Attaccando i mezzi spaziali statunitensi
Russia e Cina ricercano nuove armi e
mezzi per contrastare il dominio nello spazio degli USA, secondo una
valutazione dell’intelligence degli Stati Uniti. Infatti, entrambe le
nazioni studiano lo sviluppo di armi che potrebbero attaccare satelliti e
altri mezzi orbitali statunitensi.
“Riteniamo che Russia e Cina percepiscano la necessità di compensare qualsiasi vantaggio militare statunitense nei sistemi spaziali militari, civili o commerciali, e sempre più pensano ad attaccarne i sistemi satellitari nell’ambito di future dottrine belliche“,
afferma la testimonianza congressuale di Daniel Coats, direttore della National Intelligence, dell’11 maggio.
“Continueranno a perseguire la gamma completa di armi anti-satellite (ASAT) per ridurre l’efficienza militare statunitense“.
Le due grandi potenze cercano di compensare i vantaggi degli USA nel
settore, continuando lo sviluppo di tali capacità, nonostante
dichiarazioni pubbliche che farebbero tesoro della corsa agli armamenti
nello spazio.
“Russia e Cina continuano a sviluppare capacità contro gli avversari nello spazio, specialmente gli Stati Uniti, mentre pubblicamente e diplomaticamente promuovono la non-militarizzazione dello spazio” e il non primo dispiegamento “di armi nello spazio“, secondo Coats. “Tale impegno continua nonostante gli sforzi diplomatici di Stati Uniti e alleati nel dissuadere l’espansione delle minacce all’uso pacifico dello spazio, compresi gli impegni internazionali delle Nazioni Unite“.
La maggior parte degli attacchi contro i mezzi spaziali statunitensi
probabilmente non sarà cinetica, concentrandosi su guerra elettronica e
cibernetica.
“Lo sviluppo sarà molto probabilmente focalizzato sulle capacità di disturbare le comunicazioni militari satellitari (SATCOM), i satelliti con radar ad apertura sintetica (SAR), e in capacità migliorate contro i sistemi satellitari di navigazione globale (GNSS), come il sistema di posizionamento globale (GPS)“,
secondo tale testimonianza.
“La fusione tra guerra elettronica e cyberattacchi probabilmente espanderà la ricerca di mezzi sofisticati per negare e degradare le reti d’informazione. I ricercatori cinesi hanno discusso i metodi per migliorare le capacità di disturbo con nuovi sistemi per bloccare le frequenze più utilizzate. La Russia intende modernizzare le forze da guerra elettronica e adottare armi di nuova generazione entro il 2020“.
Tuttavia, se guerra elettronica e cyberarmi non raggiungessero gli
obiettivi, russi e cinesi sono pronti ad usare la forza cinetica per
distruggere fisicamente i mezzi spaziali statunitensi.
“Alcune nuovi ASAT russi e cinesi, compresi sistemi distruttivi, probabilmente saranno completati nei prossimi anni“, dichiarava Coats. “Gli strateghi militari russi probabilmente considerano le armi spaziali nell’ambito del riarmo della difesa aerospaziale, probabilmente perseguendo una diversificata capacità per influenzare i satelliti su tutte le orbite“.
Ma non solo i militari russi; i politici di Mosca
promuovono anche le armi anti-satellite, secondo la comunità
d’intelligence statunitense.
“I legislatori russi hanno promosso la ricerca militare sui missili ASAT per colpire i satelliti su basse orbite e la Russia sperimenta tale arma per eventualmente schierarla“, dichiarava Coats. “Un funzionario russo ha anche riconosciuto lo sviluppo di un missile aerolanciato in grado di distruggere i satelliti in orbita bassa”.
Dall’altra parte del mondo, la Cina è sul punto di schierare un’arma
anti-satellite operativa. Nel frattempo, entrambe le grandi potenze
sviluppano armi ad energia diretta per contrastare i satelliti
statunitensi.
“Dieci anni dopo che la Cina intercettò un satellite in orbita bassa, i suoi missili ASAT lanciati da terra starebbero entrando in servizio nell’Esercito di liberazione popolare“, dichiarava Coats. “Entrambi i Paesi avanzano nelle tecnologie delle armi ad energia diretta per disporre di sistemi ASAT che potrebbero accecare o danneggiare i sensori dispiegati nello spazio. La Russia sviluppa un’arma laser aeroportata per usarla contro i satelliti statunitensi. Inoltre, entrambe le nazioni sviluppano satelliti che possono maneggiare altri mezzi spaziali o, se necessario, distruggere i satelliti nemici. Russia e Cina continuano a svolgere sofisticate attività orbitali, come operazioni di riunione e prossimità, almeno in parte probabilmente volte a testare tecnologie a duplice uso dalle capacità antispaziali“, dichiarava Coats. “Per esempio, la ricerca nella robotica spaziale per la manutenzione di satelliti e la rimozione di detriti potrebbe essere usata per danneggiare i satelliti. Tali missioni saranno una particolare sfida futura, complicando la capacità degli Stati Uniti di dominare lo spazio, decifrare l’attività spaziale e le capacità di pre-allarme“.
