Sarà capitato a
tutti, prima o poi, di notare o addirittura di trovarsi coinvolti in
quegli eventi che vengono chiamati: “sincronicità”. Apparenti e
inspiegabili paradossi che in certi casi riescono a trovare delle
giustificazioni razionali (anche se prese per i capelli) mentre in
altri, sono destinati a rimanere avvolti da un'aura di mistero.
In alcuni casi, le
sincronicità riguardano gli incidenti. Il 21 settembre del 2014, al Lido
di Venezia, nel contesto di un airshow, durante un'esibizione fuori
programma (il pilota si era già esibito ma gli viene chiesto di coprire
un buco nel programma), si schianta al suolo il campione del mondo
Francesco Fornabaio davanti a migliaia di appassionati allibiti1
(Di recente, la commissione incaricata di indagare, dopo quasi un anno
di indagini ha stabilito che si è trattato di un errore del pilota,
forse a causa di un disorientamento; nessun guasto tecnico o malore.2
Un amico di Fornabaio ed esperto pilota anch'esso, romperà il silenzio
tenuto rispettosamente durante le indagini e dopo i risultati della
commissione esprimerà la sua opinione confermando la tesi dell'errore e
analizzando le manovre e gli ultimi istanti di volo).3
I giornali italiani
titolano a piene colonne e la notizia arriva anche all'estero;
L'annuncio del disastro si somma ad altri articoli che sottolineano il
periodo “Nero” per l'aviazione; l'incidente di Fornabaio infatti è il
quinto in poche settimane che coinvolge piccoli aerei.4
Ma non è finita qui,
nei giorni successivi la lista si allunga con nuovi incidenti e la
settimana dopo, il 28 settembre, un imprenditore proprietario di un
campo di aviazione e amico di Fornabaio (avevano volato spesso assieme e
il campione si era allenato sulla sua aviosuperfice) decide di
celebrare l'amico deceduto alzandosi in volo con il suo Pitts acrobatico
e portando con se una donna e un manipolo di amici che seguono il tutto
da terra. Si schianterà poco dopo anche lui.5
Il risalto dato dai
media a questo periodo nefasto e sopratutto a una notizia che ha in
qualche modo aperto questa serie di incidenti, è stato totalizzante. Il
19 agosto 2014 infatti, due cacciabombardieri “Tornado”
dell'aereonautica italiana si scontrano in volo precipitando sulle
Marche.6
Tra agosto e settembre 2014 possiamo annoverare i seguenti incidenti aerei:
19 agosto – Due Tornado si scontrano in volo sui cieli di Ascoli, morti i quattro membri dell'equipaggio. Probabilmente un errore umano.
27 agosto – Un piccolo aereo biposto Mooney M20J marche OO-AEP esce fuori pista nel campo volo di tenuta Tannoia, nei pressi di Castel del Monte ad Andria (Bari), feriti i due passeggeri. Il pilota aveva 67 anni. Alla base dell’incidente una possibile manovra errata del pilota.
13 settembre – Nelle campagne alla periferia di Alessandria, nella zona tra Spinetta Marengo e Castelceriolo, cade un ultraleggero biposto, muoiono i due uomini che vi erano a bordo.
20 settembre –un aereo Procaer F.15 marche I-CICO si schianta in fase di atterraggio sulla pista di volo di strada dello Scoglio alla frazione Morsella della periferia di Vigevano, Pavia. Nello schianto muoiono il pilota e uno degli spettatori investito mentre a bordo pista assisteva all’atterraggio.
21 settembre – a Trezzo sull’Adda nel milanese un parapendio a motore ultraleggero è precipitato durante una sessione di volo pratico per conseguire il brevetto presso una scuola della zona. Il pilota rimasto ferito.
21 settembre – Un aereo Xtreme 3000 marche D-EYKS precipita al Lido di Venezia durante la manifestazione aereo ‘Fly Venice’ organizzata all’aeroporto Nicelli. Muore il pilota: la vittima è un campione di volo acrobatico, Francesco Fornabaio, pluripremiato a livello mondiale.
