mercoledì 25 marzo 2015

Executive Order di Obama al Venezuela


Il New York Times pubblica la "lettera al popolo degli Stati Uniti" diffusa dal Ministero degli Esteri del Venezuela, Rafael Ramirez, con cui il capo di Stato, Nicolas Maduro, riconferma l'amicizia del paese al popolo della nazione nordamericana e chiede il ritiro delle recenti sanzioni imposte dal presidente Barack Obama.

Maduro scrive che il popolo venezuelano è pacifico. "In due secoli d'indipendenza non abbiamo mai attaccato un'altra nazione. Il nostro popolo vive in una regione di pace, priva di armi di distruzione di massa, e con la libertà di professare qualsiasi religione. Sosteniamo il rispetto per la legge internazionale e per la sovranità di tutta la gente del mondo. Gli immigrati di tutto il mondo vivono tra di noi e ne rispettiamo la diversità. Abbiamo libertà di stampa e siamo utenti entusiasti dei media sociali".
"Siamo amici degli Americani" — afferma il leader sudamericano. E aggiunge: "Le relazioni tra i nostri popoli sono state sempre pacifiche e rispettose. Storicamente, abbiamo condiviso relazioni commerciali in zone strategiche. Il Venezuela è sempre stato un fornitore responsabile e affidabile di energia per il popolo americano".
"Con un'azione sproporzionata" — avverte Maduro — "il governo di Obama ha emesso una "Emergenza Nazionale" dichiarando il Venezuela una minaccia alla sua sicurezza nazionale (Executive Order — Ordine Esecutivo del 9-03- 2015). Questa misura unilaterale e aggressiva presa dal governo degli Stati Uniti contro il nostro paese non è soltanto infondata e in violazione dei principi fondamentali di sovranità e di autodeterminazione in base alle legge internazionale, ma è stata anche unanimemente rifiutata da tutte le 33 nazioni della Comunità degli Stati Latino Americani e dei Caraibi (CELAC), e dai 12 stari membri dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR). In una dichiarazione fatta il 14 marzo 2015, l'UNASUR ha reiterato il suo fermo rifiuto di queste misure coercitive che non contribuiscono alla pace, alla stabilità e alla democrazia nella nostra regione e hanno fatto un appello al Presidente Obama di revocare il suo Ordine Esecutivo contro il Venezuela".

Il presidente venezuelano nella lettera, ribadendo la piena sovranità del suo paese, chiede quindi che
"il governo degli Stati Uniti cessi immediatamente le azioni ostili contro il popolo venezuelano e la sua democrazia; che il presidente Obama abolisca l'Ordine Esecutivo che dichiara il Venezuela una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e che gli USA ritrattino le dichiarazioni calunniose e diffamatorie contro i funzionari venezuelani che hanno soltanto obbedito alle nostre leggi e alla nostra costituzione". 
Ribadendo la straordinarietà e gravità della situazione emersa con l'Executive Order emesso da Obama, Fidel Castro risponde pubblicamente a Maduro con parole che raccontano la crisi del pianeta, a cui l'occidente cerca di dare una risposta senza porsi le domande corrette.

Il leader cubano scrive:  
"Occupando meno dell'1% della superficie del pianeta, il Venezuela possiede le maggiori riserve di idrocarburi del mondo. Per un intero secolo è stato costretto a produrre tutto il combustibile che le potenze europee e gli Stati Uniti richiedevano. E anche se oggi si sa che gli idrocarburi formatisi in milioni di anni saranno consumati in non più di un secolo e nello stesso periodo gli esseri umani che oggi raggiungono i 7,2 miliardi diventeranno il doppio e fra altri duecento anni sommeranno 21 miliardi, solo i prodigi della più avanzata tecnologia consentiranno, forse, la sopravvivenza della specie umana per un po' più di tempo".
E così conclude:
"Perché allora non si usano i fantastici media per informare ed educare su queste realtà invece di promuovere inganni, che ogni persona sana di mente dovrebbe riconoscere?"

fonte: http://it.sputniknews.com/mondo/20150324/165314.html

Nessun commento:

Posta un commento