Quindi, con il tempo, il Pentagono dovrà investire di più per assicurarsi la superiorità nello spazio.
Dave Majumdar National Interest
Militarizzazione dello spazio: l’X-37B degli USA rientra dopo una missione di due anni
Con
l’attenzione pubblica incentrata su altro, gli Stati Uniti adottano
nuove e più sofisticate armi spaziali. Passo dopo passo, l’orbita della
Terra diventa linea del fronte. Il 7 maggio, l’X-37B atterrava presso il
Kennedy Space Center della NASA in Florida dopo una missione
di 718 giorni nello spazio. Nel complesso, dal 2010 ci sono state
quattro missioni, ciascuna durata più della precedente. Lanciati dai
missili Atlas 5, i velivoli atterrano come aerei.
I velivoli
riutilizzabili, conosciuti anche come programma per velivoli per test
orbitali, hanno accumulato 2086 giorni nello spazio. I carichi e le
attività sono segreti. Si ritiene ampiamente che gli spazioplani siano
usati per scopi militari o siano un’arma. L’X-37B ha trasportato almeno
due carichi nell’ultimo volo. I militari avevano rivelato di aver deciso
di far trasportare un propulsore elettrico sperimentale da testare in
orbita e un pallet per esporre campioni all’ambiente spaziale.
L’X-37B è
una navetta spaziale senza equipaggio, lunga 9 metri e un’apertura
alare di 5 metri, circa un quarto delle dimensioni dello space shuttle
della NASA. Il velivolo spaziale riutilizzabile senza pilota decolla in
verticale e atterra in orizzontale rientrando nell’atmosfera e
atterrando autonomamente. Il robot può anche gestire l’orbita, mutandola
invece di seguire l’orbita prevista, una volta in volo. L’autonomia
orbitale della navetta è garantita da pannelli solari che l’alimentano
dopo il dispiegamento dal vano di carico.
Le quote utilizzate per scopi
militari ed esplorativi vanno da 0 a 20 km e da 140 km in su. C’è un
vuoto tra ciò che è considerato un potenziale teatro di guerra. L’X-37 è
chiaramente un mezzo per riempire tale vuoto dall’“alto”, mentre il
Boeing X-51 (conosciuto anche come X-51 Wave Rider) lo fa dal
“basso” o salendo. L’X-51 è un velivolo scramjet senza pilota per test
ipersonici (Mach 6, circa 6400 km/h). Il costo del programma X-37B non è
noto perché il bilancio è classificato dato che è stato assegnato alla
DARPA.
È quasi certamente un aereo spia o, almeno, per testare sistemi
di sorveglianza spaziale e una piattaforma di lancio per minisatelliti
di spionaggio. Il carico utile del velivolo è sufficiente ad ospitare
sistemi spia come telecamere e sensori. Il velivolo non dispone di
portello di ancoraggio, quindi non può essere utilizzato per rifornire
l’ISS o qualsiasi altra stazione orbitale. Sarebbe anche un modello per
testare il futuro “bombardiere spaziale” per distruggere bersagli
dall’orbita. Alcuni si chiedono se l’X-37B sia un sistema d’attacco
nucleare destinato a rientrare nell’atmosfera con l’autopilota per
bombardare un bersaglio nemico.
Dave Webb, presidente della rete globale contro le armi nucleari nello spazio, dichiarava che l’X-37B fa parte dei piani del Pentagono per sviluppare la capacità di colpire in qualsiasi parte del mondo con una testata convenzionale entro un’ora, nota come Prompt Global Strike. Alcuni pensano che l’X-37B sia un satellite-tracker o satellite-killer, o entrambi. Si ritiene generalmente che finora i sistemi d’arma non siano dispiegati nello spazio.
Le armi di distruzione di massa sono
vietate nello spazio dal Trattato sullo Spazio del 1967. Ma il trattato
non vieta la collocazione di armi convenzionali in orbita. Non c’è alcun
accordo internazionale sulle armi non nucleari nello spazio per via
dell’obiezione di certi Stati, come gli Stati Uniti, che sostengono che
la corsa agli armamenti nello spazio non c’è, e pertanto non è
necessario intraprendere alcuna azione.
I sistemi di difesa antimissili
balistici statunitensi, gli spazioplani X-37B, i laser aerei e il GSSAP (Geosynchronous Space Situational Awareness Programme)
potrebbero facilmente divenire armi spaziali. Per anni Russia e Cina
hanno richiesto la ratifica di un accordo vincolante con il Trattato
delle Nazioni Unite che vieta le armi spaziali, che funzionari ed
esperti statunitensi hanno ripetutamente rifiutato come inutilmente
disastroso. Gli Stati Uniti non presentano alcuna iniziativa.
