mercoledì 31 maggio 2017

Tensioni nella Penisola coreana e nel Mar Cinese Meridionale


Lunedì [29 maggio] Pyongyang ha testato un missile balistico a corto raggio, che ha coperto una distanza di circa 450 km prima di precipitare nelle acque della zona economica giapponese.

In risposta a questo atto, il Primo Ministro Shinzo Abe ha dichiarato: “come abbiamo concordato (al vertice del G7 appena concluso), la questione della Corea del Nord è una priorità fondamentale per la comunità internazionale. Lavorando con gli Stati Uniti… verranno intraprese azioni specifiche (non precisate)”.

Il lancio di lunedì è stato il terzo da quando il presidente sudcoreano Moon Jae-in è entrato in carica il 10 maggio, Pyongyang ha deciso di sviluppare un deterrente efficace contro la minacciata aggressione statunitense e il diritto internazionale afferma il diritto all’autodifesa.

Una dichiarazione della Casa Bianca ha detto che Trump è stato informato del lancio, e il Pacific Command americano ha detto di aver tenuto traccia per sei minuti di quello che sembrava missile balistico a breve raggio, affermando che non rappresentava una minaccia alla regione.

Seguiranno probabilmente ulteriori azioni del Consiglio di Sicurezza. Al notiziario della domenica della CBS, Face the Nation, il Segretario alla Difesa americano Mattis ha dichiarato che se scoppierà un conflitto in Corea, sarà “probabilmente il peggior tipo di combattimento nella storia dei popoli”.

Pyongyang “ha centinaia di cannoni e lanciarazzi che possono raggiungere una delle città più densamente popolate della terra”, ha detto riferendosi a Seul, Corea del Sud.

“E in caso di guerra”, la Cina, il Giappone e la Russia saranno in pericolo, ha aggiunto, affermando anche in modo ridicolo che la Corea del Nord è “una minaccia diretta agli Stati Uniti”, quando è vero il contrario.

Il Presidente Moon ha messo in guardia dall’infrangere le speranze di pace nella penisola e ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale.

Le politiche occidentali e regionali ostili verso Pyongyang costringono il suo governo a sviluppare deterrenti in caso di guerra. Qualsiasi altra azione sarebbe irresponsabile.

Mosca ha invitato alla calma e ad evitare soprattutto “attività militari nella regione”.

Nel frattempo, Pechino ha reagito bruscamente alle “osservazioni irresponsabili” dei paesi del G7, il portavoce del Ministero degli Esteri Lu Kang ha detto:

“Siamo profondamente insoddisfatti del Vertice del G7 che ha trattato le questioni del Mar della Cina Orientale e Meridionale come se fossero diritto internazionale”.

La posizione della Cina è “chiara e coerente”, impegnata a risolvere le controversie diplomaticamente.

“Speriamo che il G7 e i paesi al di fuori delle regioni interessate capiscano chiaramente la situazione, rispettino le loro promesse di non prendere posizione nelle controversie, rispettino pienamente gli sforzi dei paesi della regione per gestire le controversie, smettano di dire cose irresponsabili e svolgano un ruolo costruttivo per la pace e la stabilità regionale”.

Pechino si è lamentata delle provocazioni americane in una zona del mondo non propria, compresa una nave da guerra del Pentagono che è entrata nelle acque vicine alla cinese Scogliera Mischief, parte delle sue Isole Spratly nel Mar Cinese Meridionale, e che il Ministero della Difesa cinese ha avvertito di lasciare la zona.

Un commento del cinese People’s Daily [in Inglese] intitolato “I cattivi sono i primi a lamentarsi”, affermava: “se vieni alle porte della Cina in cerca di guai, poi non lamentarti”.

“Questa non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno provocato la Cina. Le (loro) provocazioni sempre più frequenti (sono) un segno preoccupante per la pace e la stabilità della regione duramente conquistata”.

Gli obiettivi imperiali di Washington non sono cambiati: cercare il “dominio militare (sulla) regione dell’Asia Pacifica per massimizzare il potere relativo”.

“Le frequenti attività di ricognizione delle navi e degli aerei militari statunitensi e sono la causa principale dei problemi di sicurezza tra i due paesi, secondo il Ministero della Difesa Nazionale della Cina, e la Cina ha invitato gli Stati Uniti a porre fine a queste attività”.

“Basta infastidire il pacifico panda”. È improbabile che Washington obbedisca, per via della sua mania di dominio globale incontrastato, nonostante il rischio di un’inimmaginabile guerra nucleare.


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Articolo di Steve Lendman pubblicato sul suo blog il 30 maggio 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
[Le note in questo formato sono del traduttore]

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