21 settembre – un ultraleggero modello firefox si schianta nei pressi della pista di volo di San Giuseppe di Bosco di Vidor (Treviso), a poco distanza dal greto del Piave, pilota e passeggero entrambi feriti.
21 settembre – un elicottero I-PITO, un Lama è caduto in provincia di Vercelli con 5 feriti.
22 settembre – all’Elba un aere DV20 marche OE-ADH precipita nei pressi dell’aeroporto La Pila. A perdere la vita l’istruttore e il suo allievo.
27 settembre – A Salgareda (Treviso) presso l’avio superficie Carrer all’interno del terreno della società agricola Borga. cade un aereo biposto KitFox di costruzione americana in fase di decollo: muore il pilota, il solo a bordo, 79enne.
28 settembre –Nel senese è precipitato un aereo Pitts Model 12 marche I-WILL decollato dall’aviosuperficie di Colle Val D’Elsa: morti il pilota e una passeggera, una turista russa.
28 settembre – Poche ore più tardi, un ultraleggero è caduto in una risaia nella zona di nella zona di Castellazzo, nel novarese, vittima il pilota.
Forse sarebbe utile controllare gli incidenti stradali nello stesso periodo, potrebbero uscirne dei dati sorprendenti. Perchè?
Tra il 1980 e il 1987,
il sociologo David Phillips dell'università della California a San
Diego, compie una serie di ricerche e studi tutti pubblicati, che fanno
emergere in un primo tempo dei dati statistici apparentemente assurdi:7
In un primo studio del
1980 emerge quanto segue: dopo che le prime pagine dei giornali hanno
riportato un suicidio, gli aerei, privati, di aziende o di linea,
iniziano a cadere con una frequenza impressionante. Phillips riesce a
dimostrare che subito dopo alcune storie di suicidi a cui i media hanno
dato particolare risalto, il numero di persone morte per incidente aereo
cresce del 1000%.
Ma c'è qualcosa di
ancora più inquietante: aumenta in modo esponenziale anche il numero di
vittime per incidenti d'auto. Qual'è la reazione e la causa di tutto
questo?
Phillips non è convinto
che le cause siano da attribuire a “condizioni sociali” anche perché
gli aumenti esponenziali di questi incidenti si verificano soltanto
nelle zone in cui la notizia ha avuto una grande visibilità dal punto di
vista mediatico. Phillips nota che maggiore è lo spazio dato alla
notizia, maggiore è il numero di incidenti che ne segue.
Proseguendo nelle
ricerche, il sociologo si convince che i dati abbiano delle somiglianze
con quelli di altri studi tesi a dimostrare i principi dell'emulazione e
si imbatte in quello che egli chiama: “Effetto Werther”8
Per riassumere, nel
1774, Goethe pubblica: “I dolori del giovane Werther”. Il libro, nel
quale l'omonimo protagonista si suicida, ebbe un impatto sociale
devastante provocando un'impressionante serie di suicidi per emulazione
anche nei paesi dove veniva tradotto.
Phillips riesce a
ottenere i dati relativi a un moderno effetto Werther analizzando le
statistiche dei suicidi avvenute negli Stati Uniti tra il 1947 e il
1968. In questo studio emerge che nei due mesi successivi a un suicidio
che aveva occupato le prime pagine dei quotidiani, in media si
uccidevano 58 persone in più rispetto alla norma.
Come fa notare Robert
Cialdini nel suo: “Teoria e Pratica della persuasione” (Alessio Roberti
Editore – 2009), ogni storia di suicidio uccideva 58 persone che
altrimenti avrebbero continuato a vivere.
Phillips nota la
somiglianza tra i dati riscontrati nell'effetto Werther e quelli
relativi agli aumenti di incidenti aerei e automobilistici dopo la
notizia di un suidicio e ritiene che si tratti di un “Effetto Werther
Celato”.
