Prima di aprire questo sito, per molti anni mi sono limitato a pubblicare recensioni di libri di crescita personale, poi affiancate dagli articoli di approfondimento, poi dalla pagina facebook, poi dalla lettura delle carte, poi dai libri, e infine da questo sito.
Leggendo libri di crescita personale da
ormai parecchi anni (circa 15, senza contare la psicologia, se no
andiamo a 21), e con un ritmo piuttosto sostenuto (circa 500), mi sono
ormai fatto una certa esperienza nel settore, e peraltro nel tempo è
anche grandemente cambiato il mio modo di valutare un libro, passando
dal valutare soprattutto le informazioni-concetti in esso presenti a
valutare l’energia che vi è dietro le parole…
… ossia, per dirla in modo breve, la consapevolezza di chi scrive.
E questo ci porta all’articolo di oggi: il livello dell’insegnante e quindi dell’insegnamento che egli propone.
In ciò che dirò c’è molta ovvietà, ma
anche qualcosa di meno ovvio, che forse in tanti non hanno mai preso in
esame… soprattutto considerando i molti commenti che leggo online sui
vari libri e autori.
Cosa ovvia numero uno: ciascun autore parla da un certo livello di consapevolezza, per cui insegnerà a quel livello.
Cosa ovvia numero due: ne consegue che
qualcuno (non so, Ramtha, oppure Gesù, e l’accostamento è curioso, lo
so) insegnerà ad alto livello, mentre qualcun altro insegnerà ad un
livello di molto inferiore.
Cosa ovvia numero tre: abbiamo quindi
dei professori universitari, degli insegnanti di scuola superiore, degli
insegnanti delle scuole medie, dei maestri elementari, fino ai maestri
dell’asilo.
Cosa ovvia numero quattro: questa
suddivisione in livelli vale non solo per chi insegna, ma anche per gli
allievi, e così vi saranno allievi delle elementari, delle scuole
superiori, etc.
Il risultato, la cosa ovvia numero cinque, è che vi sarà un insegnante perfetto per ciascun allievo, qualunque sia il suo livello.
Il corollario di ciò, forse meno ovvio
agli occhi di molti, è che non esiste un insegnante più importante di un
altro, fosse anche Gesù, per il semplice fatto che Gesù parlava a
persone pronte per i suoi insegnamenti, così come Eckhart Tolle parla a
persone pronte per i suoi insegnamenti, e così via per tutti i vari
livelli di “docenza”.
L’insegnante che ti aiuta a fare il primo passo lungo il percorso evolutivo vale forse meno di quello che ti aiuta a fare il terzo passo? E il settimo passo? E il dodicesimo passo?
E l’ultimo passo?
Cosa ovvia numero sei: l’ultimo gradino
della scala non è più importante del primo, e sono entrambi fondamentale
e di importanza infinita.
Pensatrici un secondo: se il ritorno a Dio ha un valore infinito, che
valore può avere uno dei passi che ti conducono a tale traguardo?
Infinito esso stesso.
Persino il passo che lungo il percorso ci fa cadere dentro un tombino, e
che magari sembra il più scarso e infimo e imbarazzante di tutti, ha un
valore non calcolabile, perché senza di quello non saremmo andati
avanti.
Per dirla in poche parole, ogni sentiero è sacro, e ogni passo è sacro.
E ora torniamo all’introduzione
dell’articolo: non fatevi ingannare dal fatto che nella vita vi è
qualcuno che dà voti ai libri o ad altre cose (per esempio io), perché,
se pure quella persona non assegna voti “con giudizio” (giudizio:
“questo è giusto, questo è sbagliato”), quello è il modo più semplice
che ha di far capire a chi legge l’energia di ciò di cui si sta
parlando…
… lasciando alla libera e matura
valutazione di chi legge il valutare a che livello egli è, e di cosa ha
bisogno: informazioni ed energie, ma soprattutto energie.
Tenendo sempre presente che c’è qualcosa
di valido e di “didattico” in tutto, anche negli eventi probanti della
vita, e anche nei vari libri, persino nei più terra terra: si tratta
solo di avere la consapevolezza di sapere cosa già si ha e di cosa
invece si ha bisogno.
E il punto alla fine è tutto lì: di che energie e di che insegnamenti hai bisogno ora?
Fosco Del Nero
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