lunedì 6 marzo 2017

George Soros: il nemico dei governi dell’Europa orientale


Dopo l’Ungheria di Viktor Orban, un secondo Stato dell’Unione europea addita George Soros e i suoi fondi, accusandolo di organizzare proteste antigovernative e tentativi di destabilizzazione del Paese. Il capo del partito al governo ed ex-primo ministro della Romania, Liviu Dragnea, noto per la politica economica nazionale indipendente, chiama i capi delle proteste di piazza “agenti di Soros” (1).
Mentre alcuni credono che i governi “cattivi” dell’Europa orientale (dalla Polonia alla Macedonia) utilizzino l’Open Society Foundation di Soros e i suoi ampi contatti come capro espiatorio per evitare la responsabilità per i propri scarsi risultati politici, la funzionaria a capo delle comunicazioni dell’Open Society Foundation, Laura Silber, non nasconde la propria azione.
La società civile svolge un ruolo importante nel responsabilizzare i governi e rafforzare le democrazie; siamo orgogliosi di sostenere le organizzazioni che lavorano per migliorare la vita delle persone“, spiegava Silber. (2)
Come Balkan Insight conclude, l’Open Society Foundations è onorata di finanziare chi lavora per creare una vita migliore per le persone nella regione. E se qualcuno avesse dubbi sul fatto che “le proteste” siano spontaneamente inscenate dalla gente, l’istantanea di seguito prova la straordinaria organizzazione dei partecipanti:

ROMANIA-POLITICS-GOVERNMENT-PROTEST
Foto: Daniel Mihailescu/AFP/ Getty Images

Soros è persona non gradita presso alcuni governi dell’Europa orientale. Szilard Nemeth, vicepresidente del partito al governo ungherese Fidesz, aveva detto a gennaio che il Paese avrebbe usato “tutti gli strumenti a disposizione” per “spazzare via” le ONG finanziate dal finanziere ebreo di origine ungherese che “serve i capitalisti globali e sostiene la correttezza politica contro i governi nazionali”. (3) Gli ungheresi non sono i primi. Il primo ministro macedone Nikola Gruevskij annunciava la “de-sorosizzazione” dello Stato (4), dicendo che 
Se non fosse stato per George Soros e tutti i milioni che versa in Macedonia all’intera rete di organizzazioni non governative, media, politici, di dentro e di fuori… l’economia sarebbe più forte e avremmo altri nuovi posti di lavoro” (5). 
Soros è stato accusato d’interferire negli interessi nazionali anche in Albania, Bulgaria, Croazia, Serbia e Polonia. La sua attività sarebbe uno dei motivi dei recenti sconvolgimenti politici in Romania, però. Il Partito Socialdemocratico al potere (PSD) ha perseguito una politica economica indipendente prima e dopo l’elezione di dicembre. 

Oltre ad abbassare le tasse (non pienamente recepite dall’UE, ma che hanno avuto un impatto economico positivo nel Paese), il governo rumeno ha approvato una legge che richiede che il 51% di prodotti come carne, verdure, frutta, uova, prodotti caseari e pane venduti nei supermercati, provenga da produttori locali. Agendo su pressione della lobby francese (6), la Commissione europea ha aperto procedure d’infrazione contro la Romania per la legge sulla vendita alimentare al dettaglio, per violazione della libertà di circolazione delle merci. (7)

La spaccatura in Europa tra Paesi occidentali e orientali si approfondisce ad ogni tentativo politico di Bruxelles di risolvere i problemi attuali.


soros 



Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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