L’intera penisola arabica è ora in
guerra. L’Arabia saudita ha costruito in pochi giorni un’alleanza di
dieci paesi arabi sunniti per fronteggiare la “rivolta” sciita nello
Yemen.
E'
il caos. I fronti si moltiplicano: Isis contro Siria e Irak; adesso la
nuova guerra al sud, attorno a Aden; Sunniti contro sciiti. La Turchia,
a nord, con i suoi progetti di rinascita turcomanna, contro la "scia"
di Teheran, ma anche contro Hezbollah in Libano e Hamas in Palestina
Contro il Califfo, ma anche, in parte, con l'Isis. Gli Usa che
bombardano a casaccio. L'Mi5 britannico che paracaduta armi per l'ISIS. I
curdi di Irak e Turchia contro tutti. E con chi li aiuta, senza andare
troppo per il sottile. L'Egitto contro l'Isis, ma adesso con l'Arabia
Saudita.
L'unica cosa che non si vede, o si vede poco, è Israele. Ma Israele
non solo c'è: è il co-protagonista dell'intero disastro- disordine. Se
si seguono le rotte dei caccia israeliani, che bombardano Bashar
el-Assad e le mosse di Netanyhau, lo si capisce fin troppo bene.
Un premier israeliano che va a Washington, senza nemmeno parlare con il
presidente americano. E riceve l'ovazione del Senato (a riprova che
Obama è ormai molto meno che un'anatra zoppa: è un'anatra moribonda.)
Dietro l'ISIS c'è la mano di Israele, c'è quella di Rijad e del Qatar
(ufficiali pagatori), c'è quella dei neocon repubblicani. Non c'è quella
di Obama, se è vero, come pare, che Victoria Nuland avrebbe "abbaiato"
al ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov questa frase: "non avete
ancora capito che a Washington comanda Cheney, non Obama".
Ma leggiamo anche che Israele ha spiato i colloqui tra Europa-USA e Iran, per far fallire il negoziato.
Ecco che Di nuovo ricompare l'Iran sciita. Da qualunque parte di
guardi questo incendio, è sempre l'Iran che appare dall'altra parte del
fuoco. Per l'Arabia Saudita è i paesi arabi del Golfo è il nemico
mortale.
Non sarebbero ricchi come sono se non fossero stati sotto
l'ombrello americano in tutti questi decenni.
Ma, se l'America tratta
con Teheran, quell'ombrello rischia di chiudersi. E poi questa America
appare sempre meno in controllo, sempre più incerta: meglio difendersi
da soli.
Ma l'Iran è comunque, anche per Israele, il nemico irriducibile che
minaccia la sua esistenza. Nemico del dio di Israele, che ha dato la
Palestina al "popolo eletto".
E infine i neo-con americani, probabilmente i più fanatici di tutti:
l'Iran demolito sarebbe l'ultimo diamante della collana di guerre USA,
che daranno allo "stato speciale, designato dal Dio cristiano (e
naturalmente ai suoi petrolieri molto cristiani), il controllo totale di
tutte le riserve dell'area medio-orientale allargata.
La conclusione è ovvia: dietro tutto questo caos c'è l'"obiettivo
Teheran". I motori dei cacciabombardieri e dei missili che bombarderanno
la Persia si stanno scaldando. In attesa, si darà qualche altra
lezione a Germania e Francia, che manifestano resistenze e reticenze.
Specie per quanto riguarda l'Ucraina. E, magari, anche a Barack Obama,
sempre più divenuto un peso scomodo.
Giulietto Chiesa
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