“C’è un posto nel mondo dove
il cuore batte forte, dove rimani
senza fiato per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma, e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore, mentre
la mente non smette mai di sognare.”
(Alda Merini)
“Siamo
diventati troppo ossessionati dalla testa; tutta la nostra educazione,
l’intera civiltà è ossessionata dalla testa, poiché ha contribuito a
sviluppare ogni sorta di tecnologia, e adesso noi tutti ci limitiamo a
pensare. Che cosa ci può dare il cuore? Certo, non ti può dare alcuna
tecnologia strabiliante, non può aiutarti a crear alcuna industri
industriale, non ti può procurare denaro.
Tuttavia,
può darti la felicità, può indurti a celebrare; può trasmetterti
un’incredibile sensibilità per il bello, per la musica, per la poesia.
Ti può guidare nel mondo dell’amore e, in ultima analisi, condurti nella
dimensione della preghiera, ma tutte queste cose non sono beni di
consumo, non sono comfort.
Attraverso
il tuo cuore non puoi ingrossare il tuo conto in banca; né puoi
combattere guerre mondiali, non puoi costruire bombe all’idrogeno, bombe
atomiche; attraverso il cuore non puoi annientare popolazioni. Il cuore
sa solo creare, laddove la testa conosce solo il modo di distruggere.
La testa è distruttiva, e tutto il nostro sistema educativo è rimasto
intrappolato in essa.
Le
nostre università, i college, l’intero sistema scolastico non fanno
altro che distruggere l’umanità. Quella gente pensa di avere un’utilità,
ma si sta solo ingannando. Se l’uomo non si equilibra, se la testa e il
cuore non crescono insieme, l’essere umano rimarrà immerso nella
miseria più nera, e la sua infelicità continuerà ad aumentare.
Via
via che ci fissiamo sempre di più nella testa, man mano che diventiamo
sempre più dimentichi dell’esistenza del cuore, diventiamo sempre più
infelici. Non stiamo facendo altro che creare un inferno su questo
nostro pianeta Terra, e lo ingigantiremo ancora di più.
Il
paradiso appartiene al cuore. Purtroppo è accaduto questo: il cuore è
stato completamente dimenticato, nessuno ne comprende più il linguaggio;
noi comprendiamo la logica, non l’amore. Comprendiamo le formule
matematiche, non la musica: ci adattiamo sempre più alle vie del mondo e
nessuno sembra avere il coraggio di incamminarsi lungo i sentieri
ignoti del cuore, nessuno ha la forza di affrontare gli ignoti labirinti
dell’amore.
Ci
siamo sintonizzati completamente con il mondo della prosa, e la poesia
ha semplicemente perso qualsiasi vitalità. Il poeta è morto, e il poeta è
il ponte tra lo scienziato e il mistico: quel ponte è scomparso. Da un
lato si erge lo scienziato: un personaggio molto potente,
incredibilmente potente, pronto a distruggere l’intero pianeta, la vita
in toto; e dall’altro si stagliano pochi mistici, remoti e distanti, una
manciata… un Buddha, un Gesù, uno Zarathushtra, un Kabir.
Sono
esseri del tutto privi di potere, nel senso in cui noi lo comprendiamo,
ma che hanno un potere immenso, in un altro senso; purtroppo noi non
comprendiamo affatto quel linguaggio. E il poeta è morto; questa è una
calamità devastanti: il poeta sta scomparendo. Con “poeta” intendo
l’artista, il pittore, lo scultore: tutto ciò che nell’essere umano è
creativo è stato progressivamente ridotto alla mera produzione di merci,
di beni di consumo, di comfort.
Il
creativo sta perdendo la sua presa sull’umanità, e la produzione sta
diventando lo scopo della vita intera. Anziché valorizzare la
creatività, noi apprezziamo la produttività: non facciamo che parlare di
come produrre di più; ma la produzione può fornire oggetti, merce, non
può dare valori. La produzione può renderti ricco esteriormente, ma ti
impoverirà interiormente.
La
produzione non è creazione; è qualcosa di estremamente mediocre,
qualsiasi stupido può produrre: è sufficiente conosce la meccanica. E il
poeta è morto, non esiste più. Ciò che esiste sotto il nome di poesia
è, in pratica, prosa. Ciò che esiste sotto il nome di pittura non è
altro che follia: puoi vedere i quadri di Ricasso, di Dalì e di altri
pittori contemporanei, sono espressioni patologiche!
Io
parlo di una creatività totalmente diversa. Un Taj-Mahal… prova a
osservarlo in una notte di luna piena, inevitabilmente in te affiorerà
un profondo stato meditativo. Oppure prova a visitare i templi di
Khajuraho, di Konarak, di Puri: medita semplicemente su di essi e
rimarrai sorpreso nel vedere che tutta la tua sessualità viene
trasformata in amore.
Questi
sono i miracoli della creatività. Le grandiose cattedrali europee:
immense aspirazioni della Terra di raggiungere il cielo. Il semplice
vedere quelle incredibili creazioni, inevitabilmente, farà affiorare un
canto nel tuo cuore, oppure lascerà discendere in te un silenzio
profondo. L’uomo ha perso la sua pulsione creativa, il bisogno
irrefrenabile di esprimere poesia; oppure, meglio sarebbe dire che è
stato ucciso.
(Osho)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2017/01/produzione-e-creazione.html
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