"Sputnik" ha raccolto i commenti degli analisti dei Paesi che più forte dichiarano il loro disaccordo con la politica europea di sanzioni contro la Russia.
Orietta Moscatelli, responsabile della redazione di informazione diplomatica dell' agenzia stampa AskaNews, Italia
"In questo momento l'Italia si oppone all'espansione delle sanzioni esistenti per diversi motivi. In primo luogo per i problemi economici e commerciali derivanti dalle sanzioni stesse. Nel 2014, solo nel periodo da agosto e dicembre, le nostre perdite dirette ammontano ad 1,3 miliardi di euro. Il governo ascolta le imprese con molta più attenzione, in quanto il Paese vive una crisi economica prolungata e dolorosa e il rilancio della produzione industriale nazionale rappresenta la principale speranza per una via d'uscita.
Nella regione del Mediterraneo cresce sempre più l'instabilità, ogni giorno che passa la minaccia terroristica diventa più incombente e reale per l'Europa. Nel governo italiano è sempre più forte la convinzione che la Russia possa fornire l'assistenza necessaria per risolvere le difficoltà in Libia, Siria e in altre regioni problematiche.
L'Italia conta sul fatto che a luglio sarà possibile rimuovere le sanzioni ed infine "resettare" i rapporti con Mosca."
"L'Ungheria pensa che non serva avere fretta per allargare le sanzioni, in quanto l'esecuzione degli accordi di Minsk può essere valutata solo alla fine dell'anno. Budapest è tra quelli che si relazionano alle sanzioni con cautela. A seguito delle sanzioni, secondo i calcoli degli analisti, l'Ungheria ha subito un danno di circa 80 milioni di euro in un anno. Penso che il futuro delle sanzioni dipenda dalla situazione nella parte orientale dell'Ucraina, ma di fatto si potrà parlare di cambiamenti solo alla fine dell'anno. Tuttavia è già chiaro che le sanzioni non sono nell'interesse dell'Ungheria né tantomeno nell'interesse dell'Europa."Theodoros Tsakiris, direttore del Dipartimento energetico ELIAMEP a Nicosia
"Non credo che la Grecia e Cipro insistano sull'abolizione delle sanzioni europee esistenti. Inoltre iniziare ad intavolare discorsi sull'eliminazione delle sanzioni in vigore va oltre le capacità diplomatiche di entrambi i Paesi. Ma serve che Mosca capisca che la Grecia e Cipro possono e resisteranno insieme ad altri Paesi, come l'Ungheria e la Slovacchia, all'espansione delle sanzioni, come al contrario spingono la Polonia e i Paesi baltici. In questo senso la Grecia e Cipro possono neutralizzare le tendenze antirusse più estreme in seno al Consiglio europeo. Credo che entro la fine di luglio mantenere le sanzioni sarà molto difficile."
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