Lunedì [29 maggio]
Pyongyang ha testato un missile balistico a corto raggio, che ha
coperto una distanza di circa 450 km prima di precipitare nelle acque
della zona economica giapponese.
In risposta a questo atto, il Primo
Ministro Shinzo Abe ha dichiarato: “come abbiamo concordato (al vertice
del G7 appena concluso), la questione della Corea del Nord è una
priorità fondamentale per la comunità internazionale. Lavorando con gli
Stati Uniti… verranno intraprese azioni specifiche (non precisate)”.
Il lancio di lunedì è stato il terzo da
quando il presidente sudcoreano Moon Jae-in è entrato in carica il 10
maggio, Pyongyang ha deciso di sviluppare un deterrente efficace contro
la minacciata aggressione statunitense e il diritto internazionale
afferma il diritto all’autodifesa.
Una dichiarazione della Casa Bianca ha
detto che Trump è stato informato del lancio, e il Pacific Command
americano ha detto di aver tenuto traccia per sei minuti di quello che
sembrava missile balistico a breve raggio, affermando che non
rappresentava una minaccia alla regione.
Seguiranno probabilmente ulteriori azioni del Consiglio di Sicurezza. Al notiziario della domenica della CBS, Face the Nation,
il Segretario alla Difesa americano Mattis ha dichiarato che se
scoppierà un conflitto in Corea, sarà “probabilmente il peggior tipo di
combattimento nella storia dei popoli”.
Pyongyang “ha centinaia di cannoni e
lanciarazzi che possono raggiungere una delle città più densamente
popolate della terra”, ha detto riferendosi a Seul, Corea del Sud.
“E in caso di guerra”, la Cina, il
Giappone e la Russia saranno in pericolo, ha aggiunto, affermando anche
in modo ridicolo che la Corea del Nord è “una minaccia diretta agli
Stati Uniti”, quando è vero il contrario.
Il Presidente Moon ha messo in guardia
dall’infrangere le speranze di pace nella penisola e ha chiesto una
riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale.
Le politiche occidentali e regionali
ostili verso Pyongyang costringono il suo governo a sviluppare
deterrenti in caso di guerra. Qualsiasi altra azione sarebbe
irresponsabile.
Mosca ha invitato alla calma e ad evitare soprattutto “attività militari nella regione”.
Nel frattempo, Pechino ha reagito
bruscamente alle “osservazioni irresponsabili” dei paesi del G7, il
portavoce del Ministero degli Esteri Lu Kang ha detto:
“Siamo profondamente insoddisfatti del
Vertice del G7 che ha trattato le questioni del Mar della Cina Orientale
e Meridionale come se fossero diritto internazionale”.
La posizione della Cina è “chiara e coerente”, impegnata a risolvere le controversie diplomaticamente.
“Speriamo che il G7 e i paesi al di
fuori delle regioni interessate capiscano chiaramente la situazione,
rispettino le loro promesse di non prendere posizione nelle
controversie, rispettino pienamente gli sforzi dei paesi della regione
per gestire le controversie, smettano di dire cose irresponsabili e
svolgano un ruolo costruttivo per la pace e la stabilità regionale”.
Pechino si è lamentata delle
provocazioni americane in una zona del mondo non propria, compresa una
nave da guerra del Pentagono che è entrata nelle acque vicine alla
cinese Scogliera Mischief, parte delle sue Isole Spratly nel Mar Cinese
Meridionale, e che il Ministero della Difesa cinese ha avvertito di
lasciare la zona.
Un commento del cinese People’s Daily [in Inglese] intitolato
“I cattivi sono i primi a lamentarsi”, affermava: “se vieni alle porte
della Cina in cerca di guai, poi non lamentarti”.
“Questa non è la prima volta che gli
Stati Uniti hanno provocato la Cina. Le (loro) provocazioni sempre più
frequenti (sono) un segno preoccupante per la pace e la stabilità della
regione duramente conquistata”.
Gli obiettivi imperiali di Washington
non sono cambiati: cercare il “dominio militare (sulla) regione
dell’Asia Pacifica per massimizzare il potere relativo”.
“Le frequenti attività di ricognizione
delle navi e degli aerei militari statunitensi e sono la causa
principale dei problemi di sicurezza tra i due paesi, secondo il
Ministero della Difesa Nazionale della Cina, e la Cina ha invitato gli
Stati Uniti a porre fine a queste attività”.
“Basta infastidire il pacifico panda”. È
improbabile che Washington obbedisca, per via della sua mania di
dominio globale incontrastato, nonostante il rischio di
un’inimmaginabile guerra nucleare.
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Articolo di Steve Lendman pubblicato sul suo blog il 30 maggio 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
[Le note in questo formato sono del traduttore]
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