Si può parlare di
“Incidenti per imitazione? Errori di piloti e automobilisti volontari ma
inconsapevoli?” L'11 agosto 2014 era stato riportato con ampio risalto
il presunto suicidio dell'attore Robin Williams.9
“Il principio della riprova sociale di Robert Cialdini”10
Robert Cialdini,
docente di psicologia emerito, ha compiuto molti studi sulle armi e le
tecniche della persuasione occulta e della propaganda. Ha individuato
sette principi che si concretizzano in varie risposte automatiche della
psicologia e del cervello umano, che normalmente ci servono come aiuto
per districarci in determinate situazioni complesse ma che proprio in
virtù dei loro automatismi vengono utilizzati da vari esperti come armi
contro di noi; i principi sono i seguenti:
1. La reciprocità (il vecchio dare e prendere… E prendere)
2. Impegno e coerenza (spauracchi della mente)
3. La riprova sociale (la verità siamo noi)
4. Simpatia (il ladro socievole)
5. Autorità (deferenza guidata)
6. Scarsità (la regola dei pochi)
7. Influenza istantanea (consenso primitivo per un'era automatica)
Prendiamo in esame ciò che ci interessa per l'argomento in questione e cioè: il principio della riprova sociale. Dice Cialdini:
“Stabiliamo che un
comportamento è giusto per una determinata situazione in base a come
agiscono gli altri” Che il problema sia cosa fare con un pacchetto di
popcorn vuoto al cinema, quanto veloce si possa andare in un certo
tratto di autostrada o come dobbiamo mangiare il pollo a una cena, le
azioni di quelli che ci circondano saranno una guida importante per
darci una risposta. La tendenza a considerare giusta un'azione se la
fanno anche gli altri funziona bene, e di norma sbaglieremo meno agendo
in accordo a quello che fanno gli altri piuttosto che agendo contro. Di
solito, quando molte persone stanno facendo qualcosa in un determinato
modo, quella diventa la cosa giusta da fare… Il principio della riprova
sociale ci offre una scorciatoia utile ma contemporaneamente, ci rende
vulnerabili agli attacchi dei profittatori.
I pubblicitari non
perdono molto tempo nel convincerci direttamente che un prodotto è
“buono”; amano però informarci circa il fatto che sia in “grande
espansione” o “di grande successo”. Ciò che generalmente viene riportato
dai media, è la notizia delle chilometriche code per acquistare il
nuovo Iphone.
Il consulente di
vendita Cavett Robert ha sintetizzato molto bene il principio in un
consiglio rivolto ai tirocinanti: “Dato che il 95% delle persone sono
imitatrici e solo il 5% creatrici, la gente è più persuasa dall'azione
degli altri che da qualsiasi prova che siamo in grado di offrire”.
Sono state fatte
numerose ricerche che hanno dimostrato con risultati sorprendenti il
principio della riprova sociale; qui ci limitiamo a citare quella dello
psicologo Robert O'Connor (1972) sull'inibizione sociale dei bambini in
età prescolare.11
O'Connor realizzò un
filmato ambientato in una scuola materna contenente undici scene
diverse. Ogni scena iniziava con un bambino solitario, diverso di volta
in volta, che osservava alcune attività di gruppo e poi vi prendeva
parte attivamente, con gioia di tutti.
Lo psicologo selezionò
quindi un gruppo di bambini introversi provenienti da scuole diverse e
mostrò loro il filmato. Il risultato sorprendente fu che i bambini che
avevano visto il filmato prendevano parte a una straordinaria quantità
di attività sociali nella loro scuola mentre quelli che non lo avevano
visionato erano più isolati che mai. I risultati furono duraturi nel
tempo. Un filmato di 23 minuti visto soltanto una volta, fu sufficiente a
ribaltare una tendenza potenziale di un comportamento di emarginazione.
Questo, è il potere della riprova sociale.
Si parla spesso di
“apatia sociale” quando vengono riportate notizie assurde di gente
bisognosa di aiuto in mezzo a una strada che viene sistematicamente
ignorata da tutti i passanti. Anche in questo ambito sono state fatte
molte ricerche; gli psicologi affermano che esistono almeno due ragioni
per cui una persona che si trovi ad assistere a una situazione critica
sarà meno disposta a intervenire se sono presenti anche altri.
