Il nuovo presidente francese Emmanuel
Macron, impegnato nelle presidenziali francesi in contrappeso
pro-europeo per impedire l’elezione della leader del Partito Nazionale
Marine Le Pen, sembra avere più di un rapporto casuale con gli Stati
Uniti. Mentre lavorava al Ministero dell’Economia da ispettore speciale e
ministro, Macron supervisionò il furto virtuale delle industrie
strategiche francesi da parte delle imprese statunitensi dai forti
legami con l’intelligence.
L’hackeraggio dei computer del movimento di
Macron “En Marche!” da parte di soggetti sconosciuti ha
prodotto materiale interessante. I difensori di Macron sostengono che i
file rilasciati erano o “falsi” o estranei. Tuttavia, una serie di file
sul furto virtuale del gigante tecnologico dell’informazione francese da
individui collegati alla CIA è esattamente ciò che ci si aspetterebbe
dalla campagna di Macron.
Il primo incarico di Macron nel governo
francese era proteggere gli interessi delle società francesi dalla
concorrenza estera e, soprattutto, dall’acquisizione. La mossa dei
servizi d’intelligence statunitensi acquisendo la leader francese della
tecnologia delle smart card, Gemplus International, iniziò nel
2001 e l’operazione fu completata entro il 2004, anno in cui Macron
divenne ispettore delle finanze nel Ministero dell’Economia francese.
L’industria francese è da tempo obiettivo della sorveglianza e/o
acquisizione dalle società statunitensi e la CIA ha svolto un ruolo
importante in tali operazioni di “guerra economica”. Ad esempio, la
società di elettronica francese Thomson-CSF è stata a lungo
l’obiettivo principale dell’agenzia statunitense per la sicurezza
nazionale e della sorveglianza della CIA.
I documenti riguardanti la
riuscita acquisizione della Gemplus, insieme alla principale fabbrica di
Gemenos, Bouches-du-Rhône, in Francia, dall’impresa statunitense Texas Pacific Group (TPG) rientra nella tranche degli archivi prelevati dai computer di “En Marche!”. TPG acquisì le azioni della Gemplus nel febbraio 2000. Nel 2006 Gemplus si fuse con Axalto
per formare Gemalto completando l’efficace controllo statunitense
sull’impresa.
Nel settembre 2002, Alex Mandl, statunitense residente a
Vienna, Austria ed ex-presidente di AT&T, presidente e
amministratore delegato di Teligent, membro del consiglio di
amministrazione della società della CIA IN-Q-TEL e membro del consiglio
di amministrazione del neoconservatore American Enterprise Institute, fu nominato CEO della Gemplus International. Continua ad essere presidente esecutivo della Gemalto.
A seguito delle comunicazioni dell’ex-contraente dell’NSA Edward Snowden, è ormai noto che il Centro di comunicazioni del governo (GCHQ) inglese, collaborando con l’NSA, penetrava con successo le carte SIM utilizzate dalla Gemalto. GCHQ/NSA intercettarono le comunicazioni dei cellulari utilizzando le carte SIM Gemalto abilitate per la crittografia in Afghanistan, Yemen, India, Serbia, Iran, Islanda, Somalia, Pakistan e Tagikistan. L’attacco di GCHQ-NSA fu anche indirizzato contro i centri di personalizzazione della carta SIM Gemalto in Giappone, Colombia e Italia.
La pirateria di NSA e GCHQ dei chip SIM Gemalto tramite il loro Mobile Handset Exploitation Team
(MHET), fu forse la più grande operazione d’intercettazione dell’NSA
nella storia, che vide migliaia di chiamate e messaggi di testo
intercettati e decodificati da NSA e dal partner inglese. Molto sinistra
fu l’inclusione dei dati d’identificazione della carta SIM Gemalto nel
database della CIA dei cellulari presi di mira negli attacchi dei droni
statunitensi.
I documenti interni di “En Marche” puntano a quattro agenzie governative francesi che condussero le indagini sull’acquisizione della Gemplus: “Renseignements généraux” (RG) (Intelligence Generale), “Direction de la sûreté du territoire”
(DST), Ministero dell’Industria e Ministero dell’Economia di Macron. La
stampa francese, che celebra Macron ex-banchiere dei Rothschild,
afferma che i documenti della Gemplus non hanno nulla a che fare con
Macron.
I media francesi sostengono che Macron era un semplice studente
all’accademia elitaria dei servizi pubblici francesi, l’École nationale d’administration
(ENA) fino al diploma nel 2004. Tuttavia, come indicano chiaramente i
documenti fuoriusciti, l’acquisizione della Gemplus era ancora indagata
dal governo francese quando Macron divenne ispettore del Ministero
dell’Economia nel 2004.
Dato che Macron ebbe il compito di assicurare
che le società francesi non subissero tentativi stranieri di contrastare
la crescita economica francese, la sua performance, come si vede dalla
perdita di posti di lavoro francesi per gli interessi stranieri, fu
abissale. È molto probabile che i file di “En Marche” sull’acquisizione della Gemplus
dovessero avere informazioni riservate pronte, nel caso in cui il ruolo
di Macron nel coprire i dettagli dell’acquisizione statunitense
divenissero pubblici.
Ogni partito dev’essere disposto a fronteggiare le
rivelazioni dalle “ricerche dell’opposizione” sui loro candidati. Va
anche notato che una delle liste pubblicate da “En Marche”
afferma che la politica di Macron era “monitorare” ma non impedire la
proprietà straniera su industrie e imprese strategiche francesi.
Nel 2008, Macron lasciò il governo per entrare nella Rothschild&Cie Banque.
Divenne anche capo della Fondazione francese-statunitense pesantemente
neocon che conta Hillary Clinton, generale Wesley Clark e
l’ex-presidente della Banca mondiale Robert Zoellick.
