Sullo
sfondo della decisione del FMI di prestare all’Ucraina 17,5 miliardi in
quattro anni (un altro trucco per ricevere fondi, dato che il piano di
salvataggio precedente, concordato nel 2014, non fu completato) il
discorso sulla creazione di forze armate europee è andato perso. Invano,
il tema principale è che forse siamo sulla soglia di una nuova
configurazione militare capace, in futuro, di modificare la mappa
geopolitica del Vecchio Mondo. Il primo tentativo fu intrapreso nel 1948
con l’istituzione dell’Unione Europea Occidentale (UEO).
Tuttavia, un
anno più tardi, dopo la formazione del Trattato del Nord Atlantico
(NATO), l’UEO divenne una struttura burocratica puramente formale, una
struttura per scansafatiche e cancellata solo nel 2011. Durante tale
periodo, l’esistenza dell’UEO era nota solo agli specialisti. Tuttavia,
ciò non significa che l’idea di un esercito europeo sia stata sepolta.
Da tempo si considera la possibilità di creare una struttura simile a
quella dell’esercito inglese del Reno, dimenticata a metà degli anni
’90. Dal 1989 al 1999 vi fu anche la brigata franco-tedesca che avrebbe
dovuto sostituire quest’ultimo creando le forze armate europee.
Tutti
questi tentativi sono falliti senza produrre nulla, perché “l’esercito
unico europeo” in realtà esisteva già ed è, infatti, l’unione delle
forze armate della NATO. Tale esercito ha coperto l’Europa dall’unico
nemico possibile di cui avesse veramente paura (URSS e poi Russia), e fu
equipaggiato dalle forze armate degli Stati Uniti. Dall’inizio degli
anni ’80, anche i più potenti eserciti europei nazionali erano adatti
solo alle operazioni coloniali. Il massimo che la prima potenza militare
europea, il Regno Unito, potesse permettersi fu la guerra locale con
l’Argentina, combattuta solo sul mare a 20000 miglia dalle coste della
Gran Bretagna.
Le forze inglesi non sono adatte a un grande conflitto, e
anche in una guerra in cui hanno vantaggio numerico e tecnologico,
rischiano di perdere. Verso la metà degli anni ’90 gli eserciti dei
Paesi europei membri della NATO costruirono le loro dottrine militari
sul principio della specializzazione, concentrandosi sulla risoluzione
di un compito particolare. Inoltre, tali eserciti furono aggregati, come
legamenti ed aggiunte, all’ossatura delle unità delle forze armate USA
in Europa, seguendone le imprese nella proiezione militare. Risultato di
tale approccio, gli Stati europei risparmiarono molto per le forze
armate, ma gli eserciti cessarono di essere organismi operativi singoli.
Va detto che ciò andava bene agli europei. La loro dottrina militare
non include operazioni di combattimento contro altri membri della NATO. I
Paesi di confine, e che furono anche Stati cuscinetto con la Russia,
erano difesi dalle forze armate degli Stati Uniti. Gli altri Paesi
vicini erano inferiori in termini tecnico-militari, Stati in cui la
guerra sarebbe simile alla spedizione di Lord Kitchener, le cui
mitragliatrici abbatterono l’armata del temerario Mahdi (l’esercito di
centomila sudanesi di Abdullah al-Tashi) nella battaglia di Omdurman del
2 settembre 1898. E così l’Europa si sentiva al sicuro, senza spendere
molto per proteggersi, sempre riuscendo a dimostrare agli statunitensi
“partecipazione allo sforzo comune”.
Ma perché l’Europa ha bisogno di un proprio esercito ora? Sembra perché le contraddizioni tra Unione europea e Stati Uniti sulla crisi ucraina si siano ampliate troppo. La prima pillola da ingoiare fu l’iniziativa di Hollande e Merkel per negoziare con Putin a Mosca, e poi persuadere Poroshenko a stipulare la pace di Minsk, in contrasto con la posizione chiaramente indicata da Washington. Poi la stessa Merkel bloccò l’invio di armi statunitensi all’Ucraina, esprimendosi pubblicamente contro la linea degli USA. La stampa europea, (almeno quella controllata dagli Stati Uniti) ha impiegato un mese per mutare posizione, illustrando tale frattura sul conflitto ucraino.
Ora l’Europa vede i nazisti dei gruppi
armati governativi ucraini, la corruzione delle autorità di Kiev e
l’intelligence tedesca improvvisamente “cede” ai media notizie su 50000
vittime nei combattimenti nel Donbas (l’ONU ne riconosce non più di
6000). Ci sono molti esempi passati, tutti distinti. E ora c’è il nuovo
“esercito europeo”. Certo, è solo un’idea, ma sei mesi prima nulla di
tutto ciò sarebbe stato detto. Al contrario, c’erano appelli a
rafforzare la solidarietà transatlantica e l’idea di un esercito europeo
mina tale solidarietà, mentre le forze armate europee possono essere
create solo al posto della NATO.
Ciò significa che gli attori rimarranno
gli stessi, ma escludendo gli USA. Ora l’Europa è in crisi, in parte a
causa della cieca accettazione della politica degli Stati Uniti. Non ci
sono soldi per l’esercito, ma è necessario per sopravvivere. In realtà,
un esercito europeo efficiente potrebbe sostituire le forze armate della
NATO solo se il posto degli Stati Uniti in questo schema (anche se non
ufficialmente) venisse preso dalla Russia. Nulla cambia, se non che
l’Europa non sarà difesa dagli USA contro la Russia, ma dalla Russia
contro gli USA. Gli sviluppi politici mondiali dimostrano che la
protezione contro Washington garantisce meglio la sopravvivenza dell’UE.
Non è sicuro che sarà creato un esercito europeo. Ma “A” è già stato
detto (l’opportunità politico-militare della presenza statunitense in
Europa è messa in discussione). Gli eventi ora accelerano, ed osservando
e attendendo si può solo supporre l’arrivo di “B”.
Rostislav Ishenko, presidente del Centro di Analisi dei Sistemi e Previsioni,
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/03/22/di-quanti-eserciti-ha-bisogno-leuropa/
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