Come l’esposizione al sole migliora la funzione immunitaria
La ricerca conferma che evitare il sole può essere l’origine di un gran numero di problemi di salute. Non solo il corpo produce la vitamina D in risposta all’esposizione al sole sulla pelle nuda, ma la luce produce anche una serie di altri benefici per la salute che sono estranei alla produzione di vitamina D. In realtà, gli esseri umani sembrano avere molto in comune con le piante in questo senso dato che abbiamo bisogno del pieno spettro di luce che offre il Sole.
Di recente, i ricercatori della Georgetown University Medical Center (GUMC) hanno pubblicato uno studio di laboratorio utilizzando cellule in capsule di Petri, che mostra che l’esposizione alla luce blu e ultravioletta (UV) aumenta l’attività dei linfociti T, i globuli bianchi del sangue coinvolti nella funzione immunitaria nella lotta contro le infezioni.
Questo è il primo studio che mostra un effetto della luce su questo particolare tipo di cellule immunitarie, quindi sono necessarie ulteriori ricerche per verificare i risultati. Tuttavia, ci sono molte prove nella letteratura medica che confermano che la luce solare ha proprietà immunostimolanti. In uno studio pubblicato su Nature è stato dimostrato che la luce stimola la produzione endogena di perossido di idrogeno, che potenzia l’attività dei linfociti T.
Sono stati sufficienti 5-10 minuti di esposizione al sole per aumentare l’attività delle cellule immunitarie. Infatti, come già sappiamo, il Prof. Neumivakin usa, nella sua clinica in Russia, acqua addizionata con perossido di idrogeno (acqua ossigenata per uso interno) per curare i suoi pazienti dove la medicina ufficiale ha fallito.
Data la grande superficie della pelle umana, tutte le cellule T presenti nella pelle potrebbero potenzialmente beneficiare di questo fenomeno attraverso l’esposizione alla luce blu. Si noti che la vitamina D viene prodotta nel corpo solo tramite esposizione ai raggi UVB (quelli rilasciati nelle ore centrali più calde della giornata), che però possono essere dannosi in caso di esposizione prolungata.
Se la luce blu dai raggi del sole è in grado di energizzare le cellule T che combattono le infezioni, potrebbe essere un potenziale mezzo di trattamento per stimolare l’immunità in molti pazienti.
Mentre i ricercatori sembrano fiduciosi che la luce blu da sola potrebbe essere un trattamento immunitario aumentando di valore, è importante rendersi conto che gli effetti biologici della luce possono essere molto complessi, ed è importante farlo bene.
Come spiegato dal Dr Alexander Wunsch, un esperto di livello mondiale sulla fotobiologia, l’eccessiva esposizione alla luce blu – come quella da illuminazione a LED, che è principalmente blu o l’illuminazione a incandescenza – può essere molto dannosa, e può essere un fattore di rischio significativo per la degenerazione maculare legata all’età e danneggiare la retina. La luce blu sana proviene dal sole, poiché è bilanciata dalla radiazione nel vicino infrarosso, che ha molte importanti funzioni biologiche. È importante sottolineare che la radiazione del vicino infrarosso attiva il citocromo c ossidasi nei mitocondri e contribuisce a ottimizzare la produzione di ATP.
Per questo motivo le luci artificiali sono limitate e poco terapeutiche rispetto a quello che il sole ci offre gratuitamente tutto il tempo. Per molto tempo si è creduto che i mammiferi avessero le cellule fotosensibili solo negli occhi. Si sta scoprendo invece che le cellule fotosensibili si trovano anche in molte altre zone del corpo umano. Come notato dagli autori, questo studio dimostra che i linfociti T possiedono fotosensibilità intrinseca e questa proprietà può migliorare la loro motilità sulla pelle. In altre parole, le cellule T rilevano e rispondono alla luce.
La luce solare e la vitamina D per ridurre il rischio di ogni malattia
A questi effetti sulla funzione immunitaria della luce solare vanno aggiunti i benefici per l’immunità dovuti all’effetto della produzione di vitamina D. La vitamina D infatti ha un’effetto antibiotico naturale, battericida e immunostimolanti. Per esempio, i ricercatori hanno scoperto che la vitamina D agisce direttamente sul gene che codifica un peptide antimicrobico e sul gene NOD2 che avvisa le cellule della presenza di microbi. La vitamina D è anche coinvolta nella produzione di oltre 200 peptidi antimicrobici che aiutano a combattere tutti i tipi di infezioni.
