Essere 'grandi' non ha niente a che vedere con quello che il mondo chiama 'successo', che è per lo più l'affermarsi di un ego ipertrofico radicato nel bisogno di approvazione.
Essere 'grandi' ha molto più a che fare con l'arte di essere la totalità di ciò che si è, e con l'esprimerlo nella propria peculiare modalità.
Ci sono parti di noi grandi, capaci di fare molto di più, di essere molto di più di quello che siamo normalmente.
Ci sono lati di noi intuitivi, geniali, potenti, aspetti di noi che guariscono, che migliorano il mondo, che amano, che creano opere d'arte in maniera del tutto originale, unica. E' lì che ci porta l'essere se lo lasciamo agire, verso l'espressione incondizionata di quei lati inesplorati di noi, verso l'emersione delle nostra peculiarità.
I nostri talenti, quali che siano, vengono presi, magnificati dall'essere e messi a disposizione dell'umanità.
Ma questo può compiersi solo se lasciamo andare ogni definizione di noi e di ciò che la grandezza debba essere.
Altresì saremo chiamati a lasciar andare ogni definizione di elevazione, illuminazione, spirito, anima, di buono o cattivo, di giusto o sbagliato che chiunque possa averci dato.
Nel percorso verso la grandezza le adesioni a qualsiasi opinione di altri, che potevano esserci servite per illuminare il prossimo passo, diventano ombra, zavorra e proiezione.
Dovremo rinunciare a ogni idolo, eroe, a ogni profeta cui abbiamo delegato la nostra salvezza, poiché potremo altrimenti aspettarci di ottenere soltanto grandezze simili a ciò che i nostri maestri ci avranno insegnato. Ma ogni insegnamento è lo schema di riferimento di chi insegna, quindi è limitato.
Tutti i maestri dovranno essere abbandonati perché le definizioni che ci hanno dato prima o poi limiteranno la nostra capacità espansiva ed espressiva, ne limiteranno l'unicità, e l'essere vorrà spezzare quelle limitazioni, vorrà portarcene fuori.
Un percorso verso la grandezza premerà affinché ci fidiamo sempre di più di quel qualcosa che sussurra attraverso di noi, e che è l'unica vera guida di cui abbiamo bisogno. Il nostro Sè essenziale.
Andrea Panatta
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