SALT I (1972), il primo trattato sovietico-statunitense sulla limitazione delle armi strategiche, includeva l’obbligo a non attaccare mezzi spaziali. Nel 1983 il presidente Ronald Reagan cambiò passo promuovendo l’Iniziativa di difesa strategica che prevedeva l’immissione di armi nello spazio per colpire i missili strategici sovietici in volo.
Nel 2002 il presidente Bush Jr. abbandonò il trattato ABM del
1972, che limitava i sistemi di difesa missilistica. La difesa
missilistica consente ai Paesi di sviluppare tecnologie offensive con il
pretesto della difesa. Ad esempio, gli intercettori ad energia cinetica
dispiegati in California e Alaska vengono lanciati nello spazio per
distruggere i missili e si presuppone possano anche distruggere i
satelliti.
Ovviamente, gli Stati Uniti sono pronti a sviluppare sistemi
d’attacco spaziale, come ad esempio laser, sistemi cinetici e fasci di
particelle. Il primo progetto di trattato sulla prevenzione del
posizionamento di armi nello spazio, minaccia o uso della forza contro
oggetti spaziali (PPWT), fu sviluppato dalla Russia e sostenuto dalla
Cina nel 2008.
Gli Stati Uniti si opposero per preoccupazioni sulla
sicurezza dei propri mezzi spaziali, nonostante il trattato affermi
esplicitamente il diritto all’autodifesa di uno Stato. Nel dicembre
2014, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la risoluzione
russa su “Alcun primo collocamento di armi nello spazio”. Stati Uniti,
Georgia e Ucraina furono gli unici a rifiutarsi di sostenere
l’iniziativa russa.
La Russia dichiarò di essere disposta a lavorare nel
contesto di altre iniziative e partecipò attivamente e costruttivamente
alle attività dell’Unione europea su un progetto di codice
internazionale di condotta per lo spazio. Tuttavia, i progressi possono
essere raggiunti solo con negoziati a cui partecipano tutti gli Stati
interessati secondo un mandato chiaro delle Nazioni Unite. L’attuale
amministrazione è volta a raggiungere la supremazia spaziale. Mark
Wittington scrive in un articolo su Blasting News,
“Uno dei cambiamenti significativi che l’amministrazione Trump contempla nella difesa è lo sviluppo di armi spaziali. Un’idea emersa per decenni è un sistema dai proiettili di tungsteno e con sistema di navigazione. Con un comando, queste “verghe di Dio”, come vengono poeticamente chiamate, rientrerebbero nell’atmosfera per colpire il bersaglio”.
I consiglieri del presidente Trump Robert Walker e Peter Navarro chiedono di riavviare il concetto di “Star Wars”
e che gli Stati Uniti guidino la via alle tecnologie emergenti che
possano rivoluzionare la guerra. Secondo loro, una maggiore dipendenza
dall’industria privata sarà la chiave di volta della politica spaziale
di Trump.
Avvio e gestione dei mezzi spaziali militari sono un’impresa
miliardaria che impiega migliaia di persone, spingendo l’innovazione ed
applicazioni civili come il GPS, alimentando la crescita economica. Il
segretario alla Difesa James Mattis chiede maggiori investimenti
nell’esplorazione dello spazio per scopi militari. Una disposizione per
incoraggiare il dipartimento della Difesa ad avviare un programma di
ricerca sui sistemi antimissili spaziali è stata inserita nel progetto
di legge sulla difesa del 2017.
La militarizzazione dello spazio minerebbe la sicurezza internazionale, distruggendo gli attuali strumenti di controllo delle armi e comportando vari effetti negativi (come i detriti spaziali), potendo scatenare la corsa ad armi devastanti che distrarrebbe risorse dai veri problemi che l’umanità affronta oggi. La stabilità strategica verrebbe distrutta perché le armi spaziali sono globali e capaci di attaccare qualsiasi punto del pianeta in qualsiasi momento. Il dispiegamento di mezzi spaziali comporterà il rifiuto di nuovi trattati per regolamentare le armi nucleari e i loro vettori.
Quest’anno il mondo celebra il 50°
anniversario del Trattato sullo Spazio, entrato in vigore nell’ottobre
1967, un accordo sul controllo delle armi raggiunto nel pieno della
guerra fredda. Era possibile allora, è possibile oggi. La questione di
come impedire la militarizzazione dello spazio con un trattato
internazionale dovrebbe far parte dell’agenda Russia-USA-Cina. Se questi
Stati si accordano, il mondo diventerà un posto migliore.
Andrej Akulov SCF 20.05.2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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