La questione
operativa su Macron è: cosa sapeva dell’acquisizione della Gemplus e
quando? I file della Gemplus di “En Marche”, contenuti in una
cartella denominata “Macron” e che si occupano dell’acquisizione
statunitense, si leggono come un romanzo di spionaggio di John LeCarré.
Un file, contrassegnato “Confidential” e inviato a Stefan Quandt della famiglia miliardaria Quandt delle note BMW e Daimler in Germania, si occupa del valore dei titoli della Gemplus nel 2001, tra
“rapporti estremamente tesi e scontri tra i principali ai vertici, nella rottura delle comunicazioni con il personale. Di conseguenza, la maggior parte di essi è completamente inedita oggi”.
Da ispettore del Ministero
dell’Economia, è stupefacente che Macron non sapesse della violazione
delle leggi verificatasi con l’acquisizione statunitense della Gemplus.
Ciò è descritto anche in un altro file della Gemplus dalla sua campagna, che indica la situazione post-acquisizione statunitense della Gemplus:
“Dichiarazioni irresponsabili, spesso seguite da chiusura di siti e licenziamento del personale, anche prima di consultarne i rappresentanti (come la legge e il senso comune richiedono)”.
I Quandt sono molto discreti e per una buona ragione. Guenther Quandt fabbricò fucili Mauser
e missili antiaerei per il Terzo Reich. Divorziò dalla prima moglie,
Magde Quandt, dopo aver avuto un figlio, Harald Quandt. Magde poi sposò
il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels. Stefan Quandt,
coinvolto nella presa di Gemplus, è figlio del fratellastro di Harald, Herbert Quandt.
Le informazioni negative sulla Gemplus portarono a una relazione della Goldman Sachs
del 24 gennaio 2002 che spinse l’azienda a continuare con la
ristrutturazione diretta dagli statunitensi per mantenersi sul mercato.
Anche se era allievo all’ENA all’epoca, non esiste alcuna informazione
su quali progetti Macron fu assegnato dal 2001 al 2003 dai professori
del servizio civile.
Altri file correlati con la Gemplus nella cartella “En Marche!” comprendono quelli collegati a uno dei capi di Gemplus,
Ziad Takieddine, broker franco-libanese druso e diplomato
dell’università americana di Beirut collegata alla CIA. Takieddine aiutò
a progettare l’acquisizione statunitense con l’aiuto di Herr Quandt.
Takieddine contribuì a concludere importanti trattative sulle armi
francesi con Libia, Siria, Arabia Saudita e Pakistan.
Accusato di
riciclaggio di denaro nelle Isole Vergini inglesi dall’ex-moglie,
Takieddine è anche lo zio di Amal al-Amudin, moglie dell’attore George
Clooney. Takieddine è anche un feroce nemico dell’ex-presidente Nicolas
Sarkozy, che perse le presidenziali nel 2017 rispetto al rivale
conservatore François Fillon. Macron superò Fillon al primo turno delle
elezioni presidenziali, arrivando al secondo turno con Fillon al terzo
posto.
Takieddine, Quandt e una società sospetta della CIA, Texas Pacific Group (TPG), erano tutti chiaramente parte di una cospirazione per sbarazzarsi del co-fondatore francese della Gemini Marc Lassus e dei dirigenti francesi dell’azienda. La decisione di licenziare Lassus e colleghi francesi fu presa in una riunione del consiglio di amministrazione della Gemplus tenutasi a Washington DC, non in Francia, il 15 dicembre 2001.
Un altro responsabile dell’acquisizione
statunitense della Gemplus fu Lee Kheng Nam, dirigente di
Singapore e titolare di un master su operazioni di ricerca e analisi di
sistema della scuola post-laurea della Marina statunitense di Monterey,
California. Il co-fondatore di TPG, David Bonderman di Fort Worth, in
Texas, fu coinvolto nell’acquisizione ostile della Gemplus.
L’acquisizione delle azioni della Gemplus da parte di TPG avvenne attraverso una società finta praticamente sconosciuta e registrata a Gibilterra, chiamata “Zensus”.
Bonderman, ebreo, fece una mossa politica nel 2012 in Egitto quando
incontrò Qayrat al-Shatar, vicedirettore della Fratellanza musulmana e
membro del governo di Muhamad Mursi. Bonderman dichiarò di cercare
un'”opportunità di investimento” in Egitto. In un documento word senza
data trovato nei computer di “En Marche”, Lassus viene citato dire:
“Sono convinto che l’investimento della TPG abbia qualche accordo con il governo per spostare la sede centrale in California. Ci riprovarono di nuovo nel gennaio 2002”.
I sindacati dei lavoratori della Gemplus previdero che la produzione dell’impresa passasse dalla Francia alla Polonia. Il maggiore sindacato francese, “Confédération générale du travail” (CGT), dichiarò che l’acquisizione della Gemplus doveva eliminare la Francia dalla leadership tecnologica delle smart card. Gemplus
impiegava 7000 lavoratori francesi prima dell’acquisizione da parte
degli statunitensi. Il documento word si riferisce anche alle agenzie
governative francesi che “avviarono indagini” e cercarono “informatori
interni”.
Macron svolse un ruolo sia nelle indagini del Ministero
dell’Economia sia nella ricerca presso la Gemplus di “informatori interni” per i suoi amici statunitensi? Quando la società statunitense General Electric acquisì la società francese per turbine e tecnologia nucleare Alstom, il Ministro dell’Economia Macron affermò di aver approvato tali acquisizioni perché “l’intervento statale nell’industria avviene solo in Venezuela”. Questa è musica per le orecchie dei miliardari nell’amministrazione Trump.
Wayne Madsen, SCF, 17.05.2017
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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