La prima ragione è
abbastanza comprensibile: se ci sono molte persone che possono
intervenire, la responsabilità individuale diminuisce. “Forse qualcun
altro chiamerà aiuto o forse qualcuno lo ha già fatto”. Mentre tutti
pensano che qualcun altro stia intervenendo, nessuno fa niente.
La seconda ragione che
dal punto di vista psicologico è la più interessante, si fonda sul
principio della riprova sociale: “L'uomo a terra è vittima di un attacco
cardiaco oppure è soltanto un ubriaco che sta smaltendo la sbornia?
Cosa sta succedendo?” Quando abbiamo un'incertezza di questo genere, la
tendenza naturale è di guardarsi attorno per vedere cosa fanno gli
altri. Possiamo capire dal modo in cui gli altri testimoni dell'evento
reagiscono se si tratti o meno di un'emergenza.
E' facile però
dimenticare che anche tutti gli altri che stanno assistendo all'evento
sono in cerca di una riprova sociale e se ci sforziamo di mantenere un
atteggiamento posato e tranquillo, vedendo che anche gli altri lo fanno,
possiamo essere portati a pensare che non ci sia un'emergenza. Si
vedano a questo proposito gli studi di Latanè e Darley.12
Tornando agli studi di
Phillips, abbiamo capito che il risalto dato a una notizia è
determinante nell'aumento statistico degli incidenti. Phillips ha anche
scoperto che questi incidenti vanno per similitudine: Se la notizia
riporta il suicidio di un giovane, maggiori saranno gli incidenti in cui
i giovani sono coinvolti; viceversa se la notizia riporta il suicidio
di un anziano, aumenteranno le vittime anziane.
Vedendo la quantità di
studi pubblicati su queste reazioni psicologiche, prendendo atto del
fatto che queste conoscenze ormai acquisite vengono utilizzate molto
spesso in pubblicità e in tutti i prodotti mediatici, dovremmo fermarci
un momento a riflettere sull'enorme responsabilità dei giornalisti nel
comporre e riportare determinate notizie e non dovremmo forse chiederci
se da parte degli Spin-Doctor, certe operazioni non sono concepite in
modo lucido e criminale essendo loro ben consapevoli degli effetti che
possono ottenere?
- 1. http://www.lavocedivenezia.it/francesco-fornabaio-precipitato-con-il-suo...
- 2. http://www.ansv.it/it/detail_Relazioni.asp?ID=1937
- 3. http://www.vfrflight.net/index.php/topic,17390.msg273261.html#msg273261
- 4. http://www.liberoreporter.it/2014/09/in-evidenza/quegli-ultraleggeri-che...
- 5. http://www.liberoreporter.it/2014/09/in-evidenza/incidenti-aerei-per-far...
- 6. http://www.palermotoday.it/cronaca/scontro-tornado-ascoli-giuseppe-palmi...
- 7. Phillips D.P. Suicide motor vehicle fatalities, and the mass media: Evidence toward a theory of suggestion, in "America Journal of Sociology", 84, 1979, pp. 1150-1174 e Airplane accidents, murder, and the mass media: toward a theory of imitation and suggestion, in "Social Force", 58, 1980, pp. 1001-1024
- 8. https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Werther
- 9. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/12/robin-williams-morto-a-63-ann...
- 10. Robert Cialdini: Teoria e Pratica della persuasione Alessio Roberti Editore – 2009
- 11. O'Connor R.D. Relative efficacy of modeling, shaping, and the combined procedures for modification of social witdrawal, in "Journal of Abnormal Psichology" 79, 1972, pp. 327-334.
- 12. Latanè B. Darley J.M. Group inhibition of bystander intervention in emergencies, in "Journal of personality and Social psichology" 10, 1968 pp. 215-221
fonte: http://ilporticodipinto.it/content/la-propaganda-uccide
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