giovedì 26 marzo 2015

La Nato prepara il più grande rafforzamento della difesa dalla fine della guerra fredda

© flickr.com/ 7armyjmtc

Il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha partecipato, all’interno del Forum di Bruxelles, ad un panel internazionale dal titolo "Zero-Sum? Russia, Power Politics, and the post-Cold War Era".

Tra i relatori anche l'Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera, Federica Mogherini, Victoria Nuland, assistente segretario di stato USA per gli affari europei ed euroasiatici e Konstantin Kosachev, presidente del Comitato del Consiglio della Federazione Russa per gli affari internazionali. L'incontro è stato moderato da David Ignatius, editore associato del Washington Post.

Realizzato per la decima edizione dal German Marshall Fund degli Stati Uniti, organizzazione no profit che ha come obiettivo la cooperazione transatlantica sulle sfide e le opportunità regionali, nazionali, e internazionali nello spirito del Piano Marshall, il Forum di Bruxelles riunisce a cadenza annuale i leader politici, economici e intellettuali provenienti da Europa e Nord America per discutere le sfide fondamentali che l'area euro-atlantica si trova a fronteggiare nel prossimo futuro.

A fronte delle "azioni aggressive della Russia", Stoltenberg ha sottolineato ancora una volta che la NATO si appronta al "più grande rafforzamento della difesa collettiva dopo la fine della guerra fredda", anche a sostegno dei paesi da poco partner della Nato, quali Ucraina, Georgia e Moldova.

"Fin dai primi anni 1990" — ha detto Stoltenberg — "l'Alleanza Atlantica ha cercato di creare un ambiente di cooperazione con la Russia, che però ha violato le regole. Le truppe russe hanno varcato i confini dei suoi vicini (Ucraina, Georgia, Moldavia) e hanno annesso una parte di territorio un altro paese. Un fatto simile in Europa succede per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale in Ucraina".

L'Alleanza ha quindi incrementato la sua forza di reazione rapida da 13 mila a 30 mila uomini, tra i quali 5 mila fra questi formano la nuova brigata ‘Spearhead', un'unità di pronto intervento operativa in 48 ore con supporto aereo, navale e delle forze speciali. Per facilitare il dispiegamento del reparto ‘Spearhead' il piano Nato introduce sei unità di comando gestite da personale militare e provviste delle attrezzature necessarie all'intervento operativi in Polonia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania.

 "Questo è solo l'inizio", ha aggiunto il segretario generale Stoltenberg, perché la nuova crescente minaccia è la guerra ibrida, combinazione di mezzi militari e non militari, azioni segrete e mosse palesi, verso un obiettivo strategico. Prevede un minore tempo di preavviso, aumentando la necessità d'intelligence, sorveglianza e ricognizione".

Stoltenberg ha dichiarato che non c'è contraddizione tra l'avere una difesa forte ovvero una finestra di dialogo perché la NATO fornisce la base "per ristabilire una sorta di rapporto di cooperazione con la Russia".


In questa fase, continua il segretario generale dell'Alleanza, "non vediamo alcuna minaccia imminente contro nessun alleato ma un nuovo contesto di sicurezza, causato dal comportamento della Russia, pronta a usare la forza militare per cambiare i confini. Per la prima volta nella storia, la Nato si trova a gestire una crisi — in Ucraina — e a occuparsi al tempo stesso della difesa collettiva".

Dopo il Forum di Bruxelles, Stoltemberg si è recato per la prima volta in Canada, dove ha dichiarato che ogni alleato può decidere in autonomia se e quale tipo di armi inviare in Ucraina.

Il ministro della Difesa canadese, Jason Kenney, ha fatto intendere, durante la conferenza stampa congiunta, che il Canada potrebbe presto offrire all'Ucraina assistenza militare.


Nessun commento:

Posta un commento