dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrej Karlov, per mano di un sicario di Gladio, Mevlut Mert Altintas. Accanto al cadavere di Polshikov furono trovati due bossoli vuoti di pistola, scoperti sotto il lavandino in bagno. Polshikov aveva lavorato nell’ambasciata russa in Bolivia.
IIl 25 dicembre, scompariva sul Mar Nero un aereo di linea Tupolev Tu-154 con a bordo 92 passeggeri, tra cui più di 60 membri del Coro dell’Armata Rossa. Il Tupolev era scomparso sul Mar Nero poco dopo il rifornimento di carburante nell’aeroporto di Sochi. Il velivolo volava verso la base militare russa di Humaymim, vicino Lataqia, per partecipare alle festività con le truppe russe schierate in Siria. A bordo era presente anche la nota attivista umanitaria Elizaveta Glinka. Secondo una teoria, l’incidente era dovuto a dei corpi estranei penetrati in un motore.
Ai primi di gennaio 2016 veniva trovato
morto nel bagno di casa l’ambasciatore russo in Grecia Andrej Malanin,
deceduto per cause ignote, e lo stesso mese moriva l’ambasciatore della
Russia in India Aleksandr Kadakin, morto improvvisamente per infarto.
Kadakin aveva supervisionato per molti anni i rapporti tra India e
Russia.
Il 13 gennaio, veniva trovato morto,
nella propria abitazione, il giornalista tedesco Udo Ulfkotte; le
autorità tedesche evitavano una qualsiasi autopsia e ne cremavano subito
il corpo. Nel 2014 Ulfkotte confessò di aver lavorato per la CIA e
l’intelligence della NATO. Inoltre, secondo Ulfkotte, tutti i grandi
media occidentali non sono altro che un ramo dei servizi segreti
statunitensi. Il suo ultimo libro, Criminali senza limiti, ricostruisce i reati commessi dai migranti in Germania e la censura dei media tedeschi su tali crimini.
Il 13 febbraio 2017, nell’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur veniva ucciso Kim Jong Nam, figlio di Kim Jong Il e fratello del leader nordcoreano Kim Jong Un. Furono accusati due donne e due uomini, ma a diffondere subito tale versione fu il canale televisivo via cavo Chosun (del quotidiano di propaganda sudcoreano Chosun Ilbo, notoriamente collegato all’intelligence statunitense). Si tratta della nota tecnica d’inquinamento per coprire la fuga dei veri assassini. Infatti,
Il 13 febbraio 2017, nell’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur veniva ucciso Kim Jong Nam, figlio di Kim Jong Il e fratello del leader nordcoreano Kim Jong Un. Furono accusati due donne e due uomini, ma a diffondere subito tale versione fu il canale televisivo via cavo Chosun (del quotidiano di propaganda sudcoreano Chosun Ilbo, notoriamente collegato all’intelligence statunitense). Si tratta della nota tecnica d’inquinamento per coprire la fuga dei veri assassini. Infatti,
“Le dichiarazioni audaci fatte da spie e giornalisti della Corea del Sud, che hanno descritto i dettagli dell’assassinio prima che si avessero altre informazioni necessarie, vanno interpretate come un’indicazione del coinvolgimento di Seoul…”
Il 20 febbraio, Vitalij Ivanovic Churkin,
rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite dal
2006, moriva improvvisamente a New York per attacco cardiaco, dopo esser
stato trasportato al Columbia Presbyterian Hospital. Moriva il giorno prima del 65.mo compleanno.
Questa scia di morte è una tecnica già vista, rivista, e controrivista; quindi oramai a Mosca non dovrebbero aver più dubbi su chi siano assassini e mandanti. Non potendo vincere le guerre, se non a Hollywood, dove anche i documentari sono pornografia imperialista e i premi Oscar e Nobel null’altro che la tariffa della prostituzione di un intero sistema, i sicari atlantisti si dedicano a ciò in cui eccellono, l’omicidio.
Non per una strategia precisa, che non c’è, ma per pura vendetta; perchè per i vertici degli USA, i loro ‘tecnocrati’ e la massa sociale su cui si basano, si deve vincere sempre e comunque, e se non nella realtà almeno nell’immaginario autoindotto, uccidendo un singolo o un simbolo e pretendendo con ciò di aver ottenuto una vittoria autentica sul piano militare, politico o economico. Un impero alienante non può avere che capi e responsabili alienati.
Questa scia di morte è una tecnica già vista, rivista, e controrivista; quindi oramai a Mosca non dovrebbero aver più dubbi su chi siano assassini e mandanti. Non potendo vincere le guerre, se non a Hollywood, dove anche i documentari sono pornografia imperialista e i premi Oscar e Nobel null’altro che la tariffa della prostituzione di un intero sistema, i sicari atlantisti si dedicano a ciò in cui eccellono, l’omicidio.
Non per una strategia precisa, che non c’è, ma per pura vendetta; perchè per i vertici degli USA, i loro ‘tecnocrati’ e la massa sociale su cui si basano, si deve vincere sempre e comunque, e se non nella realtà almeno nell’immaginario autoindotto, uccidendo un singolo o un simbolo e pretendendo con ciò di aver ottenuto una vittoria autentica sul piano militare, politico o economico. Un impero alienante non può avere che capi e responsabili alienati.
In questa intervista, Ulfkotte evocava la possibilità che l’uccidessero.
Alessandro Lattanzio, 27/2/2017
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