C’è un numero cospicuo e in crescita di ricerche scientifiche che confermano i numerosi vantaggi di avere livelli ottimali di vitamina D. È importante sottolineare che l’evidenza ormai mostra chiaramente che una volta che si raggiunge un livello di vitamina D nel siero di 40 ng / ml, il rischio di cancro diminuisce del 67%, rispetto ad avere un livello di 20 ng/ml o meno. [Rif. 9-15]
Anche la Health and Medicine Division of the National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (ex Istituto di Medicina, IOM) ha evidenziato il legame tra la vitamina D e il rischio generale di mortalità per tutte le cause, tra cui il cancro. La vitamina D aumenta anche le possibilità di sopravvivenza dal cancro, e questo include anche il melanoma. La vitamina D è importante anche per la salute delle ossa, la funzione cognitiva, la funzione immunitaria e per una gravidanza sana e un sano sviluppo infantile. I benefici per la salute della vitamina D sono così significativi che un gruppo di ricerca svedese [Rif. 23-24] ha recentemente avvertito che
“evitare l’esposizione al sole è un fattore di rischio di morte tanto quanto fumare.”La luce solare migliora notevolmente il sonno
Trascorrere del tempo alla luce del sole di mezzogiorno aiuta a regolare il ritmo circadiano, che è importante per un sonno ottimale. Infatti la luce solare stimola la conversione di triptofano in serotonina, la quale oltre a svolgere il ruolo di ormone del buon umore, è il precursore della melatonina. Quindi più luce assumiamo durante il giorno, più melatonina avremo di notte e quindi il nostro sonno sarà più riposante e benefico.
La vitamina D che si ottiene dall’esposizione al sole può anche svolgere un ruolo nel sonno. Gli scienziati hanno scoperto che una carenza di vitamina D aumenta il rischio di apnea ostruttiva del sonno. In uno studio [Rif. 25] , il 98% dei pazienti con apnea nel sonno aveva carenza di vitamina D, e più grave è la carenza, più grave è la apnea.
La luce solare abbassa la pressione alta e riduce il rischio di malattie cardiache
La ricerca ha dimostrato che quando la luce solare colpisce la pelle, l’ossido nitrico (NO) viene rilasciato nel sangue. [Rif. 26] L’NO è un potente composto che aiuta a proteggere il sistema cardiovascolare, diminuendo il rischio sia per gli attacchi di cuore e sia per l’ictus.
L’UVB della luce solare abbassa la pressione sanguigna dilatando i vasi, in particolare i capillari nella pelle dove dirige circa il 60% del flusso di sangue. Questo consente quindi ai raggi del sole di penetrare facilmente nell’organismo. La luce del sole e i raggi UV sono noti per essere germicidi e possono aiutare a eliminare le infezioni nel sangue. Questo aspetto della luce solare è stato utilizzato per trattare la tubercolosi nel tardo 19° secolo e l’inizio del 20°, ed è stato anche motivo della concessione di un premio Nobel a Finson nel 1903 per questo lavoro.
Secondo uno studio del 2013, per ogni singola morte di cancro alla pelle, da 60 a 100 persone muoiono di ictus o malattie cardiache legate a ipertensione. Quindi, il rischio di morire di malattie cardiache o ictus è in media 80 volte superiore al rischio di morire di cancro alla pelle. Mentre i livelli di vitamina D più alti sono correlati con una minore incidenza di malattie cardiovascolari, gli integratori di vitamina D per via orale non sembrano dare benefici alla pressione sanguigna, probabilmente perché gli integratori non aumentano i livelli di ossido nitrico. E’ quindi importante esporsi al sole per avere questo effetto benefico.
La luce solare riduce l’infiammazione nel corpo
La luce del sole sembra anche alterare l’espressione genetica. Gli scienziati dell’Università di Cambridge hanno recentemente dimostrato che l’espressione del 28% del patrimonio genetico umano varia da stagione a stagione. [Rif. 29] Alcuni di questi cambiamenti genetici influenzano le risposte infiammatorie. Durante i mesi invernali, sono attivati i geni del sistema immunitario per le infiammazioni, che aiutano a combattere i microbi, e durante l’estate l’attività di questi geni aumenta. In sostanza, durante il periodo estivo il corpo comincia a combattere il danno subito dall’infiammazione prodotta quando il sistema immunitario è in allarme. Per questo, è necessario esporsi al sole.
La luce solare previene l’influenza e tutte le malattie infettive
Sia la luce solare (in particolare i raggi ultravioletti) che la vitamina D prodotta quando la pelle è esposta ad essa hanno potenti effetti antimicrobici. Mentre la vitamina D aumenta la produzione di naturali peptidi antimicrobici che distruggono le pareti cellulari di virus e batteri, la luce UV aumenta anche i livelli ematici di linfociti atti a distruggere l’infezione (globuli bianchi).
Non esporsi al sole, oltre a incrementare i tassi di malattie cardiovascolari, può anche essere responsabile del riemergere della tubercolosi [Rif. 30-32], che oggi uccide circa 4.100 persone ogni singolo giorno. Nel 2014, ci sono stati 1,5 milioni di decessi legati alla tubercolosi in tutto il mondo, il che la rende la malattia infettiva n° 1. La luce UV, quella blu in particolare, agisce anche come un potente disinfettante dell’ambiente.
La ricerca ha scoperto che la luce UV può ridurre la diffusione della tubercolosi nei reparti ospedalieri e nelle sale d’aspetto del 70%, e aiuta a uccidere il 90% dei batteri resistenti ai farmaci in ospedale. [Rif. 36] I dati suggeriscono che la luce UV a 254 nm può uccidere i ceppi farmaco-resistenti di S. aureus e di E. faecalis in appena cinque secondi.[Rif. 37]
La luce solare migliora l’umore e la salute mentale allontanando la depressione
L’esposizione al sole aumenta la serotonina nel cervello, favorendo il benessere complessivo, che è in parte il motivo per cui si sente meglio dopo aver trascorso qualche tempo al sole. La terapia della luce è stata a lungo il trattamento per il disturbo affettivo stagionale (SAD), e la ricerca più recente suggerisce che può essere utile nel trattamento della depressione maggiore. [Rif. 38] La schizofrenia è stata anche legata alla mancanza di esposizione al sole durante la gravidanza. [Rif. 39]
È importante sottolineare che anche l’intestino produce serotonina, e la vitamina D ha dimostrato di combattere l’infiammazione causata da un eccesso di serotonina intestinale. In altre parole, la luce solare e la vitamina D svolgono ruoli intricati nell’asse intestino-cervello, aumentando i livelli di serotonina nel cervello e riducendo al contempo i suoi livelli nell’intestino, migliorando così l’umore da un lato, e riducendo l’infiammazione intestinale dall’altro.
La luce solare aumenta il testosterone e protegge la fertilità maschile
La luce del sole aiuta a stimolare la libido maschile aumentando i livelli di testosterone. Una ricerca australiana rivela che i livelli di testosterone negli uomini salgono e scendono con le stagioni, con un picco nel mese di agosto, e ha livelli più bassi in marzo. I ricercatori della Johns Hopkins hanno anche collegato bassi livelli di vitamina D con un aumento del rischio per la disfunzione erettile.
La luce solare contrasta la miopia
I ricercatori australiani hanno scoperto che i bambini che trascorrono la maggior parte dei loro giorni al chiuso hanno tassi significativamente più elevati di miopia. Secondo i ricercatori la ragione sta nel fatto che il neurotrasmettitore dopamina è responsabile di inibire la crescita eccessiva del bulbo oculare che causa la miopia, e il sole stimola la retina proprio a rilasciare più dopamina.
La luce solare contrasta la sclerosi multipla
Riguardo la sclerosi multipla, diversi studi scientifici indicano che sia la vitamina D che l’esposizione ai raggi UVB del sole hanno prevengono la formazione della sclerosi multipla e ne rallentano la progressione. [Rif. 41-43] Non a caso, in un articolo precedente, avevamo spiegato come il Protocollo Coimbra abbia avuto parecchio successo nel trattamento di diversi casi di sclerosi multipla impiegando alte dosi di vitamina D.
Come ridurre il rischio di cancro della pelle beneficiando dell’esposizione al sole
Un fattore di rischio importante per il melanoma è la sovraesposizione alle radiazioni UV sia da sole sia da lettini abbronzanti o lampade dirette. Si devono prendere precauzioni per evitare scottature a tutti i costi. In spiaggia è meglio portare vestiti a maniche lunghe e un cappello e coprire la pelle appena comincia a diventare rossa. Se si ha la pelle molto chiara non è necessario passare ore sotto il sole ma basta qualche decina di minuti per raggiungere il livello di esposizione necessario.
Ottimizzare i livelli di vitamina D può richiedere infatti pochi minuti sotto il sole con l’abbigliamento minimo. Anche gli altri effetti sulla salute associati all’esposizione al sole al di là della produzione di vitamina D sembrano essere abbastanza ad azione rapida. In uno studio le cellule T sono state attivate entro 5- 10 minuti dall’esposizione alla luce.
Nel complesso, l’evidenza suggerisce che i benefici dell’esposizione al sole superano di gran lunga i rischi di cancro della pelle. Per ridurre ulteriormente i rischi, massimizzando i benefici, qui ci sono alcuni fattori da considerare. Chi ha la fotodermatite ad esempio dovrebbe fare attenzione all’esposizione solare ed integrare la vitamina D.
Dal 1935 ad oggi i casi di melanoma sono aumentati dall’essere 1 su 100.000 persone all’anno a 23 su 100.000, soprattutto per chi lavora in ambienti chiusi. Poiché l’esposizione al sole è diminuita nel complesso, alcuni ricercatori affermano che la causa sia da ricercare nella carenza di vitamina D, nell’insufficiente esposizione al sole e nell’assorbire la luce solare solo dai filtri delle finestre e della crema solare che filtrano alcuni raggi e fanno passare altri.
Quanto tempo esporre la pelle al sole evitando scottature. Man mano che la pelle si abbronza il tempo a cui possiamo esporci senza scottarci si allunga, mentre all’inizio bisogna stare attenti ed evitare di esporsi troppo. Per questo motivo non si può dare una tempistica generale anche considerato il fatto che ognuno di noi ha una carnagione diversa.
Il riferimento di tempo è quindi il seguente: l’ideale è esporsi per un tempo pari alla metà di quello che impiegheresti per scottarti. Se non hai idea di quanto ti ci vuole per scottarti basta che fai attenzione alla sensazione della pelle: quando comincia a diventare rossa è ora di girarsi dall’altro lato e poi quando anche l’altro lato ha raggiunto il suo tempo coprirsi con la maglietta.
Riccardo Lautizi
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fonte: https://www.dionidream.com/luce-solare-benefici/
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